lunedì 26 febbraio 2024

La Storia della Forche Caudine rilanciata dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste #perle


La Storia delle Forche Caudine rilanciata dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste #perle
Sulla pagina del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, seguita da oltre centomila persone, due giorni fa, sono state pubblicate ben tre foto ed un articolo che riportano in auge la Battaglia delle Forche Caudine. La perla è la splendida copia de Le Forche Caudine Illustrate di inizio Ottocento. Un tuffo nel passato che potrebbe essere di buon auspicio per il futuro di una Terra che merita di più.
Buona lettura.

Perché si dice “passare sotto le Forche Caudine”?

La frase significa subire una grave umiliazione o una prova mortificante. 

Il modo di dire risale all’antica Roma, e precisamente alla Seconda guerra Sannitica. Nel 321 a.C., osservando dalle loro fortezze gli spostamenti delle legioni romane, i Sanniti riuscirono a intrappolare ben ventimila soldati dentro alla gola di Caudio (tra le odierne province di Napoli, Benevento e Avellino). Con massi e alberi divelti chiusero gli unici due ingressi della vallata e sbarrarono ogni via di fuga ai nemici. Quando di notte i Romani si videro circondati dalle fiaccole Caudine, capirono che rimaneva loro solo la resa. A sorpresa, però, dopo essere passati, disarmati e forse nudi, sotto un giogo, le “forche”, i prigionieri umiliati furono rilasciati. 

Secondo alcune fonti antiche ciò avvenne affinché la mortificazione lasciasse un segno nel loro animo, ma per gli storici moderni, liberando i prigionieri romani, i sanniti vollero evitare l’insurrezione delle altre genti latine di fronte a un massacro.

Lo storico Livio racconta: «E venne l’ora fatale dell’ignominia; (...) prima i consoli, quasi nudi, furono fatti passare sotto il giogo; poi gli altri in ordine e grado furono sottoposti alla stessa ignominia; infine ad una ad una tutte le legioni».

Nel patrimonio librario della Biblioteca Storica è conservata la seconda edizione (1811) del volume Le Forche Caudine illustrate con due appendici sul celebre episodio storico del 321 a.C. L’opera è dedicata a Gioacchino Napoleone (Murat), re di Napoli. Ne è autore il letterato Francesco Daniele che sostituì Vico nell'incarico di storiografo di corte e che qui ricostruisce dettagliatamente l'ubicazione della battaglia. Nelle immagini vedute della Valle Caudina incise da Vincenzo Aloja su disegni di Alessandro D'Anna e una grande carta di Luigi Aloja con la "Pianta delle Forche Caudine".


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immagini tratte dalla rete

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