mercoledì 14 ottobre 2015

CULTURALMENTE DIFFERENTE



CAMERATISMO

Il Cameratismo ha bisogno anche della confidenza, della reciproca fiducia , di simpatia, di gioia, di spirito di gruppo e, soprattutto, di non prendersi troppo sul serio. Il nostro Cameratismo in un mondo che cambiava di giorno in giorno più violento sottosopra ci è sembrato un punto fermo un approdo sicuro forse l’unico che c’è rimasto. 




E poi ci ha regalato delle gioie, dei momenti indimenticabili, che non ritroveremo forse più. 
Vivi. Scanzonati. Liberi. 
Il mio paese mi fa male per le sue vie affollate, per i suoi ragazzi gettati sotto gli artigli delle aquile insanguinate, per i suoi soldati combattenti in vane sconfitte e per il cielo di giugno sotto il sole bruciante. 
Il mio paese mi fa male in questi empi anni, per i giuramenti non mantenuti, per il suo abbandono e per il destino, e per il grave fardello che grava i suoi passi. 
Il mio paese mi fa male per i suoi doppi giochi, per l’oceano aperto ai neri vascelli carichi, per i suoi marinai morti per placare gli dei, per i suoi legnami troncati da una forbice troppo lieve. 
Il mio paese mi fa male per tutti i suoi esilii, per le sue prigioni troppo piene, per i suoi giovani morti, per i suoi prigionieri ammassati dietro il filo spinato, e tutti quelli che sono lontani e dispersi. 



Il mio paese mi fa male con le sue città in fiamme, male contro i nemici e male con gli alleati, il mio paese mi fa male con tutta la sua giovinezza sotto bandiere straniere, gettata ai quattro venti, perdendo il suo giovane sangue in rispetto al giuramento tradito di coloro che lo avevano fatto.

Il mio paese mi fa male con le sue fosse scavate, con i suoi fucili puntati alle reni dei fratelli, e per coloro che contano fra le dita spregevoli, il prezzo dei rinnegati piuttosto che una più equa ricompensa.

Il mio paese mi fa male per la sua falsità da schiavi, con i suoi carnefici di ieri e con quelli di oggi mi fa male col sangue che scorre, il mio paese mi fa male. 
Quando riuscirà a guarire?

Scritto da Roberto Brasillach



PER APPROFONDIRE

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