sabato 28 ottobre 2023

Dott.ssa Coccia: 12 errori frequenti in dieta gruppi sanguigni | SALUTE

12 errori frequenti in dieta gruppi sanguigni
Dott.ssa Cristina Coccia, biologa nutrizionista. Autrice di saggi sulla demografia e la salute della popolazione italiana e di articoli divulgativi per siti web e riviste.

giovedì 26 ottobre 2023

VALLE CAUDINA - MANGIA, BEVI, PROFUMATI PER L'ETERNITÀ - Rito funebre e offerte di cibo a Caudium e Saticula (prima parte) | PERLE

MANGIA, BEVI, PROFUMATI PER L'ETERNITÀ

La storia della Valle Caudina è ricca di testimonianze di epoche e civiltà distanti nel tempo, ma tangibili.  Il capitolo dedicato alla nostra Terra, ossia "Rituali alimentari e olfattivi in ​​Italia e Gallia dal IX secolo a.C. al I secolo d.C." è una vera e propria perla preziosa per ricostruire il mosaico della Società della Valle Caudina nei secoli. 

Proponiamo alle lettrici ed ai lettori de Lo Schiaffo 321 le strabiliante ricerca tradotta dal francese che porta la firma di Domenico Frère, Barbara Del Mastro e Priscilla Munzi, sotto la direzione di Claudio Pouzadoux. Tratta dalla Collezione del Centro Jean Bérard OpenEditionun ricercatissimo portale per le risorse elettroniche nel campo delle scienze umanistiche e sociali.

I prodotti biologici legati all'alimentazione, alle libagioni, alle fumigazioni, alla cura e alla bellezza del corpo, rivestono un ruolo non trascurabile nella vita delle popolazioni dell'antico Mediterraneo e trovano posto anche nelle diverse fasi dei rituali funerari, dalla preparazione della salma fino alla visita alla tomba. Prodotti deperibili, lasciano poche testimonianze archeologiche sotto forma di resti faunistici e vegetali e contenitori di ceramica, metallo o vetro.

Quest'opera collettiva, ricca della collaborazione di una cinquantina di archeologi francesi, italiani e svizzeri, è l'ennesima testimonianza di un passato ricco di buchi neri, non valorizzati ed eccessivamente lasciati in pasto a studiosi non Caudini. In effetti la pubblicazione del programma MAGI, finanziato dall'ANR, riesce ad individuarne gli usi rituali della Vecchia Caudium grazie all'associazione di ben tre unità miste di ricerca pubbliche coadiuvate da un laboratorio privato. 

Il sodalizio ha completato egregiamente il programma transdisciplinare, combinando chimica organica e archeobotanica per identificare materiali, nonché prodotti biologici in precisi contesti funerari dalla Valle Caudina alla Gallia, nell'Italia peninsulare ed in Sardegna. La loro origine è databile verso la fine dell'età del bronzo, proprio all'inizio del periodo Romano.  

Tra pagina 199 e la 221 Luigina Tomay, Elisabetta Dodinet e Nicola Garnier hanno scavato nel passato di un'area che dovrebbe prendere coscienza della propria specificità, lavorando per una riscoperta di decine di storie che potrebbero arricchire, non solo culturalmente, la ridente Popolazione della Nuova Caudium.

Fig. 1 - Il territorio di Caudium e Saticula.

Rito funebre e offerte di cibo a Caudium e Saticula

Caudium e Saticula – le odierne città di Montesarchio e Sant’Agata dei Goti –, rientranti in antico nel Sannio Caudino, hanno restituito un’ampia documentazione funeraria. Per Caudium le attestazioni più antiche si datano già nella prima Età del Ferro, mentre a Saticula le prime testimonianze risalgono agli inizi del VII sec. a.C. 

Al fine di inquadrare i due insediamenti viene presentata dapprima una sintesi sullo stato degli studi e delle ricerche provenienti dai due siti, con particolare riguardo alla documentazione funeraria, soffermandosi poi sui risultati delle analisi dei resti organici rinvenuti nelle tombe selezionate nell’ambito del progetto MAGI. Per Caudium la scelta è ricaduta su quattro sepolture, databili al V e al IV sec. a.C., mentre per Saticula su due tombe risalenti al IV sec. a.C. 

Costante in entrambi i siti è apparsa la ricorrenza di alcuni elementi, primo fra tutti il vino, a conferma della centralità nel rituale funerario del modello del simposio. Tuttavia, interessanti differenze emergono nella maggiore varietà delle sostanze rinvenute all’interno dei vasi di Saticula, che hanno consentito di ipotizzare la ricorrenza di preparazioni alimentari più complesse. Nonostante che, rispetto a contesti d’abitato o santuariali, quelli funerari rivestano un carattere particolare per la loro accezione fortemente simbolica, indubbio è il contributo che questo tipo di indagini possono apportare agli studi sul costume funerario delle società antiche, soprattutto ampliando in futuro il campione sottoposto ad analisi.

Simposio

Presentazione del contesto

I siti di Caudium e Saticula

I siti di Caudium e Saticula, corrispondenti alle attuali città di Montesarchio e Sant'Agata de' Goti, fanno culturalmente parte del territorio del Sannium Caudinum situato nella Campania interna, dominato dal massiccio Taburno-Camposauro e attraversato dai fiumi Calore-Volturno e Isclero (fig. 1) 

La viabilità delle zone pedemontane e delle valli fluviali ha fatto sì che quest'area divenisse nel corso dei secoli un punto di congiunzione tra le strade che conducono rispettivamente a ovest e a sud verso Capua e la pianura campana, a est verso l'Adriatico e a nord verso il Sannio dei Pentri e l'interno. Non è un caso che l'asse di collegamento naturale che attraversa la Valle Caudina, attivo probabilmente fin dalla protostoria e controllato da Caudium, fosse utilizzato per tracciare la Via Appia in epoca repubblicana. L'area assunse un'importanza cruciale anche nel periodo di espansione di Roma verso sud, come testimonia l'episodio della battaglia avvenuto alle Forche Caudine nel 321 avanti Cristo, uno degli scontri più importanti nel conflitto tra Romani e Sanniti.

Cicerone

A differenza delle altre aree del Sannio, chiuse e montuose, l'immagine trasmessa dalla tradizione storiografica è piuttosto quella di un territorio aperto a influssi e stimoli culturali più ampi , che potrebbe riecheggiare la testimonianza riportata da Cicerone nel De senectute circa l'adesione allo schema pitagorico. dottrina di Ponzio Telesino, padre del vincitore della battaglia delle Forche Caudine (3).

La conoscenza degli insediamenti di Caudium e Saticula è legata principalmente alle ricche necropoli, scavate alla fine del XVIII secolo  e note nella bibliografia scientifica per l'eccezionale corpus di crateri a figure rosse rinvenuti nelle tombe (4). Più recentemente, le ricerche archeologiche sono proseguite a Montesarchio parallelamente all'espansione urbana, e a Sant'Agata de' Goti durante la realizzazione di importanti infrastrutture (gasdotto SNAM e Fondovalle Isclero ) (5).

Entrambi i siti rientrano nella cultura delle tombe a fossa della Campania settentrionale (6). Lo sviluppo di Caudium è anteriore, con attestazioni risalenti all'inizio dell'età del Ferro (7)

Ad oggi sono state rinvenute più di 3.000 sepolture, che coprono un periodo cronologico compreso tra la seconda metà del IX secolo  e i primi decenni del III secolo  a.C. La testimonianza più antica è rappresentata da alcune tombe a circolo recentemente scoperte nel settore nord-occidentale della necropoli. 

Età del Ferro

Il rituale funerario e la tipologia degli oggetti hanno evidenziato interessanti interazioni e rapporti tra la seconda metà del IX e il terzo quarto dell'VIII secolo  a.C., non solo con comunità appartenenti alla Fossakultur – in particolare quelle della valle del Sarno –, ma anche con siti di cultura villanoviana come Capua (8). Il ritrovamento di capanne risalenti allo stesso periodo in un'area più distante fa ritenere che all'inizio dell'età del Ferro l'insediamento fosse costituito da nuclei sparsi annessi alle sepolture.

Fig. 2 - Montesarchio. Carta IGM con localizzazione degli abitati (in rosso) e delle necropoli (in giallo).

Con il passaggio al periodo protoorientalista, la documentazione archeologica suggerisce un vero e proprio cambiamento strutturale del sito: l'habitat era concentrato nell'area posta ai margini dell'attuale via Napoli, mentre le necropoli erano localizzate a nord (fig. 2 ) (9)

In questa fase il materiale funerario di Caudium è costituito da servizi ceramici di ricco impasto , con la costante presenza di un grande contenitore generalmente deposto ai piedi del defunto. Le armi (punte di lancia e giavellotto) connotano le tombe maschili, mentre quelle femminili sono caratterizzate dalla presenza di oggetti ornamentali e di strumenti per la filatura e la tessitura. Ceramiche di produzione greca e coloniale, vasi della Daunia e oggetti del Piceno, testimoniano la presenza di rapporti cerimoniali e/o commerciali con gli stabilimenti della costa campana, ma anche con quelli del versante adriatico.

Nella prima metà del VI secolo  a.C. fanno la loro comparsa molto presto le prime ceramiche attiche figurate (10  )che dimostrano, con i vasi e gli strumenti bronzei della regione etrusca ed etrusco-campana, il ruolo che Caudium gioca nella ricezione e nella redistribuzione tra le aree produttive e le regioni interne del Sannio pentriano e Irpinia (11).

Coppe, Kantharoi , Kotylai 

Nella seconda metà del VI secolo il numero degli oggetti deposti diminuisce come dimostra la riduzione degli ornamenti nelle sepolture femminili e delle armi in quelle maschili. Per quanto riguarda i mobili in ceramica, vediamo ora una selezione di vasi legati essenzialmente alla manipolazione e al consumo del vino – il cratere, associato a forme chiuse per versare (brocche e oinochoai) e forme aperte per bere (coppe, kantharoi , kotylai ) – , testimonia l'adozione del simposio come modello culturale di riferimento. In alcune tombe di particolare importanza, il servizio di oggetti per bere il vino è associato ai piatti e agli strumenti utilizzati per la cottura e la divisione delle carni e, di conseguenza, per il banchetto (12).

MANGIA, BEVI, PROFUMATI PER L'ETERNITÀ 

Rito funebre e offerte di cibo a Caudium e Saticula

Prima Parte

Note:

1  Per una classificazione geomorfologica dell'area e delle sue caratteristiche paleoambientali (...)

2  Tito-Livio IX, 2.

Cicerone, Catone Maggiore , 12, 41

4 Sugli  scavi settecenteschi , cfr .  Zazo 1934; Bocciero, Castorina 1995, p. 218-225; di Enrico (...)

5  Rispetto alla necropoli, la documentazione sull'insediamento di Caudium è più limitata e più (...)

6  Cerchiai 2010, pag. 13-15, con bibliografia.

Per la storia delle ricerche e degli studi su Caudium si veda Fariello 2007, nonché il contr (...)

8  Tomay, De Gennaro 2014, par. P. 233-235; Tomaggio 2016b, pag. 35-37.

9  Maggio 2016b, pag. 49, fig. 1.

10  D'Henry 1997, pag. 417, fig. 1-2.

11  Fariello Sarno 2000, p. 57.

lunedì 23 ottobre 2023

GEMINUS - Primo episodio (1969)

GEMINUS - Primo episodio (1969)

Geminus è il titolo di uno sceneggiato in sei puntate, mandato in onda dalla RAI sul Secondo Programma a ed Enrico Roda. Caratteristica della serie è l'affascinante ambientazione nei sotterranei dal 15 agosto al 17 settembre 1969, con la regia di Luciano Emmer e la sceneggiatura di Francesco Milizierranei di Roma, pare in concomitanza con alcuni lavori nel sottosuolo, rimaneggiamenti urbanistici che alla fine degli anni sessanta investirono il centro storico della capitale per la costruzione di numerosi sottopassi. 

E' in questi paesaggi sotterranei di Roma, che il protagonista si aggira talvolta inseguito altre inseguitore, per riemergere nei posti più strani, dal Colosseo all'uscita in tenuta da sub nientemeno che nella vasca circondata di turisti della fontana di Trevi! 

Il titolo dice tutto: Geminus, ovvero Giano il Dio bifronte - custode di ogni forma di passaggio e mutamento, protettore di tutto ciò che riguardava un inizio ed una fine - protettore delle porte della città di Roma e sarà questa a essere minacciata durante l'evolversi della storia; al nostro insospettabile eroe il compito di salvarla insieme al prezioso busto marmoreo. Le musiche sono del maestro Bruno Niccolai, mentre la canzone della sigla finale «E' grande 'sta città» di De Chiara - Morricone, è cantata da Alida Chelli.

Le Rivolte di Montemiletto, Cervinara, Torre Le Nocelle, Bonito e Santa Paolina nel 1860 | CULTURA


Le Rivolte di Montemiletto, Torre Le Nocelle, Bonito, Santa Paolina e Cervinara nel 1860

Il movimento di riscossa, iniziato ad Ariano si era esteso in tutto il Principato Ultra: il 5 e il 6 settembre a Montemiletto, il 7 a Torre Le Nocelle, Bonito, Santa Paolina, Cervinara, nel Molise e in terra di lavoro.

Francesco II in Irpinia poteva contare su alcuni fidati agenti, tra i quali: l'ex intendente Pasquale Mirabelli Centurione, Carmine Ardolino, ex agente della Polizia Borbonica e Pirro Penna che manteneva  contatti con l'abate di Montevergine De Cesare, con il principe Luigi, (Conte d'Aquila, fratello di Ferdinando II), con il Clero, la Guardia Nazionale e gli amministratori. Gli agenti Borbonici sobillavano la popolazione contro i Liberali e i proprietari terrieri, promettendo terre e soldi, beni e privilegi per tutti.

Il rancore dei contadini e dei senza terra, nei confronti dei signorotti e liberali era giunto all'esasperazione perché i terreni dei vecchi feudatari erano passati lentamente nelle mani dei possidenti, i galantuomini,  mentre, i contadini erano diventati ancora più i poveri. Gli agenti dei Borbone promettevano nuove terre per i contadini. (1)

Garibaldino

A capo del comune di Montemiletto, con l'incarico di Sindaco è nominato l'arciprete Domenico Leone. Nella notte del 4 settembre una colonna di Camicie rosse, al comando del capitano Carmine Tarantino, giunse nella cittadina con l'ordine di abbattere il telegrafo e instaurarvi il Governo provvisorio. Il telegrafo fuori uso fu ritenuto dagli abitanti una grave offesa, per loro significava la fine del Governo Borbonico.

Nel frattempo, nelle campagne e nei paesi vicini, la popolazione incominciava ad organizzarsi. L'agente Borbonico Ardoino si era messo in azione chiamando a raccolta gli uomini di Gaetano Baldassarre della vicina Montefalcione mentre l'ex sergente del disciolto esercito, Matteo Lanzilli, coordinava la reazione. Per le campagne correva voce che i volontari stranieri avrebbero violentato le donne e saccheggiato le case: era giunto per loro, poveri contadini, il momento di vendicarsi di tutti i galantuomini e di tutti i proprietari in nome del Re.

Borbonico

All'alba del 6 settembre nelle campagne di Montemiletto, il suono della tofa chiamava a raccolta i contadini e coloro che durante le notte erano accorsi dai paesi vicini. Il sindaco del paese, il liberale arciprete Domenico Leone, nel frattempo, prevedendo il pericolo di una rivolta, aveva cercato di rinforzare le schiere volontarie del paese reclutando una ventina di armati provenienti da Montaperto. In paese, visto il pericolo, molti volontari si allontanarono, compresa la maggior parte della Guardia Nazionale. I pochi volontari, per difendersi, si barricarono nel castello. Verso mezzogiorno una moltitudine di gente armata proveniente dalla campagna, con le bandiere bianche, simbolo dei Borbone, aveva circondato il paese.

Erano dalle trecento alle cinquecento persone armate di pali, zappe, scuri, schioppi, baionette e forconi. All'improvviso si udì uno sparo e si diede l'assalto al palazzo del capitano Giuseppe Fierimonte. Questi aveva cercato di parlamentare per evitare di spargere sangue, ma la folla inferocita lo colpì e fece scempio del suo corpo. Da quel momento si scatenarono un po' tutti e, al nome di “viva il Re”, le uccisioni e le vendette non si contarono più. Furono incendiate e saccheggiate le case dei notabili. Scrive Arturo Bascetta:

“Quelle mani rozze, segnate dai solchi della terra, mostravano tutta la ferocia di secoli di sottomissione al potere. Era la ribellione degli uomini della terra verso i signori. La rabbia che si leggeva sui volti crucciati e anneriti dal sole aveva preso d'improvviso il sopravvento e quella pelle, seppure doveva restare scura, divenne d'improvviso scudo, e arma, e pretesto per non dire mai più signorsì a nessuno e, mai più, regalare salamelecchi contro natura. I nobili cuori degli uomini semplici erano diventati duri come le pietre. Perfino le loro donne, tirandosi su i capelli e sciupando di proposito una femminilità mai avuta, s'erano armate; e sembravano uomini, e donne, e poi solo uomini: era l'esercito dei reazionari che non volevano più chiedere” (2).

Garibaldi

Nonostante i vari assalti, il castello resisteva. I militi asserragliati si difendevano bene, ai rivoltosi non restava che rassegnarsi o trovare qualche stratagemma per impadronirsene. Matteo Lanzilli, l'animatore della rivolta, chiamò un prete e lo convinse a portarsi sotto le mura del maniero per chiedere la pace senza spargere più sangue fraterno.

Dopo due tentativi, il sacerdote con il Cristo fra le mani riuscì a far cessare il fuoco. All'invito di una delegazione d'amministratori e religiosi e al richiamo di voci amiche, gli assediati uscirono dal castello e deposero le armi, fiduciosi della lealtà degli avversari. Appena disarmato il Lanzilli impugnò la baionetta e ferì un milite, era il segnale: incominciò di nuovo la carneficina.

Garibaldisti

Il tramonto del sole portò la calma.

Furono saccheggiate le case dei signori: Pesa, Colletti, Leone e Fierimonte; si contarono alla fine ventitré morti e un ferito. Il sindaco, arciprete don Domenico Leone, si salvò perché il giorno 7 si trovava ad Avellino insieme al parroco don Donato Colletti. Don Domenico non avrà la stessa fortuna nella reazione dell'anno dopo, perché sarà ucciso dai rivoltosi. (3)                                                        

Note

Fonte: Alle radici del brigantaggio di Pietro Zerella Parte XV

1 - Arturo Bascetta, L'Esercito di  Franceschiello, o.c.

2 - Arch. di Stato Napoli, fasc. 1074.                        

3 -  Samnium a. XXXIV gennaio-giugno, 1961, n.1-2, p.127 Varietà e Postille.

 

domenica 22 ottobre 2023

TERREMOTO IN IRPINIA La terra trema alle 21.03 con epicentro a Volturara Irpina. Sisma a 10 chilometri di profondità con una magnitudo pari a 2.6.

TERREMOTO IN IRPINIA La terra trema alle 21.03 con epicentro a Volturara Irpina. Sisma a 10 chilometri di profondità con una magnitudo pari a 2.6. 
Il terremoto di questa sera è stato localizzato, verso ora di cena, dalla Sala Sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma. Non si segnalano danni ad infrastrutture, né feriti. 
Scossa avvertita anche a Serino, oltre che in alcuni comuni della provincia di Avellino, mentre solo qualche lampadario ondeggiava nel capoluogo Irpino. Numerose le segnalazioni dei cittadini vicino all’epicentro. “Sono sobbalzata dal divano” – ha riferito una residente Serinese che ha ancora alla mente quanto accaduto la terribile sera di 43 anni fa.

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René Guénon - La crisi del mondo moderno | Cap. 9 parte III - Qualche conclusione (fine)


La crisi del mondo moderno

Cap. 9 - Qualche conclusione

Riteniamo dunque opportuno affermare anche che, nel mondo occidentale, vi sono oggi degli indizi certi di un movimento che è ancora impreciso, ma che può e deve anzi sfociare normalmente nella ricostituzione di una élite intellettuale, a meno che non sopraggiunga rapidamente un cataclisma che gli impedisca di svilupparsi fino in fondo. 

Vi è appena bisogno di dire che la Chiesa, in relazione al suo ruolo futuro, avrebbe tutto l’interesse a precedere in qualche modo un tale movimento, piuttosto che lasciare che le cose si compiano senza di essa e piuttosto che essere costretta a seguirlo tardivamente per mantenere un’influenza che minaccerebbe di sfuggirle.

Non c’è bisogno di porsi da un punto di vista molto elevato e difficilmente accessibile per comprendere che, in definitiva, sarebbe proprio la Chiesa a trarre i maggiori benefici nell’assumere un comportamento che, ben lungi dall’esigere il minimo compromesso dottrinale, le permetterebbe invece di sbarazzarsi di ogni infiltrazione dello spirito moderno, per di più, senza dover modificare alcunché all’esterno. 

Sarebbe abbastanza paradossale vedere realizzato il Cattolicesimo integrale senza il concorso della Chiesa cattolica, la quale allora si verrebbe forse a trovare nella singolare condizione di dover accettare di essere difesa, dagli attacchi più terribili da essa mai subiti, da degli uomini che i suoi dirigenti, o almeno coloro che questi lasciano parlare in loro nome, avrebbero inizialmente cercato di screditare gettando su di essi i sospetti più infondati; e da parte nostra ci rammaricheremmo se questo accadesse; ma se si vuole che le cose non giungano a tal punto, per coloro che hanno le più gravi responsabilità in forza della loro posizione è tempo di agire in piena conoscenza di causa e di non permettere più che dei tentativi che possono avere delle conseguenze della più alta importanza rischino di trovarsi impediti dall’incomprensione o dalla malevolenza di alcune individualità più o meno subalterne; cosa che è già accaduta e che mostra, ancora una volta, a qual punto il disordine regni oggi dappertutto.

Prevediamo facilmente che non deriverà alcuna gratitudine da questi nostri avvertimenti, che noi esprimiamo in piena indipendenza ed in modo del tutto disinteressato; poco importa: noi continueremo comunque a dire ciò che dev’essere detto, quando si renderà necessario e nella forma che giudicheremo la più idonea per le circostanze. 

Queste nostre considerazioni sono il compendio delle conclusioni a cui siamo stati condotti da certe «esperienze» molto recenti, intraprese, naturalmente, su un piano puramente intellettuale; esperienze sulle quali, almeno per il momento, non scenderemo in particolari, i quali, in fondo, sarebbero poco interessanti; ma possiamo affermare che, in ciò che precede, non vi è una sola parola da noi scritta senza prima aver riflettuto a lungo. 

È bene che si sappia che sarebbe perfettamente inutile cercare di opporre a tutto questo delle arguzie filosofiche che vogliamo ignorare; noi parliamo seriamente di cose serie, non abbiamo tempo da perdere in discussioni verbali che per noi non hanno alcun interesse, ed intendiamo rimanere del tutto estranei ad ogni polemica, ad ogni diatriba di scuola o di partito, esattamente come rifiutiamo assolutamente che ci si applichi una qualunque etichetta occidentale, poiché non ve n’è nessuna che ci si addica; le cose stanno così, anche se questo potrà piacere o dispiacere a certuni, e niente potrà far cambiare questo nostro atteggiamento.

Ci resta adesso da rivolgere un avvertimento anche a coloro che, per la loro idoneità ad una comprensione superiore, se non per il grado di conoscenza effettivamente raggiunto, sembrano destinati a diventare elementi di questa possibile élite. Non c’è dubbio che lo spirito moderno, che è veramente «diabolico» in tutti i sensi, si sforza con ogni mezzo per impedire che questi elementi, oggi isolati e dispersi, riescano ad acquisire quella coesione necessaria per esercitare un’azione reale sulla mentalità generale; ne consegue che coloro che hanno già preso coscienza, più o meno completamente, dello scopo verso il quale devono tendere i loro sforzi, non devono lasciarsi fuorviare dalle difficoltà, quali che siano, che si ergono davanti a loro. 

Coloro che non sono ancora giunti al punto a partire dal quale una infallibile direzione non permette più di scostarsi dalla retta via, hanno sempre da temere le deviazioni più gravi; è dunque necessaria la più grande prudenza, e diciamo volentieri che questa dev’essere spinta fino alla diffidenza, poiché l’«avversario», che fino a questo punto non è definitivamente vinto, sa assumere le forme più diverse e talvolta le più inattese. 

Accade che coloro che credono di essere sfuggiti al «materialismo» moderno vengano assorbiti da delle cose che, mentre sembrano opporsi ad esso, in realtà sono poi dello stesso ordine; e vista la conformazione mentale degli Occidentali, a questo proposito è opportuno metterli in guardia in modo particolare nei confronti dell’attrazione che possono esercitare su di loro i «fenomeni» più o meno straordinari; è da qui che derivano in gran parte tutti gli errori «neo-spiritualisti», ed è prevedibile che questo pericolo si aggravi ulteriormente, poiché le forze oscure che alimentano il disordine attuale trovano in ciò uno dei loro più potenti mezzi d’azione. 

È anche probabile che non si sia più tanto lontani dall’epoca alla quale si riferisce la seguente predizione evangelica, da noi ricordata già altrove: «...perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.». 

Gli «eletti», come indica la stessa parola, sono coloro che fanno parte dell’«élite» intesa nella pienezza del suo vero significato; d’altronde, lo diciamo con l’occasione, è per questo che noi teniamo a questo termine «élite», nonostante l’abuso che se ne è fatto nel mondo «profano»; e questi eletti non possono essere ingannati, in virtù della «realizzazione» interiore alla quale sono pervenuti; ma non è lo stesso per coloro che, avendo in sé solo delle possibilità di conoscenza, sono propriamente solo dei «chiamati»; ed è per questo che il Vangelo dice che vi sono «molti chiamati, ma pochi eletti».

Noi entriamo in un tempo in cui diverrà particolarmente difficile «distinguere il grano dal loglio», ed effettuare realmente ciò che i teologi chiamano il «discernimento degli spiriti», a causa delle manifestazioni disordinate che via via si intensificheranno e si moltiplicheranno ed anche a causa della mancanza di vera conoscenza in coloro la cui funzione normale dovrebbe essere quella di guidare gli altri e che invece oggi sono troppo spesso delle «guide cieche». 

Si vedrà allora se, in simili circostanze, le sottigliezze dialettiche saranno di una qualche utilità, e se basterà una «filosofia», foss’anche la migliore possibile, per arrestare lo scatenamento delle «potenze infernali»; ed anche questa è una di quelle illusioni dalla quale certuni devono difendersi, poiché vi è troppa gente che, ignorando che cos’è la pura intellettualità, immagina che una conoscenza semplicemente filosofica sia capace di rimediare a tutto e di operare il raddrizzamento della mentalità contemporanea, quando invece una conoscenza del genere, perfino nei casi più favorevoli, è appena l’ombra della conoscenza vera; e ve ne sono anche di quelli che credono di trovare nella stessa scienza moderna un mezzo per elevarsi verso delle verità superiori, quando invece questa scienza è precisamente fondata sulla negazione di queste verità. 

Tutte queste illusioni sono altrettante cause di fuorviamento, e in tal guisa tanti sforzi sono effettuati in pura perdita: è così che molti di quelli che vorrebbero sinceramente reagire contro lo spirito moderno vengono ridotti all’impotenza, perché, non avendo saputo trovare i principi essenziali senza i quali ogni azione è assolutamente vana, si sono lasciati trascinare entro dei vicoli ciechi da cui non è più possibile uscire.

Coloro che riusciranno a vincere tutti questi ostacoli e a trionfare dell’ostilità di un ambiente opposto ad ogni spiritualità, saranno indubbiamente poco numerosi; ma, ancora una volta, non è il numero che importa, poiché stiamo parlando di un dominio le cui leggi sono del tutto diverse da quelle della materia. 

Non è dunque il caso di disperare; e se non vi fosse neanche la speranza di giungere ad un risultato sensibile prima che il mondo moderno piombi in qualche catastrofe, questa non sarebbe comunque una ragione valida per non intraprendere un’opera la cui portata si estende ben al di là dell’epoca attuale. 

Coloro che fossero tentati di cedere allo scoraggiamento, devono pensare che niente di ciò che è compiuto in quest’ordine potrà mai andare perduto, e che il disordine, l’errore e l’oscurità non possono averla vinta che in apparenza ed in maniera del tutto momentanea, poiché tutti gli squilibri parziali e transitori devono necessariamente concorrere al grande equilibrio totale e niente potrebbe infine prevalere contro la potenza della verità; la loro divisa deve essere quella adottata altre volte da certe organizzazioni iniziatiche dell’Occidente
Vincit omnia Veritas.

 Scritto da René Guénon

La crisi del mondo moderno

La metafisica della guerra dell'informazione | POLITICA

La metafisica della guerra dell'informazione

La guerra globale dell’informazione è ormai in pieno svolgimento. Diverse versioni della realtà si scontrano sempre più apertamente tra loro. Le società e gli individui scelgono da soli in quale realtà credere e poi vivono in essa.

Se consideriamo la "vecchia maniera" nello spirito del materialismo classico, la realtà è una sola, differiscono solo le sue descrizioni e interpretazioni. Ecco perché presumono che alcune persone mentano e altre dicano la verità, i ruoli possono cambiare. L'intera questione è a chi crediamo in tali o tali circostanze.

Non è però così. La realtà stessa – come sanno sia fenomenologi che strutturalisti – è un prodotto della coscienza umana. Non c'è realtà al di fuori di esso, e gli elementi residui puramente esterni non sono più carichi di essere o di significato. Pertanto, nella guerra dell’informazione, non sono solo le interpretazioni a scontrarsi, ma i fatti stessi.

Esistono più di una realtà, con tante strutture di coscienza (collettiva, ovviamente) quante sono le realtà. Non solo valutazioni dei fatti, ma i fatti stessi. I materialisti e le persone lontane dalla filosofia non sono pronti ad accettarlo, la loro fede in una realtà indipendente dalla coscienza è incrollabile, e fintanto che sarà così, saranno loro le vittime della guerra dell’informazione, non coloro che ne sono i padroni.

La coscienza crea la realtà.

Nel mondo globalista unipolare, solo una coscienza è riconosciuta per impostazione predefinita: liberale e occidentale. È questa coscienza che costruisce la realtà: non solo cosa è buono e cosa è male, ma cosa è e cosa non è. La multipolarità è un atto di affermazione della sovranità di altre coscienze, diverse da quella occidentale. Ciò significa che la realtà stessa diventa policentrica. L'informazione costituisce ciò che percepiamo come essere. Ecco perché al centro della guerra dell’informazione non dovrebbero essere né i militari né i giornalisti, ma prima di tutto i filosofi. La sovranità è innanzitutto una questione di mente.

Sovrano è colui che è il maestro indipendente e finale della costruzione della realtà.

Scritto da Alessandro Dugin

Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete. Fonte: ariannaeditrice.it

COMUNITÀ MILITANTE CAUDINA 321 | volantino

PALESTINA LIBERA

 

101 Storie Zen - 7. Annuncio | SAGGEZZA

101 Storie Zen 

7. Annuncio.

Nel suo ultimo giorno di vita Tanzan scrisse sessanta cartoline postali e incaricò un suo assistente di impostarle. Poi morì. Sulle cartoline c'era scritto:

Sto per andarmene da questo mondo. Questo è il mio ultimo annuncio.

Tanzan27 luglio 1892.

 A cura di Nyogen Senzaki e Paolo Reps

101 Storie Zen

Con il termine zen (禅) ci si riferisce a un insieme di scuole buddhiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del buddhismo Chán a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Per questa ragione talvolta si definisce zen anche la tradizione cinese Chán, ma anche le tradizioni Sòn coreana e Thiền vietnamita. Immagini tratte dalla rete. Fonte: Scienza Sacra

sabato 21 ottobre 2023

MEMENTO TINDER SEMPER #goliardia

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LA CAUDIUM PAGELLA della settimana

dal 5.10.23 al 21.10.23

La Caudium Pagella è una rubrica goliardica e non che nasce per dare i voti ai personaggi e/o alle notizie del mese traendo spunto direttamente dalla stampa locale. Segnalaci qualcosa che a tuo parere merita di passare sotto le Forche Caudine de Lo Schiaffo 321. Non dimenticare la fonte e l'ironia.

10#ESPOSITO

Il cervinarese Esposito nella commissione regionale anticamorra. Pietro Esposito, il 10 ottobre 2023 si è seduto al tavolo tecnico della Seconda Commissione Speciale “Anticamorra e Beni Confiscati” del Consiglio Regionale Campania, quale componente tecnico specializzato nella promozione sportiva di eventi finalizzati alla sinergia tra sport e legalità. “Lo Sport e la legalità, hanno in comune le regole per il rispetto dell’altro. Una strada nuova, che richiede coraggio e impegno, dichiara Esposito che precisa: Ieri ho incontrato nel centro direzionale di Napoli la dottoressa Carmela Rescigno Presidente della Commissione Regionale Speciale “Anticamorra e Beni Confiscati “, un incontro importante col fine di progettare insieme eventi di legalità, sport e inclusione”. In un era di profondi cambiamenti causati dall’incessante progresso dello sviluppo tecnologico e digitale, all’aumentare delle disuguaglianze sociali ed economiche è fondamentale educare le giovani generazioni alla legalità e alla Costituzione, attraverso le attività sportive. I Valori sportivi, quali lealtà, impegno, rispetto delle regole e degli altri, merito, sacrificio, coraggio, onestà, lotta alle disuguaglianze, coraggio, spirito di gruppo, sostengono la costruzione di una società migliore e lo sviluppo di crescita e personalità delle giovani generazioni. Comunicato stampa. (usertv.it) 

9#ROTONDI

Rotondi festeggia i 100 anni dell’Aeronautica Militare e conferisce la cittadinanza onoraria al generale Goretti. Rotondi festeggia i 100 anni dell’Aeronautica Militare e conferisce la cittadinanza onoraria al generale Goretti. Rotondi rende onore ai cento anni di storia dell’Aeronautica Militare. Il piccolo centro caudino ha da sempre dei fortissimi legami con l’Arma Azzurra. Non a caso nella villa comunale c’è una statua della Madonna di Loreto, patrona dell’Arma e si trova un  velivolo P166 dell’Aeroporto Militare di Gioia del Colle. Legami solidissimi - Così per consolidare questi legami solidissimi, il consiglio comunale di Rotondi ha votato all’unanimità di conferire la cittadinanza onoraria al Generale di Squadra Aerea Luca GORETTI, Capo di Stato Maggiore della Forza Armata Azzurra, La cerimonia di conferimento si è svolta nel pomeriggio di oggi ed è stata veramente una festa. Ad accogliere il generale Goretti, il sindaco Peppino Ilario, in fascia tricolore, i componenti della giunta, i consiglieri comunali e i vertici dell’associazione Arma Aeronautica. Non potevano mancare le scuole, con tanti bambini. Magari molti di loro sognano di sorvolare i cieli per assicurare la paca come fa da sempre la nostra Aeronautica Militare. (ilcaudino.it)

8#RAGAZZOTTI

Mastella: “Serve una scuola per Parlamentari, troppi ragazzotti cercano scorciatoie. “Visto lo sconcerto che c’è oggi sul piano parlamentare, e per il livello che vedo non è altissimo, bisognerebbe istituire una scuola per parlamentari. Ne gioverebbe il Paese”. Così il sindaco di Benevento Clemente Mastella partecipando a Benevento all’apertura dei corsi della Scuola di  Formazione Politica apartitica, intitolata allo scomparso senatore Mino Izzo di Forza Italia, cui hanno preso parte più di 400 giovani. “Ci sono troppi ‘ragazzotti’ in giro – ha aggiunto Mastella – che cercano scorciatoie quando invece occorre, per chi oggi ama fare politica, recuperare l’etica del sacrificio ed il rapporto con la gente”. Oltre a Mastella, all’apertura dei corsi sono intervenuti Pierpaolo Izzo (presidente del’associazione “Res Publica – sen. Mino Izzo”, promotrice della Scuola di Formazione Politica), il Rettore dell’Unisannio Gerardo Canfora, il professor Sergio Barile (direttore della Scuola) e il relatore, professor Raffaele La Sala. (ntr24.tv)

7#CAPPELLA

Questa mattina, il sindaco Caterina Lengua e l’assessore alla cultura Dolores Perrotta, hanno accompagnato due esperti della Soprintendenza ai Beni Culturali di Salerno in un sopralluogo presso la Cappella Gentilizia di San Sebastiano. La cappella, che dovrebbe risalire al XV secolo e contiene un altare consacrato, nel 1706, da Papa Benedetto XIII, nel corso di una sua visita a Cervinara, ha già un vincolo da parte dei Beni Culturali. “Scopo della nostra amministrazione, nell’intento di salvaguardare tutti i beni artistici e culturali presenti sul territorio e per andare incontro ad una sincera aspirazione da parte degli abitanti di Pirozza e di tutto il paese, è quello di poter vedere restaurato questo luogo che è di proprietà di privati. Il sopralluogo da parte degli esperti ci fa ben sperare. I due tecnici hanno ravvisato diverse peculiarità artistiche e storiche. Per questi motivi presenteranno una relazione al Ministero della cultura per fare inserire la Cappella Gentilizia di San Sebastiano nella programmazione ministeriale degli interventi di restauro per il prossimo biennio. L’amministrazione comunale, al fine di agevolare l’intervento di restauro, è pronta a fornire tutto il supporto necessario ai proprietari, al fine di predisporre un progetto da trasmettere al Ministero della cultura per le successive attività necessarie a restituire alla comunità cervinarese la cappella in tutta la sua originaria bellezza”. (retesei.com)

6#ARPAC

Incendio a Pianodardine, per l'Arpac non ci sono criticità. I risultati del monitoraggio dell’aria non rilevano fattori di rischio: valori in linea con quelli registrati nel periodo precedente e al di sotto dei limiti di legge. Proseguono le indagini dell’Arpa Campania avviate in seguito all’incendio divampato lo scorso 19 ottobre in un sito di produzione di poliuretani espansi nell’area industriale di Pianodardine, nel territorio comunale di Avellino al confine con il comune di Montefredane.   Sono disponibili i risultati relativi al campionamento, eseguito nell’arco di 24 ore e concluso il 20 ottobre, effettuato con un campionatore ad alto volume, collocato nei pressi del luogo dell’incendio, allo scopo di misurare la concentrazione di diossine e furani dispersi in atmosfera. La concentrazione riscontrata (0,057 pg/Nm3 I-TEQ, picogrammi per normal metro cubo in termini di tossicità totale equivalente) è inferiore ai valori di riferimento correntemente utilizzati:  1) valori di concentrazione di tossicità equivalente mediamente riscontrabili in ambiente urbano e soggetti a grande variabilità, dell’ordine di 0,1 pg/m3, individuati dalle Linee guida dell’Oms sulla qualità dell’aria;  2) valore di riferimento, utilizzato dalla comunità scientifica, di 0,15 pg/Nm3 I–TEQ proposto dal LAI-Germania. Nel corso della giornata di ieri il set di parametri controllato è stato ulteriormente ampliato con l’installazione, nell’area interessata dall’incendio, di campionatori passivi per la rilevazione qualitativa di benzene, toluene, etilbenzene, xilene (btex), composti organici volatili (cov), biossido di azoto (NO2), fluoruro di idrogeno, acido cloridrico. Frattanto è continuato il monitoraggio effettuato con il laboratorio mobile situato nell’area industriale di Pianodardine e con la stazione fissa collocata presso l’impianto Stir, anch’esso in località Pianodardine. (orticalab.it)

5#SAGRE

Al via i controlli sulla sicurezza degli alimenti nelle manifestazioni enogastronomiche a maggiore affluenza. Premesso che la conservazione e la preparazione di alimenti particolarmente deperibili se effettuate in strutture improvvisate o prive di requisiti igienico-sanitari, rappresentano un potenziale rischio per la sicurezza alimentare. Considerando che le manifestazioni temporanee organizzate in provincia di Avellino rivestono un punto di riferimento per migliaia di ospiti interessati al turismo enogastronomico che ne deriva, l’ASL di Avellino, diretta da Mario Nicola Vittorio Ferrante, al fine di tutelare la salute dei cittadini, ha programmato attività di controllo agli eventi di maggiore affluenza tra cui quello in corso nel comune di Bagnoli Irpino. Alla luce delle criticità emerse in occasione di alcune delle precedenti manifestazioni, al fine di garantire la tutela della salute dei consumatori, sono stati individuati due team di vigilanza interdisciplinare costituiti rispettivamente da un veterinario e da un tecnico della prevenzione SIAN che effettueranno controlli ufficiali mentre sono in corso le manifestazioni. Si avrà cura di verificare l’igiene del personale, degli alimenti, la tracciabilità e l’autocontrollo. (corriereirpinia.it)

4#PIRATA

Brutta  esperienza per il pentastellato Bartolomeo Laudando. L’attivista, infatti, è restato coinvolto in un brutto incidente stradale che, solo per caso fortuito, non ha avuto esiti peggiori. Laudando, in particolare, stava percorrendo una strada interna del territorio caudino a bordo della vettura aziendale in dotazione quando è stato travolto da un’auto che, dopo averlo colpito, non si è neppure fermata ad accertarsi di aver cagionato eventuali danni o conseguenze. E’ lo stesso Laudando a raccontarlo attraverso il personale profilo social “Sono illeso miracolosamente – raccolta il medesimo, già consigliere comunale di opposizione di Airola durante il secondo quinquennio Napoletano – Ieri (Lunedi per chi legge, n.d.r.) alle ore 10:25, in via Varco a Rotondi, un pazzo scatenato sorpassava un'altra auto invadendo la mia corsia scontrandosi in modo semi frontale contro la mia autovettura aziendale. Il pazzo – prosegue Laudando nel personale e comprensibile sfogo - non si è nemmeno fermato per vedere se qualcuno si era fatto male (reato di omissione di soccorso). Comunque, suggerisco a questo incosciente di andare più piano perché se stavolta gli è andata bene la prossima volta potrebbe capitargli il peggio a lui e allo sfortunato malcapitato. Comunque – si avvia a concludere Laudando - faccio un appello agli amministratori del comune di Rotondi di posizionare delle telecamere lungo quella strada visto che sono frequenti gli incidenti in quel posto e addirittura prima dell'estate c'è stata anche una”.  Si tratta, in effetti, quella in questione, di una sezione di via caratterizzata spesso e volentieri da modalità di guida alquanto esuberanti e che, pertanto, andrebbe salvaguardata attraverso l’adozione di mirate strategie in risposta.  Non ultimo si ebbe, circa un anno addietro, un sinistro mortale causato proprio dall'alta velocità. La vettura di Laudando, una Fiat Panda, ha riportato importanti danni ad una fiancata. Una volta colpito, l'airolano è stato soccorso da una donna di passaggio che aveva assistito all'impatto prima di allertare gli uomini dell'Arma dei Carabinieri della Compagnia di Montesarchio che hanno avviato le necessarie attività di indagine. (Sannioinforma)

3#CAFONI

De Luca: Pd mi ha sempre rotto le scatole, partito di cafoni, maleducati e presuntuosi. “Maurizio Crozza è un malvivente, mi ha rovinato la vita”. Così, sorridendo, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a proposito della sua imitazione da parte dell’attore comico durante il programma “Fratelli di Crozza” sul Nove. “Crozza fa il suo mestiere, mi sfotte, prende in giro – aggiunge De Luca parlando con i giornalisti alla festa del ‘Foglio’ a Firenze – Qualche volta che l’ho viso in tv e mi pare che non è cattivo. Mi ha trattato un po’ meglio di qualcun altro”. De Luca, ovviamente, affronta soprattutto temi ‘seri’. Con la segretaria del Pd Elly Schlein “abbiamo un appuntamento a Benevento”. “Io sto facendo un tour de force. Sono venuto qui a Firenze, è stato un gesto di rispetto per ‘Il Foglio’, organo di informazione serio e obiettivo”, dice. “Il titolo del mio libro ‘Nonostante il Pd’? Perché parte dalla mia esperienza: io milito in un partito che mi ha rotto sempre le scatole. Mi ritrovo in una situazione paradossale di aver avuto apprezzamento da avversari e invece di aver trovato nel Pd una particolare concentrazione di cafoni, maleducati e presuntuosi”, afferma, “siamo l’unico partito al mondo che si fa eleggere il segretario da chi non è iscritto al Pd ma anzi non lo vota nemmeno. Dunque c’è un evidente problema di salute mentale, va affrontato”. “Il Pd lo vedo navigare negli spazi intergalattici. Io avrei fatto il filibustering rispetto ai fondi per lo sviluppo e la coesione. C’è il Sud che aspetta da un anno e due mesi, per un’operazione di ricatto politico, risorse destinate al Sud: per questo avrei bloccato il Parlamento italiano finché non si fosse sbloccata questa partita. Non sento voce levarsi”, dice. “Io penso che siamo al palo con il Pnrr, penso che affonderemo nella palude burocratica -continua- Poi ci racconteremo la storia addolcendo i toni, ma io non ho nessuna fiducia, non ce la faremo, se il livello di burocratizzazione è questo. Questo è un Paese perduto, le priorità dell’Italia sono: debito pubblico, crescita del numero di persone che lavorano e prosciugamento della palude burocratica nella quale affonda ogni energia positiva”. “Dobbiamo avere un’interlocuzione con Conte se vogliamo governare l’Italia. Ma il rapporto con i 5 Stelle deve essere improntato sulla massima chiarezza. Ci possono essere distinzioni ma sulle questioni fondamentali serve una sintonia”, prosegue. (AdnKronos). (gazzettadiavellino.it).

2#DISNEYLAND

Caposele, viaggio a Disneyland a prezzo stracciato ma è una truffa: denunciate due persone. I Carabinieri della Stazione di Caposele hanno deferito in stato di libertà un uomo originario di Roma e una donna della provincia di Rovigo ritenuti responsabili di truffa. L’indagine prende spunto dalla denuncia sporta da una signora di Caposele che, intenzionata ad effettuare un viaggio a Parigi, è stata attratta da un’offerta con soggiorno a Disneyland proposta online a prezzo conveniente. Ignara del raggiro in cui sarebbe incappata, la vittima ha effettuato il pagamento di circa 1.300 euro mediante ricarica su carta prepagata. È stata la seconda richiesta di versamento ad allarmare la donna che, dopo aver vanamente tentato di ricontattare telefonicamente l’agenzia di viaggi per chiedere chiarimenti, ha quindi deciso di sporgere denuncia. Le indagini condotte dai Carabinieri hanno consentito di risalire all’identità dei presunti responsabili. Si tratta di una coppia già nota alle Forze dell’Ordine per reati simili che, alla luce delle evidenze emerse, è stata denunciata alla competente Autorità Giudiziaria. (irpiniaoggi.it)

1#CAOS

Furti ad Ariano, droni in volo, torce e gente in strada: è caos. Non cessa l'allarme nelle contrade dove gli abitanti vivono ormai nel terrore. Che sta succedendo ad Ariano Irpino...Più di un drone in volo, abitanti muniti di torce nei campi, gente in strada o affacciata a finestre e balconi, messaggi da un telefonino all'altro attraverso i vari gruppi whatsapp creati nelle contrade, polizia e carabinieri sballottati da una parte all'altra come trottole, ronde di giovani ovunque ma dei ladri nessuna traccia. E' caos tra falsi allarmi, avvistamenti di luci e qualche volta ci scappa anche la fobia. A generare ancora più confusione, come se non bastasse, ci mancava solo un cannone scaccia cinghiali attivo notte e giorno nelle campagne di Cardito che farebbe bene a fermarsi almeno in questo periodo di confusione generale. Salvo colpi dell'ultim'ora, non risultano alle forze dell'ordine interventi per furti consumati o tentati nelle case. Eppure c'è chi giura di aver visto i ladri nelle contrade Manna e Santa Barbara come pure almeno tre droni in volo. Solo al risveglio la scoperta di un furto consumato in contrada Manna. Ma andiamo con ordine. Ad utilizzare i droni, di certo non sono i ladri ma probabilmente gruppi di cittadini che intendono dare la caccia dall'alto ai malviventi nei terreni. Un'azione quest'ultima che rischia però di generare ancora più confusione e caos. Una strategia che si potrebbe anche attuare mediante l'utilizzo di drone a visione notturna in dotazione alle forze dell'ordine o su disposizione della prefettura, eventualmente anche alla protezione civile. Ma è mistero. I cittadini smentiscono ed allora chi sta usando i droni? E se fossero diretti al carcere?  Va chiarito un aspetto: "Per pilotare qualsiasi tipo di drone con peso uguale o superiore ai 250 grammi è necessario - scrive Ivan Pirovano pilota Apr appassionato, attestato A1-A3 open category su Dronefacile.it - essere in possesso del patentino, di un'assicurazione, e dell'immatricolazione del drone. Per patentino online si intende l’Attestato A1-A3 categoria open." La speranza è che la banda composta da ladri tra l'altro neppure tanto esperti abbia mollato la presa allontanandosi altrove essendo il territorio ormai super presidiato, non solo su terra. Ma stando alle notizie della mattinata è da smentire anche questa tesi. L'ipotesi - Vi è la convinzione sempre più certa che chi agisce di sera o di notte abbia forse trovato, un rifugio, un nascondiglio in zona e molto probabilmente un appoggio locale. Conclusione Forse è il caso che il prefetto di Avellino prenda in mano questa vicenda prima che accada davvero qualcosa di molto grave ad Ariano Irpino. Che ci ci possa anche confondere nella caccia ai ladri tra cittadini e forze dell'ordine. Non molto distante da qui a Sturno, è stato messo in atto il controllo di vicinato. La proposta del consigliere comunale Daniele Tiso già sottoposta al vaglio del consiglio comunale non è stata presa in considerazione finora. Ognuno faccia il proprio lavoro, una chiamata immediata e documentata al 112 o 113. E' inconcepibile che la notte non si debba più dormire per vigilare le case e ritrovarsi comunque derubati. Certo, bisogna assolutamente evitare iniziative personali, spesso anche rischiose e l'utilizzo di strumenti non autorizzati. Ma come bisogna fare per acciuffare questi ladri così imprendibili? Ciò che manca è anche un tempestivo rilevamento dei numeri di targa di auto sospette e una segnalazione immediata alle forze dell'ordine evitando giri perditempo. Molti hanno paura ormai anche di denunciare. Un dato è certo se una volante della polizia o una gazzella dei carabinieri sta effettuando una verifica, ad esempio in contrada Santa Barbara e nello stesso tempo viene indirizzata a Cesine per avvistamenti di torce degli stessi abitanti, non ce la possiamo mai fare. (ottopagine.it)