lunedì 17 luglio 2017

FIAMME IN VALLE CAUDINA



INFERNO CAUDIUM

(Campania) - Un’enorme Terra dei Fuochi. Ottocento roghi attivi in una decina di giorni e il nostro amato Sud sfigurato. Una serie incredibile di incendi dolosi e colposi in Sicilia, Calabria, Molise, Basilicata, Puglia, Campania, Sardegna e Toscana. Si contano i primi danni dopo un vero e proprio attacco coordinato in ogni angolo di Meridione e non solo.




O'Pennacchio r'o Vesuvio

A nostro avviso, sono troppi i fattori che hanno scatenato l’inferno di questo torrido luglio 2017. L’emblema mediatico è il Parco del Vesuvio con il Pennacchio del Vulcano visibile dallo spazio. O’Vesuvio sembra aver eruttato come nei peggiori incubi dei napoletani o nei sogni degli imbecilli. Nessuna colata lavica o esplosione. La chiamano speculazione.
A noi Caudini, invece, sono le montagne a farci penare. Cervinara, Rotondi, Bonea, San Martino Valle Caudina, Airola e ultimo, in ordine di tempo, il rogo ai piedi della Torre di Montesarchio. Bruciati ettari di Partenio e di Taburno. Una nube apocalittica ha tappato Caudium e la Campania per un paio di lunghissimi giorni. Ora bisogna lavorare per evitare eventi franosi. Al peggio non c’è mai fine. La struttura della montagna si è indebolita e l’assenza di manutenzione sta creando una situazione da tenere sotto controllo. A Rotondi ieri c’è stato il primo campanello d’allarme.


L’assassinio di una Forestale moribonda.

Tagliare la Guardia Forestale non è stata un’idea geniale, dati alla mano. Il cambio di guardia ha messo in luce la fragilità dello Stato, nonché un groviglio burocratico italiota, reo di aver ostacolato l’azione di contrasto al fuoco letteralmente dalle fondamenta. Uno scenario del genere non si sarebbe potuto immaginare nemmeno nelle peggiori guide antincendio. Fischiano le orecchie alla Ministra Mariannina Madia del Partito Democratico. La bella Boschi evita commenti per evitare battute fuori luogo. I boschi veri, invece, non possono dire la loro. Abbandonati a loro stessi, senza manutenzione, alla mercé dei piromani, dei criminali di turno e con quasi ottomila uomini in meno. 
Una guerra volutamente persa in anticipo, a quanto pare.

Focolai ovunque.

Tutti parlano di incendi dolosi e colposi per mano della criminalità organizzata e di speculatori in varie salse. Ci sono diverse piste da seguire, anche se la vastità degli incendi potrebbe riservare sorprese incredibili e indicibili. L’esercito di piromani occasionali avrebbe una solida regia capillare e diffusa, tale da poter innescare incendi dalla profonda Puglia alla Sardegna, fino alla Toscana, passando per Sicilia, Campania, compreso il Vesuvio?
I dubbi in merito crescono. Nulla è emerso fino ad oggi, a parte resti di amianto bruciacchiato e tanto altro degrado incenerito. Qualche arresto e nulla più, il bottino delle Fdo. 
C’è un disegno criminale alle spalle o sono le solite trame complottiste a prendere il sopravvento?
Resta solo una certezza, care lettrici e cari lettori de Lo Schiaffo321: chi si nasconde dietro queste centinaia di fuochistinfami è un pezzo di fango secco e vale quanto un pugno di cenere.

Prevenzione scoordinata

Hanno difeso la Torre a mani nude. Un manipolo di volontari, aiutati dai Vigili del Fuoco. Armati di “frasche” sono riusciti a domare le fiamme. Le sterpaglie incendiate avrebbero potuto colpire addirittura la Torre di Montesarchio, uno dei simboli dell’intera Valle Caudina e della Campania. La rabbia dei Caudini è tanta. L’affanno delle Protezioni Civili, pure. Quelli di Cervinara lottano anche in infradito. Il problema principale è ancora una volta evidente: l’assenza di un coordinamento della Protezione Civile e dei Volontari della Valle Caudina. Non bisogna solo cercare i colpevoli, già allenati allo scaricabarile di rito, ma puntare tutto sul richiamo delle masse proto Caudine.


La delibera beffa e quella buffa.

La Provincia di Benevento si era mossa in anticipo lanciando nella mischia ben venti Guardie Ambientali Volontarie. Una decina di queste, in via del tutto sperimentale, hanno partecipato ad un programma nato per la tutela dell’ecosistema provinciale. I fondi utilizzati della Regione sono serviti a qualcosa? Le Guardie Volontarie sono dislocate sul territorio così: due nell’Ambito di Benevento e colline beneventane; cinque nell’Ambito Taburno e tre nell’Ambito Tammaro / Titerno.
La logica “provinciale” distribuisce le forze su territori fin troppo scollegati. Resta ferma al palo qualsivoglia velleità di autogestione territoriale. L’azione di alcuni operai forestali della Provincia di Benevento, messi a disposizione dalla Regione Campania alla Protezione Civile nell’ambito del Servizio Anticendi Boschivi, è sembrata monca perché destinata solo ad Airola, in barba e agli altri comuni del versante Sannita in difficoltà. La Verde Irpinia ha sofferto non poco l’ondata di fuoco e fiamme. Stesso discorso operativo. Cervinara, località Pirozza: due uomini e un’autovettura. Rotondi: quattro uomini e un fuoristrada. Questi sono semplici esempi, legati ad alcuni interventi, non attacchi o schiaffi al glorioso lavoro degli addetti ai lavori. 
Caudium viene snobbata, soprattutto in questi casi. Non è cattiveria, sia chiaro. 
Sappiamo bene che è colpa dell’insufficienza di mezzi e/o di personale qualificato rispetto alle montagne da controllare.



Qui casca Caudium.

L’Unione dei Comuni Caudini in questi frangenti dovrebbe essere pronta ad imporsi su qualsiasi questione burocratico amministrativa e canalizzare tutte le forze in campo del posto. 
Assistere passivamente ad uno spettacolo disarmante avrà le sue ripercussioni.
Vogliamo certezze e sicurezze. Non chiacchiere asfissianti



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