martedì 3 ottobre 2023

Vanda, la Nonnina Tiktoker seguita da Pino Grazioli lascia la Valle Caudina | DECORO

La Nonnina Tiktoker seguita da Pino Grazioli lascia la Valle Caudina.

La permanenza della signora Vanda a Cervinara è ufficialmente finita ieri pomeriggio. A darne notizia Pino Grazioli, giornalista napoletano, che segue da vicino la vicenda della Nonnina Tiktoker in cerca di una casa e di affetto. 

La Nuova Caudium aveva allargato le braccia e aperto le porte di casa per aiutare la simpatica settantenne in difficoltà. Purtroppo, anche questa volta le speranze di Pino Grazioli, nonché dei tantissimi seguaci delle sue pagine sociali digitali, sono crollate davanti all'evidenza di un caso umano difficile da gestire. La Nonnina Tiktoker viveva nel degrado, senza fissa dimora, ma grazie alla sensibilità della rete e all'aiuto della Redazione di Pino Grazioli, la sua storia è entrata nel cuore e nelle case degli italiani tramite i loro palmari moderni.

La diretta di Pino Grazioli

Infatti, si è formata una vera e propria onda umana al seguito delle avventure sgangherate della povera Vanda, già ospitata senza successo da decine di famiglie. Ci sono molte persone pronte a dare risposte concrete alla pioggia di richieste che piovono da ogni angolo d'Italia. 

Spesso spinte dalle emozioni, accecate dalla voglia di apparire, depistate dal mondo virtuale, queste famiglie in buonafede possono anche complicare le cose, involontariamente. Cervinara e la Valle Caudina hanno una sensibilità enorme e lo hanno sempre dimostrato in passato. Sia chiaro: non bisogna agire d'istinto. Per il prossimo "episodio" consigliamo, vivamente, l'intervento di assistenti sociali specializzati per la gestione di casi limite come questo. 

Pino Grazioli

Non è facile tentare di gestire una signora paffuta di settant'anni in evidente stato confusionale, a tratti ostile ed ingestibile, con comportamenti alquanto irritanti e fuori luogo. Qualcuno grida allo sciacallaggio mediatico o peggio ancora c'è chi punterebbe alla pensioncina destinata alla Nonnina Tiktoker; tuttavia la Redazione di Pino Grazioli cavalca egregiamente il mercato del momento e cerca di fare informazione di strada, dando una cassa di risonanza di spessore a queste storie difficili e assurde.

Non sta a noi giudicare il livello etico dell'algoritmo in voga, ma invitiamo le lettrici ed i lettori de Lo Schiaffo321 a tenere sempre alta l'attenzione reale sulle persone anziane in difficoltà, magari lontane dai telefonini e distanti dal frivolo clamore della rete, ma che sopravvivono umilmente a due passi dalle nostre abitazioni.

Arrivederci Nonna Vanda, la Valle Caudina ti saluta e ti augura tanta buona fortuna!

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete.

lunedì 2 ottobre 2023

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INGLESE? AMERICANA? OLANDESE? FRANCESE? AUSTRALIANA? #GOLIARDIA

INGLESE? AMERICANA? OLANDESE? FRANCESE? AUSTRALIANA? #GOLIARDIA

René Guénon - La crisi del mondo moderno | Cap. 9 parte I - Qualche conclusione

La crisi del mondo moderno

Cap. 9 - Qualche conclusione

In questo studio, abbiamo voluto mostrare soprattutto come l’applicazione dei dati tradizionali permetta: di risolvere le questioni che attualmente si pongono nella maniera più immediata, di spiegare lo stato presente dell’umanità terrena e contemporaneamente di giudicare tutto ciò che costituisce propriamente la civiltà moderna in base alla verità e non secondo delle regole convenzionali o delle preferenze sentimentali.

D’altronde, non abbiamo avuto la pretesa di esaurire l’argomento, di trattarlo nei minimi particolari, né di svilupparlo completamente in tutti i suoi aspetti senza dimenticarne alcuno; del resto, i principi a cui ci ispiriamo costantemente ci obbligano a presentare delle vedute essenzialmente sintetiche e non analitiche come quelle del sapere «profano»; ma queste vedute, proprio perché sono sintetiche, si spingono assai lontano in direzione di una vera spiegazione, molto più di quanto accada per un’analisi qualunque, la quale non ha in realtà che un semplice valore descrittivo. 

In tutti i casi, riteniamo di aver detto abbastanza per permettere, a coloro che sono in grado di comprendere, di trarre da sé almeno una parte delle conseguenze contenute implicitamente in ciò che abbiamo esposto; e costoro si persuadano che questo lavoro sarà di ben altro profitto che una lettura che non lascerebbe alcun posto alla riflessione ed alla meditazione; per le quali invece noi abbiamo voluto fornire solo un punto di partenza appropriato, un appoggio sufficiente per elevarsi al di sopra della vana moltitudine delle opinioni individuali.

Ci restano da dire poche parole su ciò che potremmo chiamare la portata pratica di un tale studio; se ci fossimo attenuti alla pura dottrina metafisica, questa portata avremmo anche potuto trascurarla o disinteressarcene, dato che in rapporto alla metafisica pura ogni applicazione non è che contingenza ed accidente; ma, in questo caso, è proprio di applicazioni che si tratta. 

D’altronde, queste ultime, al di fuori di ogni punto di vista pratico, hanno una doppia ragion d’essere: esse sono le conseguenze legittime dei principi, il normale sviluppo di una dottrina che, essendo una ed universale, deve abbracciare tutti gli ordini della realtà, senza eccezioni; e, in pari tempo, esse sono anche, almeno per alcuni, un mezzo preparatorio per elevarsi ad una conoscenza superiore, così come abbiamo spiegato a proposito della «scienza sacra». 

Inoltre, quando si è nel dominio delle applicazioni, è permesso considerarle anche in se stesse e secondo il loro specifico valore, fermo restando che questo non deve mai condurre a perdere di vista il loro collegamento con i principi; giacché questo pericolo è assai reale, visto che è proprio da qui che deriva la degenerazione che ha dato vita alla «scienza profana»; mentre esso è inesistente per coloro che sanno che tutto deriva e dipende interamente dalla pura intellettualità e ciò che non deriva coscientemente da essa non può essere che illusorio.

Come abbiamo ormai ripetuto molto spesso, tutto deve iniziare con la conoscenza; e ciò che sembra essere il più lontano dall’ordine pratico si trova comunque ad essere il più efficace in questo stesso ordine, poiché si tratta di qualcosa senza il quale è impossibile compiere alcunché di realmente valido, se non una vana e superficiale agitazione; e ciò vale in questo come in qualsiasi altro caso.

Per tornare in particolare alla questione in argomento, possiamo dunque dire che, se tutti gli uomini comprendessero che cos’è veramente il mondo moderno, ben presto questo cesserebbe d’esistere, poiché la sua esistenza, al pari di quella dell’ignoranza e di tutto ciò che è limitazione, è puramente negativa; essa sussiste solamente in forza della negazione della verità tradizionale e sopra-umana. In tal modo, questo cambiamento si produrrebbe senza alcuna catastrofe, cosa questa che sembra quasi impossibile per tutt’altra via; abbiamo dunque torto quando affermiamo che una tale conoscenza è suscettibile di conseguenze pratiche veramente incalcolabili? 

Per altro verso, però, appare sfortunatamente molto difficile ammettere che tutti possano giungere a questa conoscenza, dalla quale la maggior parte degli uomini è certamente più lontana di quanto sia mai accaduto; vero è che una cosa del genere non è per niente necessaria, poiché basta un’élite poco numerosa, ma costituita assai saldamente, per dare una direzione alla massa, che obbedirebbe alle sue suggestioni senza neanche avere la minima idea della sua esistenza e dei suoi mezzi d’azione; ora, la effettiva costituzione di una tale élite è ancora possibile in Occidente?

Non è nostra intenzione ritornare su quello che abbiamo detto in altra sede circa il ruolo dell’élite intellettuale nelle diverse circostanze che è possibile intravedere come probabili in un avvenire più o meno imminente; per cui ci limiteremo alle seguenti considerazioni. Quale che sia il modo con cui si compie il cambiamento che costituisce quello che si può chiamare il passaggio da un mondo ad un altro, si tratti di cicli più estesi o meno estesi e indipendentemente dal fatto che si presentino o meno le apparenze di una brusca rottura, questo cambiamento non implica mai una discontinuità assoluta, poiché vi è una concatenazione causale che collega tutti i cicli fra loro. 

L’élite di cui parliamo, se riuscisse a costituirsi ancora in tempo, potrebbe preparare il cambiamento in maniera tale che esso si produca nelle condizioni più favorevoli, di modo che il disordine che l’accompagna inevitabilmente potrebbe essere in qualche modo ridotto al minimo; ma, anche se non fosse così, essa avrebbe sempre da assolvere un altro compito, ancora più importante, quello di contribuire alla conservazione di ciò che deve sopravvivere al mondo attuale e deve servire all’edificazione del mondo futuro. 

È evidente che per preparare la risalita non bisogna per forza attendere che la discesa sia finita, visto che si sa che questa risalita avrà luogo necessariamente, perfino se non si potesse evitare che la discesa sfoci in qualche cataclisma; così stando le cose, in tutti i casi il lavoro effettuato non andrebbe perduto: non potrebbe esserlo né per quanto riguarda i benefici che l’élite ne trarrebbe per se stessa né per quanto attiene ai risultati relativi all’intera umanità.

Ora, ecco in che modo è opportuno considerare le cose: nelle civiltà orientali l’élite esiste ancora e, pur ammettendo che andrà via via riducendosi a fronte dell’invasione moderna, continuerà ad esistere fino alla fine, perché è necessario che sia così allo scopo di conservare il deposito della tradizione che non potrebbe perire ed allo scopo di assicurare la trasmissione di tutto ciò che dev’essere conservato. 

In Occidente, invece, l’élite oggi non esiste più; ci si può dunque chiedere se essa si riformerà prima della fine della nostra epoca, il che equivale col chiedersi se il mondo occidentale, malgrado la sua deviazione, avrà una parte in questa conservazione ed in questa trasmissione; se non si verificherà una tale eventualità si avrà di conseguenza la sparizione totale della sua civiltà, poiché questa non conterrà più alcun elemento utilizzabile per l’avvenire, visto che sarà sparita ogni traccia dello spirito tradizionale. 

La questione, così posta, può non avere che un’importanza molto secondaria in ordine al risultato finale; tuttavia essa presenta ugualmente un certo interesse da un punto di vista relativo, punto di vista che noi dobbiamo prendere in considerazione dal momento che abbiamo deciso di tener conto delle particolari condizioni del periodo in cui viviamo. 

In linea di principio, ci si potrebbe accontentare di rilevare che questo mondo occidentale è, malgrado tutto, una parte dell’insieme da cui sembra essersi staccato a partire dall’inizio dei tempi moderni, e che, nell’ultima integrazione del ciclo, tutte le parti in qualche modo devono ritrovarsi; ma ciò non implica necessariamente una restaurazione preliminare della tradizione occidentale, poiché questa può benissimo conservarsi, alla sua stessa fonte, allo stato di possibilità permanente e indipendentemente dalla forma speciale che ha rivestito in un dato momento. 

Peraltro, qui ci limitiamo a delle semplici indicazioni, poiché, per comprendere a pieno tale questione, occorrerebbe far intervenire la considerazione dei rapporti esistenti fra la tradizione primordiale e le tradizioni subordinate, cosa che non possiamo pensare di fare in questa sede. 

Comunque, una eventualità siffatta corrisponde al caso più sfavorevole per il mondo occidentale preso di per sé, ed il suo stato attuale può far temere che si tratti proprio del caso che si realizzerà effettivamente; tuttavia, noi abbiamo detto che vi sono dei segni che permettono di pensare che la speranza di una soluzione migliore non è ancora andata perduta definitivamente.

Scritto da René Guénon

La crisi del mondo moderno

Ricordi di infanzia e di artista a San Martino Valle Caudina | DOCUMENTARIO

Gennaro Pisapia: ricordi di infanzia e di artista a San Martino Valle Caudina

Gennaro Pisapia, nato a Napoli il 29 settembre 1953, vanta origini Caudine. All’età di 14 anni comincia a studiare canto con il maestro Raffaele Catalano, a 16 anni si esibisce, prima come cantante solista per le feste in piazza, poi nei night club con gruppi musicali ed approdare con I Cimarosa, un quintetto classico napoletano, con il quale ha pubblicato quattro LP e dieci CD. Con I Cimarosa si è esibito in oltre 3000 concerti in Italia e nel mondo. Nel 1981 la sua prima apparizione su RAIUNO a Domenica In di Pippo Baudo, successivamente al Maurizio Costanzo Show e in tante altre trasmissioni televisive nazionali e di Mediaset

All’età di 20 anni, unitamente all’attività canora, inizia a lavorare come fattorino presso la Jacky Maeder diretta da Eugenio Klopfer, una multinazionale svizzera nel settore delle spedizioni internazionali, imparando un mestiere che ancora oggi esercita. Ha quattro figli: Giuseppe, Valentina, Mirko e Carolina. È nonno di tre bellissime nipotine: Nora, Leila e Gaia. Vive sempre a Napoli con la compagna Anna. Ha scritto un libro, "29 settembre 1953", che affonda le radici anche nella Valle Caudina del secolo scorso (Pisapia Official)

101 Storie Zen - 4. Obbedienza. | SAGGEZZA

101 Storie Zen 

4. Obbedienza.

Le lezioni del maestro Bankei non erano frequentate solo dagli studenti di Zen ma anche da persone di ogni ceto e di ogni setta. Lui non citava i sutra né si dilungava in dissertazioni dottrinali. Al contrario, le parole gli uscivano direttamente dal cuore e raggiungevano il cuore di chi lo ascoltava.

Che lui avesse un pubblico tanto numeroso fece infuriare un prete della setta Nichiren, perché tutti i suoi seguaci lo avevano abbandonato per andare a sentire lo Zen. L'egocentrico prete Nichiren si recò al tempio, risoluto ad avere un contraddittorio con Bankei.

«Ehi, insegnante di Zen!» gridò. «Aspetta un momento. Chi ti rispetta obbedirà a quello che dici, ma un uomo come me non ti rispetta. Puoi convincermi ad obbedirti?». «Vieni qui accanto a me e te ne darò la prova» disse BankeiCon aria altera, il prete si fece largo in mezzo alla folla e si avvicinò all'insegnante. Bankei sorrise. «Vieni qui alla mia sinistra» Il prete obbedì. «No,» disse Bankei «parleremo meglio se ti metti alla mia destra. Vieni da quest'altra parte». Con aria sprezzante il prete passò dall'altra parte. «Come vedi,» osservò Bankei «tu mi stai obbedendo, e io trovo che sei veramente gentile. Ora siediti e ascolta».

A cura di Nyogen Senzaki e Paolo Reps

 101 Storie Zen

Con il termine zen (禅) ci si riferisce a un insieme di scuole buddhiste giapponesi che derivano per dottrine e lignaggi dalle scuole cinesi del buddhismo Chán a loro volta fondate, secondo la tradizione, dal leggendario monaco indiano Bodhidharma. Per questa ragione talvolta si definisce zen anche la tradizione cinese Chán, ma anche le tradizioni Sòn coreana e Thiền vietnamita. Immagini tratte dalla rete. Fonte: Scienza Sacra

domenica 1 ottobre 2023

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PINO GRAZIOLI in VALLE CAUDINA #goliardia

PINO GRAZIOLI in VALLE CAUDINA #goliardia

 

MOBY PRINCE, prima della collisione | documentario

 MOBY PRINCE, 
prima della collisione

PRIMA
Il disastro del Moby Prince è stato un sinistro marittimo avvenuto la sera del 10 aprile 1991, quando il traghetto Moby Prince, di proprietà della Nav.Ar.Ma., entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno.

In seguito all'urto si sviluppò un vasto incendio, alimentato dal petrolio fuoriuscito dalla petroliera, che avvolse il traghetto e causò la morte di tutte le 140 persone che, tra passeggeri ed equipaggio, si trovavano a bordo; l'unico sopravvissuto fu il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. Non è mai stato possibile stabilire esattamente quanto greggio sia stato versato sul Moby; secondo l'ing. Del Bene, nominato come consulente di parte civile nel processo, si trattò di una quantità compresa tra le 100 e le 300 tonnellate. (@mobyprince1744)

MISTERO CAUDINO - Il Satiro Caudino con Pantera rinvenuto tra il 1747 e il 1748 #perle

IL MISTERO DEL SATIRO CAUDINO CON PANTERA, LA STATUA RINVENUTA A BONEA TRA IL 1747 E IL 1748

Ventiquattro anni fa il Laboratorio di Restauro del prestigioso Museo Archeologico Nazionale di Napoli realizzò una riproduzione del Satiro Caudino. La scultura venne realizzata con il contributo economico della Travi Sud su commissione dell'allora amministrazione comunale della cittadina Caudina di Bonea.

La replica conforme all'originale è stata fissata su di un masso rinvenuto proprio in località San Biagio durante uno scavo archeologico realizzato a luglio del 1998. La statua "vera" è custodita da secoli nel Museo della metropoli Partenopea, Una storia quasi dimenticata che sale alla ribalta in un momento importante per la Valle Caudina. Le ultime polemiche sulla storia Caudina, apparse sulle nostre colonne digitali, hanno riacceso l'interesse sulla ricostruzione storica di una terra che vanta uno degli episodi più importanti della storia Romana e non solo: la battaglia delle Forche Caudine, datata 321 avanti Cristo.

Museo Archeologico Nazionale Napoli

Nel 1737, appena dieci anni prima del ritrovamento molto particolare, il Cavaliere Ramsay introdusse per primo nella Massoneria, almeno in modo esplicito, il mito (nel senso tradizionale della parola) della discendenza dai Cavalieri Templari di un ramo massonico, quello di origine scozzese e giacobita, il quale si sarebbe originato dalla fusione di Logge Muratorie scozzesi con un gruppo di Templari rifugiatisi in Scozia al tempo della persecuzione di Filippo il Bello e di Clemente V

Satiro Caudino e Pantera

VILLA COCCEIO

L'area dove venne ritrovato il Satiro Caudino, secondo gli esperti, coincide con l'ubicazione della “Villa di Cocceio”, anch'essa situata a San Biagio di Bonea. La villa è famosa perché venne citata da Orazio nella descrizione del suo viaggio da Roma a Brindisi, via Valle Caudina. Questa sarebbe la prova indiscussa della rilevanza storica del luogo, contestata dall'editore Arturo Bascetta. In ogni caso la Nuova Caudium, oltre alla statua in questione, con tanto di pantera, non dovrebbe ignorare un notevole strato di reperti archeologici risalenti all'epoca romana. Un tesoro unico che potrebbe attirare turisti, non tombaroli, da queste parti.

Infatti, sotto i terreni corrispondenti ai casali di Bonea e di Varoni di Montesarchio, è ufficialmente custodita la villa dell'imperatore romano Marco Cocceio Nerva, vissuto nel I secolo dopo Cristo, fondatore della dinastia degli Antonini, precedentemente appartenuta al nonno, console e senatore romano, da cui la ereditò.

La Villa Caudina è citata da Orazio nella quinta Satira come tappa di ristoro del suo viaggio con Virgilio verso Brindisi. All'epoca viaggiarono sulla regina delle strade, alias la Via Appia, ancora al centro di discussioni storiografiche.  L'ubicazione della villa della famiglia Cocceio è certa, così come attestato dai primi scavi di Amedeo Maiuri nel 1959 e da quelli più recenti, che hanno rinvenuto resti e ambienti dell'edificio sempre nei territori circostanti la Chiesa di San Biagio di Bonea e l'attiguo cimitero.

Il Mistero del Satiro

Il Satiro Caudino venne trovato in un giardino pieno zeppo di reperti misteriosi. Un episodio che avrebbe potuto trasformare la Valle in un gigantesco museo a cielo aperto. Perché vennero subito interrati? 

Secondo le fonti ufficiali, all'epoca i lavori per la ricerca dei tesori Caudini vennero bruscamente interrotti a causa di una mancanza di risorse economiche. I più scettici, invece, ipotizzano una clamorosa razzia da parte dei tombaroli, i maledetti ladri di storia. Nessuno potrà mai svelare il mistero legato agli scavi lampo di Bonea. Il giardino Caudino, in effetti, potrebbe essere visto come il luogo-simbolo del viaggio dell’anima pagana attraverso il complesso simbolismo dei viali, degli alberi e degli arbusti che ornano le costruzioni ai piedi delle colline del Taburno

Ad ogni modo, sono visibili, nel muro che delimita la suddetta area cimiteriale, resti di opus incertum e reticulatum, presumibilmente appartenenti a un corpo dell'antica villa. L'importante scavo di fine anni Cinquanta portò alla luce anche oggetti in terracotta, monete e frammenti di vetro.

La Valle Caudina aveva tutte le caratteristiche per onorare degnamente quella divinità complice di Pan e Dioniso, che abita nei boschi e sulle montagne. È una divinità minore, personificazione della fertilità e della forza vitale della Natura, connessa con il culto dionisiaco diffuso a Caudium. Il Satiro dovrebbe essere stato ispirato a un possibile prototipo bronzeo, databile genericamente al II-I secolo avanti Cristo. Quel soggetto fu più volte copiato in età imperiale, trovando forse impiego come ornamento da giardino in enormi ville.

La statua, ritrovata in Valle Caudina, è legata al culto di Dioniso, il dio del vino. Il Satiro Caudino, ricordiamo, è accompagnato da una pantera. Guarda caso proprio l'area di Bonea è conosciuta ovunque per l'ottima qualità della Falanghina del Taburno. Questo è un dato di fatto. 

Il Vino di questa terra è davvero magico e si presta bene per trasformarsi in un trampolino ideale per viaggi metafisici, alcolici e bucolici. Dalle nebbie delle antiche conoscenze, la sapienza divina si manifesta attraverso questa raffigurazione statuaria e le usanze di riti sopravvissuti nel tempo.

Dioniso era anche dio della Natura selvaggia ed era in relazione con il regno dei morti. Il Dio nelle sue manifestazioni era accompagnato dal suo corteo composto da Baccanti, Sileni, Satiri, Ninfe, pantere e leoni

Le Baccanti erano sacerdotesse che avevano il potere di addomesticare animali feroci come le pantere e i leoni; le loro braccia durante alcuni rituali erano avviluppate da numerosi serpenti, attratti, come anche per gli altri animali, dalla loro forza armonizzatrice. I componenti del corteo erano tutti invasi dello spirito divino di Dioniso animali compresi. Una forza cosmica primordiale alla base dell’ordinamento universale del creato li pervadeva. 

Nel corso dei secoli, l’uomo-Dio è ritornato ad assumere le sembianze e lo status di uomo-terrestre perdendo tutti i suoi poteri protonaturali e sovrannaturali; gli animali gli si voltarono contro e diventarono così suoi nemici. L’uomo primigenio si scisse in due parti: l’anima terrestre restò legata alle forze terrestri e in balia del caso; mentre l’altra metà, quella divina, cadde nell’oblio e vaga negli spazi ultrastellari, nella vana attesa di ricongiungersi con l’altra metà terrestre.

La statua del Satiro Caudino è lì a ricordarci l’età dell’oro, tempo in cui gli esseri umani, Caudini compresi, vivevano come Dei e gli animali altro non erano che una propaggine del Dio-Uomo. Si osservi bene lo sguardo del Satiro che osserva la pantera con naturale compiacenza; e l’atteggiamento umano della pantera che alza la testa in segno di profonda unione spirituale con il Dio pagano.

I satiri sono generalmente raffigurati come esseri umani barbuti con orecchie, corna, coda e zampe caprine o equine. Comicamente orribili, hanno capelli simili a una criniera o calvi, visi ferini e nasi camusi e vengono sempre mostrati completamente nudi. Il loro aspetto perse gradualmente, con il passare del tempo, qualche attributo animale. 

Vengono anche rappresentati come esseri lascivi, spesso dediti al vino, alla musica, a danzare con le ninfe e a suonare l'aulòs. Talvolta sono raffigurati con una vistosa e permanente erezione. Erano compagni del dio Dioniso e si credeva abitassero in luoghi remoti, come i boschi, le montagne ed i pascoli del Partenio e del Taburno. Spesso tentavano di sedurre e violentare le ninfe o donne mortali allo stesso modo, di solito con scarso successo.

Nella mitologia greca si narra che i satiri fossero grandi suonatori di flauto e che facevano incantare con la loro musica. Del mito del Satiro parlano molte fonti classiche, tra cui Ovidio, nel Libro VI delle Metamorfosi; esso è citato anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri ed appare anche sul Cratere di Assteas, custodito presso il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino. Così volle il Fato. Il Satiro svolge un ruolo anche nell'estetica di Nietzsche: nella Nascita della tragedia nello spirito della musica, l’uomo originario, «l’uomo vero, il Satiro barbuto», denuncia la civiltà come illusione. 

"Al fondo dell’arte, e della civiltà che grazie ad essa si inaugura, resta dunque la consapevolezza angosciosa di uno stato di natura dominato dal dolore. A questo stato di natura l’uomo greco dà le forme di un essere primitivo, semi-animalesco – il Satiro –, che corrisponde ad uno stadio pre-umano dell’umanità stessa, anteriore ad ogni forma di civiltà, e dinanzi al quale ogni civiltà si svela come menzogna, in quanto si edifica sull’occultamento del dolore".

Per i Romani probabilmente la pantera era il Genio protettore del dio e le pantere trainano il carro nuziale con Bacco e Arianna. La simbologia della pantera può essere legata alla sua ferocia, un animale notturno e temibile che potrebbe rappresentare le pulsioni più sfrenate, irrazionali che colpiscono l’uomo da ubriaco. Inoltre, pare che la pantera sia sempre assetata e quindi il modo migliore per cacciarla era farle trovare del vino per farla ubriacare. Per stendere la Pantera Caudina ci volle qualche litro in più di nettare degli Dei...

Cratere di Assteas

Chiudiamo questo approfondimento speciale de Lo Schiaffo 321 rivelando un misterioso collegamento tra la statua del Satiro Caudino ed il  lato oscuro del vaso di Assteas, custodito nel Museo Archeologico del Sannio Caudino:

"Quando parliamo del cratere di Europa Assteas, non dobbiamo dimenticarci che presenta un secondo mito che si trova sul lato opposto del vaso. Interessante al pari del mito di Europa: quello del corteo bacchico. Dioniso, contrariamente a quanto si pensa, non è solo il dio del vino. Egli rappresenta il delirio orgiastico, la spensieratezza, l'estasi e la liberazione dei sensi. È rappresentato nudo, al centro, mentre stringe nella mano destra il tirso, un bastone di ferula sormontato da una pigna e nella sinistra due uova (simbolo della rinascita ed elemento onnipresente nelle religioni misteriche). 

Le Menadi e i Satiri compongono il tiaso (corteo) e seguono il dio muovendosi in un ritmico passo di danza. Ognuno di loro porta con sé un oggetto che servirà al rito baccanale, per lo più strumenti musicali o recipienti portatori. Oltre a Dioniso, si riconoscono Sileno, il vecchio satiro ritratto sul registro superiore mentre agita un tamburino, e Pan, il satiro alla destra di Dioniso che stringe un tirso nella mano destra e una phiale (antico vaso rituale greco) nella sinistra. Il ceramografo Assteas fece di tutto per accontentarlo, rappresentando nel dettaglio due miti spettacolari come se fossero scene di una pellicola o di un libro".

RIFLESSIONI

Sarebbe bello riappropriarsi del Satiro Caudino, ora che c'è la struttura idonea ad ospitarlo, per sempre, nella sua Terra. Tanto Napoli è una Capitale Mediterranea ricca di Arte e Archeologia. A loro non cambierebbe nulla, a noi tutto: dal MANN al MANSC. 

er dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete.

UNIONE DEI COMUNI CAUDINA UNITA! Dopo nove anni qualcosina si muove: «Momento storico!» | CAUDIUM

UNIONE DEI COMUNI CAUDINA UNITA! Dopo nove anni qualcosina si muove.

Dopo nove anni dalla nascita, sulla carta, dell'Unione dei Comuni Caudini ecco un ottimo segnale politico per non perdere definitivamente i finanziamenti progettuali, voti di bacino e la speranza di poter concretizzare un cambiamento necessario, seppur lento e macchinoso. La riunione in Regione Campania del 27 settembre ha tutte le carte in regola per essere la pietra miliare della (ri)nascita della Città Caudina. 

«Oggi abbiamo gettato le basi per determinare lo sviluppo futuro della Valle Caudina, un momento che definirei storico. Avere una visione comune che si fondi su una coesione territoriale autentica e mostrare capacità progettuale per farsi trovare pronti quando le risorse della nuova programmazione entreranno nella disponibilità della Regione Campania con l’obiettivo di individuare una vocazione territoriale forte e per rimediare ai limiti infrastrutturali che il territorio indiscutibilmente presenta, questa è la strada. Passo successivo sarà l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente presso la giunta regionale della Campania per fare un’analisi attenta del territorio con l’obiettivo di definire la strategia da implementare ed arricchire il documento programmatico già presentato dall’Unione dei Comuni».

Petrecca e Discepolo

Airola, Arpaia, Bucciano, Bonea, Cervinara, Forchia, Moiano, Montesarchio, Pannarano, Paolisi, Roccabascerana, Rotondi e San Martino Valle Caudina hanno dato il via ad una progettazione insieme all'Architetto Bruno Discepolo, assessore regionale campano al Territorio e all'Urbanistica e al consigliere regionale Maurizio Petracca. 
A Napoli, all'interno del prestigioso Palazzo Santa Lucia, rinasce l'unità di ben tredici Comuni Caudini, divisi tra la provincia di Avellino e di Benevento con una popolazione di circa sessantamila abitanti, senza contare gli emigranti, partiti dalla Valle e sparsi in tutto il mondo.

«Le risorse – ha dichiarato pubblicamente su il consigliere Petracca  – ove mai il Governo dovesse finalmente decidere di trasferircele, non rappresentano un problema, il punto è costituito dalla capacità di progettazione che i livelli locali devono necessariamente mostrare. Alla base serve, perciò, uno sforzo di elaborazione di una proposta complessiva su cui immaginare lo sviluppo del territorio. E’ questo l’approccio che consentirà quel salto di qualità a cui tutti tendiamo».

Infrastrutture, efficientamento energetico, agricoltura di qualità, tutela del territorio, sostenibilità ambientale, turismo e cultura sono gli assi intorno ai quali far ruotare la pianificazione così come è stato illustrato dagli amministratori presenti alla riunione regionale.

“Con l’avvio della pianificazione sulla Città Caudina – così conclude l'Irpino del Partito Democratico di Vincenzo De Luca – a cui si aggiungono le azioni messe in campo con l’area Snai della Città dellAlta Irpinia e l’inizio del percorso operativo del masterplan della Valle dell’Ufita si sta definendo un processo di programmazione importante, che coinvolge vaste aree del nostro territorio irpino e che vede la Regione Campania affiancarsi e sostenere questo processo al quale affidiamo le strategie di sviluppo del futuro prossimo. C’è molto da lavorare e molto da fare, ma ci sono tutte le premesse per fare bene. Sta ai livelli territoriali mostrare un’incisiva capacità di autodeterminazione in termini di crescita”.

Domenico Matera

Il Senatore Caudino Domenico Matera di Fratelli d'Italia, membro di spicco della IV Commissione permanente alle Politiche dell'Unione Europea, è chiamato a dare seguito a questa battaglia per continuare questo percorso, vitale e possibile, per l'intera Valle Caudina, da Luzzano a Pannarano, da Montesarchio a Cervinara, da San Martino a Paolisi, da Moiano a Roccabascerana, da Luzzano a Cirignano, da Rotondi a Bonea, da Forchia ad Arpaia, da Airola a Tufara Valle, da Bucciano a Sant'Agata de' Goti.

«Questo primo anno in Senato mi ha dato la possibilità - ha detto un Matera sorridente - di portare a Roma le istanze del nostro territorio, lavorando ed impegnandomi costantemente per non disattendere la fiducia espressa dagli elettori un anno fa. Al servizio della gente, con amicizia e lealtà».



Riflessioni
Il 4 ottobre l'Unione dei Comuni della Valle Caudina festeggia (?) i primi nove anni di vita amministrativa e politica. Da quel lontano 2014 ad oggi sono emerse tantissime difficoltà, alimentate da trame disfattiste e anti-Caudiniste portate avanti in silenzio e all'oscuro delle masse inconsapevoli. 
Ci avviciniamo al decennale di una Città Caudina che potrebbe, davvero, dare un sonoro schiaffo a questa situazione di perenne stallo, caratterizzato da spaccature, inciuci, polemiche, strategie e divergenze che appaiono grottesche, controproducenti e partorite da menti mediocri. 
La bella Napoli è una tappa storica, ma a nostro avviso prettamente simbolica. Siamo convinti, altresì, che debba essere il Popolo Caudino a dover dare un forte segnale dal basso. 
Bisogna marciare uniti e unite verso lo sviluppo dei servizi e la crescita qualitativa della Nuova Caudium. 
I politici ed i politicanti di turno passano ciclicamente. 
Caudium ed i suoi sogni di gloria restano perpetui. 


Purtroppo, la fantasia e l'immaginazione rischiano di trasformarsi in incubi angoscianti, pieni zeppi di rimorsi e rancore per quello che si sarebbe dovuto fare. Tante chiacchiere e poche azioni per preservare le Nuove Generazioni, figlie di quel che resta del Popolo Guerriero Caudino. Analizziamo gli errori e gli orrori del passato e lavoriamo sul presente.  
Care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo 321, il Futuro è maturo.
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sabato 30 settembre 2023

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PINO GRAZIOLI in diretta dalla Valle Caudina. Famiglia Caudina ospita una signora napoletana in difficoltà | CAUDIUM


PINO GRAZIOLI in diretta dalla Valle Caudina. Famiglia Caudina ospita una signora napoletana in difficoltà

Il simpatico e irriducibile Pino Grazioli, noto personaggio televisivo, che incarna il giornalismo d'assalto armato di telefonino, è tornato in Valle Caudina non per denunciare degrado e affini, bensì per dare una speranza a Nonna Vanda, la pittoresca nonnina famosa in tutta Italia grazie alle dirette sui vari canali gestiti dal mitico Pino, sempre sul pezzo.

Nonna Vanda

Le dirette del noto giornalista partenopeo vengono sempre seguite da migliaia di persone, con picchi d'ascolto da brividi. Se ieri i meno fortunati si affidavano alla politica sociale, oggi i social danno una mano concreta a chi ha bisogno di attenzioni. Basta un videomessaggio e Pino Grazioli vi ascolta. Da anni macina chilometri fiutando i casi più estremi di Napoli e provincia, senza disdegnare l'entroterra campano, un pozzo inesauribile per i collegamenti dal vivo. Da segnalare la collaborazione con l'animalista di punta, il combattivo Enrico Rizzi.

Grazioli e Rizzi

I protagonisti di questa favola moderna sono la signora Vanda, una povera donna in difficoltà, la vivace redazione di Pino Grazioli e Pino Grazioli stesso. Alla guida della sua auto si è fiondato a Cervinara per lasciare, in buone mani, la povera Vanda in cerca di sorrisi ed affetto, nonostante un caratterino sui generis.

NONNINA

Dopo un lungo viaggio la Nonnina 2.0 ha abbracciato la nuova famiglia calorosa, capace di accollarsi un personaggio scomodo, con tanti pregi e qualche difettuccio. Infatti, sono molte le persone che hanno sventolato la bandiera bianca, chiamando in fretta e furia il povero Pino, implorandolo di andare a riprendersi la vecchietta, capace di non perdere la pazienza e la speranza di vedere la Nonna Vanda al calduccio, specialmente con un inverno rigido alle porte.

L'ennesimo caso con persone in reali difficoltà, al limite del decoro, salvate dal mondo digitale di Grazioli, a nostro avviso, dovrebbe far riflettere le Caudine ed i Caudini. Potrebbero emergere, di prepotenza, le reali potenzialità di un territorio ricco di risorse, umane, geopolitiche ed etiche.

Un sorriso dalla Valle Caudina. 

Grazie Pino Grazioli

Benvenuta Nonna Vanda!

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