sabato 7 ottobre 2023

PERFIDA ALBIONE - Gli italiani hanno abbracciato il “falso inglese” #perle

Gli italiani hanno abbracciato il “falso inglese”

Il Giornale Finanziario britannico, nato nel 1888 a Londra e pubblicato su carta di color salmone, era originariamente rivolto agli operatori finanziari della City londinese, dalla fine del XX secolo gli approfondimenti e l'analiticità del suo giornalismo ne hanno legato il nome a un pubblico globale di colletti bianchi e di lettori istruiti. 

Secondo una rilevazione Ipsos del 2020, il Giornale Finanziario (Financial Times) risulta il marchio mediatico più affidabile al mondo e la più importante testata economica europea. Qualche giorno fa il Salmone della Perfida Albione ha preso in giro l'Italya per la totale sudditanza linguistica verso l'angloamericano. 


Il Salmone Italiano, Sole24ore, ha riportato il clamore del sonoro schiaffo d'Oltremanica. Per la cronaca proprio su queste colonne digitali scrivemmo un pezzo sul quotidiano britannico l'Indipendente che prendeva per i fondelli gli italiani sull’abuso di anglicismi, scritto dalla corrispondente Sofia Barbarani grazie alla testimonianza di Pietro Doubt, italo-britannico co-fondatore dell’iniziativa “Campagna per Salvare l’Italiano“. 

«Ft racconta la naturale propensione all’inglese farlocco di noi italiani. Siamo figli di Celentano, lavoriamo in smart e ci sentiamo underdog. Ma quanto siamo boomer».

Ecco una sintesi dell'articolo apparso sul Giornale Finanziario tradotta in italiano dalla Redazione. Ci scusiamo per eventuali errori:

Ricordo la prima volta che mi sono imbattuto nell'ipnotizzante video in bianco e nero degli anni '70 dell'icona del rock and roll italiano Adriano Celentano che cantava a squarciagola una canzone con le vocali nasali rivelatrici e il ritmo caratteristico dell'angloamericano, accompagnato da trombe e un rullo di tamburo. "Io, io, spia", cantò, poi mi sforzai di comprendere il fiume di parole che seguì. Le parole mi sfuggivano, tranne il cristallino "va bene" alla fine di ogni ritornello.

Celentano – Prisencolinensinainciusol 

Naturalmente, le parole della canzone di successo di Celentano – “Prisencolinensinainciusol” – non avevano alcun significato. Era senza senso, inteso a imitare il modo in cui gli americani parlano ai non anglofoni, come lui. Penso spesso a Celentano in questi giorni, osservando l'uso diffuso da parte degli italiani di un vocabolario che ricorda Prisencolinensinainciusol - parole inglesi impiegate in modi esuberanti che spesso hanno poco o nessun senso immediato per me.

Prendi gli onnipresenti self-bar della stazione ferroviaria: distributori automatici di bevande e snack. Non li hai visti? Forse è perché hai preso il Pullman – un autobus interurbano – o sei andato con l’autostop – facendo l’autostop. Forse non stavi viaggiando affatto, ma eri impegnato con un lifting: non un allenamento ma un lifting.  “C’è un elemento divertente nel vedere l’inglese usato in modo improprio e abusato”, ha detto la linguista Licia Corbolante, che scrive sul suo bloginglese farlocco”, o “falso inglese”, come chiama le parole inglesi messe insieme dagli italiani in modi che confondono i madrelingua.

Licia Corbolante

L'infatuazione degli italiani per l'inglese è iniziata durante la Seconda guerra mondiale, quando le truppe angloamericane occuparono la Patria dei fascisti. Ma poiché le scuole enfatizzavano le lingue classiche come il latino e il greco antico, pochi di quelle generazioni svilupparono una conoscenza approfondita dell’inglese. Tuttavia, la lingua ha avuto un importante effetto. 

"Se usi l'inglese, trasmette modernità, freschezza, progresso tecnologico e, in un certo senso, status", afferma Corbolante. Mentre molte parole inglesi, come “computer”, vengono assorbite nell’italiano con il loro significato intatto, altre prendono una nuova vita. “Sono come contenitori vuoti che possono essere riempiti con qualunque significato si voglia attribuire loro”, mi dice Corbolante.

Stare al passo con le notizie richiede sicuramente la padronanza dell’inglese farlocco. L’attenzione attuale è rivolta agli hotspot, ovvero ai centri di accoglienza per migranti irregolari. La comunità LGBT è in rivolta contro l'adozione del figliastro, il complicato processo italiano per le coppie gay volto a stabilire diritti genitoriali condivisi. I datori di lavoro italiani aspettano ogni anno il Click Day per ottenere i permessi per assumere lavoratori stranieri.

Matteo Renzi

Non tutti apprezzano la portata dell’infiltrazione inglese. Durante una recente cena, una donna elegantemente vestita si è lamentata del fatto che la riforma del mercato del lavoro voluta dall’ex primo ministro Matteo Renzi nel 2014 fosse conosciuta come “ Jobs Act ”. Alcuni membri di Fratelli d'Italia, partito di destra del primo ministro Giorgia Meloni, vogliono vietare l'inglese in qualsiasi comunicazione pubblica, con multe fino a 100.000 euro per le violazioni. Sostengono misure dure per combattere l'“ Anglomania ”, che secondo loro minaccia il collasso della lingua italiana. 

Giorgia Meloni

Eppure la loro proposta ha avuto poca presa e nuove parole si sono aggiunte al lessico popolare italiano. Dopo la vittoria elettorale dello scorso anno, la Meloni si è definita una “perdente”, suscitando una raffica di spiegazioni da parte dei media sul termine. Il suo governo ha nominato un ministero per le imprese e il “Made in Italy”. 

Durante il Covid, gli italiani hanno adottato lo “smart working” – lavorare da casa, a volte italianizzato in “work (lavoro) in smart”. I lavori che possono essere svolti da remoto sono “smartabili”. Anche i giovani generano molti ibridi, come la boomerata , cose che farebbero un baby boomer. In voga è anche il cringe, tipicamente italianizzato in cringiata, qualcosa di inquietante o imbarazzante; cringissimo - il massimo del rabbrividire, e cringiometro - come valutare la imbarazzo.

I puristi potrebbero rimanere inorriditi, ma per Corbolante è il dinamismo linguistico. “L’italiano è una lingua vitale”, mi dice. “Prendiamo materiale estraneo e lo adattiamo alle nostre esigenze”. Va bene!

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immagini tratte dalla rete.


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