domenica 10 dicembre 2023

La Valle Caudina si prepara all'arrivo di Babbo Natale. Chi è costui? #perle

La Valle Caudina si prepara all'arrivo di Babbo Natale. Chi è costui?

Babbo Natale, come ogni anno, entrerà nelle case Caudine per portare doni e dolciumi, senza farsi vedere. Il clima festoso che avvolge sempre di più tutta la Valle, bella come non mai, ormai dilaga nelle strade e nei quartieri. Mettendo da parte l'aspetto prettamente religioso, legato alla Tradizione Cristiana, appare evidente il ruolo predominante di Babbo Natale, l'icona consumista per antonomasia delle festività occidentali.

Eppure, in pochi conoscono la vera storia del personaggio presente in molte culture della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in Giappone e in altre parti dell'Asia orientale. Nell'immaginario popolare moderno viene rappresentato come un uomo anziano e corpulento, vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi con bordi di pelo bianco, che viaggia senza protezioni per tutto il mondo sponsorizzato dalla Cocacola. Distribuisce regali ai bambini educati e benestanti la notte della vigilia di Natale, mettendo in secondo piano addirittura la nascita del figlio di Dio

Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus oppure Father Christmas nei paesi anglofoni, derivano principalmente dallo stesso personaggio storico: San Nicola, vescovo di Demre, città situata nell'odierna Turchia, di cui per esempio si racconta che ritrovò e riportò in vita tre fanciulli, rapiti e uccisi da un oste. Per questo era considerato il Protettore dei bimbi. San Nicola morì il 6 dicembre 343 e divenne molto popolare, soprattutto per i miracoli che gli erano stati attribuiti. Per molti secoli il culto di San Nicola prevede anche di fare regali ai bambini, come avviene ancora oggi in molti paesi nordici. 

L’iconografia di San Nicola cambia e si avvicina a quella classica delle divinità, rappresentate sempre con la barba bianca e gli abiti di pelliccia L'appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di San Nicola, considerato il proprio patrono da parte delle città di Bari, Lecco, Ortueri, Sassari, Amsterdam e della Russia di Putin, protegge adulti, marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, venditori ambulanti, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno e detenuti.  

In realtà la maggioranza delle famiglie Caudine, almeno fino agli anni Novanta, erano "devote" prevalentemente alla Befana ed il personaggio barbuto, dal frustino facile per spronare le povere renne infreddolite, è cresciuto solo con la caduta del Muro di Berlino, in concomitanza all'affermazione del consumismo di matrice angloamericana, vincente dopo il crollo del blocco comunista. 

Le bambine ed i bambini Caudini, in effetti, aspettano a braccia aperte i regali materiali e mettono in secondo piano la nascita del piccolo Gesù in una grotta palestinese al freddo e al gelo, senza bue ed asinello (dipende dal Vangelo). La mentalità superficiale negli ultimi tempi ha affossato il mondo Cattolico su questi temi delicati. Un tempo le Chiese Cattoliche erano sempre affollate di fedeli, non solo alla celebrazione della Vigilia e/o del Santo Natale. La massiccia affluenza di Donne e Uomini, stando alle ultime statistiche, ha cambiato pellegrinaggio e si è riversata in massa nei centri commerciali, i nuovi templi dedicati tutti al fascino e alla potenza del Dio Denaro. L’iconografia del simbolo caratteristico di fine dicembre nel corso del tempo è stata stravolta. Babbo Natale all'inizio era incarnato da un uomo di origini turche dalla pelle olivastra alto, snello e vestito con abiti verdi molto semplici.

Ormai sono anni che circola la tesi del Babbo Natale originale in Verde, cancellato dal redditizio Babbo Natale Rosso, utilizzato magistralmente da una nota multinazionale che vende bibite gassate al gusto di cola. Un esempio pratico di come il consumismo materialista si sia inserito, a gamba tesa, in eventi legati alla Tradizione e di riflesso alle religioni. 

In effetti le origini storiche si legano anche alla tradizione nordica di Odino, figura affascinante che regalava dolciumi ai più piccoli. Prima della conversione al Cristianesimo, il folclore dei popoli germanici, incluso quello inglese, narrava che il Dio Odino ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo di Yule, il solstizio invernale, accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di San Nicola.

VERDE AVELLINO

Ad Avellino è in forte crescita il recupero della tradizione estetica del vero Babbo Natale. Complice la società sportiva calcistica ha anche messo in commercio i Cappucci verdi natalizi alla San Nicola, versione originale. La genesi di questa riscoperta sarebbe figlia della fede calcistica. Leggenda narra che in alcune trattorie della provincia Irpina, specialmente nel periodo delle feste, tenesse banco questa versione alcolica dei fatti. Semplice: l'Avellino è verde, Babbo Natale è verde, Babbo Natale tifa Avellino, non la Bari

Anche in Inghilterra Babbo Natale diventa verde. Nella terra della Perfida Albione inizia ad essere raffigurato come un santo, barbuto e coperto da un mantello vescovile verde. In testa un cappuccio anch'esso dello stesso colore e un pallino bianco sulla punta. A Boston diventa rosso a seguito dell’illustrazione di alcune cartoline di Natale ad opera del tipografo Luigi Prang. Da questo momento, Babbo Natale rosso inizia a prendere piede, fino a fondersi nel cervello delle masse con la storica pubblicità della bevanda al gusto di cola con le bollicine.

Il primo rosso

Sfatiamo un mito. Non fu la Cocacola la prima ad utilizzare il vecchietto. Per la precisione nel 1923 la pubblicità della White Rock, un’azienda di bibite gassate, vestì Babbo Natale di rosso, in anticipo di otto anni rispetto alla famosa pubblicità della Cocacola. Per qualche decennio, convissero diverse rappresentazioni di Babbo Natale verde e rosso. Nel 1927 il New York Times potrebbe aver ispirato i pubblicitari con una descrizione esemplare della versione contemporanea:

“Un Babbo Natale simbolico appare ai bambini. Altezza, peso, statura, sono ormai gli stessi in modo preciso, come i vestiti rossi, il cappuccio e la barbona bianca. Il sacco pieno di giocattoli, le guancione e il naso rossi, le ciglia cespugliose e l’effetto panciuto sono parti inevitabili per un camuffamento perfetto”.

La leggenda di Babbo Natale fece poco prima il giro del mondo riscuotendo successo in Inghilterra ed America, quest’ultima la Madrepatria da cui arriva la figura riconosciuta ovunque. Nel 1860 il Presidente americano Abramo Lincoln incaricò il caricaturista Tommaso Nast di ridicolizzare l’immagine del Babbo Natale tedesco. Il caricaturista lo ingrassò molto e aggiunse il cinturone nero per evidenziarne la pancia, collocandolo in Polo Nord e facendogli delle buffe guance rosse. Questa scelta del Presidente Americano era una forma di guerra psicologica nei confronti della Germania.

SAN NICOLA

In ambito religioso ricordiamo le preoccupazioni a causa della riforma protestante del XVI secolo. Martin Lutero vietò la venerazione di tutti i santi cattolici e Babbo Natale stava per essere censurato. Stando all'atmosfera repressiva la festività di San Nicola stava per essere cancellata per sempre. La tradizione legata a questa festa, però, era talmente sentita dalla popolazione che in tanti decisero di non rinunciare all’usanza di fare regali ai bambini per la celebrazione del Natale. 

A quel punto ogni nazione europea adottò il proprio San Nicola. In Inghilterra divenne un anziano con la barba, ritenuto nella leggenda l’aiutante di San Nicola, mentre in Germania divenne Christkind. Era usanza di Christkind visitare le case la sera della vigilia mentre la famiglia era riunita per la cena. Di solito, quando la cena era terminata e si stavano consumando i dolcetti, uno dei due genitori si allontanava e poco dopo tornava annunciando di aver visto Christkind depositare i doni. Ovviamente i bambini si precipitavano, ma non vedevano mai nessuno. La casa però era piena di doni per premiare la buona condotta dei più piccoli, tenuti a bada da questo patto scritto, con tanto di lettera messa sotto il piatto del Capofamiglia.

residenza

La dimora tradizionale di Babbo Natale cambia a seconda delle tradizioni. Negli Stati Uniti si sostiene che abiti al Polo Nord, guarda caso in Alaska, mentre in Canada il suo laboratorio è indicato nel nord del paese; in Europa è più diffusa la versione che lo colloca in un villaggio vicino alla città finlandese di Rovaniemi, in Lapponia, esattamente sul Circolo Polare Artico

Secondo i norvegesi la sua residenza è Drøbak, dove si trova l'ufficio postale di Babbo Natale. Altre tradizioni parlano di Dalecarlia, in Svezia, e della Groenlandia. I tifosi dell'Avellino, goliardicamente, credono che abbia una villetta a San Nicola Baronia, utilizzata spesso in estate quando la mole di lavoro è bassa. Nei paesi dove viene identificato con San Basilio viene talvolta fatto abitare a Cesarea in Cappadocia. 


consegne

Svelato il profondo mistero delle pioneristiche consegne capillari ed esemplari, tanto da mettere in imbarazzo Amazon. Una fisica dell'università inglese dell'Exeter, Caterina Sheen, si è servita della teoria della relatività di Alberto Einstein per spiegare come Babbo Natale riesca a consegnare in una sola notte regali ai 700 milioni di bambini sparsi per il mondo, calarsi nel camino e arrivare senza farsi sentire. Secondo la sua teoria, elaborata per essere presentata ai bambini al Festival della scienza del Natale, Santa Claus e le sue renne sfrecciano per il mondo ad una velocità tale - secondo la teoria della relatività - da restringersi, consentendo a Babbo Natale e al suo grosso sacco carico di doni di calarsi agilmente nel camino. 

Sheen ha calcolato che Papà Natalino e le sue renne devono viaggiare a circa 10 milioni di chilometri l'ora per consegnare i regali a tutti i bambini la notte di Natale nell'arco di 31 ore (se si considerano i diversi orari di tutti i paesi del mondo). Quindi 200.000 volte più rapidi dell'atleta giamaicano Bolt, l'uomo più veloce del pianeta. Ecco perché Babbo Natale non viene mai visto mentre consegna i regali. E sempre la teoria della relatività, che rallenta lo scorrere del tempo sugli orologi, spiega perché Babbo Natale non sembra invecchiare mai.

HO HO HO

Il fenomeno fisico che consiste nel cambiamento apparente, rispetto al valore originario, della frequenza o della lunghezza d'onda percepita da un osservatore raggiunto da un'onda emessa da una sorgente che si trovi in movimento rispetto all'osservatore stesso fa sentire più forte il suono di una sirena quando si avvicina e più basso quando si allontana. Questo spiegherebbe perché nessuno riesca mai a sentirlo arrivare. Il suono delle campane della sua slitta ed il suo famoso 'ho, ho, ho' diventano più forti per poi attutirsi, perché si muovono oltre la soglia dell'udito umano. Se dovesse quindi capitare di sentire un botto nella notte di Natale, conclude Sheen, è colpa delle renne. Quando infrangono la velocità del suono, producendo un 'boato sonico', più o meno come un Pallone di Maradona

Con tutto il rispetto per Babbo Natale, noi preferiamo di gran lunga la Befana Tricolore.

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