domenica 18 giugno 2023

VALLE CAUDINA - Grande nel soccorso, spietata in battaglia: BENTORNATA ATENA! #perle

Atena, una delle divinità più famose del mondo classico, la Dea della strategia militare, della saggezza e delle arti torna in Valle Caudina.

Il Museo Archeologico Nazionale della Nuova Caudium incassa un pezzo da novanta che si somma al tesoro custodito in piena Valle Caudina, a Montesarchio. L'importante scultura in marmo, secondo gli esperti databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., raffigura l'erma della dea Atena, Dea guerriera per indole e vergine per scelta. Proprio a lei è dedicato il Partenone, detto anche “il tempio sacro della vergine”. La vecchia Caudium, come tutta la Magna Grecia, venerava la dea protettrice delle acropoli, ossia la parte più eminente e fortificata di una città. Erano decine i santuari sparsi in tutta la Grecia e nel mondo ellenistico, spesso saccheggiati da tombaroli e ladruncoli di bassa lega.

I resti di templi dedicati ad Atena sono stati scoperti nell'acropoli di Lindos, di Pergamo, a Roma, a Paestum e in vari santuari minori come probabilmente quello di Caudium, patria di antichi, ostici e valorosi combattenti devoti alla mitica divinità nata già pronta per il combattimento pianificato, basista ed inesorabile.

Athena, figlia di Zeus, rinunciò alla sua femminilità, rimanendo vergine e vestendo i panni della Dea guerriera. Adorata in tutta la Grecia, soprattutto in occasione delle quadriennali Panatenee feste celebrate in suo onore ciclicamente. Le affascinanti fanciulle di Atene a quei tempi le facevano dono di un peplo sontuosamente ricamato. Gli Achei portarono il suo culto nelle colonie della Magna Grecia di Taranto, Siri, Sibari, Crotone e Locri

I Greci emigrarono nel Sud Italia nell’VIII secolo avanti Cristo da Eubea, Argolide, Locride, Creta e le isole Egee. Si stabilirono sulle coste meridionali dalla Campania all’Apulia e nel sud ed est della Sicilia dove fondarono ricche colonie basate sull'agricoltura e il commercio. La nostra Città di Caudina sorse, guarda caso, attorno allo stesso secolo, ma non fu tra le città più importanti della Magna Grecia, anche se la vicinanza a Neapolis fu lo stesso decisiva per uno sviluppo commerciale, culturale e religioso della Valle ed oltre.

La preziosa scultura, recuperata a Sant'Agata dei Goti, giaceva all'interno di un'abitazione privata e chissà quante altre perle del passato sono immerse nei meandri di altre case o in qualche museaccio capace di fare carte false pur di gestire questo tipo di reperti. La detenzione illegale della divina Atena/Minerva, da quest'ultimo venerdì mattina, è finita grazie al tenace lavoro dei vertici del Museo Archeologico Nazionale Caudino e dal Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli. Entusiasti i vertici della Procura della Repubblica di Benevento e Vincenzo Zuccaro, direttore del museo Caudino, finalmente sorridente dopo le polemiche per l'ennesimo "prestito" del Ratto d'Europa

Tremano gli infami tombaroli e le spie al soldo dei trafficanti d'Arte, viste le nuove tecnologie adoprate dalle fdo ed impiegate per recuperare l'inestimabile bottino, sparso in ogni dove!

Ebbene, dopo aver ritrovato il Cratere di Assteas, il celebre Ratto d'Europa, i Carabinieri firmano anche il recupero dell'importante reperto archeologico, frutto di una meticolosa attività d'indagine condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, diretta da Aldo Policastro, finalizzata al contrasto del continuo traffico illecito di reperti archeologici. Il Mansc ringrazia e rilancia il turismo culturale in salsa Caudina.

MINERVA

Il termine Minerva fu probabilmente importato dagli Etruschi che la chiamavano Menrva. I Romani ne confusero il nome straniero con il loro lemma mens (mente) visto che la dea governava non solo la guerra, ma anche le attività intellettuali. Minerva è la figlia di Giove (Zeus per i Greci) e di Meti. Viene considerata la divinità vergine della guerra giusta, della saggezza, dell'ingegno, delle arti utili (architettura, ingegneria, scienza, matematica, geometria, artigianato e tessitura), nonché inventrice del telaio e del carro, e di svariate altre cose. 

I suoi simboli sono la civetta, l'ulivo, l'egida e l'armatura con scudo e lancia. A differenza della corrispettiva dea greca Atena, alquanto "maschile" e combattiva, Minerva assunse nella cultura romana funzioni di dea della sapienza, delle arti e della protezione dello Stato.

L'Atena della Valle Caudina è modellata in marmo bianco e grazie alla presenza del copricapo liscio, riconducibile ad un elmo Corinzio, si è potuta identificare con certezza. Una delle Giornate Mondiali dell'Archeologia resterà nella storia di questa magica Terra anche per il sostegno dell''Istituto nazionale di ricerca archeologica preventiva della Francia (Institut national de recherches archéologiques préventives). Il neo-Sindaco di Montesarchio, Carmelo Sandomenico, il Sindaco di Sant'Agata de' Goti Salvatore Riccio, l’assessore alla Cultura del Comune di Montesarchio, Morena Cecere, il Soprintendente per l'Archeologia e le Belle Arti Gennaro Leva e il Comandante dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, Massimiliano Croce hanno scritto una pagina di rilievo per tutta l'area interna campana, insieme alla direttrice regionale dei musei della Campania Marta Ragozzino, al Procuratore aggiunto della Repubblica di Benevento Gianfranco Scarfò, i sostituti procuratori della Repubblica di Benevento Maria Amalia Capitanio e Maria Gabriella Di Lauro.

Atena - Mineva

L’erma di Atena non è solo una "pietra storica": potrebbe essere un chiaro segnale degli Dei, lanciato dall'alto, affinché lo spirito guerriero del Popolo della Valle Caudina torni a splendere come in quel Passato fatto di Arte, pieno zeppo di Storia delle civiltà Mediterranee e di divinità sepolte dal tempo e/o da altre religioni. 

Omero per ATENA

Pàllade Atena voglio cantar, che le rocche protegge,

tremenda: ad essa e a Marte son care le imprese di guerra,

son care le città saccheggiate, le grida e le zuffe:

essa, se vanno alla guerra, se tornan, protegge le turbe.

Salute, o Diva! Fa’ ch’io viva sereno e felice. - Omero. 

(insieme alle lettrici ed ai lettori de Lo Schiaffo 321)

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