domenica 10 maggio 2020

ZAPPATORE, una pellicola da dedicare a tutte le Mamme.

In occasione della Festa della Mamma vi proponiamo una pellicola d'autore, una perla della sceneggiata napoletana, ma con un sottile monito contro l'emigrazione e a favore della Famiglia.
Le lacrime del figlio, che scappa negli Stati Uniti d'America, sono un'icona del cinema nazionalpopolare degli anni Ottanta. Mario Merola dà uno schiaffo a chi mette gli affetti familiari in secondo piano rispetto al Dio danaro. Una pellicola da vedere e da ascoltare.
Buona visione alle lettrici e ai lettori de Lo Schiaffo 321 e auguri a tutte le Mamme d'Italia!
Felicissima sera,

A tutte sti signure 'ncruvattate

E a chesta cummitiva accussí allèra,

D'uommene scicche e femmene pittate!
Chesta è na festa 'e ballo...
Tutte cu 'e fracchesciasse sti signure...
E i', ca só' sciso 'a coppa casa mia!
Mamma toja se ne more...
'O ssaje ca mamma toja more e te chiamma?
Meglio si te 'mparave zappatore,
Ca 'o zappatore, nun so scialle niro
Dice: "Mo torna, core 'e mamma soja,
Se vene a pigliá ll'ùrdemo suspiro..."
Chi só'?…
tratto da Film&Clips


Zappatore - Film Completo

La Trama

La storia è ambientata tra la provincia di Avellino, ad Arcella una frazione di Montefredane, Napoli e Nuova York. Il signor Francesco Esposito, interpretato da Mario Merola è un contadino che va a finire in mano agli strozzini pur di pagare gli studi al figlio. Purtroppo, la sua moglie Maddalena non è in buoni condizioni di salute e dopo mille peripezie, forse un po' grottesche, ma in fondo "da sceneggiata napoletana", il signor Esposito, senza paura, vola negli Stati Uniti per dare una lezione di vita al figlio Mario, vergognosamente ingrato, capace di dimenticarsi la mamma per la carriera e le luci luccicanti di Nuova York. 




Mario Merola in una delle scene finali afferma di venire da Arcella in provincia di Benevento, sbagliando clamorosamente, ma questo malinteso lo fa abbracciare con un tassista beneventano emigrato negli Stati Uniti. Da notare la presenza di una giovane e affascinante Mara Venier nel ruolo di Nancy, la figlia di un losco affarista italoamericano, uno di quelli che ha fatto fortuna nel dopoguerra.

Insomma, il Sangue con l'oro in salsa meridionale, con tutti i limiti e le esagerazioni, ma con tanta passione, tipa di un genere, la sceneggiata, capace di esprimere, con enfasi, alcuni aspetti della nostra società di ieri e di oggi. Nel 1980 questa pellicola riuscì ad entrare tra i primi sessanta film visti all'epoca nelle affollatissime sale cinematografiche. 

Scritto da Gennaro Veronese

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