venerdì 30 giugno 2023

Il Libro Perduto del Dio Enki - Tavoletta Nona - Parte Prima | AUDIOLIBRO

Nona Tavoletta - Parte Prima

Zaccaria Sitchin è stato uno scrittore azero naturalizzato statunitense. 

È stato autore di molti libri sulla cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia, e sostenitore della "teoria degli antichi astronauti" come spiegazione dell'origine dell'uomo. Le speculazioni di Sitchin, basate sulla sua personale interpretazione dei testi sumeri, vengono considerate pseudoscienza e pseudostoria dalla comunità scientifica, rifiutate da scienziati, storici e accademici.

Inoltre le teorie e i libri di Sitchin sono stati fortemente criticati per ragioni quali la mancanza di conoscenze o studi specifici sull'archeologia mesopotamica e sulla storia del Vicino Oriente antico, congiunta ad una metodologia difettosa nello studio dei testi antichi sumerici, traduzioni errate di tali testi e affermazioni astronomiche e scientifiche che non corrispondono alla realtà.

Egli attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Elohim (in ebraico) o Anunnaki (in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru nei testi Sumeri e in quelli Babilonesi Marduk, un ipotetico pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese. L'esistenza di corpi celesti oltre Nettuno, di grandi dimensioni è comunque tuttora oggetto di dibattito, specialmente dopo la scoperta di Sedna.

VALLE CAUDINA: «Mia figlia vuole iscriversi all’Accademia di Rocco Siffredi. Cosa deve fare un padre???» | decoro

Mia figlia vuole iscriversi all’accademia di rocco Siffredi. Cosa deve fare un padre???

Ieri sera è arrivato questo messaggio sulla posta elettronica, molto strano. Inizialmente, sembrava una provocazione legata al mondo del porno che è tornato alla ribalta grazie all'Accademia dell'attore Rocco Siffredi. Nelle ultime giornate in molti si sono espressi sulla pruriginosa vicenda della giovane allieva Maria Sofia Federico. Uno scandalo all'italiana capace di innescare il dibattito, sia in rete, sia tra le mura domestiche. Molto discusse sono le affermazioni della giovane stella del porno, capace di strappare attenzione di milioni di cittadini con assurde dichiarazioni folli, legate alla sessualità moderna, liquida quanto basta. 

Insomma, l'ex concorrente de "Il Collegio", la diciottenne che solo qualche giorno fa spegneva le candeline sulla torta, ora si schiera contro i genitori per correre tra le braccia del sessantenne Rocco Siffredi. Una situazione alquanto grottesca, completata alla grande dal povero padre. Quest'ultimo ha telefonato addirittura a Rocco per "salvare" il "salvabile" della figlia.

A raccontare della loro conversazione è stata proprio Maria Sofia sul canale Twitch "i GrenBaud", svelando che c'è un accordo tra il papà e il pornodivo: «I video non li posso girare per un accordo che c'è stato tra Rocco Siffredi e mio padre. Ho preso una fregatura tremenda, purtroppo, perché domani arrivano tre attori incredibili e io non ci posso fare niente per una cosa successa con mio padre. A Rocco ha detto: Ti prego, io la faccio venire da te ma non farla girare. E lui ha risposto 'va bene'».

C'è un modo però per aggirare l'ostacolo, spiega la 18enne: «Oggi ho interagito con Clelia Stafford, che è bellissima. In teoria gli accordi erano di non farmi girare video con nessuno, ma non con nessuna». Semaforo verde, dunque, per le donne, mentre Rocco Siffredi ai microfoni de La Zanzara ha detto la sua sulla nuova famosa allieva: "Sembra un gioiellino in miniatura. Lei credo sia una Valentina Nappi in miniatura. Guardatela bene!". Infine il messaggio per tranquillizzare il disperato e mai arrendevole papà: "Lei (la figlia ndr) in questo mondo non c'entra niente, vuole fare altro, è una futura professoressa. Dite pure al papà e alla madre che qua non sc***, questo è certo. Possono stare tranquilli».

LA LETTERA 

«Io non so - esordisce il padre Caudino ingelosito, tramite posta elettronica - da dove le sia venuta questa idea. Mia figlia mi ha chiesto di iscriversi all'Accademia di Rocco Siffredi, che è tipo una scuola per diventare attori porno o una cosa del genere. Ci sono rimasto malissimo. Come può mia figlia, che fino a ieri mangiava le pappette e giocava a fare la maestra, a volere diventare una porno attrice. Quali modelli ha ricevuto? Quali oscenità circolano nella rete?

Il bello è che continuava a riferirsi a una che non so chi sia, un personaggio famoso credo che ha la sua età e che lei ha visto come un modello di riferimento, ma è possibile che in questa epoca gli eroi dei nostri figli debbano essere queste persone discutibili. Cosa devo fare per farle capire che sbaglia? Come posso farle capire certe cose della vita? Cosa può insegnare un reduce degli anni Novanta? Mi figlia è come Ambra e le altre di Non è la Rai?».

«Un padre cosa deve fare? Ai miei tempi - si legge nello sfogo - i miei eroi erano Di Pietro, Don Riboldi, De Mita, Totò, Tony Esposito, Craxi, gli 883, Almirante, Siani, Che Guevara, Falcone e/o Borsellino. Non queste muccuselle che non sanno niente della vita e (s)parlano, ma nemmeno loro sanno di cosa. Queste donne che si mostrano perfette e praticamente senza veli, come se essere senza veli vuol dire essere libere. La libertà che cosa è oggi per una ragazzina, per una donna?».

Gentile Redazione de Lo Schiaffo 321 Vi chiedo scusa della domanda forse stupida, ma spero che mi facciate capire qualcosa in più. Da bambina andava in Chiesa e voleva diventare un'esponente della gloriosa Azione Cattolica Ragazzi. Dopo un paio di anni alle Superiori è irriconoscibile. Grazie in anticipo e complimenti per il Vostro lavoro giornalistico! (lettera elettronica firmata).

Risposta

Cosa deve fare un padre? Semplice, caro lettore. Un padre deve fare il padre al passo con i tempi, ma capace di forgiare la propria stirpe nel solco millenario della Tradizione. Tutto qui. 

Voi, care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo 321, cosa ne pensate dell'Accademia "siffrediana" e dei suoi risvolti?

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

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giovedì 29 giugno 2023

SORSEGGIANDO @SCHIAFFOLO #06 | GOLIARDIA

Leggilo @SCHIAFFOLO!

Le avventure di Schiaffolo saranno diffuse, soprattutto su #twitter

twitter.com/SchiaffoLo

AMANDA VITALE - Fragilità (2023)

Amanda Vitale - Fragilità

Artista: Amanda Vitale

Brano: Fragilità

Anno: 2023

I DALTON - Il cane dei detenuti #21

Il cane dei detenuti 

DALTON# 

Come la Commissione Trilaterale ha modellato l’Occidente contemporaneo | POLITICA


Come la Commissione Trilaterale ha modellato l’Occidente contemporaneo

Quando, nel 1973, istituirono la Commissione Trilaterale, i fondatori Davide Rockefeller, Zbigniew Br­zezisnki e Giorgio Franklin ambivano a creare un organismo transnazionale consolidare l’ordine internazionale a guida Usa e attenuare le tensioni emergenti tra i membri della “triade capitalistica” – formata da Stati Uniti, Europa occidentale e Giappone – dovute alla crescita economica europea e nipponica e all’intensificazione della concorrenza inter-capitalistica registratasi sulla scia della crisi petrolifera. 

Verso la metà degli anni 70, il think-tank pubblicò, tra i tanti, uno studio in cui si sosteneva che «un’iniziati­va congiunta Trilaterale-Opec che metta a disposizione più capitale per lo sviluppo sarebbe funzionale agli interessi dei Paesi trilatera­listi. In un periodo contrassegnato da crescita stagnante e aumento della disoccupazione, è ovviamente vantaggioso trasferire fondi dagli Stati membri dell’Opec ai Paesi in via di sviluppo affinché assorbano le esportazioni delle nazioni rappresentate in seno alla Commissione Trilaterale».

In un altro documento risalente allo stesso periodo si legge che: «l’obiettivo fondamentale è consolidare il modello fondato sulla in­terdipendenza [tra Stati] così da proteggere i benefici che esso garan­tisce a ciascun Paese del mondo dalle minacce esterne e interne che proverranno costantemente da coloro che non sono disposti a soppor­tare la perdita di autonomia nazionale che il mantenimento dell’ordine vigente comporta. Ciò potrà talvolta richiedere di rallentare il ritmo a cui portare avanti il processo di rafforzamento dell’interdipendenza [tra Stati] e modificarne gli aspetti procedurali. La maggior parte delle volte, tuttavia, occorrerà adoperarsi per limitare le intrusioni dei governi nazionali rispetto al sistema di libero scambio internazionale di beni sia economici che non economici».

Lo scopo dei trilateralisti consisteva quindi nel trasformare il pianeta in uno spazio economico unificato implicante l’instaurazione di stretti legami di interdipendenza tra Stati e, come si legge all’interno di un fondamentale studio focalizzato sull’argomento, «la ristrutturazione del rapporto che intercorre tra lavoro e management in funzione degli interessi degli azionisti e dei creditori, la riduzione del ruolo dello Stato per quanto concerne lo sviluppo economico e il welfare, la crescita delle istituzioni finanziarie, la riconfigurazione del­la relazione tra settori finanziari e non finanziari a vantaggio dei primi, l’instaurazione di un quadro normativo favorevole alle fusioni e alle acquisizioni societarie, il rafforzamento delle Banche Centrali a con­dizione che esse si occupino in primo luogo di garantire la stabilità dei prezzi e l’introduzione di un nuovo orientamento generale finalizzato a drenare le risorse dalla periferia verso il centro». 

Senza dimenticare l’abbassamento delle imposte sui redditi più alti, sui patrimoni e sul capitale, così da liberare risorse per gli inve­stimenti produttivi e porre fine al preoccupante declino della quota di ricchezza totale – misurata sulla base della proprietà combinata di immobili, azioni, obbligazioni, liquidità e altri beni – detenuta dal famoso 1% più abbiente della popolazione ai minimi dal 1922.

Un dato significativo, solo parzialmente imputabile allo storico ro­vesciamento dell’architettura tributaria messa in piedi nel periodo antecedente allo scoppio della crisi del 1929 dall’amministrazione Coolidge – e in particolare dal suo segretario al Tesoro Andrea Mel­lon – operato da Franchino D. Roosevelt. La contrazione dei redditi percepiti dalle fasce più abbienti era strettamente connessa al calo tendenziale dei profitti aziendali che, come intuito a suo tempo da Carlo Marx, viene a determinarsi ogni qualvolta si verifica un ina­sprimento della competizione inter-capitalistica. Nella fattispecie, l’incremento astronomico di investimenti e produttività conseguito da Europa occidentale e Giappone era non soltanto risultato mag­giore rispetto a quello capitalizzato dagli Stati Uniti, ma era anche stato realizzato in un contesto caratterizzato da bassa inflazione, alta occupazione e rapido aumento del tenore di vita. 

Per un certo perio­do, l’abbassamento della soglia di remunerazione prodotto dall’in­tensificazione del confronto tra Usa, Europa occidentale e Giappone fu compensato dal vertiginoso incremento della massa dei profitti industriali generata dal boom economico, ma a partire dalla metà degli anni ’60 il margine aveva cominciato ad assottigliarsi gradual­mente per effetto dell’ulteriore esasperazione della competizione inter-capitalistica, combinata alla risalita generalizzata dei salari e al rafforzamento delle organizzazioni sindacali. D’altro canto, il crollo di Wall Street verificatosi a cavallo tra il 1969 e il 1970 aveva asse­stato un durissimo colpo alle tendenze speculative innescando per di più una spirale negativa destinata a protrarsi quantomeno fino alla fine del 1978, con la liquefazione del 70% circa degli asset comples­sivi detenuti dai 28 principali hedge fund Usa.

Il fenomeno non mancò di richiamare l’attenzione di L. Powell, giudice della Corte Suprema con alle spalle una carriera da legale delle multinazionali del tabacco che nell’agosto del 1971 aveva inviato una famosa lettera al funzionario della Camera di Commercio Usa Eugenio B. Sydnor. Nel documento, intitolato elo­quentemente Attack of American free enterprise system, Powell lamentava l’assedio ideologico e valoriale portato al sistema delle imprese dalla 

«sinistra estrema, che è molto più numerosa, meglio finanziata e tollerata di quanto non lo sia mai stata prima nella sto­ria. Ciò che stupisce è tuttavia che le voci più critiche provengano da elementi assai rispettabili inseriti nelle università, nei media, nel mondo intellettuale, artistico ed anche politico […]. Quasi la metà degli studenti è inoltre a favore della socializzazione delle industrie americane fondamentali, in conseguenza della diffusione a macchia d’olio di una propaganda fuorviante che mina la fiducia del pubbli­co e lo confonde».

Il giudice proclamò quindi che era ormai giunta «l’ora per il business americano di marciare contro coloro che intendono distruggerla […]. [Occorre che le imprese] si organizzino, pianifichino a lungo termine, si autodisciplinino per un periodo illimitato e coordi­nino gli sforzi finanziari in vista di un unico obiettivo di fondo [...]. La classe imprenditoriale è chiamata a trarre i debiti insegnamenti dalle lezioni impartite dal mondo dei lavoratori, e cioè che il potere politico rappresenta un fattore indispensabile, da coltivare con impegno e assi­duità e da sfruttare in maniera aggressiva […]. 

Chi rappresenta i nostri interessi economici deve affilare le armi […], esercitare forti pressioni su tutto l’establishment politico per assicurarsene il sostegno e colpire senza indugio gli oppositori facendo perno sul settore giudiziario nella stessa misura in cui lo hanno fatto in passato le sinistre, i sindacati e i gruppi a difesa dei diritti civili […] capaci di conseguire notevoli successi a spese nostre».

Il passaggio maggiormente significativo della lettera è tuttavia quello in cui Powell richiama l’attenzione sulla necessità di assu­mere il controllo della scuola e dei grandi mezzi di comunicazione, identificati come strumenti imprescindibili per “plasmare” la mente dei singoli individui e creare così i presupposti politico-culturali per la perenne riproduzione del sistema capitalistico. 

Evidentemen­te, a Powell non erano sfuggite le riflessioni formulate da Marx e Gramsci in merito al concetto di “egemonia”, che si esercita molto più efficacemente tramite una sapiente manipolazione degli appa­rati educativi e massmediatici che non con la coercizione. 

A suo avviso, occorreva infatti convincere le grandi imprese a mettere a disposizione somme di denaro sufficienti a rilanciare l’immagine del sistema attraverso un raffinato e meticoloso lavoro di “costru­zione del consenso” al quale si sarebbero dovuti applicare profes­sionisti profumatamente retribuiti. 

«Le nostre presenze nei media, nei convegni, nel mondo dell’editoria e della pubblicità, nelle aule dei tribunali e nelle commissioni legislative dovranno essere im­pareggiabilmente precise e di eccezionale livello».

Altro aspetto cruciale è dato dall’istituzione di un rapporto di collaborazione con le università propedeutico all’inserimento negli atenei di «docenti che credano fermamente nel modello imprenditoriale […] [e che, sulla base delle loro convinzioni] valutino i libri di testo, a partire da quelli di economia, sociologia e scienze politiche». Per quanto riguarda l’informazione, «le televisioni e le radio dovranno essere costantemente monitorate con lo stesso criterio utilizzato per la va­lutazione dei libri di testo universitari. Ciò vale in particolar modo per i programmi di approfondimento, da cui molto spesso proven­gono alcune delle critiche più insidiose al sistema del business […]. Sulla stampa dovranno continuamente apparire articoli che spon­sorizzino il nostro modello, ed anche le edicole dovranno essere coinvolte nel progetto».

L’altro testo di riferimento, supplementare al memorandum di Powell, da cui i trilateralisti trassero ispirazione fu The Second American Revolution di Giovanni D. Rockefeller III, un vero e proprio manifesto ideologico pubblicato dal Council on Foreign nel 1973 in cui si proponeva di limitare drasticamente il potere dei governi at­traverso un programma di liberalizzazione e privatizzazione inteso a privare le autorità statali ai alcune delle loro fondamentali funzio­ni regolatrici e revocare le politiche keynesiane in vigore ormai dai tempi del New Deal in un’ottica di ritorno al modello darwiniano e fortemente deregolamentato protrattosi fino all’avvento al potere di Franchino D. Roosevelt.

L’attuazione dei disegni trilateralisti, favorita dalla proliferazione delle fondazioni (particolarmente incisivo si sarebbe rilevato l’atti­vismo di quelle del Midwest, facenti capo alle famiglie Olin, Koch, Richardson, Mellon Scaife e Bradley) e dall’applicazione pratica di una serie di accorgimenti indicati in un impressionante rapporto sulla “crisi della democrazia” redatto dai politologi Samuele Huntin­gton, Michele Crozier e Giorgio Watanuki per conto della Commissione, fu implementata sotto la presidenza di Gimignano Carter
Gimignano Carter

Vale a dire il candidato democratico uscito vincitore alle elezioni del 1976 grazie ad un’imponente campagna mediatica incentrata sull’attribuzione alla pubblica amministrazione della responsabilità rispetto all’e­mergere di tutta una serie di problematiche che attanagliavano gli Stati Uniti, a partire dall’inefficienza causata dall’eccessiva buro­cratizzazione e dalle “interferenze” nella vita economica lesive del­la piena valorizzazione delle potenzialità economiche del Paese. Si­gnificativamente, nell’amministrazione Carter furono reclutati ben 26 membri della Commissione Trilaterale, tra cui Walter Mondale (vicepresidente), Ciro Vance (segretario di Stato), Arnaldo Brown (segretario alla Difesa), Michele Blumenthal (segretario al Tesoro) e Z. Brzezinski (consigliere per la Sicurezza Nazionale).

Scritto da Giacomo Gabbellini

Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321 - Immagini tratte dalla rete. fonte: L'AntiDiplomatico

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mercoledì 28 giugno 2023

Dott.ssa Coccia: Le fibre alimentari sono così benefiche? | SALUTE

Le fibre alimentari sono così benefiche?

Dott.ssa Cristina Coccia, biologa nutrizionista. Autrice di saggi sulla demografia e la salute della popolazione italiana e di articoli divulgativi per siti web e riviste.


 

“Via Appia. Regina viarum”, senza Caudium, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per il 2024 | perle

 “Via Appia. Regina viarum”, senza Caudium, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per il 2024

La Valle Caudina potrebbe risplendere grazie al Ministero della Cultura, che tramite il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha deliberato la candidatura italiana alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per il 2024 alla “Via Appia. Regina viarum” che taglia in due l'Antica Caudium.

La candidatura si basa sui criteri della Convenzione per la Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale del 1972. Infatti, la via Appia costituisce una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale, di una civiltà vivente o scomparsa in quanto modello delle viae publicae, che contribuirono alla diffusione della civiltà urbana e all’unificazione culturale di tutte le genti del mondo Romano

La via fu la prima delle grandi strade che attraversavano l’Impero, costruita con tecniche ingegneristiche innovative. La Regina costituisce un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico capace di illustrare una fase significativa nella storia umana. Inoltre, le prime 12 miglia della strada, caratterizzate da famosissimi monumenti, costituiscono uno dei tratti dell’itinerario più celebrati nell’arte attraverso i secoli;

Per la giornata organizzata oggi 28 giugno nel capoluogo sannita dal Segretariato generale del Ministero della Cultura e dal Comune di Benevento per promuovere la candidatura UNESCO della “Via Appia. Regina viarum”, l’Università degli Studi del Sannio ha organizzato eventi collaterali nell’ambito del Progetto Legalità è Cultura della R.E.L.Azione, finanziato dal MUR e coordinato dalla prof.ssa Antonella Tartaglia Polcini. In particolare, le iniziative abbracciano i temi di Legalità è Cultura della ComunicAzione e della InnovAzione e di Legalità è ComunicAzione della Cultura.

Ieri Roberto Paci Dalò, artista e docente di Exhibit Design all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, ha incontrato gli studenti e le studentesse dell’Università del Sannio presso la Sala Conferenze di Palazzo San Domenico in Piazza Guerrazzi a Benevento. Nasce così un laboratorio per elaborare possibili metodi e canali comunicativi attraverso i quali vivere e veicolare messaggi – di e – sulla legalità, anche in vista della stesura del Manifesto sulla legalità.

Nessuna traccia di entità Caudine all'interno della giornata odierna dedicata alla promozione della candidatura della “Via Appia Regina Viarum” all’iscrizione nella lista del Patrimonio dell’Unesco, con un incontro-dibattito, un laboratorio per bambini, la presentazione della “Mappia”, tra disegno, cartografia, scrittura e musica. Stamani verso le 11 al Teatro Comunale è prevista la presentazione di ‘Topolino e la via della Storia’, con la partecipazione, dello sceneggiatore Francesco Artibani, del disegnatore Marco Palazzi e del colorista sannita Mario Perrotta

Domani alle ore 10, infine, l’artista Roberto Paci Dalò ed Angela Maria Ferroni, coordinatrice del Comitato scientifico Candidatura UNESCO Via Appia – Ministero della Cultura dialogheranno con i docenti e i dottorandi del Corso di Dottorato di Ricerca in “Persona, Mercato, Istituzioni”, nell’Aula Ciardiello del Dipartimento DEMM in Via delle Puglie. Il dibattito riguarderà gli itinerari di candidatura all’iscrizione nella lista del Patrimonio Unesco. 

RIFLESSIONI

Peccato non vedere tra i relatori di queste giornate epocali i Sindaci dell'Unione dei Comuni Caudini o gli Assessori alla Cultura, vista l'importanza dell'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita a Parigi il 4 novembre 1946. L'Appia, definita la "Regina delle Strade", è famosa per la sua rilevanza storica, ma non per i fiumi di sangue che hanno bagnato l'asfalto in tutti questi anni. 

L'Anas solo verso la fine degli anni Novanta, dopo vari servizi giornalistici e grazie ad un movimento popolare di protesta, mise finalmente in sicurezza l'area di "Sferracavallo" con uno spartitraffico, tutt'ora in piedi, fondamentale per l'incolumità di automobilisti e dei residenti in Valle Caudina. 

Un motivo in più per essere presenti...

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sitografia

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martedì 27 giugno 2023

IMPERIUM - Ustica chiama Bologna (2006)

Imperium - Ustica chiama Bologna

Gruppo: Imperium

Brano: Ustica chiama Bologna

Anno: 2006

"Ustica 1980. Il disastro, l'inchiesta, il mistero". | documentario

"Ustica 1980. Il disastro, l'inchiesta, il mistero".

 "Ustica 1980. Il disastro, l'inchiesta, il mistero". Documentario di Stefano Di Gioacchino su Speciale TG1.

"Giandomenico Fracchia - Sogni proibiti di uno di noi" (1975) 2/4

Fracchia la serie. Puntata n°2

 Fracchia e il tempo libero.

Per sfuggire alle continue prepotenze subite nell'ambiente di lavoro, Fracchia sogna di far parte della nazionale di calcio brasiliana nei panni del centravanti, di possedere un castello in cui sottoporre a torture il suo capoufficio e di trasformarsi in uno straordinario giocatore di poker per umiliare il Cavalier Acetti. Sfogliando insieme alla signorina Ruini un catalogo per le vacanze, sogna di trascorrere il mese di agosto viaggiando tra il Giappone, il Tirolo e Parigi. In realtà riuscirà a portare la sua collega solo in una squallida e sporca spiaggia. Tra le gag della puntata: Fracchia finge di non possedere un'automobile per compiacere il Cavalier Acetti, da cui viene invece costretto a distruggere la carrozzeria della sua 600 appena acquistata.  

Il 1975 fu l'anno del grande successo del film "Fantozzi". Nello stesso anno Paolo Villaggio riprese il personaggio Giandomenico Fracchiaantenato di Fantozzi, apparso in tv per la prima volta nel 1968. Questo film in quattro episodi, intitolato "Giandomenico Fracchia - Sogni proibiti di uno di noi", fu realizzato dalla Rai con la regia di Antonello Falqui, e vedeva tra i protagonisti Gigi RederGianni Agus e Ombretta Colli. (TV Retrò)

MOIANO SENZA REGOLE #12FRECCIATINECAUDINE

 #12 FRECCIATINECAUDINE
MOIANO SENZA REGOLE

Scintille nelle stanze della Comunità montana del Taburno, si legge nella nota diffusa da Usertv, che potrebbero innescare un vero e proprio incendio politico. Il consigliere Sarchioto ha contestato, infatti, con molto vigore, alla delegata preposta alla specifica attività, vale a dirsi Anna Buzzo, la gestione degli interventi del piano forestale.

Totalmente assenti gli interventi per le fasce parafuoco sulle strade di montagna, interventi indispensabili per ridurre il pericolo di incendi – commenta Sarchioto – Ormai alla fine del mese di Giugno nel Comune di Moiano nessun intervento è stato ancora effettuato per la prevenzione degli incendi. I mezzi ed il relativo personale vengono gestiti senza una pianificazione e programmazione.  Chi si sveglia prima la mattina decide cosa e dove si va a fare e, ovviamente, solo in alcuni Comuni, senza che l’Organo di gestione, Segreteria, funzionari, ne sappia nulla. È stato letteralmente ribaltato il concetto di divisione delle competenze. All’Organo esecutivo spetta l’indirizzo e all’organo di gestione la realizzazione di quanto deciso dall’Esecutivo.

Forse perché i funzionari sono tutti nominati dal Presidente? Forse l’Organo esecutivo pensa di gestire l’Ente come se fosse una propria azienda? Mancanza totale di regole di buona amministrazione.

RICHIEDERO’ INTERVENTO PREFETTURA

È impensabile poi che in questo periodo per fare una manutenzione ad un trattore ci vogliono due settimane, con il risultato che oltre al mezzo fermo, restano fermi anche gli operatori.

Nonostante il Comune di Moiano si sia attivato per chiedere una serie di interventi da realizzare sul proprio territorio, con sopralluoghi congiunti dei tecnici dei due enti, allo stato attuale ancora nulla è dato sapere. E la settimana prossima ci dovrebbe essere un ulteriore sopralluogo sull’albero Vado degli Anfratti, situazione molto pericolosa, per verificare la fattibilità di un intervento a compensazione per liberare l’alveo da una massa enorme di pietrisco e detriti che compromette la sicurezza del territorio di Moiano. Speriamo che almeno in questo si riesca per il bene generale, altrimenti il comune sarà costretto a fare da solo. Alla fine spero che dopo questo mio intervento, le cose possano essere riportate in un ambito di legalità. Ovviamente sulla questione – chiude Sarchioto – richiederò anche l’intervento della Prefettura”.

DIVIETI

La Regione Campania ha diramato lo stato di massima allerta dal 15 giugno al 20 settembre, salvo complicazioni. Il periodo di "grave pericolosità" per gli incendi boschivi in Campania lo ha stabilito la Protezione Civile della Regione Campania, con atto del Direttore Generale, Italo Giulivo, sulla base delle valutazioni sul quadro climatico. Al fine di salvaguardare il patrimonio boschivo, durante il periodo di grave pericolosità scattano cinque importanti divieti:

  1. Divieto di combustione dei residui vegetali agricoli e forestali;
  2. Divieto di abbruciamento delle stoppie ed erbe infestanti, anche negli incolti (già in vigore dal primo giugno);
  3. Divieto di accendere fuochi all’aperto nei boschi e fino ad una distanza di 100 m da essi, nonché nei pascoli;
  4. Divieto di accendere fuochi d'artificio, lanciare razzi di qualsiasi tipo e/o mongolfiere di carta, meglio note come “lanterne volanti”, dotate di fiamme libere, nonché altri articoli pirotecnici a una distanza non inferiore a 1 km dalle superfici boscate e pascoli, salvo eventuali deroghe autorizzate con Ordinanza del Sindaco nel caso di manifestazioni pubbliche, con l’apprestamento di relative misure di prevenzione incendi.
  5. Divieto di compiere le seguenti attività nei boschi e nei pascoli (art. 75, c. 4, Reg. regionale tutela patrimonio forestale n. 3/2017): 
  • NON usare motori o fornelli che producano faville o brace;
  • NON usare apparecchi a fiamma od elettrici per tagliare metalli;
  • NON far brillare mine;
  • NON fumare o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio come, ad esempio:
  • NON gettare fiammiferi o sigarette accese;
  • NON sostare con autoveicoli su viabilità non asfaltata all’interno di aree boscate fatta eccezione per i mezzi di servizio e per le attività agro-silvo-pastorali nel rispetto delle norme e dei regolamenti vigenti.

Ai trasgressori - si legge nella nota della Regione - sono applicate le sanzioni amministrative previste dalla Legge n. 353/2000 e ss.mm.ii., dall’art. 178-bis del Regolamento regionale 28 settembre 2017, n. 3 “Regolamento di tutela e gestione sostenibile del patrimonio forestale regionale” e da ulteriori disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia, nonché dalle Ordinanze emanate dalle Autorità locali, fatta salva l’applicazione delle sanzioni penali in caso di violazione delle norme di cui agli artt. 423, 423-bis, 449 e 650 c.p.. del Codice penale qualora il fatto costituisca reato.

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venerdì 23 giugno 2023

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ATENA IN VALLE CAUDINA #goliardia

ATENA IN VALLE CAUDINA #goliardia

 

L'uomo senza colpa, le vite 'avvelenate' dall'amianto | AMBIENTE

L'uomo senza colpa, le vite 'avvelenate' dall'amianto
Da ieri in sala il dramma di Gergolet

Il problema dell'amianto "è una questione globale e le conseguenze che questo macro sistema ha avuto ancora sono ancora molto forti sulla vita delle persone. Io lo vedo in prima persona, sono nato nel mondo operaio del monfalconese e tutti abbiamo in famiglia qualcuno che ha lavorato ai quartieri navali o al porto e che è stato esposto".

Lo spiega all'ANSA Ivan Gergolet, parlando del suo nuovo film che affronta il tema, L'uomo senza colpa, storia di vendetta e dramma familiare con due straordinari protagonisti, Valentina Carnelutti e Branko Zavrsan, premiato per la migliore regia al Bif&st e nelle sale italiane dal 22 giugno distribuito da Arch Film in collaborazione con Athena Cinematografica La storia, ambientata nel nordest ha al centro Angela (Carnelutti) infermiera in un ospedale, che ha perso il marito a causa di un cancro ai polmoni causato dalle polveri di amianto respirate quando era operaio. Un giorno la donna scopre che Francesco (Zavrsan), imprenditore nella cantieristica di Monfalcone, l'ex datore di lavoro del marito, è ricoverato in ospedale a causa di un ictus cerebrale. 

Quando il figlio dell'uomo, Enrico (Enrico Elia Inserra) decide di curare il padre a casa, Angela crea un suo piano di vendetta contro l'uomo che reputa responsabile di tanti lutti. Nel cast, fra gli altri, anche Rossana Mortara e Livia Rossi, Alessandro Bandini, Giusi Merli e Paolo Rossi

"Anche se essere stato esposto all'amianto non voglia dire per forza ammalarsi, si vive con una spada di Damocle addosso - osserva il regista -. E il dramma di chi si ammala è legato a quello di chi accompagna le persona che ama nel percorso di in un tumore terribile". Per quanto riguarda il piano giudiziario, "la questione amianto ha una catena di responsabilità talmente lunga e diffusa, che spesso la giustizia umana non riesce a individuare. Si prova per tutto questo un grande senso di frustrazione e rabbia. E' l'elemento da cui sono sono partito per il film, che dedico a tutte quelle persone che continuano a combattere per avere giustizia e perché quanto successo non sia dimenticato". 

Tantissimi processi "sono a rischio prescrizione - ricorda Gergolet - mi auguro si vada avanti fino in fondo, che si stabiliscano le verità processuali e i risarcimenti. Ma c'è anche un altro aspetto. Arrivati a questo punto i responsabili dovrebbero considerare di riconoscere le proprie colpe e chiedere scusa, sapendo quanta sofferenza si è causata anche a se stessi. Perché spesso non si parla nemmeno di capitalisti senza pietà, ma di funzionari pubblici. Invece manca ancora del tutto questo riconoscimento di umanità delle persone". 

L'idea della storia di vendetta al centro della trama è nata "dal sentire negli anni tante vedove, avere quel tipo di rabbia. che nasce dal dolore. Il cinema mi permette di metterne a confronto una con un aguzzino e chiedermi cosa potrebbe succedere - spiega il regista di Dancing with Maria, che ha lavorato al progetto di L'uomo senza colpa per 10 anni -. Vedere cosa potrebbe prevalere: la voglia di vendicarsi o un altro tipo di rapporto fra esseri umani".

Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. fonte: ansa.it*

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