venerdì 10 luglio 2015

OLTRE GLI SCHEMI E GLI SCEMI



AVAMPOSTO DI CIVILTA'

Un avamposto troppo in anticipo

Sono trascorsi nei giorni scorsi 10 anni dalla fondazione di Avamposto di Civiltà, associazione culturale e omonimo sito internet che mosse i suoi passi sul web quando ottusi che avevano scambiato la tradizione con la mummificazione pontificavano contro internet nello stesso momento in cui tutti si buttavano sulla rete ad occupare spazi ancora vergini.



Confesso che non mi ero neppure ricordato di questa ricorrenza e che solo dopo uno scambio di messaggi con l’amico Valerio mi si è accesa una lampadina pensando a quell’anno velocissimo (tanto durò questa esperienza).
Mi è stato chiesto di scrivere alcune righe di ricordo e volentieri accetto specificando però di parlare solo a nome del sottoscritto e non di un sodalizio che non esiste più nè degli altri ex membri.
Avamposto di civiltà aveva un obiettivo ben chiaro fin dalla sua creazione, 10 anni fa. Usare un linguaggio chiaro, inchiodando ognuno alle sue responsabilità e affrontando uno per uno tutti i temi della modernità senza fughe nell’ipocrisia. Lo strumento per raggiungere questo obiettivo fu essenzialmente uno: la giusta combinazione di parole e immagini grafiche rielaborate. Irriverenza, violenza verbale, colore e immagini forti furono il pane quotidiano per un lungo anno. Quello che si provò a fare era offrire una sintesi, non da accademici, tra fascismo, futurismo, aspetti del tradizionalismo e dell’anarchismo. La convinzione di fondo era che fosse necessaria una presa di coscienza nazionalista e una riscoperta (o scoperta) della comunità. Ricordo che in quel viaggio durato un annetto abbi alla fine l’impressione che tanto di quello che si doveva fare era stato già detto decenni e decenni prima nei vari fogli dei gruppi fascisti.

La parola e l’immagine andavano svecchiate e le notizie di oggi sono già vecchie erano le parole d’ordine di quell’anno intenso. La banalità ci stava sulle palle ma ancora di più ci stava sulle palle chi non sopportava la banalità non aveva le palle per dire che gli stava sulle palle.

Oltre 300 furono gli articoli prodotti da Avamposto di Civiltà. In alcuni avvenne anche la sperimentazione di nuove parole in grado di esprimere con il suo dei concetti. 300 pezzi contro tutto quello che era buon senso e tutto quello che era corretto. 300 inni alla giovinezza pura ma anche 300 appelli all’assunzione di responsabilità da parte dei giovani. Quello che odiavamo con tutti noi stessi era quello che il famoso sistema ci imponeva di essere. Ma odiavano anche la lamentela fine a se stessa, l’è colpa del governo, il tanto non cambia mai nulla e il che tempo fa.

Particolare curioso: Avamposto di Civiltà comprese che si stava andando verso la dittatura del meteo quando ancora vi erano solo pochi segnali in tal senso.
Pronto a contaminarsi con la tecnologia ma rispettoso delle radici, il gruppo di Avampostisti si allargò lentamente anche a nuovi membri che altro non erano che lettori del sito interessati da quello che si affermava.
Pronto a sputare sulle banche quando esistevano le rispettabili banche e non l’usura criminale, pronto a sputare sull’industria immigrazionista, quando questa era sconosciuta, ma pronto a prendersela anche coi bimbi minkia o bamboccioni perché è solo colpa loro che non si prendono il futuro e il dovuto. 
E cosa intendeva Avamposto di Civiltà con prendersi il futuro? 
Anzitutto svegliarsi dal torpore poi diventare irrispettosi con chi non merita rispetto e quindi crearsi il proprio lavoro con buona volontà e l’aiuto del gruppo. 
La politica in senso stretto? 
Anche ma solo in secondo luogo perché il tempo stringeva. E quello poi avvenne anche a chi lo aveva capito.

Grazie per l’ospitalità e viva te stesso e viva l’Italia.

scritto da Enzo Pizzi Del Fascio

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