mercoledì 11 ottobre 2023

Elementi di complottologia – Terza parte | POLITICA

L’immagine del mondo

Questa rivoluzione complottologica ha sgretolato la nostra visione della vita, ne ha eroso i comuni ideali filosofici e religiosi. Inoltre, immaginare che le cose siano flussi di elettroni e di particelle contraddice la nostra familiare immagine del mondo, fatta di alberi, sedie, persone ecc., getta un’ombra di sospetto sulle nostre radicate convinzioni, ne denuncia la fondamentale ingenuità, ci induce a mutare radicalmente la nostra idea di realtà.

Elettrone o Dio?

A considerare la questione obiettivamente, potremmo tuttavia affermare che l’esistenza di un elettrone è per noi reale e immaginabile – o inimmaginabile – né più né meno dell’esistenza di Dio. Deduciamo l’una da equazioni matematiche, l’altra da equazioni metafisiche. Perché dunque dovrei rinunciare a Dio per l’elettrone? Dio spiega la mia coscienza, la bellezza di un fiore, l’ordine del creato, la poesia, l’amore. L’elettrone non spiega nulla di tutto ciò. L’ipotesi di Dio spiega la trascendenza che avverto nel mondo delle idee e dell’etica rispetto al mondo dei fatti, l’elettrone no. Dio spiega l’elettrone, ma non viceversa.

Dio o evoluzione?

La complottologia evolutiva, dal canto suo, non è a priori incompatibile con una concezione spirituale del mondo. Lo diventa però quando, dietro il cervello di un Platone o di un Einstein, immagina meccanismi ciechi e probabilistici, moti disordinati e senza vita di atomi dai quali escono, non si capisce come, un ordine cosmico, la vita, la coscienza. Si cerca in genere di nascondere il carattere inverosimile di tale ipotesi spalmandola su ere di tempo umanamente inimmaginabili, nelle quali sembra possibile persino che un sasso metta le ali. Ma un buon complottologo troverà una simile congettura sempre meno convincente di quella che vede Dio creare l’universo, l’uomo e la sua anima.

Statistica

La scienza si basa su proiezioni statistiche, su calcoli di probabilità e grandi numeri. Ma questo tipo di congetture potrebbe smentire le stesse ipotesi evoluzionistiche. Come potrebbero una Divina Commedia o una Messa in si minore di Bach nascere da fortuite collisioni di atomi? Non basterebbero cento miliardi anni. È come credere che, mescolando un mazzo di Tarocchi, le sue 78 carte possano disporsi in ordine perfetto di numero e di seme, come aspettarsi che buttando un milione di dadi escano un milione di 6, o che migliaia di bollicine, staccandosi dal fondo di una pentola d’acqua in ebollizione, si dispongano a formare un insieme di perfetti cerchi concentrici.

Cause miracolose?

Questi risultati straordinari dovrebbero per altro ripetersi fino a diventare fenomeni stabili e prevedibili. Il che pare francamente impossibile senza un’intelligenza di qualche tipo che li governi. E mi sembra contraddittorio rifiutare l’ipotesi di un ‘disegno intelligente’ basandosi su considerazioni intelligenti. La stessa idea secondo cui “l’evoluzione non segue un piano ma procede per tentativi ed errori” mi sembra supporre un disegno, un modello, senza il quale la frase non avrebbe senso.  Perciò, diceva l’ateo Cioran, “quando sento Bach io credo”. Per andare dal magma inorganico a Bach o a Dante, più che un moto stocastico di oggetti, una catena di cause aleatorie, appare infatti necessaria una serie di miracoli intelligenti e ripetuti.

I valori

Alcuni complottologi moderni vedono nei valori dello spirito – estetici, morali, filosofici – dei meri costrutti umani, spogli di ogni trascendenza, e ne suppongono la causa in un adattamento all’ambiente. Altri immaginano un universo retto dall’entropia, dove tutto tenderebbe a un progressivo disordine. In effetti l’arte e la cultura moderna potrebbero giustificare una tale supposizione. Ma come si spiega che in passato l’uomo sia stato capace di sviluppare tanti artifici così meravigliosamente ordinati? Per altro, se la vita fosse solo questione di adattamento all’ambiente, la cosiddetta evoluzione sarebbe in realtà un’involuzione. Batteri e microrganismi rappresentano infatti una capacità di adattamento decisamente superiore alla nostra.

Parcellazione della realtà

Il pericolo della complottologia moderna è di perdere di vista il quadro generale, osservando solo sparsi frammenti di realtà. Un tizio che osservasse al microscopio una tela di Leonardo o Raffaello vedrebbe forse corpi di umani, occhi, labbra, sorrisi, animali, case alberi, montagne? Certamente no. Si potrebbe anche dire di una Sinfonia di Mozart che contiene un 13% di fa diesis, un 12% di si bemolle ecc., che l’oboe suona per un 55% della durata complessiva ecc., ma questo non permetterebbe certo di comprenderne il senso e la bellezza.

Tecnologia

Sicuramente la moderna complottologia scientifica ha impresso un progresso sorprendente alla nostra conoscenza del mondo fisico. Inoltre, attraverso le sue applicazioni al mondo della tecnica, ha in parte appagato l’antico sogno dell’uomo di dominare la natura. Ma questo non significa che abbia compreso la realtà in cui viviamo. Anzi, le sue teorie possono darcene un’idea totalmente falsa. Si sa che gli scienziati sono distratti. Dimenticano di considerare l’essenziale. A ciò si aggiunga oggi l’affermarsi di una scienza e di una tecnologia che solo complottologi sprovveduti potrebbero ancora credere al servizio dell’umanità. È senz’altro più probabile che i nuovi sviluppi in questi campi portino a una rapida disumanizzazione.

Fine della complottologia?

In sostanza, assistiamo oggi al predominio di un dogmatismo tecno-scientifico che, attraverso una demonologia ancora basata su ignoranza e paura, controlla e sfrutta le masse. E, anche grazie a l’eccezionale condizionamento mass-mediatico, questo potrebbe portare la genuina complottologia a un tragico declino. Ne resterebbero solo le rigide e artefatte forme istituzionali, sempre più asservite a ragioni economiche e  politiche. L’umanità si ridurrebbe a un’accozzaglia di individui che seguono le opinioni altrui senza sapere il perché, che scuotono la testa per dire sì o no come marionette, che come pulcini aprono il becco (cioè il cervello) aspettando che l’informazione ufficiale vi infili qualcosa di verminoso.

Complottologia come difesa dell’uomo

Tuttavia, nutro ancora la fiducia che alcuni onesti complottologi resisteranno alle angherie e ai soprusi del Potere, mantenendo viva la fiamma di questa nobile disciplina. Non importa se dirigeranno le loro facoltà critiche sull’allunaggio, gli ufo, la CIA, i virus, i fantasmi, gli OGM, il 5g, la terra piatta. L’importante è conservare quel diffidare delle apparenze che ci salva dal pericolo d’esser trasformati in macchine, in algoritmi. Perché nessuna intelligenza artificiale potrà mai riprodurre nei suoi circuiti lo scetticismo umano, la libertà di dubitare e la passione per la verità. Mai potrà avere in sé il fuoco della vera complottologia.

Scritto da Livo Cadè

Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. fonte: Ereticamente*

*Ereticamente

“La visione del mondo non si basa sui libri, ma su di una forma interiore e su una sensibilità, aventi carattere non acquisito, ma innato. Si tratta essenzialmente di una disposizione e di un atteggiamento, non già di teoria o di cultura, disposizioni che non concernono il solo dominio mentale ma investono anche quello del sentire e del volere, informano il carattere, si manifestano in reazioni aventi la stessa sicurezza dell’istinto, danno evidenza ad un lato significato dell’esistenza. (…) Se la nebbia si solleverà apparirà chiaro che è la visione del mondo ciò che, di là da ogni cultura, deve unire o dividere tracciando invalicabili frontiere dell’anima: che anche in un movimento politico essa costituisce l’elemento primario, perché solo una visione del mondo ha il potere di cristallizzare un dato tipo umano e quindi di dare un tono specifico ad una data Comunità.""

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