venerdì 6 ottobre 2023

Elementi di complottologia – Seconda parte | POLITICA

Ufficialità  

Sono numerosi, nella storia, gli esempi di contrapposizione tra le istituzioni preposte alla difesa di questo establishment intellettuale e frange ‘ribelli’ che rivendicano il diritto a una complottologia indipendente. Da sempre il Potere impone i suoi teoremi con la forza e ne protegge la stabilità con la repressione e la brutalità. Non diversamente agisce oggi la nostra democrazia borghese nell’imporre le sue ‘versioni ufficiali’, la sua arrogante ortodossia – il cosiddetto pensiero unico o mainstream – incurante di ogni dichiarato ideale di tolleranza e rispetto delle opinioni altrui.

Un caso emblematico

Basti ricordare, a titolo d’esempio, come la recente divergenza d’opinioni in materia di virus, contagi, misure profilattiche, vaccini ecc. abbia portato a forme di violenza totalitaria, a una dispotica interdizione del dissenso, a forme estese e pervasive di censura e di controllo poliziesco, a indottrinamenti mediatici, a sanzioni di carattere economico e sociale, a gogne morali per quelli che esprimevano pensieri eterodossi. Questo è il tipico modus operandi della complottologia ufficiale.

Responsabilità delle masse

Si tratti di un attentato terroristico, di un’influenza stagionale, del cosiddetto climate change, della guerra in Ucraina ecc., l’importante è impedire all’uomo di elaborare liberamente un proprio pensiero, di accedere a dati, notizie, fatti che gli permetterebbero di maturare una personale visione delle cause, dei moventi ecc. E va detto che l’atteggiamento di credulità, di cieca fiducia nell’autorità mostrato dalla gente, è complice di questa coercizione mentale, ne è anzi la prima causa. La passività intellettuale delle masse rappresenta l’assoluta negazione di quell’attitudine al dubbio, al libero esame, che è il cuore della vera complottologia.

Emotività

Le ragioni di questo atteggiamento supino e colpevole vanno probabilmente ricercate in alcuni fondamentali problemi che fin dal suo inizio hanno condizionato la complottologia. Se infatti osserviamo le spiegazioni che i nostri antenati davano dei fenomeni naturali, di quel mondo esterno, oscuro e imprevedibile che sempre ha minacciato la vita dell’uomo, le vedremo sempre dominate, più che da necessità logiche, da ragioni emotive e irrazionali.

Demonologia

Una complottologia primitiva immaginava, dietro le ostili forze della natura, esseri invisibili e potenti, che l’uomo poteva ingraziarsi attraverso sacrifici, rituali magici, osservando delle leggi che si presumeva emanassero da entità sovrumane. Questa forma di demonologia, basata sulla paura degli elementi naturali e sul desiderio di controllarli, è giunta fino a noi sostanzialmente immutata, insieme alla casta sacerdotale che funge da mediatrice tra l’uomo e i demoni.

Evoluzione scientista

Il suo impianto teoretico, sedimentato nell’immaginario religioso e cristallizzato in formule dogmatiche, è stato ereditato dalla nostra mentalità scientifica. Così, oggi parliamo di forza gravitazionale, di forza elettromagnetica, di forza nucleare debole e di forza nucleare forte come cause di tutti i fenomeni fisici. La scienza ha conservato della tradizionale demonologia il carattere apodittico e affabulante. E gli scienziati surrogano oggi la figura del sacerdote, dello sciamano, del profeta. Questo ci costringe a considerare alcuni aspetti nuovi e problematici della complottologia contemporanea.

L’idea di Dio

Innanzitutto dobbiamo riconoscere come una certa complottologia religiosa già da tempo abbia superato la congerie demonologica o politeistica e ipotizzato una Causa Unica (Dio, Tao, Brahman ecc.) che assicura all’universo un’interna coerenza. La scienza è invece ancora bloccata a uno stadio demonologico, alla credenza in forze diverse che governano il mondo. Ha semplicemente trasformato le antiche entità magiche in leggi e regolarità naturali. Dietro l’esistenza dell’uomo non suppone un alito divino (che, visti i risultati, alcuni credono fiato sprecato) ma forze evolutive che hanno fatto lentamente progredire la materia inorganica verso l’auto-coscienza.

Scritto da Livo Cadè

Le opinioni espresse nei contributi degli ospiti riflettono esclusivamente l'opinione del rispettivo autore e non corrispondono necessariamente a quelle della redazione de Lo Schiaffo 321. fonte: Ereticamente*

*Ereticamente

“La visione del mondo non si basa sui libri, ma su di una forma interiore e su una sensibilità, aventi carattere non acquisito, ma innato. Si tratta essenzialmente di una disposizione e di un atteggiamento, non già di teoria o di cultura, disposizioni che non concernono il solo dominio mentale ma investono anche quello del sentire e del volere, informano il carattere, si manifestano in reazioni aventi la stessa sicurezza dell’istinto, danno evidenza ad un lato significato dell’esistenza. (…) Se la nebbia si solleverà apparirà chiaro che è la visione del mondo ciò che, di là da ogni cultura, deve unire o dividere tracciando invalicabili frontiere dell’anima: che anche in un movimento politico essa costituisce l’elemento primario, perché solo una visione del mondo ha il potere di cristallizzare un dato tipo umano e quindi di dare un tono specifico ad una data Comunità."


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