lunedì 31 luglio 2023

Il Libro Perduto del Dio Enki - Tavoletta Nona - Parte Terza | AUDIOLIBRO

Nona Tavoletta - Parte Terza

Zaccaria Sitchin è stato uno scrittore azero naturalizzato statunitense. 

È stato autore di molti libri sulla cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia, e sostenitore della "teoria degli antichi astronauti" come spiegazione dell'origine dell'uomo. Le speculazioni di Sitchin, basate sulla sua personale interpretazione dei testi sumeri, vengono considerate pseudoscienza e pseudostoria dalla comunità scientifica, rifiutate da scienziati, storici e accademici.

Inoltre le teorie e i libri di Sitchin sono stati fortemente criticati per ragioni quali la mancanza di conoscenze o studi specifici sull'archeologia mesopotamica e sulla storia del Vicino Oriente antico, congiunta ad una metodologia difettosa nello studio dei testi antichi sumerici, traduzioni errate di tali testi e affermazioni astronomiche e scientifiche che non corrispondono alla realtà.

Egli attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Elohim (in ebraico) o Anunnaki (in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru nei testi Sumeri e in quelli Babilonesi Marduk, un ipotetico pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese. L'esistenza di corpi celesti oltre Nettuno, di grandi dimensioni è comunque tuttora oggetto di dibattito, specialmente dopo la scoperta di Sedna.

domenica 30 luglio 2023

LA CAUDIUM PAGELLA della settimana

dal 11.7.23 al 30.7.23

La Caudium Pagella è una rubrica goliardica e non che nasce per dare i voti ai personaggi e/o alle notizie del mese traendo spunto direttamente dalla stampa locale. Segnalaci qualcosa che a tuo parere merita di passare sotto le Forche Caudine de Lo Schiaffo 321. Non dimenticare la fonte e l'ironia.

10#RADIO CITTA' CAUDINA

“Radio Città Caudina” l’emittente tutta Caudina ascoltata anche in Finlandia. La bellissima notizia è di ieri pomeriggio ,infatti grazie alle condizioni atmosferiche di questi giorni, la radio di San Martino ha ricevuto un Rapporto di Ascolto inviato dal sig. Jim Solatie di Espoo, cittadina di 60.000 abitanti situata a sud della Finlandia. La “propagazione favorevole” avviene poche volte l’anno, in pratica, ci spiega Massimo Palumbo responsabile della radio, si verifica quando le onde elettromagnetiche coprono distanze immense, riuscendo così a raggiungere posti lontani in tutto il mondo e si verifica poche volte all’anno ,e proprio grazie a questo fenomeno che l’evento è stato avvertito anche in Finlandia. Pubblichiamo di seguito il rapporto di ascolto, tradotto in Italiano e inviato agli indirizzi di Radio Città Caudina qualche giorno fa dal signor Jim Solatie : ” Egregi Signori e Signora, Con piacere Vi informo che ho ascoltato la Vostra stazione Radio Citta Caudina nei 108.0 MHz. Ho ascoltato dalle 17.58-18.03 ora locale Italiana. La data era 25.7.2023. Il mio ricevitore é Perseus con una yagi-antenna. Oggi sono molto contento di potervi scrivere che ho ascoltato le vostre trasmissioni qui in Finlandia. Allego e tale scopo tre audiofile con vostro programma dalle 17.59 ora (notizie), 18.01 ora (pubblicità Top Car Service, Via Variante 97, telefono 0824 844 957) e 18.02 ora (pubblicità Nella’s pasticceria, telefono 0824 841 381). Ho 50 anni e sono presidente di Futurecode (marketing research agency) della citta di Espoo, nel sud della Finlandia. I miei hobbies favoriti sono: culturismo e ascoltare le emittenti estere con il mio radioricevitore. Qui nella citta di Espoo abbiamo un club che si dedica al radioascolto, dove si riunisce per ascoltare insieme, oppure per scambiare notizie e per scambiare materiali ricevuti dalle emittenti. Nel caso che voi possiate venire in Finlandia vi invitiamo a venire ad Espoo, sarete nostri ospiti. Grazie per le vostre trasmissioni! Spero di riascoltarvi la prossima estate quando la propagazione lo permetterà nuovamente. Vi sarò molto grato se potrete rispondere alla presente lettera confermando che vi avevo ascoltato. Auguri per le vostra attività radiofonica! Cordiali saluti e ciao a tutti voi!” (retesei.com) 

9#MATERA

Verso una giustizia giusta, confronto di Fratelli d'Italia sul disegno Nordio. Questa mattina anche a Benevento l'appuntamento promosso dal partito della Meloni in tutta Italia. “Si parla di riforma della giustizia da trent'anni e questa volta un primo passo è stato fatto, a giugno, con il disegno di legge Nordio. Ha creato dibattito e il nostro impegno è far comprendere che da garantisti, quali siamo, il lavoro dei magistrati va rispettato come va rispettata l'autonomia del legislatore”. Così il senatore di Fratelli d'Italia, Domenico Matera illustra il senso del confronto in programma questa mattina a Benevento. Un progetto sul tema “Verso una giustizia giusta – Presentiamo la Riforma della Giustizia”, presentato dal Coordinamento Provinciale del Sannio di Fratelli d’Italia presso la sede FNA Regionale Campania - Patronato EPAS. Matera ribadisce la necessità del rispetto dei ruoli “evitando il conflitto che si cerca di far partire ogni volta che si parla di giustizia”. Tra gli aspetti più controversi l'eliminazione del reato di abuso d'ufficio e Matera evidenzia “I dati statistici del 2021 indicano 5300 procedimenti e per fortuna solo 9 condanne, con 4700 provvedimenti archiviati. E' un reato spia ma che, considerato il principio della riserva legale l'articolo 25 della Costituzione, non funziona almeno per come è formulato. All'incontro gli interventi dell’avvocato Nazzareno Fiorenza (FDI) e dell'avvocato Marco Ascione (FDI). A concludere i lavori l'avvocato Simona Barbone, presidente della Camera Penale di Benevento.(ottopagine.it)

8#S.MARTINO V.C.

San Martino Valle Caudina punta sul cinema di qualità. Nelle serate dedicate alla 2^ edizione del Film Festival, verranno presentati i migliori corti degli ultimi anni prodotti dal Centro Sperimentale di Cinematografia con la cineteca storica dell’Istituto Luce, fondato a Cinecittà nel 1935, eccellenza del cinema universale, oggi nell’occhio del ciclone per le proteste da parte del mondo della cultura per il commissariamento imposto con un emendamento nel decreto Giubileo In visioni premi importantissimi come la Palma d’oro a Cannes, i Nastri d’argento, i David di Donatello, gli oscar scozzesi e altri. Saranno presenti gli autori dei vari corti. San Martino Valle Caudina, grazie all’amministrazione comunale e all’impegno del Forum Dei Giovani, torna a sognare, dopo le rassegne estive del compianto Gianni Raviele, volando alto puntando sul cinema di qualità. L’appuntamento è per le serate dal 2 al 5 agosto nel cortile del villino di Carlo Del Balzo. (irpinianews.it)

7#PAGLIUCA

Avellino Scuola, Petitto: Fiorella Pagliuca designata nuova dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale. “Con enorme piacere rivolgo le mie congratulazioni alla dottoressa Fiorella Pagliuca, designata come nuova Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Avellino. Ho avuto modo di apprezzare le competenze e le capacità della dottoressa Pagliuca nel suo ruolo di Preside dell’Istituto Comprensivo ‘Regina Margherita-Leonardo Da Vinci’, frequentato anche da mia figlia, così come in varie iniziative politiche e sociali volte al variegato panorama scolastico. Un lavoro che ora sarà allargato a tutti i livelli provinciali di istruzione, e che certamente contribuirà alla crescita della struttura scolastica per formare i nostri ragazzi che rappresenteranno la futura classe dirigente”. A parlare è il consigliere regionale Livio Petitto che annuncia la novità relativa al Provveditorato agli studi di Avellino, che non ha più un titolare dal primo settembre dello scorso anno, coinciso con il pensionamento della dirigente Rosa Grano, e rivolge gli auguri di buon lavoro a Fiorella Pagliuca che dopo l’esperienza alla guida dell’Ic “Regina Margherita-Leonardo Da Vinci”, ha ricoperto un ruolo di prestigio al Ministero dell’Istruzione. Ora, dunque, il rientro ad Avellino, alla guida della Scuola irpina.  (labtv.net)

6#SCISSIONE

Asd Sidus Rotondi, approvata scissione dalla FC Rotondi- L’ASD Sidus Rotondi comunica che è terminato con parere favorevole l’iter burocratico federale con l’approvazione della scissione dalla società A.S.D. F.C. ROTONDI, avente numero di matricola 950, a seguito della quale proseguirà l’attività sportiva nell’ambito della F.I.G.C. la società ASD SIDUS ROTONDI, avente numero di matricola 922. Il Presidente, il Consiglio direttivo e la sezione calcistica dell’associazione ringraziano il Presidente Rocco Ferraro, nonché socio fondatore della beneficiaria, tutti i dirigenti, allenatori e giocatori che si sono adoperati in questi cinque anni di calcio dilettantistico per l’impegno e per la passione profusa.  (usertv.it)

5#MANIFESTI

Stringato comunicato stampa di Cervinara ha bisogno di te, gruppo di opposizione consiliare, per denunciare che per due volte sono stati strappati i manifesti affissi sulle cantonate del paese. Ecco il comunicato. Non si sapeva e mai si poteva credere che per ben due volte tutti i manifesti, affissi in questi giorni, con il titolo, Lengua non ha più la maggioranza, sono stati da qualcheduno, stracciati. Una volta stracciati , li abbiamo rimessi, una altra volta stracciati, li rimettiamo ancora una volta. O forse no, tanto ormai tutti sanno che Lengua la maggioranza non la ha più.  (ilcaudino.it)

4#PD IRPINO

Pd irpino, l’accordo unitario non c’è più: un pezzo di quella platea oggi è a destra. Intervenga Schlein. Assistiamo da mesi a clamorose giravolte compiute con disinvoltura, nell’orbita di un centrodestra ancora alla ricerca di una sua stabilità. Non giudico scelte personali, ma via Tagliamento ha il dovere di pesarne gli effetti. De Caro lo sa bene, quei numeri non sono più reali: non serve una mozione di sfiducia contro il segretario provinciale per decretare la fine dell’attuale segreteria. (orticalab.it)

3#ASL MONTESARCHIO

Assenteismo all’Asl di Montesarchio, chiuse le indagini: ventitré persone indagate. Sono ventitré le persone che compaiono nell’avviso di conclusione di indagine come da atti del Pubblico Ministero Maria Colucci, della Procura sannita, relativamente alla vicenda di assenteismo presso l’Asl di Montesarchio. La vicenda è quella relativa di medici, dipendenti e infermieri. (ilsannioquotidiano.it)

2#TURISMO

Il turismo lento dell’Avellino-Rocchetta nel progetto della nuova società di Fs. E’ stata presentata ieri a Napoli “FS Treni Turistici Italiani”, la nuova società che nasce con la missione di proporre un’offerta di servizi ferroviari che possano far vivere il viaggio in treno come un momento integrante della vacanza ed elemento di qualità dell’esperienza turistica complessiva. Il progetto ingloba la tratta storica “Avellino-Rocchetta Sant’Antonio”, come annunciato al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, in conferenza stampa, da Luigi Cantamessa, amministratore delegato della nuova società di Fs. Il programma, che si snoderà nell’arco di un triennio, prevede investimenti, servizi, treni notturni, con l’obiettivo di promuovere un turismo ad “altra” velocità.  Tra i servizi offerti, ci saranno nuovi collegamenti su tratte a medio-lungo raggio tra le principali città italiane e località di rilevante attrazione turistica. I collegamenti offerti con treni espressi saranno composti da vetture anni ‘80 e ‘90 integralmente riqualificate e ammodernate, ad uso esclusivamente turistico, nelle officine ferroviarie di Rimini. Obiettivo fare delle carrozze ambienti di servizio differenziati come, ad esempio, ristorante con cucina espressa a bordo, vetture letto, vetture meeting, bagagliai per trasporto bici, sci e mezzi per la mobilità sostenibile. La nuova società gestirà anche le corse realizzate con i treni storici, di proprietà della Fondazione FS, in varie regioni e aree di interesse storico-paesaggistico della penisola, con programmi ad hoc e frequenze più regolari, tour che abbinano il viaggio in treno a soste per visite guidate, percorsi pedonali e degustazioni. Ed è proprio in questo segmento che si inserisce la tratta storica irpina, citata dallo stesso Cantamessa: «avremo carrozze totalmente ricostruite, con ogni comfort di bordo, per treni che toccheranno le zone più belle del Paese dove non arriva l’alta velocità. Inizialmente partiremo con una decina di collegamenti, che si amplieranno nell’arco del triennio, e copriranno le vacanze degli italiani durante tutto l’anno. Sarà un viaggio ad “altra velocità” da Sansepolcro a Terni, Rieti, l’Aquila, Sulmona, Carpinone, Benevento, Avellino, Rocchetta Sant’Antonio, e poi fino alla Murgia e a Gagliano Leuca. Un trasporto diverso ogni giorno per portare i turisti stranieri alla scoperta dei nostri campanili». (irpiniaoggi.it)

1#RDC 

Reddito di cittadinanza, Napoli, Roma e Palermo le città con più sospensioni: La mappa: Sicilia Regione più colpita. Reddito, la mappa delle sospensioni. Napoli, Roma, Palermo. Sono le province in cui le sospensioni del reddito di cittadinanza sono più numerose. La sola area di Napoli, dove non a caso sono più forti le polemiche ma anche le preoccupazioni delle istituzioni, ne conta oltre 21.500. Un numero che non ha uguali in nessuna altra parte d'Italia. La provincia di Roma segue infatti con un'altra cifra considerevole, ma pari a 12.225 comunicazioni di stop, mentre in quella di Palermo ne sono arrivate finora 11.573 (ilmattino.it)

0#CITTA' CAUDINA

Come le attività COORDINATE per l'estate.

BARBA BARBIE #goliardia

BARBA BARBIE #goliardia

 

La verità insabbiata sulla strage di Borsellino e i mandati atlantici mai perseguiti | perle

La verità insabbiata sulla strage di Borsellino e i mandati atlantici mai perseguiti 

Uno squarcio improvviso e lancinante che sconvolge una tranquilla domenica pomeriggio di Palermo. Il 19 luglio del 1992 a via D’Amelio si sente un fragoroso boato che riecheggia per tutta la città. Erano gli anni in cui la meravigliosa città siciliana si era tramutata in una sorta di Beirut. Le bombe si sentivano spesso in quell’epoca. Nemmeno due mesi prima a saltare in aria era stato un altro famoso magistrato, Giovanni Falcone, che tornava a casa sull’autostrada di Capaci.

Un attentato devastante che ha fatto saltare in aria un’autostrada, fatto mai avvenuto in Italia. Sotto quel maledetto viadotto sono stati piazzati quindici quintali di esplosivo di tipo militare. Mettiamo da parte questa informazione perché essa ci tornerà utile nel corso di questa analisi per comprendere qual è il filo rosso stragista che lega Capaci a via D’Amelio e che non porta certo nelle masserie di Totò Riina e Bernardo Provenzano.

Porta altrove, nei depositi militari della NATO dove è detenuto quel tipo di esplosivo. Questa è solamente la prima di una lunga serie di anomalie che porta molto lontano dalla pista mafiosa. Impossibile pensare che siano stati trasportati quindici quintali di esplosivo nei giorni precedenti al 23 maggio del 1992 senza che nessuno vedesse nulla.

Se è impossibile pensare che nessuno abbia visto i camion che trasportarono tale enorme quantitativo risulta molto anche difficile da credere che gli uomini che lo installarono sotto il viadotto potevano essere semplice manovalanza mafiosa ma piuttosto uomini con una formazione specifica addestrati a maneggiare quel potente e micidiale materiale.

Così muore Giovanni Falcone in un attentato che sconvolge l’Italia e il mondo e nemmeno sessanta giorni dopo viene ucciso anche il suo fraterno amico che aveva costruito a Palermo il primo vero pool antimafia della storia d’Italia, inviso al resto della ipocrita magistratura italiana che verserà le solite lacrime di coccodrillo ai funerali dei due magistrati quando nel corso della loro carriera è stata la prima a pugnalare alle spalle entrambi. Si pensi solamente al celebre tradimento che il sistema correntizio dei togati inflisse a Falcone quando nel 1988 gli sbarrò la strada per divenire il capo della procura di Palermo preferendogli Antonino Meli che si diede alquanto da fare invece per smantellare l’eredità del pool antimafia.

A distanza di più di 30 anni ogni anno i vari esponenti delle istituzioni si radunano nelle consuete e consunte celebrazioni di rito dei due magistrati nelle quali l’unica cosa che riluce è l’assoluta assenza di volontà di risalire ai veri mandanti di quelle stragi.

Ma la verità sulla morte di Paolo Borsellino non può essere trovata senza prima risalire alle menti della strage di Capaci dal momento che i due delitti sono strettamente legati e probabilmente ordinati dagli stessi mandanti.

L’inchiesta di Falcone sui fondi neri del PCI

A Roma, Giovanni Falcone non si stava occupando di mafia da diverso tempo. Era divenuto direttore generale degli Affari Penali sotto il ministero presieduto dal socialista Carlo Martelli prima che iniziasse la stagione di Mani Pulite che portò alla fine del PSI di Craxi e di un’intera classe politica.

Il mondo stava cambiando all’epoca ad una velocità impressionante. Un cambiamento voluto e guidato da determinati ambienti atlantici che avevano deciso che era giunto il momento di chiudere la stagione della cortina di ferro e di abbandonare la contrapposizione controllata tra i due blocchi.

A Mosca, regnava il caos. La stagione di Gorbachev, uomo della perestroika e considerato il vero liquidatore dell’URSS si era conclusa soltanto un anno prima. L’ex segretario del PCUS sembrava aver assolto in pieno alla sua missione di “rinnovamento” dell’Unione Sovietica che lo aveva reso così popolare tra gli ambienti frequentati dalle élite Occidentali, soprattutto il gruppo Bilderberg.

Ora la Russia si ritrovava senza una classe dirigente e al centro di una furiosa guerra tra bande. Delle bande che avevano delle profonde e strette entrature con la finanza Occidentale e che stavano letteralmente depredando il Paese.

Al Cremlino, c’era il presidente Boris Eltsin che era considerato poco più che un fantoccio nelle mani della CIA e dello stato profondo di Washington.

C’erano però uomini nella nomenclatura russa che volevano salvare il tesoro della Russia e impedire quella massiccia ondata di privatizzazioni che sono state considerate da alcuni come il più grosso furto della storia, superiore persino forse all’altra grande ruberia delle partecipazioni statali dell’Italia eseguita dagli ineffabili Mario Draghi e Giuliano Amato per conto della finanza anglosassone a bordo del Britannia.

Adamishin

Uno di questi uomini che voleva impedire il saccheggio era l’ex ambasciatore russo, Y. Adamishin, che sconvolto e furioso chiese aiuto al presidente Cossiga per fermare quel saccheggio. L’Italia aveva un ruolo chiave in questa storia perché tutto il tesoro del partito comunista dell’Unione Sovietica, il PCUS, stava lasciando Mosca per essere depositato in società di copertura italiane che erano direttamente legate all’ex PCI, già divenuto in quegli anni PDS e prescelto da Washington negli anni precedenti per traghettare l’Italia verso la prigione di Maastricht e del famigerato “vincolo esterno”.

Falcone e Stepankov

Cossiga non lasciò cadere nel vuoto la richiesta di aiuto dell’ambasciatore e chiamò Andreotti, allora presidente del Consiglio per approntare un piano e aiutare i russi. Viene deciso quindi di contattare Giovanni Falcone che inizierà ad interessarsi del caso per poi stabilire una stretta collaborazione con il suo omologo russo, il procuratore Valentin Stepankov.

Falcone e Stepankov sviluppano una reciproca simpatia e stima sin dai primi momenti e sono determinati a scoprire i nomi di coloro che stavano riciclando quella enorme massa di capitali che era passata per l’Italia. Le cifre sono di quelle da capogiro. Si parla di 989 miliardi di lire di fondi neri che sarebbero transitati da Mosca a Roma e tali fondi non erano altro che i finanziamenti illeciti dell’ex partito comunista italiano.

Per decenni, il PCI era stato un satellite controllato dal Cremlino che eseguiva ordini e istruzioni del PCUS che finanziava il primo solo a patto che fosse rispettata la politica imposta da Mosca. L’inchiesta stava decollando e Giovanni Falcone aveva in programma un viaggio a Mosca nei primi di giugno del 1992. Quel viaggio non ebbe mai luogo. Falcone venne fatto saltare in aria il 23 maggio del 1992 e la sua vita venne spezzata prima che potesse arrivare ad una verità che faceva paura ad ambienti potentissimi, menti molto più raffinate della mafia, come amava dire lo stesso magistrato siciliano.

A compiere il viaggio che avrebbe dovuto fare Giovanni Falcone furono invece altri uomini. A Mosca andarono i magistrati Ugo Giudiceandrea, Luigi De Ficchy e Franco Ionta assieme al generale dei carabinieri Antonio Ragusa e il generale della Finanza Nicolò Pollari.

Sono nomi che troveremo poi nelle cronache degli anni successivi. Pollari divenne direttore del SISMI sotto il governo Berlusconi e venne coinvolto nella vicenda del sequestro di Abu Omar nel 2003. Erano gli anni nei quali la CIA eseguiva le famigerate “extraordinary rendition”, ovvero quei rapimenti illegali di personaggi sospettati di appartenere a gruppi islamisti.

Per fare tali operazioni l’intelligence americana si serviva della collaborazione di quelle dei Paesi Occidentali, e nel caso dell’Italia ciò non costituiva un ostacolo particolare dal momento che lo Stato profondo italiano e il suo apparato di intelligence non sono altro che dal dopoguerra un feudo dell’anglosfera. Ragusa invece lo ritroveremo coinvolto in una vicenda che lo vede condannato nel 2016 per corruzione per aver fornito un appalto di informatizzazione che poi beneficiò suo genero.

Luigi De Ficchy

Il nome del magistrato Luigi De Ficchy verrà fuori in un altro scabroso caso per la magistratura italiana, quello che riguarda Luca Palamara, accusato di pilotare le nomine dei vari magistrati nelle varie procure italiane. Secondo quanto riferisce Palamara stesso, fu proprio De Ficchy ad informarlo della inchiesta che lo riguardava. 

Non sorprende che dal viaggio di questa delegazione non venne fuori praticamente nulla. A De Ficchy, Giudiceandrea, Ionta, Pollari e Ragusa venne offerta la possibilità unica di accedere alle carte di Mosca ma apparentemente non seguirono le tracce di Falcone visto che l’inchiesta finì nel solito “porto delle nebbie”, l’espressione che venne coniata per descrivere la scarsa solerzia investigativa della procura di Roma.

Borsellino era pronto a proseguire l’inchiesta di Falcone

C’era soltanto un uomo che poteva seguire le tracce di Giovanni Falcone e quello era Paolo Borsellino. Francesco Cossiga rivelò che Falcone aveva intenzione di coordinarsi con Borsellino per portare avanti quell’inchiesta. Falcone era privo dei poteri inquirenti che gli avrebbero consentito di emettere mandati di cattura o sequestrare conti correnti ma attraverso Borsellino che era ancora magistrato avrebbe potuto far vedere la luce a quell’indagine. Quando Falcone fu ucciso, Borsellino disse di aver “capito tutto” sulla morte del suo fraterno amico e di avere fretta perché il tempo era contro di lui. E in quel tutto non c’è probabilmente la favola che un certo mondo dell”antimafialiberal-progressista e i vari organi di stampa hanno raccontato.

In quel tutto non c’è l’assurdo depistaggio che voleva Berlusconi e Dell’Utri come mandanti occulti degli attentati dal momento che non avevano né l’interesse né i mezzi per mettere in atto delle operazioni del genere. In quel tutto c’era la pista internazionale. Se l’inchiesta fosse arrivata a compimento, non sarebbe probabilmente rimasto nulla di via delle Botteghe Oscure.

A pagina dieci del Corriere della Sera c’è un articolo del 4 giugno 1992 intitolato “I fondi neri dei comunisti” che dà un’idea delle conseguenze che quell’inchiesta avrebbe potuto creare.

L’articolo “dimenticato” del Corriere della Sera sui fondi neri del PCI

Nell’articolo si parla del viaggio della delegazione italiana citata sopra a Mosca. Viene descritto in particolare il complesso meccanismo di riciclaggio di denaro dal PCUS al PCI attraverso una fitta rete di società ombra. Il passaggio che segue dell’articolo è alquanto rivelatore.

“In varie occasioni i fondi non venivano accreditati in Italia, ma su banche estere. Se le carte dei russi sono veritiere, dal punto di vista giudiziario non si configura solo il reato di violazione della legge sul finanziamento dei partiti. Ci sono anche illeciti tributari e falsi in bilancio. Dai documenti pare che risulti una clausola speciale. Se venisse confermata sarebbe un fatto clamoroso. Si tratta di questo: i soldi arrivavano a condizione che il PCI seguisse in certe occasioni la linea dettata da Mosca.”

Le conseguenze per il PDS post-comunista avrebbero potuto essere devastanti.

Il PDS prescelto come nuovo interlocutore dell’anglosfera

Dunque si tratta di questo. L’inchiesta di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sarebbe potuta arrivare al PDS, uno dei vari nomi che il serpentone dell’ex PCI ha adottato nel corso degli ultimi 30 anni nel tentativo probabilmente di non farsi riconoscere dai suoi elettori. La svolta della Bolognina di tre anni prima aveva cambiato nome al partito ma i dirigenti restavano gli stessi. I dirigenti restavano personaggi come Achille Occhetto, Giorgio Napolitano e Massimo D’Alema.

Il nuovo PDS ispirato alla sinistra democratica americana poteva morire nella culla e questo non era affatto gradito agli ambienti dell’anglosfera che governavano l’Italia da quasi 80 anni. I piani di tali poteri erano ben diversi. La magistratura italiana, da sempre quinta colonna di questi ambienti, si era attivata e stava già attuando a Milano la rivoluzione colorata di Mani Pulite.

Era necessario disfarsi della vecchia classe politica perché questa veniva considerata non più affidabile da Washington per passare alla fase successiva del piano stabilito dal Club di Roma per l’Italia negli anni 70. L’Italia doveva morire e tutta la sua ricchezza economica, culturale e spirituale le andava portava via. Servivano non tanto dei politici ma dei commissari liquidatori e gli uomini del centrosinistra hanno assolto in maniera “egregia” a tale compito.

Enrico Mattei

La vecchia Prima Repubblica nonostante fosse una diretta emanazione dello Stato profondo americano aveva un perimetro più ampio che consentiva all’Italia di avere un suo spazio di sovranità, seppur limitato. Quando valenti politici e uomini di Stato provarono a portare l’Italia al di là del solco che le era stato assegnato dai suoi referenti d’Oltreoceano, il destino che incorreva loro era quello della morte.

È quello che capitò ad Enrico Mattei ucciso in un attentato bomba che fece esplodere il suo aereo – uno dei metodi di esecuzione privilegiati dalla CIA – ed è quello che capitò ad Aldo Moro quando fu ucciso nel 1978 dopo essere stato già minacciato due anni prima da Enrico Kissinger, uomo forte del gruppo Bilderberg e del Council on Foreign Relations che ha deciso tutti i presidenti americani degli ultimi 100 anni, con l’eccezione di Trump, nemesi di tali apparati.

L’inchiesta sui fondi neri del PCI poteva mandare a monte tutto quel disegno. Poteva spazzare via quel PDS che era divenuto il nuovo referente dell’anglosfera in Italia. Ciò com’è noto non avvenne. Il braccio sinistro della globalizzazione quando salirà al potere negli anni successivi farà esattamente ciò che volevano i circoli della finanza londinese e newyorchese. Privatizzò tutto quello che c’era da privatizzare e Massimo D’Alema fece di questa svendita un fiore all’occhiello del suo governo negli anni 90. Una volta iniziato il saccheggio del tesoro dei russi a Mosca, a Roma alla stessa velocità altri predoni si impossessavano del tesoro degli italiani.

L’Italia e la Russia sono accomunate anche da questo comune calvario che le ha viste entrambe vittime degli assalti degli incappucciati senza volto del mondo della finanza. Tutti e due i Paesi bevvero l’amaro calice del tradimento da parte delle loro classi politiche che decisero di abdicare la sovranità nazionale per sacrificarla sull’altare dei poteri della rete mondialista.

Falcone e Borsellino sfidarono il potere dell’anglosfera

Questi furono dunque i poteri che sfidarono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sfidarono i poteri che hanno reso l’Italia uno stato vassallo dal 1943 in poi. Andarono oltre il perimetro assegnato a coloro che invece hanno servito i padroni dell’anglosfera. 

Quando Paolo Borsellino saltò in aria, si rinvenne sul luogo del delitto lo stesso tipo di esplosivo militare che fu utilizzato per la strage del rapido 904 nel 1994 e che fu utilizzato a Capaci e per le stragi contro il patrimonio artistico del 1993 a Roma, Milano e Firenze. L’attentato a Borsellino ha uno stretto legame operativo con gli anni della strategia della tensione. È sempre la stessa tecnica militare e sempre lo stesso tipo di esplosivo. Si vede chiaramente sempre la stessa mano delle sfere atlantiche ma la magistratura ovviamente si guarda bene dal dare un volto a coloro che muovono quella mano.

Come si è guardata bene dal dare un volto e un nome ad un uomo che il giorno della strage di via D’Amelio era lì ma non per conto della mafia. A pochi minuti dall’esplosione, in mezzo ai cadaveri maciullati di Borsellino e della sua scorta, si aggirava un uomo dei servizi segreti a via D’Amelio.

L’uomo non pensava a quanto accaduto. Non era sconvolto di trovarsi in mezzo a quella carneficina. La sua preoccupazione era un’altra. Cercava una borsa nella quale il magistrato custodiva la sua ormai leggendaria agenda rossa nella quale annotava tutte le intuizioni e i passaggi delle sue inchieste. E su quell’agenda rossa c’erano forse i nomi di coloro che in Italia stavano riciclando i fondi neri del PCUS e i nomi di coloro che avevano preso parte alla più grande ruberia della storia.

L’agenda è stata fatta sparire dagli stessi apparati che attuarono la strage. Ma la memoria, quella vera non quella lavata dai media e dall’establishment, di quanto accaduto almeno qui resta viva. L’Italia e gli italiani hanno un debito con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E tale debito può essere onorato soltanto dicendo la verità su quei mandanti atlantici che hanno insanguinato per troppi anni l’Italia e che hanno tenuto in ostaggio questo Paese per 80 anni.

Scritto da Cesare Sacchetti


Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. tratto da: lacrunadellago.net

BLOB - Autoritratto Ovale 1989-2004 | documentario 1/3

Blob - Autoritratto Ovale
 1989-2004 - 1di3

Il meglio-peggio della TV italiana dal 17 aprile 1989 (data della 1°puntata di BLOB) al 17 aprile 2004. Un'epoca ormai purtroppo lontana nel tempo, ma sempre viva nei ricordi di chi ha vissuto quel periodo storico televisivo. Indimenticabile TV ripropone le 3 parti di "BLOB L'AUTORITRATTO OVALE 15 anni di blobbografie del bel paese" esattamente come sono state trasmesse su RAITRE

René Guénon - La crisi del mondo moderno | Cap. 8 parte I - L’invasione occidentale


La crisi del mondo moderno

Cap. 8 - L’invasione occidentale

Il disordine moderno, lo abbiamo già detto, ha avuto origine in Occidente e, fino a questi ultimi anni, vi era sempre rimasto strettamente localizzato; ma adesso si sta verificando un fatto la cui gravità non dev’essere sottovalutata: ed è che questo disordine si va estendendo dappertutto e sembra giungere fino in Oriente.

Certo, l’invasione occidentale non è una cosa del tutto recente, ma, fino ad oggi, essa si limitava ad una dominazione più o meno brutale esercitata nei confronti degli altri popoli, ed i cui effetti erano limitati all’ambito politico ed economico; nonostante tutti gli sforzi operati da una propaganda che rivestiva forme molteplici, lo spirito orientale era impenetrabile ad ogni deviazione e le antiche civiltà tradizionali rimanevano intatte.

Oggigiorno, invece, accade che sono certi Orientali ad essersi «occidentalizzati», più o meno completamente, ad aver abbandonato la loro tradizione per adottare tutte le aberrazioni dello spirito moderno; e questi elementi deviati, grazie all’insegnamento delle università europee ed americane, diventano nei loro paese causa di turbamento e di agitazione. 

D’altronde, non bisogna esagerarne l’importanza, almeno per il momento: in Occidente, si immagina volentieri che queste individualità chiassose, ma poco numerose, rappresentino l’Oriente attuale, mentre invece, nella realtà, la loro azione non è né tanto estesa né tanto profonda come si crede; una tale illusione si spiega facilmente: dal momento che non si conoscono i veri Orientali, i quali peraltro non cercano minimamente di farsi conoscere, quelli che appaiono sono i «modernisti», se li si può chiamare così, i soli che si mostrano al di fuori, che parlano, scrivono e si agitano in tutti i modi. 

D’altronde, non è meno vero che questo movimento antitradizionale possa guadagnare terreno, ed occorre prendere in considerazione tutte le eventualità, anche le più sfavorevoli; già lo spirito tradizionale, in qualche modo, si ripiega su se stesso, i centri ove esso si conserva integralmente divengono sempre più chiusi e più difficilmente accessibili; e questa generalizzazione del disordine corrisponde esattamente a ciò che deve accadere nella fase finale del Kali-Yuga.

Diciamolo chiaramente: dal momento che lo spirito moderno è cosa puramente occidentale, coloro che ne sono affetti, fossero anche Orientali di nascita, devono essere considerati, in ordine alla loro mentalità, come degli Occidentali, poiché ogni idea orientale è loro completamente estranea e la loro ignoranza nei confronti delle dottrine tradizionali è la sola scusa della loro ostilità. Ciò che può sembrare strano e perfino contraddittorio è il fatto che questi uomini, che si fanno sostenitori dell’«occidentalismo» dal punto di vista intellettuale, o più esattamente contro ogni vera intellettualità, appaiono talvolta come i suoi avversari dal punto di vista politico; e tuttavia non v’è nulla di cui ci si debba meravigliare. 

Infatti, costoro sono quelli che si sforzano di instaurare in Oriente dei diversi «nazionalismi», ed ogni «nazionalismo» è necessariamente opposto allo spirito tradizionale; se è vero che vogliono combattere la dominazione straniera, è anche vero che vogliono farlo con gli stessi metodi dell’Occidente, allo stesso modo con cui si combattono fra loro i diversi popoli occidentali; e forse è proprio questo che costituisce la loro ragion d’essere. 

In effetti, se le cose sono giunte al punto tale che l’impiego di simili metodi è divenuto inevitabile, la loro messa in opera può essere effettuata solo da elementi che hanno rotto ogni legame con la tradizione; è dunque possibile che tali elementi vengano utilizzati transitoriamente per poi essere eliminati al pari degli stessi Occidentali

D’altronde, sarebbe abbastanza logico che le idee diffuse dagli Occidentali finissero col ritorcersi contro di essi, poiché si tratta solo di fattori di divisione e di rovina; ed è per questo che, in un modo o nell’altro, la civiltà moderna è destinata a perire, poco importa che ciò accada per effetto dei dissensi esistenti fra gli Occidentali stessi, dissensi fra le nazioni o fra le classi sociali, oppure, come pretendono alcuni, per effetto degli attacchi degli Orientali «occidentalizzati», o ancora in seguito ad un cataclisma provocato dal «progresso delle scienze»; in tutti i casi, il mondo occidentale corre dei rischi solo a causa di se stesso e a causa di ciò che ha prodotto.

La sola questione che si pone è la seguente: a causa dello spirito moderno, l’Oriente subirà solo una crisi passeggera e superficiale, oppure l’Occidente trascinerà l’intera umanità nella sua caduta?

Attualmente sarebbe difficile rispondere basandosi su delle constatazioni che non lascino adito a dubbi; allo stato attuale, i due spiriti opposti esistono entrambi in Oriente, e la forza spirituale, relativa alla tradizione e misconosciuta dai suoi avversari, può trionfare sulla forza materiale, una volta che questa abbia svolto il suo ruolo, e può farla svanire come la luce fa svanire le tenebre; noi diciamo anzi che la forza spirituale trionferà necessariamente, presto o tardi, ma è possibile che, prima di allora, si abbia un periodo di completa oscurità. 

Lo spirito tradizionale non può morire, perché esso, nella sua essenza, è superiore alla morte ed al cambiamento; ma può ritirarsi interamente dal mondo esteriore, ed allora questo corrisponderà veramente alla «fine di un mondo». Dopo tutto quello che abbiamo detto, la realizzazione di questa eventualità, in un avvenire relativamente poco lontano, non avrebbe nulla di inverosimile; e nella confusione che, partita dall’Occidente, si estende attualmente in Oriente, si potrebbe vedere l’«inizio della fine», il segno precursore del momento in cui, secondo la tradizione indù, la dottrina sacra dev’essere racchiusa interamente in una conca, per uscirne intatta all’alba del mondo nuovo.

Ma, ancora una volta, lasciamo stare le anticipazioni e consideriamo solo gli avvenimenti attuali: è incontestabile che l’Occidente ha invaso tutto; la sua azione, inizialmente, si è esercitata nel dominio materiale, quello che era immediatamente alla sua portata, sia a mezzo della conquista violenta sia tramite il commercio e l’accaparramento delle risorse di tutti i popoli; ma attualmente le cose si sono spinte ancora oltre. 

Gli Occidentali, sempre animati da quel bisogno di proselitismo che è loro così proprio, hanno finito col far penetrare negli altri, in una certa misura, il loro spirito antitradizionale e materialista; e mentre la prima forma di invasione, in definitiva, si limitava solo ai corpi, quest’ultima avvelena le intelligenze e uccide la spiritualità; d’altronde, l’una ha preparata l’altra e l’ha resa possibile, di modo che, insomma, è con la forza bruta che l’Occidente ha finito con l’imporsi dappertutto, poiché è in questa forza bruta che risiede l’unica e reale superiorità della sua civiltà, così inferiore da tutti gli altri punti di vista.

L’invasione occidentale è l’invasione del materialismo sotto tutte le sue forme e può essere solo questo; tutti i mascheramenti più o meno ipocriti, tutti i pretesti «moralistici», tutte le declamazioni «umanitarie», tutta l’abilità di una propaganda che, all’occasione, sa farsi insinuante per meglio ottenere i suoi scopi distruttivi, non possono nulla di fronte a questa verità; verità che potrebbe essere contestata solo da degli ingenui o da chi ha un qualunque interesse in quest’opera veramente «satanica» nel senso più rigoroso del termine.

Scritto da René Guénon

La crisi del mondo moderno

"Giandomenico Fracchia - Sogni proibiti di uno di noi" (1975) 4/4

Fracchia la serie. Puntata n°4
Fracchia e il successo

L'ufficio di Fracchia è agitato dalle rivendicazioni sindacali dei dipendenti dell'azienda, durante le quali l'impiegato non manca di confermare la sua proverbiale codardia. Dopo uno spettacolo aziendale, Fracchia sogna di esibirsi come rock-star, ma, tornato all'amara realtà, Fracchia decide di fare il venditore di libri porta a porta, ma bussa alla porta del suo Direttore Generale, il quale poi annuncia una promozione per i suoi dipendenti dalla quale Fracchia è spaventato per via del cambiamento che significherebbe. L'escalation dei sogni di Fracchia termina in grande: l'impiegato sogna infatti di diventare il Ministro del Lavoro.

Il 1975 fu l'anno del grande successo del film "Fantozzi". Nello stesso anno Paolo Villaggio riprese il personaggio Giandomenico Fracchiaantenato di Fantozzi, apparso in tv per la prima volta nel 1968. Questo film in quattro episodi, intitolato "Giandomenico Fracchia - Sogni proibiti di uno di noi", fu realizzato dalla Rai con la regia di Antonello Falqui, e vedeva tra i protagonisti Gigi RederGianni Agus e Ombretta Colli. (TV Retrò)

 

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sabato 29 luglio 2023

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Federico Nietzsche - “Queste le parole di Zarathustra“. Un libro per Tutti e per Nessuno | CULTURA

“Queste le parole di Zarathustra“. 

Un libro per Tutti e per Nessuno

L’umanità è mutevole, incerta, pallida e capricciosa, incline alla danza e al massacro. Perciò Nietzsche sostiene che vada superata, come va superato l’affronto della materia per scoprire le linee di un Partenone. Il “grande stile” è la grande certezza nietzscheana, marmo su cui vanno a infrangersi le aporie degli scettici, dei deboli, dei falsi. E tutto il movimento intorno, le linee che si sfaldano, non è che meraviglia agli occhi dell’artista. Ma il filosofo vuole “un sì unico, un no unico”. Certo, per avere la sicurezza di aver agguantato proprio il giusto sì e il giusto no, “occorre vedere centinaia e centinaia di convinzioni sotto di sé, dietro di sé… La grande passione usa e disusa convinzioni, non si assoggetta a loro – si sa sovrana.”

“IL DESERTO CRESCE. GUAI A COLUI CHE CELA IN SÉ IL DESERTO!”

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