mercoledì 26 dicembre 2007

AVAMPOSTO DI CIVILTA': A LUIGI...

AVAMPOSTO DI CIVILTà: A LUIGI...

L'inverno fa pensare. Sarà l'aria che si respira intorno o sarà l' aria che hai dentro, quella di cui ti nutri, resta il fatto che un po' di musica nostra e un bel bicchiere rosso...e la mente va! L'ultima scena è quella che più di ogni altra cosa fa martellare la testa.

Ciao ragazzi grazie per essere venuti, ve ne siete fatti di chilometri, mi raccomando state calmi e non cadete nelle provocazioni.

Eri tu che ringraziavi noi e a noi ci sembrava tutto così strano. Col tempo ci siamo poi resi conto che tu eri così. Due anni fa, a quel corteo che a tanti sembrò essere un sussulto, un forte colpo di tosse che ci ricordava cosa potevamo fare, eri l' evidenza di come il giusto e la ragione dovessero sempre animare l' animo. Parlavi di calma e di esempio da seguire, quando il destino ti agitava l'ingiustizia più infame dinanzi agli occhi. Paradossalmente eri tu che ci facevi sperare che forse si poteva evitare che questo nostro mondo potesse essere bollato come lo stragista della stazione di Bologna.

Appunto la speranza, l' entusiasmo con cui per strada, sui luoghi di lavoro, a scuola andavamo a parlare delle mostruosità dei tuoi processi. Con chiunque. Poi la farsa della rapina, l' arresto. L'incubo di un destino già scritto. Dalla speranza al senso di impotenza il passo fu breve. Dalle parole dette al viaggiatore pendolare, dopo aver volutamente tirato fuori il discorso Bologna, al che fare delle serate e delle telefonate da un capo all' altro dell' Italia. Colpevole ha detto questo stato. In poche ore, con una semplice battuta di stampa, si può mettere il sigillo sulla vicenda Bologna. Colpevole hanno ripetuto gli imboscati e i paraculi di tutte le ore, gente che non sa neppure di cosa si stia parlando.

Per loro il caso Ciavardini non deve neppure esistere, perché la sola sua esistenza fa paura a chi tiene le chiavi di questa repubblica antifascista e a chi vuole stare tranquillo. Per te non ci sono speciali, non ci sono reportage, non c'è un cazzo di niente. Il senso di non aver fatto mai abbastanza non dà tregua. Ed è tanto maggiore quanto più ricordiamo quella scena, l' ultima scena. Pensieri.

Avamposto di Civiltà


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