giovedì 29 febbraio 2024

101 Storie Zen - 22. Il mio cuore brucia come il fuoco. | SAGGEZZA


101 Storie Zen 

22. Il mio cuore brucia come il fuoco. 

Soyen Shaku, il primo insegnante di Zen ad andare in America, disse: «Il mio cuore brucia come il fuoco ma i miei occhi sono freddi come ceneri morte». Egli stabilì le seguenti norme, che mise in pratica ogni giorno della sua vita:

La mattina, prima di vestirti, brucia dell'incenso e medita. Coricati sempre alla stessa ora. Nutriti a intervalli regolari. Mangia con moderazione e mai a sazietà.

Ricevi un ospite con lo stesso atteggiamento che hai quando sei solo. Da solo, conserva lo stesso atteggiamento che hai nel ricevere ospiti.

Bada a quello che dici, e qualunque cosa tu dica, mettila in pratica.

Quando si presenta un'occasione non lasciartela scappare, ma prima di agire pensaci due volte.

Non rimpiangere il passato. Guarda al futuro. Abbi l'atteggiamento intrepido di un eroe e il cuore tenero di un bambino.

Non appena vai a letto, dormi come se quello fosse il tuo ultimo sonno. Non appena ti svegli, lascia subito il letto dietro di te come se avessi gettato via un paio di scarpe vecchie.

A cura di Nyogen Senzaki e Paolo Reps

101 Storie Zen

Con il termine zen (禅) ci si riferisce a un insieme di scuole buddhiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del buddhismo Chán a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Per questa ragione talvolta si definisce zen anche la tradizione cinese Chán, ma anche le tradizioni Sòn coreana e Thiền vietnamita. Immagini tratte dalla rete. Fonte: Scienza Sacra

martedì 27 febbraio 2024

René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi - 1. Qualità e quantità | CULTURA

Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi

1. Qualità e quantità

La qualità e la quantità vengono generalmente considerate come due termini complementari, benché molto spesso si sia lontani dal capire la ragione profonda di questa relazione; tale ragione risiede nella corrispondenza da noi indicata nell’ultima parte dell’introduzione.

Occorre dunque partire dalla prima di tutte le dualità cosmiche, da quella cioè che è nel principio stesso dell’esistenza o della manifestazione universale, e senza la quale nessuna manifestazione sarebbe in alcun modo possibile; questa dualità è quella di Purusha e Prakriti secondo la dottrina indù, oppure, per servirci di un’altra terminologia, quella di «essenza» e «sostanza».

Queste ultime devono essere considerate come principi universali, essendo i due poli di qualsiasi manifestazione; ma ad altri livelli, cioè a quelli corrispondenti ai molteplici campi più o meno particolarizzati che si possono considerare all’interno dell’esistenza universale, si possono anche usare questi stessi termini per analogia, in senso relativo, per designare ciò che corrisponde a questi principi, o ciò che più direttamente li rappresenta in relazione ad una certa modalità più o meno ristretta della manifestazione. 

Si potrà così parlare di essenza e di sostanza, sia per un mondo, cioè per uno stato di esistenza determinato da certe particolari condizioni, sia per un essere considerato in particolare, o anche per ciascuno degli stati di questo essere, cioè per la sua manifestazione in ciascuno dei gradi dell’esistenza; in quest’ultimo caso, l’essenza e la sostanza rappresentano naturalmente la corrispondenza microcosmica di ciò che esse, dal punto di vista macrocosmico, sono per il mondo in cui si situa questa manifestazione, o, in altri termini, esse non sono altro che particolarizzazioni degli stessi principi relativi, i quali sono essi stessi determinazioni dell’essenza e della sostanza universali in rapporto alle condizioni del mondo in questione.

Intese in questo senso relativo, specie se riferite agli esseri particolari, l’essenza e la sostanza fanno tutt’uno con la «forma» e la «materia» dei filosofi della Scolastica; noi però preferiamo evitare l’uso di questi ultimi termini, i quali, senza dubbio a causa di una imperfezione della lingua latina a questo proposito, rendono in modo piuttosto inesatto le idee che devono esprimere,[1] e inoltre sono diventati ancora più equivoci a causa del significato del tutto diverso che le parole stesse ricevono comunemente nel linguaggio moderno. 

Comunque sia, dire che ogni essere manifestato è un composto di «forma» e di «materia» equivale ad affermare che la sua esistenza procede necessariamente dall’essenza e dalla sostanza ad un tempo, e, per conseguenza, che vi è in lui qualcosa che corrisponde ad entrambi questi principi, di modo che sia come una risultante della loro unione, o, per essere più esatti, dell’azione esercitata dal principio attivo, o essenza, sul principio passivo, o sostanza; nell’applicazione che se ne fa nel caso degli esseri individuali, la «forma» e la «materia» che li costituiscono sono rispettivamente identiche a ciò che nella tradizione indù viene designato come nâma e rûpa

E già che siamo intenti a segnalare le concordanze fra terminologie diverse, cosa che permetterà a qualcuno di trasporre le nostre spiegazioni nel linguaggio cui è più abituato e quindi di capirle più facilmente, aggiungeremo ancora che ciò che viene chiamato «atto» e «potenza», in senso aristotelico, parimenti corrisponde all’essenza e alla sostanza; tali termini sono d’altronde suscettibili di un’applicazione più estesa che non quelli di «forma» e «materia»; ma, in fondo, dire che in ogni essere vi è una mescolanza di atto e di potenza è pur sempre la stessa cosa, perché, in lui, l’atto è ciò per cui egli partecipa dell’essenza, e la potenza ciò per cui partecipa della sostanza; l’atto puro e la potenza pura non possono trovarsi in alcun modo nella manifestazione, in quanto essi, in definitiva, sono gli equivalenti dell’essenza e della sostanza universali. 

Chiarito ciò, possiamo parlare dell’essenza e della sostanza del nostro mondo, di quello cioè che è l’ambito dell’essere individuale umano, e diremo che, conformemente alle condizioni che definiscono propriamente tale mondo, questi due principi vi appaiono rispettivamente sotto l’aspetto della qualità e della quantità. 

Per quanto riguarda la qualità ciò può già sembrare evidente, poiché l’essenza è in definitiva la sintesi principiale di tutti gli attributi appartenenti ad un essere e che fanno di questo essere ciò che è, dato che attributi o qualità sono in fondo sinonimi; e si può anche osservare che la qualità, considerata come il contenuto dell’essenza, se così è lecito esprimersi, non si limita esclusivamente al nostro mondo, ma è suscettibile di una trasposizione che ne universalizza il significato, e ciò non deve affatto stupire poiché essa rappresenta qui il principio superiore; 

ma, in una universalizzazione del genere, la qualità cessa di essere il correlativo della quantità, perché quest’ultima è per contro strettamente legata alle condizioni speciali del nostro mondo; dal punto di vista teologico, d’altronde, non si riferisce forse in qualche modo la qualità a Dio stesso, parlando dei Suoi attributi, e non sarebbe forse inconcepibile pretendere di trasporre allo stesso modo in Lui determinazioni quantitative di un qualsiasi genere?[2] 

Qualcuno potrebbe obiettare che Aristotele pone tanto la qualità come la quantità fra le «categorie», le quali non sono che modi speciali dell’essere, cui non sono coestensive; ma in questo modo egli non effettua la trasposizione di cui parlavamo e d’altronde non ha ragione di farlo: l’enumerazione delle categorie, infatti, si riferisce esclusivamente al nostro mondo e alle sue condizioni, ove la qualità non può e non deve in realtà essere presa altro che nel senso, per noi più immediato nel nostro stato individuale, in cui essa si presenta, come fin dall’inizio abbiamo detto, quale un correlativo della quantità.

È interessante osservare, d’altra parte, che la «forma» degli Scolastici è ciò che Aristotele chiama εΐδος, e che quest’ultima parola è impiegata anche per designare la «specie», la quale è propriamente una natura o un’essenza comune a una indefinita moltitudine di individui; ora, questa natura è d’ordine puramente qualitativo, in quanto veramente «non numerabile» nel senso più ristretto dell’espressione, cioè indipendente dalla quantità, essendo indivisibile e tutta intera in ognuno degli individui appartenenti a questa specie, sicché essa non viene affatto modificata dal numero di questi ultimi e non è suscettibile di variazioni in «più» o in «meno». 

Inoltre, εΐδος è etimologicamente l’«idea», non nel senso psicologico dei moderni, ma in un senso ontologico più vicino a quello di Platone di quanto ordinariamente non si pensi, poiché, quali che siano le differenze realmente esistenti al riguardo fra la concezione di Platone e quella di Aristotele, tali differenze, come spesso accade, sono state notevolmente esagerate dai loro discepoli e commentatori. 

Platone

Le idee platoniche sono anche essenze; Platone ne mette soprattutto in evidenza l’aspetto trascendente e Aristotele quello immanente, la qual cosa, checché ne dicano gli spiriti «sistematici», non conduce ad una esclusione reciproca, ma si riferisce soltanto a livelli diversi; in ogni caso si tratta degli «archetipi» o dei principi essenziali delle cose, i quali rappresentano ciò che si potrebbe chiamare il lato qualitativo della manifestazione. 

Queste stesse idee platoniche inoltre, sotto altro nome e per filiazione diretta, sono la stessa cosa dei numeri pitagorici; e ciò rende ben evidente che tali numeri pitagorici, come già da noi indicato in precedenza, e benché li si chiami numeri per analogia, non sono affatto numeri nel senso quantitativo e ordinario del termine, ma sono al contrario puramente qualitativi, corrispondendo inversamente, dal lato dell’essenza, a ciò che sono i numeri quantitativi dal lato della sostanza.[3] 

Tommaso d’Aquino

Per cui, quando san Tommaso d’Aquino dice che «numerus stat ex parte materiae», intende appunto il numero quantitativo, e con ciò egli afferma appunto che la quantità appartiene immediatamente al lato sostanziale della manifestazione; diciamo sostanziale, in quanto materia, in senso scolastico, non è affatto la «materia» quale i fisici moderni la intendono, bensì la sostanza, sia nell’accezione relativa come correlativo di forma e riferita agli esseri particolari, sia anche, quand’è questione di materia prima, intesa come principio passivo della manifestazione universale, cioè la potenzialità pura, che è l’equivalente di Prakriti nella dottrina indù. 

Tuttavia quando si parla di «materia», in qualsiasi senso la si intenda, tutto diviene particolarmente oscuro e confuso, certo non senza ragione;[4] per cui, mentre ci è stato abbastanza facile far vedere il rapporto della qualità con l’essenza, senza dover ricorrere a una lunga esposizione, dovremo invece farlo per quanto riguarda il rapporto della quantità con la sostanza, in quanto occorre anzitutto chiarire i diversi aspetti in cui si presenta quella che gli Occidentali hanno chiamato «materia», anche prima di quella deviazione moderna in cui questa parola era destinata a svolgere una così grande funzione. E ciò è tanto più necessario in quanto tale questione si trova in certo qual modo proprio alla radice del principale oggetto del nostro studio.

Scritto da René Guénon

1. Qualità e quantità

Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi



NOTE

[1] Queste parole traducono in modo assai poco felice i termini greci εΐδος e ύλη, usati da Aristotele con lo stesso significato, e su cui torneremo in seguito.  

[2] Si può parlare di Brahma saguna o «qualificato», ma non ha senso parlare di Brahma «quantificato».  

[3] Si può anche osservare che il nome di un essere, in quanto espressione della sua essenza, è propriamente un numero inteso in questo stesso senso qualitativo; ciò stabilisce uno stretto legame tra la concezione dei numeri pitagorici, e quindi quella delle idee platoniche, e l’uso del termine sanscrito nâma per designare il lato essenziale di un essere.  

[4] Segnaliamo anche, a proposito dell’essenza e della sostanza, che i filosofi della Scolastica rendono frequentemente con substantia il termine greco ουσία, il quale al contrario è propriamente e letteralmente «essenza», cosa che contribuisce non poco ad aumentare la confusione del linguaggio; da ciò espressioni come «forma sostanziale», per esempio, molto mal applicabile a quello che in realtà costituisce il lato essenziale di un essere, e per niente affatto al suo lato sostanziale.

lunedì 26 febbraio 2024

La Storia della Forche Caudine rilanciata dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste #perle


La Storia delle Forche Caudine rilanciata dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste #perle
Sulla pagina del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, seguita da oltre centomila persone, due giorni fa, sono state pubblicate ben tre foto ed un articolo che riportano in auge la Battaglia delle Forche Caudine. La perla è la splendida copia de Le Forche Caudine Illustrate di inizio Ottocento. Un tuffo nel passato che potrebbe essere di buon auspicio per il futuro di una Terra che merita di più.
Buona lettura.

Perché si dice “passare sotto le Forche Caudine”?

La frase significa subire una grave umiliazione o una prova mortificante. 

Il modo di dire risale all’antica Roma, e precisamente alla Seconda guerra Sannitica. Nel 321 a.C., osservando dalle loro fortezze gli spostamenti delle legioni romane, i Sanniti riuscirono a intrappolare ben ventimila soldati dentro alla gola di Caudio (tra le odierne province di Napoli, Benevento e Avellino). Con massi e alberi divelti chiusero gli unici due ingressi della vallata e sbarrarono ogni via di fuga ai nemici. Quando di notte i Romani si videro circondati dalle fiaccole Caudine, capirono che rimaneva loro solo la resa. A sorpresa, però, dopo essere passati, disarmati e forse nudi, sotto un giogo, le “forche”, i prigionieri umiliati furono rilasciati. 

Secondo alcune fonti antiche ciò avvenne affinché la mortificazione lasciasse un segno nel loro animo, ma per gli storici moderni, liberando i prigionieri romani, i sanniti vollero evitare l’insurrezione delle altre genti latine di fronte a un massacro.

Lo storico Livio racconta: «E venne l’ora fatale dell’ignominia; (...) prima i consoli, quasi nudi, furono fatti passare sotto il giogo; poi gli altri in ordine e grado furono sottoposti alla stessa ignominia; infine ad una ad una tutte le legioni».

Nel patrimonio librario della Biblioteca Storica è conservata la seconda edizione (1811) del volume Le Forche Caudine illustrate con due appendici sul celebre episodio storico del 321 a.C. L’opera è dedicata a Gioacchino Napoleone (Murat), re di Napoli. Ne è autore il letterato Francesco Daniele che sostituì Vico nell'incarico di storiografo di corte e che qui ricostruisce dettagliatamente l'ubicazione della battaglia. Nelle immagini vedute della Valle Caudina incise da Vincenzo Aloja su disegni di Alessandro D'Anna e una grande carta di Luigi Aloja con la "Pianta delle Forche Caudine".


Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete

IN...SICUREZZA SUL LAVORO #goliardia

IN...SICUREZZA SUL LAVORO #goliardia

 

Dott.ssa Coccia: Benefici del tiglio, l'albero dei re | SALUTE

Benefici del tiglio, l'albero dei re

Dott.ssa Cristina Coccia, biologa nutrizionista. Autrice di saggi sulla demografia e la salute della popolazione italiana e di articoli divulgativi per siti web e riviste.

Mirella Gregori. Cosa c'è dietro la scomparsa? | documentario

Mirella Gregori. 
Cosa c'è dietro la scomparsa?
 La sparizione di Mirella Gregori e le possibili piste per gli investigatori. La sparizione di Mirella Gregori riguarda la scomparsa di una ragazza italiana di 15 anni avvenuta il 7 maggio 1983 a Roma. L'avvenimento fu collegato alla sparizione di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana anch'essa quindicenne che scomparve un mese e mezzo più tardi; tuttavia nel corso delle indagini si appurò che i due casi non avevano una matrice in comune. La ragazza non fu mai ritrovata.

domenica 25 febbraio 2024

Il consumismo ci sta rincretinendo. Per tornar umani, cambiamo vita | CULTURA


Il consumismo ci sta rincretinendo. Per tornar umani, cambiamo vita

 “Cambiamo strada, cambiamo vita”: a lanciare questa impegnativa esortazione è Edgar Morin, un signore di cento e tre anni che pensa che la vecchiaia sia: “una scala dove si sale, dove ogni gradino ha più valore perché l’esperienza dà più valore al gradino successivo”. 

Ecco quindi l’autore chiedere: Ancora un momento (Raffaello Cortina editore), per comunicare le sue impressioni con le stesse parole ( “ancora un momento signor boia” rivolte della contessa di Barry al boia Sanson davanti alla ghigliottina, nel dicembre del 1793).

Morin, sociologo e filosofo dal naso finissimo, che è sempre stato fra i primi a annusare dove va il vento, avvisa: “siamo in moltissimi, anche se dispersi, a sopportare con difficoltà l’egemonia del profitto, del denaro, del calcolo (statistico, di crescita, PIL, sondaggi), che ignora i nostri veri bisogni, come le nostre legittime aspirazioni a una vita autonoma e al tempo stesso comunitaria”.

Come al solito a preoccuparlo sono questioni complesse, ma anche molto pratiche: “con l’economia globale globalizzata il profitto è cresciuto oltre misura a detrimento delle solidarietà e delle convivenze, le conquiste sociali sono in parte annullate, la vita urbana si è degradata, i prodotti hanno perso la loro qualità (obsolescenza programmata, ossia vizi nascosti), gli alimenti hanno perso le loro virtù: sapore e gusto”. E il vecchio, (Morin, ma anche chi scrive), è il primo ad accorgersene: perché lui, quel sapore, l’ha gustato per anni, prima che sparisse per far spazio alla plastica e affini.

Ecco quindi che, a differenza dei filosofi tutta testa, Morin si batte per la riforma delle condizioni lavorative e di consumo perché è su quei terreni che l’umano si sta disumanizzando e la vita diventa magari più ricca, ma bruttina e con tonalità infernali. E fa presente che “la redditività può essere ottenuta non con la robotizzazione dei comportamenti, ma con il pieno impiego della personalità e responsabilità dei lavoratori.

É consumando che l’uomo oggi si rincretinisce e si ammala: è quindi lì che occorre intervenire per salvarlo. “Ciò permetterebbe una selezione consapevole dei prodotti secondo le loro qualità reali e non quelle immaginarie vantate dalla pubblicità o dagli influencer, portando così a una diminuzione delle intossicazioni consumistiche (tra cui quella automobilistica o alimentare). Sarebbero allora il gusto, il sapore, l’estetica a orientare i consumi, i quali, sviluppandosi, ridurrebbero l’agricoltura industrializzata, il consumo insipido e malsano e, con ciò, il dominio del profitto”.

Restituendo questi aspetti forti dell’umano: il gusto, gli affetti, la simpatia (la convivialità su cui aveva molto lavorato negli anni ’60 l’antropologo culturale Ivano Illich) si può riumanizzare le violente e stolide società tardo-moderne. Ma bisogna farlo presto e bene, prima che vada tutto a catafascio.

Perché ciò accada, è indispensabile una buona informazione, che invece oggi è quasi totalmente sostituita da una pessima comunicazione di massa che attraverso strumenti altrettanto incanagliti diffonde slogan e stereotipi, ma non conoscenze e informazioni. La buona informazione richiede anche una rinfrescata ad alcune idee e pratiche che ogni tanto paiono un po’ offuscate.

Per esempio la democrazia richiede “la necessità di nemici che non la pensino come voi”, la presenza dei quali contribuisce alla sua esistenza. A differenza dell’irascibile e pericolosissimo politicamente corretto che vorrebbe silenziare l’avversario. In “una buona democrazia si riprendono i buoni spunti dell’avversario per integrarli nella propria politica: il gioco degli antagonismi deve essere fertile e non sterile”. “Bisogna accettare”, come diceva il filosofo Claudio Lefort, che la democrazia non abbia una verità, ma lasci che il gioco di diverse verità si esprima attraverso il voto dei suoi cittadini”.

Per decidere però occorrono informazioni puntuali e corrette. Difficili da avere perché molte decisioni riguardano problemi tecnici o scientifici di cui il cittadino normale non sa nulla. “Non sappiamo come funziona una bomba atomica o una centrale nucleare”. Lo stesso per l’economia: “ogni scuola pretende di avere la verità”. 

Anche qui, si tratterà di coltivare persone preparate e evitare gli arbìtri delle burocrazie, diffondendo informazioni oggettive, senza lasciarle sequestrare dai diversi poteri come accaduto in Italia e altrove per il Covid. Per fare questo: “l’educazione ha un ruolo importante”. Non solo a scuola, “ma in università popolari per fornire agli adulti informazioni indispensabili per riflettere e prendere decisioni consapevoli”.

Scritto da Claudio Risé

Quelle espresse in questo articolo sono le opinioni dell’autore, che non corrispondono necessariamente a quelle de "Lo Schiaffo 321". Immagini tratte dalla rete. Fonte: ariannaeditrice.it


LEGGI LO SCHIAFFO 321!

SENZA pubblicità

 

TRASPORTI CAUDINI - Il Senatore Matera (FdI) attacca con una doppia interrogazione al Ministro Salvini e al Presidente De Luca | CAUDIUM

TRASPORTI CAUDINI - Il Senatore Matera (FdI) attacca con una doppia interrogazione al Ministro Salvini e al Presidente De Luca | CAUDIUM
Il caso della linea ferroviaria Benevento-Napoli via Valle Caudina, con i profondi disagi legati alla sua prolungata chiusura, diventa oggetto di una doppia interrogazione presentata sia presso il Ministero dei Trasporti sia presso la Regione Campania. A farsi promotore della iniziativa, in ambo i casi, il Senatore di Fratelli d’Italia Domenico Matera, anche Presidente del Comitato per la Legislazione presso il Senato della Repubblica.

Il Senatore Matera, per iniziare, ha interrogato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, con il sostegno del Senatore Antonio Iannone, chiedendo allo stesso se “sia a conoscenza del cronoprogramma aggiornato dei lavori, disponendo, in caso lo ritenga necessario, l’espletamento di una opportuna attività di verifica e — ove possibile — di acceleramento degli stessi, in particolare per i collaudi che Eav ha chiesto ad Ansfisa di effettuare, ai fini delle riapertura” nonché “se, visti i mancati chiarimenti e interventi del presidente dell’Eav Umberto de Gregorio, il Ministro ritenga opportuno accertare le motivazioni, istituzionali o tecniche, del mancato collegamento della stazione Appia, di competenza Eav, alla stazione centrale di Benevento, di competenza Rfi” ed, eventualmente ravvisata l’infondatezza delle motivazioni che negano il collegamento in questione, se “Rfi possa consentire che quest’ultimo continui su binario”.

De Gregorio e De Luca

Importantissima l’iniziativa intrapresa, come prima accennato, anche presso la Regione Campania. Sempre su impulso del Senatore Matera, è stata presentata una interrogazione sulla questione ferrovia Valle Caudina direttamente al Governatore Vincenzo De Luca da parte di tutti i consiglieri regionali di opposizione. Questi ultimi hanno chiesto al Presidente della Regione se, al cospetto dell’ennesimo rinvio e della scarsità delle informazioni, il medesimo “intenda doverosamente disporre opportuna attività di verifica e di accertamento sull’andamento dei lavori anche al fine di accertare eventuali responsabilità individuali di fronte ad una inconfutabile mala gestione”. 

I parlamentari regionali, nel corpo delle interrogazione, evidenziato l’“inaccettabile modus operandi Eav” ed “il mancato controllo della Regione Campania”, hanno pure chiesto di “conoscere se sia disponibile un cronoprogramma aggiornato rispetto alle tempistiche di ultimazione dei lavori” e se il Governatore De Luca ritenga “opportuno accertare le motivazioni tecniche ed istituzionali” relativamente al mancato collegamento tra le stazioni Appia e centrale di Benevento, rispettivamente di competenza Eav ed Rfi.

“Ringrazio tutti i consiglieri regionali di opposizione che in modo compatto hanno accolto la mia richiesta – spiega Matera – sollecitando il Governatore De Luca rispetto ad una situazione che è semplicemente incresciosa.  La tratta è stata chiusa nel Marzo del 2021, lasciando un’ampia fetta di popolazione di studenti e lavoratori sia sanniti sia irpini nel disagio di viaggi interminabili verso il Capoluogo campano attraverso una viabilità interna chiaramente inadeguata”. 

Domenico Matera

“Il termine dei lavori è stato costantemente posticipato (Ottobre 2022, Dicembre 2023, primavera 2024 ed ora Ottobre 2024) con il Presidente Eav che rifiuta il confronto con le Istituzioni locali e che passa sopra le difficoltà di migliaia di persone licenziandole con l’indifferenza di freddi comunicati stampa. Oggi siamo, di fatto – la conclusione del Senatore Matera – al cospetto di una chiusura sine die nel silenzio totale di un Governo regionale sempre più lontano dalle problematiche tutte dell’entroterra campano”.

Lo Schiaffo 321 continuerà a seguire la vicenda. 

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete..

venerdì 23 febbraio 2024

STATUA DELLA PSEUDO LIBERTA' #goliardia

STATUA DELLA PSEUDO LIBERTA' #goliardia

 

Il Libro Perduto del Dio Enki - Tredicesima Tavoletta - Parte Quarta | AUDIOLIBRO

Tredicesima Tavoletta - Parte Quarta

Zaccaria Sitchin è stato uno scrittore azero naturalizzato statunitense. 

È stato autore di molti libri sulla cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia, e sostenitore della "teoria degli antichi astronauti" come spiegazione dell'origine dell'uomo. Le speculazioni di Sitchin, basate sulla sua personale interpretazione dei testi sumeri, vengono considerate pseudoscienza e pseudostoria dalla comunità scientifica, rifiutate da scienziati, storici e accademici.

Inoltre le teorie e i libri di Sitchin sono stati fortemente criticati per ragioni quali la mancanza di conoscenze o studi specifici sull'archeologia mesopotamica e sulla storia del Vicino Oriente antico, congiunta ad una metodologia difettosa nello studio dei testi antichi sumerici, traduzioni errate di tali testi e affermazioni astronomiche e scientifiche che non corrispondono alla realtà.

Egli attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Elohim (in ebraico) o Anunnaki (in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru nei testi Sumeri e in quelli Babilonesi Marduk, un ipotetico pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese. L'esistenza di corpi celesti oltre Nettuno, di grandi dimensioni è comunque tuttora oggetto di dibattito, specialmente dopo la scoperta di Sedna.

LA CAUDIUM PAGELLA della settimana

dal 9.02.24 al 23.02.24

La Caudium Pagella è una rubrica goliardica e non che nasce per dare i voti ai personaggi e/o alle notizie del mese traendo spunto direttamente dalla stampa locale. Segnalaci qualcosa che a tuo parere merita di passare sotto le Forche Caudine de Lo Schiaffo 321. Non dimenticare la fonte e l'ironia.

10#CUOCHI

Si è conclusa un’altra edizione da record dei Campionati della Cucina Italiana, organizzati dalla Federazione Italiana Cuochi, in collaborazione con Italian Exibition Group, all'interno della manifestazione “Beer & Food Attraction” alla Fiera di Rimini. Una manifestazione ricca di eventi, interviste, talk show e, soprattutto, tantissime gare, che si sono concluse con la proclamazione ufficiale dei Campioni d'Italia 2024. A salire sul podio più alto della Cucina Italiana è stato il Culinary Team Avellino, nella categoria Cucina Calda a Squadre SeniorGli chef irpini, alla fine dei tre giorni di gara, hanno totalizzato il punteggio più alto tra le squadre in competizione. Il loro menù è stato gradito dalla giuria, ma anche dal pubblico intervenuto nel ristorante allestito all’interno dell’area FIC. Un giudizio unanime che ha consentito di raggiungere il massimo risultato nella competizione, dopo aver già conquistato l'oro nella giornata di lunedì. “Una vittoria - hanno commentato felici al rientro in Irpinia – frutto di mesi di allenamenti. Prove e riprove per essere perfetti. Questa volta nulla è sfuggito alla attenzione del team come è stato sottolineato dai giudici, durante il briefing finale”. “Siamo tutti felici – spiega il Presidente dei Cuochi Irpini e Campani Luigi Vitiello – per aver visto i nostri chef salire sul palco e vestire il tricolore. E’ un risultato che rimarrà nella storia e per il quale ringrazio singolarmente uno ad uno i componenti del team e con loro tutte le aziende che li hanno affiancati”. Questo il team: Team manager Ugo D’Alessandro; componenti: Gaetano Cerciello, De Gisi Vincenzo, Claudio Donnarumma, D’Alessandro Pasquale, Imbimbo Gaia, Federico Della Cerra, Sara Nazzaro, Maietta Pasquale e De Vita Gabriele. (ottopagine.it) 

9#PISANO 

San Martino: l’amministrazione Pisano dona libri musicali all’I.C. Carlo Del Balzo. Per ampliare la cultura musicale e supportare l’offerta formativa del nostro Istituto Comprensivo, l’Amministrazione Comunale ha dato vita ad una piccola ma significativa iniziativa, donando alla Biblioteca Scolastica una serie di libri di musica che serviranno per potenziare l’ascolto partecipativo, le attività di musica di insieme, nonché la teoria e la lettura della musica dei nostri piccoli allievi. E’ quanto si legge in un comunicato stampa della giunta di San Martino Valle Caudina, guidata dal sindaco Pasquale Pisano. La nostra Scuola Secondaria di Primo Grado è ad indirizzo musicale e prevede lo studio dello strumento musicale e la pratica musicale. La musica è un valido strumento educativo e formativo ed è uno dei punti di forza della scuola del nostro paese. I piccoli musicisti ed i loro docenti ne hanno dato prova, tra l’altro, nel corso della loro esibizione al Concerto natalizio che si è tenuto nella chiesa del convento francescano. Durante la cerimonia, svoltasi ieri 7 febbraio, il sindaco, arch. Pasquale Pisano, accompagnato dal presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Pedoto e dal prof. Pasquale Pisaniello, ha consegnato i libri alla prof.ssa Carmelina Setaro. Subito dopo una breve visita ai locali scolastici è servita agli amministratori presenti per fare il punto su qualche criticità evidenziata. Interessarsi della scuola è una delle priorità dell’Amministrazione Comunale; il nostro futuro vive e cresce anche tra i banchi dell’ Istituto Comprensivo “Carlo Del Balzo”. (ilcaudino.it)

8#DENTE

Non sono ancora ventenni i gemelli Luca e Matteo Dente di Cervinara ma già possono vantare una splendida carriera agonistica anche nell’ultima gara di pesistica quale 1º turno di qualifica regionale di specialità non hanno avuto concorrenti. Luca: categoria 81 classe over, anche se non era favorito vista la presenza di almeno cinque partecipanti ad alto livello, è riuscito però a destreggiarsi nella specialità di strappo: Strappo: 108 kg!! Primo posto – Slancio 127 kg! Secondo posto, ad un solo chilo dalla vittoria. La sua una gara strategicamente perfetta, giocata sul chilo e vinta grazie al massimo impegno che il giovane dedica ad ogni alzata. In parallelo il suo gemello Matteo nella categoria 109 classe over. Già dalle partenze in gara era il preferito al podio, essendo 55 chili al di sopra del suo rivale. La sua prestazione è stata semplicemente unica: Strappo :105 kg., primo posto – Slancio 132 kg. primo posto Dovendo fare tre prove consecutive, le ultime due alzate di slancio sono state compromesse, ma è riuscito ad entrare in gara in prima prova e portare a casa il primo posto di specialità (retesei.com)

7#AIROLA

“Gli ultimi due Consigli comunali hanno evidenziato, una volta in più, la catastrofica situazione politica ed amministrativa in cui versa Airola a causa del totale fallimento della gestione Napoletano sindaco e della inadeguatezza di quella attuale; il ritorno del figliuol prodigo, ha immediatamente trasformato il Consiglio comunale in uno spettacolo pirotecnico di bassa lega, con una dialettica confusionaria e spesso ridotta a comizi fuori luogo e dichiarazioni pubbliche a dir poco allarmanti, come quella di rendersi disponibile a votare favorevolmente qualsiasi progettualità di milioni di euro, a prescindere dall’utilità della stessa, dalla conoscenza degli atti, ma soprattutto prescindendo dalla capacità di spesa dell’Ente”. torna ad intervenire il quintetto di opposizione di Airola Abbate-Falzarano-Maltese-Supino-Stravino (quest’ultimo in foto). “Peraltro – proseguono – la legittima esultanza per gli esiti processuali, devono aver confuso il neo capogruppo Napoletano, se, fresco di nomina alla carica di vicecoordinatore provinciale di Forza Italia, per la verità in folta compagnia, ha ritenuto di partecipare alla manifestazione organizzata dal Governatore De Luca contro il Governo Meloni di cui Forza Italia è una delle forze politiche trainanti. Deve essere l’effetto stordente degli innumerevoli cambi di casacca…alla fine non sai più chi sei né dove vai! Intanto, la luce in fondo al tunnel diventa sempre più fioca ed ancora una volta siamo costretti a correre dietro alle imprese personali dell’inadeguato amministratore di turno. I servizi peggiorano, le tasse rimangono altissime sulle spalle dei cittadini ed Airola si risveglia ogni giorno più insicura, costretta a registrare sempre nuovi episodi di furti. Il territorio è sempre più vulnerabile alle aggressioni di delinquenti e malintenzionati, sia nelle piazze e nei locali sia nelle proprie abitazioni. E l’impianto di videosorveglianza, che poteva rappresentare almeno un argine con l’innegabile forza deterrente delle telecamere? Inattivo per almeno il 70% dei dispositivi. Vergogna. Airola è ormai preda di grandi investitori che, in assenza di una classe politica, fanno ciò che vogliono: non pagano fitti e tributi per circa 2 milioni di euro, costringendo il Comune ad intraprendere contenziosi onerosi solo per recuperare quanto gli compete, alzano antenne telefoniche di 30 metri a ridosso delle abitazioni con il silenzio assenso del Comune. I fallimenti delle opere pubbliche – su tutti il project financing – causano buchi milionari ed impoveriscono il patrimonio dell’Ente, oltre aver deturpato piazza Annunziata. Ma né i fallimenti, né il rispetto della norma, né le richieste reiterate di questa opposizione inducono questa amministrazione ad applicare la rotazione dei dirigenti, ferma al palo per le più svariate e risibili ragioni. Il Cimitero da troppo tempo non è più soltanto il luogo di sepoltura dei nostri cari, ma rappresenta un groviglio inestricabile di inefficienze, di ambiguità con criticità che rischiano di incancrenirsi per la distratta inefficienza di chi ci amministra. Che paese siamo diventati se è vero come è vero che, nel 2024, ci sono concittadini che non hanno acqua nelle loro case? A tutti noi – la conclusione – rimarranno le conseguenze dei comportamenti di chi non riuscirà mai a vedere questo disastro economico, patrimoniale e sociale. Un sussulto di responsabilità! Questo ci attenderemo da questa Amministrazione. Dimettetevi!”(usertv.it)

6#ANTONIO ROMANO

Dall’altare alla politica, ex parroco Antonio Romano si candida a sindaco di Chiusano. Un’altra sorpresa per il piccolo comune di Chiusano, nella giornata di ieri l’ex parroco Antonio Romano, ha ufficializzato attraverso un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook, la decisione di candidarsi a sindaco alle prossime elezioni. Il prete solo poche settimane era la guida spirituale dei cittadini, e aveva annunciato di essersi innamorato di una donna, motivo che gli aveva fatto prendere la decisione di lasciare la veste sacerdotale. Ecco le sue parole nel messaggio per la comunità: “Buonasera a tutte/i, questo post è indirizzato a tutti i cittadini e le cittadine di Chiusano. Vi annuncio, ufficialmente, la mia candidatura a sindaco. So già a cosa state pensando. Vi chiedo solo il favore di astenervi dal commentare prima di aver letto tutto il messaggio. Nelle urne avrete la piena libertà di esprimere davanti alla vostra coscienza, il gradimento o meno, l’opportunità o meno, l’idoneità o meno. È vero che i tempi sono stretti per abituarsi a questo repentino cambio di ruolo, ma non bisogna spaventarsi per questo. Non voglio rimandare a domani ciò che posso fare oggi. Il tempo non va sprecato. Con la mia “auto sospensione a divinis” sono diventato un comune cittadino e, non avendo impedimenti o incompatibilità, posso legittimamente concorrere alle cariche pubbliche. Non ho pretese, né presumo di vincere. So perfettamente che è una sfida ìmpari. Non possiedo né potere, né soldi, né amicizie influenti, né parentele, né clientele ecc. Non compro voti, non minaccio, non prometto nulla che vada contro gli interessi della comunità a vantaggio di singoli. Sono ispirato solo da ideali di giustizia, di verità, di onestà, di lealtà, di equità, di coerenza e di libertà. Ho deciso di partecipare alla competizione perché penso di poter dare ancora tanto alla comunità di Chiusano da cui ho ricevuto molto. Punto a realizzare questa mia seconda vocazione come un servizio per la crescita del bene comune, ma anche come occasione per far conoscere le mie idee e le mie iniziative a quante più persone possibile. Per questo motivo non posso evitare l’esposizione mediatica e una certa visibilità. San Paolo VI sosteneva che la politica può essere la più alta forma di carità, (se fatta bene). Io mi impegnerò a dare il massimo perché questo si realizzi. Amministrare un paese non è facile, ma io accetto la sfida. In questi giorni ho constatato, con dispiacere, che la macchina del fango si è già messa in moto per ostacolare il mio percorso, con attacchi personali allo scopo di accreditarmi. È segno che do fastidio e incomincio a fare paura a chi detiene il potere e il controllo delle masse e vuole a tutti i costi mantenere lo status quo. Mi considero un idealista, ma non un utopista, un “sovranista”, ma non un nazionalista, un patriota che ama la sua terra; un liberale ma non un liberista, un “mondialista” ma non un globalista, un riformatore, ma non un demolitore, un assetato di giustizia, di verità e di libertà, una voce fuori dal coro del politicamente corretto e del pensiero unico. Mi sento in parte progressista, ma anche un po’ conservatore. Dipende dalle tematiche. Non possiedo nessuna tessera di partito, ma sostengo ogni iniziativa che ritengo giusta da qualsiasi parte provenga. La motivazione principale che mi ha spinto ad impegnarmi attivamente in politica nasce dalla constatazione che siamo scivolati in una sorta di “democratura”. Siamo diventati ostaggi di una partitocrazia oligarchica che vuole preservare solo se stessa e che non risponde più al volere popolare, ma che obbedisce agli ordini delle élite globaliste dell’economia, della finanza e dei mercati. Sono disposto a dialogare con tutti, a patto che i compromessi siano fatti a rialzo, non a ribasso. Io non ho padroni a cui obbedire, né tantomeno servi a cui dare ordini. Non devo dare niente a nessuno, non devo ricambiare favori, non sono ricattabile, non chiedo niente per me oltre quello che mi spetta di diritto. Voglio che si sappia che non mi fermerò, neanche in caso di sconfitta. Faccio mio il motto latino: Frangar, non flectar. Non mi preoccupa più di tanto la riuscita dell’impresa, né resterò deluso per un possibile insuccesso, ma riconosco la validità della causa per cui vale la pena vivere e lottare. Spetterà solo a voi cittadine/i di Chiusano, in virtù del della vostra sovranità elettorale, scegliere da che parte stare. Siete davanti ad un bivio. Potrebbe essere un’opportunità di riscatto per me e per voi. La vostra sia una scelta matura, civica ed etica e non dettata da opportunismi, favoritismi, familismi e clientele. Coloro che hanno conservato fiducia in me, che credono nelle validità delle mie idee, che condividono i miei valori, i miei principi e i miei ideali e che vogliono contribuire a redigere il programma elettorale, possono contattarmi in privato ed entrare a far parte della nostra squadra. Chi invece non condivide le mie idee, ma vuole coltivare i propri interessi, fare il doppio gioco o mettere zizzania, è pregato di starmi alla larga. Da parte mia non attaccherò nessuno a livello personale. Voglio restare un signore e un galantuomo, rispettoso verso tutti. La mia imparzialità, la mia serietà, la mia onestà e la mia disponibilità con ognuno di voi, compresi gli avversari, sono la garanzia di poter essere il sindaco di tutti per una Chiusano unita. A chi è preoccupato che questa mia scelta potrebbe creare scredito o imbarazzo per la comunità di Chiusano, rispondo che questa sarà l’occasione per farlo diventare un motivo di orgoglio e di vanto davanti a tutta l’Italia. Auspico che da Chiusano possa partire uno tsunami che svegli i dormienti, gli ipnotizzati e i distratti; che smascheri gli ipocriti, i truffatori, i ciarlatani, gli impostori e i disonesti; che coinvolga i delusi, gli insoddisfatti e i rassegnati; che riscatti gli esclusi, gli oppressi e gli emarginati. Infine, invito i giornalisti a fare la loro parte per diffondere e difendere la verità e non gli interessi dei “padroni”. Se l’Italia si trova in questa situazione disastrosa, è dovuto anche al servilismo di alcuni di loro. Esorto tutti i miei concittadini a vivere questo periodo di campagna elettorale con maturità, correttezza e lealtà, rispettando le persone e le loro scelte. Ringrazio anticipatamente tutte le amiche e gli amici chiusanesi che mi sosterranno in questa impresa, soprattutto i giovani per il loro incoraggiamento. Indipendentemente dall’esito, partecipare, sarà già un successo. W Chiusano! (avellinozon.it)

5#STELLE

“Le condizioni di salute di Julian Assange sono talmente gravi che non riesce ad intervenire più pubblicamente. Ora tutti i partiti nazionali cercheranno di ribaltare le loro posizioni a favore del giornalista di Wikileaks, dopo aver tradito la vera libertà di stampa votando contro – ha dichiarato la consigliera indipendente Maria Muscarà. Fortunatamente qualcuno ha ancora la memoria lunga, e non può dimenticare che il ‘fu’ movimento 5 Stelle, che adesso scende in piazza con le magliette di Assange, si astenne per la mozione in favore del giornalista. L’Aula della Camera nel dicembre 2021 respinse la mozione dei deputati di ‘Alternativa’ (il gruppo di ex M5s fuoriusciti alla nascita del governo Draghi), in cui chiedeva al governo italiano di concedere lo status di rifugiato politico a Julian Assange detenuto ingiustamente dal 2019. Il testo fu bocciato dal governo, con 225 no, 22 sì e 137 astenuti. Ad astenersi furono proprio i parlamentari di Liberi e uguali, 5 Stelle e Fratelli d’Italia, rispetto ai sì degli altri gruppi. Questo è il Movimento 5 Stelle di oggi, manifestano in piazza come fossero il partito del popolo, ma poi in quelle aule si rinnegano” – conclude la Consigliera Muscarà. (anteprima24.it)

4#GEOLIER

Nella notte del 10 febbraio, il Festival di Sanremo ha raggiunto il suo culmine con la finale della 74esima edizione, che ha visto protagonisti alcuni dei più acclamati artisti italiani. Tuttavia, la serata non è stata esente da polemiche, soprattutto riguardo alla sconfitta del rapper napoletano Geolier. Con il brano “I p’ me, tu p’ te”, Geolier sembrava inizialmente destinato alla vittoria, conquistando il 60% dei voti secondo il televoto. Tuttavia, il verdetto è stato ribaltato dalla giuria composta dalla sala stampa e dalle radio, che ha premiato Angelina Mango con il 40,3% dei voti, relegando Geolier al 25,2%.televoto LAVVOCATO PISANI GRIDA ALLO SCANDALO: “SCONFITTA DI GEOLIER? UNA TRUFFA DI MASSA!” Le reazioni non si sono fatte attendere, con numerosi spettatori e appassionati che hanno espresso il loro dissenso attraverso i social media. In particolare, l’avvocato Angelo Pisani ha sollevato una polemica accesa attraverso un post su Facebook, definendo l’esito della votazione come “una truffa di massa”. Pisani ha criticato aspramente il fatto che la sala stampa sembrasse coalizzata contro Geolier e ha evidenziato il grande divario numerico tra i 20 milioni di voti del televoto e i soli 110 giornalisti che hanno votato per la sala stampa. Il suo interrogativo è stato chiaro e diretto: “Sì configura come una truffa di massa… perché farci continuare a spendere soldi quando era chiarissimo che la sala stampa fosse tutta coalizzata contro Geolier? 20 milioni contro 110 giornalisti vincono i 110 giornalisti? Però loro sono pagati e noi abbiamo pagato?”. Questa controversia solleva importanti questioni riguardo alla trasparenza e all’equità delle votazioni, alimentando il dibattito sulla legittimità dei risultati ottenuti attraverso diversi canali di voto. Mentre alcuni difendono il ruolo della sala stampa nella valutazione artistica, altri sottolineano l’importanza di preservare l’autenticità del voto del pubblico. (appiapolis.it)

3#SANAV

Caso Sanav, Altrabenevento è un fiume in piena. “Rosa si dovrebbe dimettere, Mastella ha minimizzato il problema”. Il sequestro di alcuni impianti Sanav da parte della Procura della Repubblica di Benevento. Altrabenevento, che sulla questione gode della priorità assoluta in materia di denuncia e segnalazione di miasmi e puzze varie punta l’indice contro le minimizzazioni di Mastella e della sua Amministrazione ma non è tenero nemmeno con l’opposizione  che accusa di scarso interesse e con la Commissione Ambiente “che ha dedicato tra sedute intere al divieto di volo dei palloncini e ha discusso mezza volta della grave situazione ambientale della Zona Industriale.” Corona ne ha per tutti, “stampa amica” di Palazzo Mosti compresa, “che anche in questa occasione ha mostrato tutti i suoi limiti, nonostante le capacità di singoli giornalisti.” Le associazioni ambientaliste “che hanno ignorato la questione e nessun parlamentare ha presentato interrogazioni. E’ un fiume in piena Gabriele Corona. “Da aprile scorso i cittadini delle contrade Ponte Valentino, Coluonni, Saglieta, Acquafredda, Capodimonte, sostenuti anche da Altra Benevento, hanno continuato a protestare per le esalazioni da voltastomaco provenienti dalla zona industriale.” Le indagini, complesse, di Carabinieri e Procura della Repubblica, nate da varie fonti, hanno finora consentito di accertare che le esalazioni puzzolenti provengono dagli impianti della SANAV utilizzati per il trattamento dei fanghi. Siamo convinti che ora la magistratura accerterà anche le cause dei due incendi di quello stabilimento, la scorsa estate, e come mai i controlli delle autorità preposte per dieci mesi non hanno accertato le cause delle esalazioni puzzolenti che questa estate hanno ammorbato mezza città. Ma, indipendentemente dalle responsabilità penali, già emergono quelle politiche e amministrative. Il sindaco Mastella e la sua amministrazione hanno provato a minimizzare, rinviando le riunioni del tavolo Tecnico e dichiarando, addirittura, che le segnalazioni e le denunce non trovavano conferme. Mastella non riconoscerà le sue responsabilità mai, ovviamente, ma l’assessore all’Ambiente, Alessandro Rosa, si dovrebbe dimettere.” Non come capro espiatorio ma perché deve prendere atto che l’amministrazione comunale e in particolare il suo settore, sono stati poco incisivi nei rapporti con la SANAV, a difesa dell’ambiente e della salute pubblica.” (labtv.net)

2#LADRI

È stata una serata da pellicola quella che si è sviluppata nella serata di martedì ad Airola ed, in particolare, nel pieno centro urbano. Tutto inizia in prima serata, giusto per restare in tema cinematografico, allorquando una coppia che non si trovava in casa ha visto attraverso le telecamere montate all’interno dell’abitazione la presenza di almeno un paio di ladri che si stava muovendo al suo interno. (ilsannioquotidiano.it)

1#GATTICIDIO

Altro che “Festa del gatto”, a Benevento ennesimo felino trucidato. C’è poco da festeggiare per i gatti a Benevento, basti pensare ai recenti episodi delle “bande di ragazzini” che si “divertivano” a torturare e massacrare piccoli animali indifesi in vari quartieri della città. Non solo: da anni l’Associazione Raab, così come le altre attive sul territorio – unitamente a molti cittadini – lamentano e denunciano la presenza di branchi di cani randagi, pericolosi per gli altri animali e, talvolta, per le persone. Non a caso, mentre in quasi tutte le civilizzate città d’Italia – specie nel centro e nel Nord – il fenomeno del randagismo è in netto miglioramento, nel Sud e nelle isole si parla di centinaia di migliaia di cani randagi, senza nessun piano concreto per contenerli. Il problema, ogni tanto, sconfina nella cronaca. Come stamattina quando, intorno alle 10:00, in via Pisacane (zona Stadio), un povero gatto – amato ed accudito da tutto il quartiere – è stato brutalmente torturato e fatto a brandelli dal solito branco di cani randagi. A nulla è servito l’intervento dei residenti: i cani, reagendo violentemente anche contro le persone, hanno lasciato esamine il felino solo dopo atroci agonie. Sollecitato l’intervento della municipale e del Pav (Ambulatorio veterinario dell’Asl), quest’ultimo, altro non ha potuto fare se non constatare il decesso dell’animale e prelevare un altro felino che risultava ferito dalla stessa aggressione.(cronachedelsannio.it)