mercoledì 25 novembre 2015

TESORI CAUDINI RIEMERSI




PASSIVISMO

I ritrovamenti archeologici di questi giorni hanno portato di nuovo alla ribalta la Città di Caudium, capitale della tribù dei Caudini, una delle tribù sannite che viveva tra l’attuale Valle Caudina, la Valle Telesina e parte della provincia di Caserta (Alife Piedimonte ). 



In questi giorni è riemersa la notizia dell’interessamento di Università straniere che si offrirono di finanziare gli scavi (per appropriarsi dei ritrovamenti), ma chi sono questi Sanniti ? 
Perché tanto interesse per due o tre vecchi vasi? 
Innanzitutto va detto che la tribù dei Caudini è l’unica tre le tribù Sannite ad entrare in contatto diretto e a effettuare baratti e commercio con le colone greche presenti in sud Italia e a quanto pare direttamente con la Grecia (o almeno con Taranto colonia greca). 
I vasi di terracotta ritrovati risalgono a circa 2400 anni fa e sono di fattura greca.
I Sanniti erano meno bravi, ma per secoli hanno conteso ai Romani il controllo dell’Italia. La sorte ha deciso l’esito di alcune battaglie e ha determinato la storia di cui, comunque, i Sanniti sono stati una parte determinante! 
Ma che fine hanno fatto poi questi Sanniti? 
Sono rimasti sempre nei loro territori, hanno continuato a vivere negli stessi luoghi sino ai nostri giorni, non siamo altro che noi i Sanniti Caudini, quello che resta di un fiero popolo di pastori e agricoltori che divenivano formidabili guerrieri per difendere il proprio popolo, il proprio territorio e il diritto ad essere uomini liberi





Noi oggi che dovremmo essere la loro evoluzione non siamo capaci di riportare alla luce e tutelare i reperti e le tombe dei nostri avi, lasciandole in balia dei tombaroli abusivi o autorizzati (università straniere). Per secoli non siamo stati in grado di stabilire quale sia stato il luogo della battaglia più famosa al mondo, quella delle forche caudine. Tutti ne hanno discusso, professori di ogni nazionalità meno che professori Caudini. Noi che conosciamo i nostri luoghi non abbiamo sentito la necessità di interpretare la descrizione dei luoghi fatta da Livio per identificare un percorso e farne una meta turistica! Abbiamo ancora oggi una tomba ritrovata durante i lavori della fondo Valle Isclero a Moiano abbandonata alle intemperie.  

Sin dal 1700 si ha conoscenza di una estesa e ricca necropoli tra il territorio pedemontano tra Sant’Agata dei Goti e Moiano e nessuno si è mai interessato a proporne uno sviluppo turistico culturale sull’esempio delle necropoli etrusche di Cerveteri o di Tarquinia. 
Il nostro passivismo ci impedisce di vedere e capire ciò che il mondo ci invidia!

Scritto da Airolano Medio fu Ugo Trentuno

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