domenica 1 novembre 2020

I Cattolici Caudini spaccati dalle parole di Monsignor Carlo Maria Viganò?



Conferenza sull’Identità Cattolica

Come la rivoluzione del Vaticano 2^serve il Nuovo Ordine Mondiale di Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico. 

La Chiesa Cattolica Caudina trema ascoltando e leggendo le parole di Monsignor Carlo Maria Viganò, capace di toccare nel profondo i tantissimi Fedeli che popolano la Valle Caudina, sotto la direzione della Diocesi di Benevento. All'interno dell'Azione Cattolica si è aperto un sentito dibattito e le divisioni non si sono fatte attendere. Una nostra lettrice ci ha suggerito la pubblicazione del video anche per portare all'esterno un vero e proprio terremoto ideologico, capace di coinvolgere e sconvolgere anche le nostre parrocchie. Non è il primo attacco del Monsignor Ribelle contro la Chiesa di Papa Bergoglio, ma l'eco delle sue parole hanno minato la tranquillità delle centinaia di iscritti all'Azione Cattolica della Nuova Caudium, increduli e spiazzati da questa guerra all'ombra della Croce.

Lo Schiaffo 321 propone alle lettrici ed ai lettori, di qualsiasi fede religiosa e non, la conferenza sull'Identità Cattolica, purtroppo in lingua straniera, ma almeno con i sottotitoli in italiano. Il titolo scelto dal Monsignor antiBergoglio è molto forte e abbastanza chiaro:

Come la rivoluzione del Vaticano II serve il Nuovo Ordine Mondiale.

A primo impatto le parole di Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico, lasciano sbalorditi. Riportiamo solo l'inizio dell'interessante discorso, ma in calce all'articolo troverete il collegamento al testo integrale. 


Viviamo in tempi straordinari

Come probabilmente ognuno di noi ha compreso, ci troviamo in un momento storico in cui eventi del passato, che in precedenza potevano apparire scollegati tra loro, si dimostrano inequivocabilmente connessi tanto nei principi che li ispirano quanto nei fini che si prefiggono. Uno sguardo equanime e oggettivo non può non cogliere la perfetta coerenza tra l’evolversi del quadro politico globale e il ruolo che la Chiesa Cattolica ha assunto nell’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. Per essere più precisi, si dovrebbe parlare del ruolo di quella parte apparentemente maggioritaria della Chiesa, in realtà numericamente esigua ma estremamente potente, che per brevità riassumo nell’espressione deep church.


Ovviamente non esistono due Chiese – cosa che sarebbe impossibile, blasfema ed eretica – né l’unica vera Chiesa di Cristo è oggi venuta meno alla sua missione, pervertendosi in una setta. La Chiesa di Cristo non ha nulla a che fare con questi ribelli che la occupano da ormai sessant’anni. La sovrapposizione tra la Gerarchia cattolica e i membri della Chiesa profonda non è un fatto teologico, ma una realtà storica che sfugge alle categorie usuali e che come tale dev’essere analizzata.

Sappiamo che il progetto del Nuovo Ordine Mondiale consiste nell’instaurazione della tirannide ad opera della Massoneria: un progetto che risale alla Rivoluzione Francese, al Secolo dei Lumi, alla fine delle Monarchie cattoliche e alla dichiarazione di guerra alla Chiesa. Possiamo dire che il Nuovo Ordine Mondiale è l’antitesi della societas christiana, esso concretizza la Civitas diaboli opposta alla Civitas Dei, nell’eterna lotta tra Luce e Tenebre, Bene e Male, Dio e Satana.


In questa lotta, la Provvidenza ha posto la Chiesa di Cristo, e in particolare il Sommo Pontefice, come kathèkon, colui che si contrappone alla manifestazione del mistero di iniquità (2Tes 2, 6-7). E la Sacra Scrittura ci avverte che al manifestarsi dell’Anticristo questo ostacolo – il kathèkon – non ci sarà più. Mi pare del tutto evidente che l’approssimarsi della fine dei tempi sia sotto i nostri occhi, dal momento che il mistero di iniquità si è diffuso nel mondo con il venir meno della coraggiosa opposizione del kathèkon.

«resta pure un messaggio dal forte valore politico, perché – potremmo dire – capovolge la logica dell’apocalisse oggi imperante. Essa è la logica integralista che combatte contro il mondo perché crede che esso sia l’opposto di Dio, cioè idolo, e dunque da distruggere al più presto per accelerare la fine del tempo. Il baratro dell’apocalisse, appunto, davanti al quale non ci sono più fratelli: solo apostati o martiri in corsa “contro” il tempo. […] Non siamo militanti o apostati ma fratelli tutti».


Questa strategia di screditare l’interlocutore con l’appellativo di «integralista» è evidentemente finalizzata ad agevolare l’azione del nemico in seno alla Chiesa, cercando di disarmare l’opposizione e annullare il dissenso. La ritroviamo anche in ambito civile, dove i democratici e il deep state si arrogano il diritto di decidere a chi concedere patenti di legittimità politica e chi condannare senza appello all’ostracismo mediatico. Il metodo è sempre lo stesso, perché medesimo è l’ispiratore; così come è sempre uguale la falsificazione della Storia e delle fonti: se il passato sconfessa la narrazione rivoluzionaria, i seguaci della Rivoluzione censurano il passato e lo sostituiscono con un mito. Anche San Francesco è vittima di questa adulterazione che lo vorrebbe portabandiera di un pauperismo e un pacifismo tanto alieni allo spirito dell’ortodossia cattolica quanto strumentali all’ideologia dominante: prova ne sia l’ultimo, fraudolento ricorso al Poverello d’Assisi in Fratelli Tutti per giustificare il dialogo, l’ecumenismo, la fratellanza universale dell’anti-chiesa bergogliana.

qui il discorso integrale

approfondimenti

 

 

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