domenica 1 ottobre 2023

MISTERO CAUDINO - Il Satiro Caudino con Pantera rinvenuto tra il 1747 e il 1748 #perle

IL MISTERO DEL SATIRO CAUDINO CON PANTERA, LA STATUA RINVENUTA A BONEA TRA IL 1747 E IL 1748

Ventiquattro anni fa il Laboratorio di Restauro del prestigioso Museo Archeologico Nazionale di Napoli realizzò una riproduzione del Satiro Caudino. La scultura venne realizzata con il contributo economico della Travi Sud su commissione dell'allora amministrazione comunale della cittadina Caudina di Bonea.

La replica conforme all'originale è stata fissata su di un masso rinvenuto proprio in località San Biagio durante uno scavo archeologico realizzato a luglio del 1998. La statua "vera" è custodita da secoli nel Museo della metropoli Partenopea, Una storia quasi dimenticata che sale alla ribalta in un momento importante per la Valle Caudina. Le ultime polemiche sulla storia Caudina, apparse sulle nostre colonne digitali, hanno riacceso l'interesse sulla ricostruzione storica di una terra che vanta uno degli episodi più importanti della storia Romana e non solo: la battaglia delle Forche Caudine, datata 321 avanti Cristo.

Museo Archeologico Nazionale Napoli

Nel 1737, appena dieci anni prima del ritrovamento molto particolare, il Cavaliere Ramsay introdusse per primo nella Massoneria, almeno in modo esplicito, il mito (nel senso tradizionale della parola) della discendenza dai Cavalieri Templari di un ramo massonico, quello di origine scozzese e giacobita, il quale si sarebbe originato dalla fusione di Logge Muratorie scozzesi con un gruppo di Templari rifugiatisi in Scozia al tempo della persecuzione di Filippo il Bello e di Clemente V

Satiro Caudino e Pantera

VILLA COCCEIO

L'area dove venne ritrovato il Satiro Caudino, secondo gli esperti, coincide con l'ubicazione della “Villa di Cocceio”, anch'essa situata a San Biagio di Bonea. La villa è famosa perché venne citata da Orazio nella descrizione del suo viaggio da Roma a Brindisi, via Valle Caudina. Questa sarebbe la prova indiscussa della rilevanza storica del luogo, contestata dall'editore Arturo Bascetta. In ogni caso la Nuova Caudium, oltre alla statua in questione, con tanto di pantera, non dovrebbe ignorare un notevole strato di reperti archeologici risalenti all'epoca romana. Un tesoro unico che potrebbe attirare turisti, non tombaroli, da queste parti.

Infatti, sotto i terreni corrispondenti ai casali di Bonea e di Varoni di Montesarchio, è ufficialmente custodita la villa dell'imperatore romano Marco Cocceio Nerva, vissuto nel I secolo dopo Cristo, fondatore della dinastia degli Antonini, precedentemente appartenuta al nonno, console e senatore romano, da cui la ereditò.

La Villa Caudina è citata da Orazio nella quinta Satira come tappa di ristoro del suo viaggio con Virgilio verso Brindisi. All'epoca viaggiarono sulla regina delle strade, alias la Via Appia, ancora al centro di discussioni storiografiche.  L'ubicazione della villa della famiglia Cocceio è certa, così come attestato dai primi scavi di Amedeo Maiuri nel 1959 e da quelli più recenti, che hanno rinvenuto resti e ambienti dell'edificio sempre nei territori circostanti la Chiesa di San Biagio di Bonea e l'attiguo cimitero.

Il Mistero del Satiro

Il Satiro Caudino venne trovato in un giardino pieno zeppo di reperti misteriosi. Un episodio che avrebbe potuto trasformare la Valle in un gigantesco museo a cielo aperto. Perché vennero subito interrati? 

Secondo le fonti ufficiali, all'epoca i lavori per la ricerca dei tesori Caudini vennero bruscamente interrotti a causa di una mancanza di risorse economiche. I più scettici, invece, ipotizzano una clamorosa razzia da parte dei tombaroli, i maledetti ladri di storia. Nessuno potrà mai svelare il mistero legato agli scavi lampo di Bonea. Il giardino Caudino, in effetti, potrebbe essere visto come il luogo-simbolo del viaggio dell’anima pagana attraverso il complesso simbolismo dei viali, degli alberi e degli arbusti che ornano le costruzioni ai piedi delle colline del Taburno

Ad ogni modo, sono visibili, nel muro che delimita la suddetta area cimiteriale, resti di opus incertum e reticulatum, presumibilmente appartenenti a un corpo dell'antica villa. L'importante scavo di fine anni Cinquanta portò alla luce anche oggetti in terracotta, monete e frammenti di vetro.

La Valle Caudina aveva tutte le caratteristiche per onorare degnamente quella divinità complice di Pan e Dioniso, che abita nei boschi e sulle montagne. È una divinità minore, personificazione della fertilità e della forza vitale della Natura, connessa con il culto dionisiaco diffuso a Caudium. Il Satiro dovrebbe essere stato ispirato a un possibile prototipo bronzeo, databile genericamente al II-I secolo avanti Cristo. Quel soggetto fu più volte copiato in età imperiale, trovando forse impiego come ornamento da giardino in enormi ville.

La statua, ritrovata in Valle Caudina, è legata al culto di Dioniso, il dio del vino. Il Satiro Caudino, ricordiamo, è accompagnato da una pantera. Guarda caso proprio l'area di Bonea è conosciuta ovunque per l'ottima qualità della Falanghina del Taburno. Questo è un dato di fatto. 

Il Vino di questa terra è davvero magico e si presta bene per trasformarsi in un trampolino ideale per viaggi metafisici, alcolici e bucolici. Dalle nebbie delle antiche conoscenze, la sapienza divina si manifesta attraverso questa raffigurazione statuaria e le usanze di riti sopravvissuti nel tempo.

Dioniso era anche dio della Natura selvaggia ed era in relazione con il regno dei morti. Il Dio nelle sue manifestazioni era accompagnato dal suo corteo composto da Baccanti, Sileni, Satiri, Ninfe, pantere e leoni

Le Baccanti erano sacerdotesse che avevano il potere di addomesticare animali feroci come le pantere e i leoni; le loro braccia durante alcuni rituali erano avviluppate da numerosi serpenti, attratti, come anche per gli altri animali, dalla loro forza armonizzatrice. I componenti del corteo erano tutti invasi dello spirito divino di Dioniso animali compresi. Una forza cosmica primordiale alla base dell’ordinamento universale del creato li pervadeva. 

Nel corso dei secoli, l’uomo-Dio è ritornato ad assumere le sembianze e lo status di uomo-terrestre perdendo tutti i suoi poteri protonaturali e sovrannaturali; gli animali gli si voltarono contro e diventarono così suoi nemici. L’uomo primigenio si scisse in due parti: l’anima terrestre restò legata alle forze terrestri e in balia del caso; mentre l’altra metà, quella divina, cadde nell’oblio e vaga negli spazi ultrastellari, nella vana attesa di ricongiungersi con l’altra metà terrestre.

La statua del Satiro Caudino è lì a ricordarci l’età dell’oro, tempo in cui gli esseri umani, Caudini compresi, vivevano come Dei e gli animali altro non erano che una propaggine del Dio-Uomo. Si osservi bene lo sguardo del Satiro che osserva la pantera con naturale compiacenza; e l’atteggiamento umano della pantera che alza la testa in segno di profonda unione spirituale con il Dio pagano.

I satiri sono generalmente raffigurati come esseri umani barbuti con orecchie, corna, coda e zampe caprine o equine. Comicamente orribili, hanno capelli simili a una criniera o calvi, visi ferini e nasi camusi e vengono sempre mostrati completamente nudi. Il loro aspetto perse gradualmente, con il passare del tempo, qualche attributo animale. 

Vengono anche rappresentati come esseri lascivi, spesso dediti al vino, alla musica, a danzare con le ninfe e a suonare l'aulòs. Talvolta sono raffigurati con una vistosa e permanente erezione. Erano compagni del dio Dioniso e si credeva abitassero in luoghi remoti, come i boschi, le montagne ed i pascoli del Partenio e del Taburno. Spesso tentavano di sedurre e violentare le ninfe o donne mortali allo stesso modo, di solito con scarso successo.

Nella mitologia greca si narra che i satiri fossero grandi suonatori di flauto e che facevano incantare con la loro musica. Del mito del Satiro parlano molte fonti classiche, tra cui Ovidio, nel Libro VI delle Metamorfosi; esso è citato anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri ed appare anche sul Cratere di Assteas, custodito presso il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino. Così volle il Fato. Il Satiro svolge un ruolo anche nell'estetica di Nietzsche: nella Nascita della tragedia nello spirito della musica, l’uomo originario, «l’uomo vero, il Satiro barbuto», denuncia la civiltà come illusione. 

"Al fondo dell’arte, e della civiltà che grazie ad essa si inaugura, resta dunque la consapevolezza angosciosa di uno stato di natura dominato dal dolore. A questo stato di natura l’uomo greco dà le forme di un essere primitivo, semi-animalesco – il Satiro –, che corrisponde ad uno stadio pre-umano dell’umanità stessa, anteriore ad ogni forma di civiltà, e dinanzi al quale ogni civiltà si svela come menzogna, in quanto si edifica sull’occultamento del dolore".

Per i Romani probabilmente la pantera era il Genio protettore del dio e le pantere trainano il carro nuziale con Bacco e Arianna. La simbologia della pantera può essere legata alla sua ferocia, un animale notturno e temibile che potrebbe rappresentare le pulsioni più sfrenate, irrazionali che colpiscono l’uomo da ubriaco. Inoltre, pare che la pantera sia sempre assetata e quindi il modo migliore per cacciarla era farle trovare del vino per farla ubriacare. Per stendere la Pantera Caudina ci volle qualche litro in più di nettare degli Dei...

Cratere di Assteas

Chiudiamo questo approfondimento speciale de Lo Schiaffo 321 rivelando un misterioso collegamento tra la statua del Satiro Caudino ed il  lato oscuro del vaso di Assteas, custodito nel Museo Archeologico del Sannio Caudino:

"Quando parliamo del cratere di Europa Assteas, non dobbiamo dimenticarci che presenta un secondo mito che si trova sul lato opposto del vaso. Interessante al pari del mito di Europa: quello del corteo bacchico. Dioniso, contrariamente a quanto si pensa, non è solo il dio del vino. Egli rappresenta il delirio orgiastico, la spensieratezza, l'estasi e la liberazione dei sensi. È rappresentato nudo, al centro, mentre stringe nella mano destra il tirso, un bastone di ferula sormontato da una pigna e nella sinistra due uova (simbolo della rinascita ed elemento onnipresente nelle religioni misteriche). 

Le Menadi e i Satiri compongono il tiaso (corteo) e seguono il dio muovendosi in un ritmico passo di danza. Ognuno di loro porta con sé un oggetto che servirà al rito baccanale, per lo più strumenti musicali o recipienti portatori. Oltre a Dioniso, si riconoscono Sileno, il vecchio satiro ritratto sul registro superiore mentre agita un tamburino, e Pan, il satiro alla destra di Dioniso che stringe un tirso nella mano destra e una phiale (antico vaso rituale greco) nella sinistra. Il ceramografo Assteas fece di tutto per accontentarlo, rappresentando nel dettaglio due miti spettacolari come se fossero scene di una pellicola o di un libro".

RIFLESSIONI

Sarebbe bello riappropriarsi del Satiro Caudino, ora che c'è la struttura idonea ad ospitarlo, per sempre, nella sua Terra. Tanto Napoli è una Capitale Mediterranea ricca di Arte e Archeologia. A loro non cambierebbe nulla, a noi tutto: dal MANN al MANSC. 

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immagini tratte dalla rete.

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