domenica 29 novembre 2020

Terremoto in Irpinia del 29 novembre 1732

Esattamente 288 anni fa un terremoto devastò per l'ennesima volta l'Irpinia, all'epoca polmone verde del Regno di Napoli. Il 29 novembre 1732 una tremenda scossa di X-XI grado Mercalli, magnitudo 6.6, colpì una vasta area del nostro Appennino Meridionale, causando 1778 morti, oltre duemila feriti e gravi danni in numerose località delle province di Avellino e di Benevento. Il Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1990, pubblicato nel 1995 dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, riporta questa inedita testimonianza di un terremoto che appare, erroneamente a nostro avviso, lontano nel tempo:

“Il terremoto colpì principalmente l’Irpinia, causando danni in un’area compresa tra Salerno, Avellino, Napoli e Melfi. Nell’area degli effetti di danneggiamento sono compresi, allo stato attuale delle conoscenze, 67 paesi di cui oltre 20 furono distrutti quasi completamente o subirono danni gravissimi estesi alla maggior parte del patrimonio edilizio. Notevoli danni agli edifici religiosi sono attestati anche a Napoli, Benevento e Melfi”.

Un bambino terremotato

Memoria storica

Lo Schiaffo 321 cerca di conservare la memoria storica dei terremoti, perché una delle poche armi a disposizione contro la forza della Natura resta l'analisi della loro frequenza e la reale entità dell'evento tellurico. La memoria storica rappresenta la base per realizzare soprattutto le statistiche che indicano la probabilità del verificarsi di un terremoto. Lo studio di questi fenomeni è, senza ombra di dubbio, un'efficace terreno anche per dar vita ai piani di protezione civile basati sulla progettazione di strutture capaci di resistere ai danni provocati dai terremoti, ovviamente entro certi limiti.

La Valle Caudina si trova tra le due principali aree distrutte da ben sette terremoti catastrofici. L'Irpinia (1694. 1732. 1930. 1962, 1980) e il Sannio (1456, 1688) rappresentano un vero e proprio fronte per la prevenzione e la gestione di emergenze legate a fenomeni naturali vista l'incredibile scia di sangue e polvere che tormenta una terra unica in Europa.


Dal 1450 ad ora ci sono state almeno venti grandi scosse, circa una ogni trentina di anni. Il dato che non lascia scampo a dubbi e perplessità è rappresentato dalle undici volte che il terremoto ha superato il IX grado della Scala Mercalli. La legittima incertezza sulla stima della probabilità di future scosse resta, in ogni caso, un delicato banco di prova che gli addetti ai lavori devono necessariamente superare. 

29 novembre 1732

A differenza di quello del 23 novembre il terremoto dell'Irpinia del 1732 colpì l'Appennino campano verso le 8:32 di mattina. La magnitudo di 6.6 mise in ginocchio l'Irpinia e il Sannio. 1778 morti e oltre un migliaio di feriti, senza contare la mancanza di dati ufficiali delle altre aree travolte dall'impeto del terremoto. Letteralmente rasa al suolo Mirabella Eclano, ingenti danni ad Avellino, Carife, Grottaminarda, Benevento e Ariano di Puglia. L'emergenza sfiorò la Valle Caudina, ma mancano fonti certe sulla stima dei danni a persone o cose.

Terremoti in Irpinia dal 1456 al 1980

La lista dei terremoti distruttivi che hanno colpito il distretto sismico dell'Irpinia a partire dal XV secolo fa venire i brividi, anche perché l'elenco non include quegli eventi sismici che, pur avendo interessato marginalmente l'Irpinia, avevano epicentri localizzati in altri distretti.

Terremoto del 5 dicembre 1456: colpì un'area vastissima che si estendeva dal golfo di Taranto (ove vi fu anche un maremoto) fino a tutto l'Abruzzo. Il sisma, di cui non si conosce con precisione l'epicentro, provocò in tutto diverse decine di migliaia di morti.

Terremoto del 15 gennaio 1466: con epicentro a sud della sella di Conza, presso i monti Eremita-Marzano; causò gravi danni e centinaia di morti nell'Irpinia meridionale.

Terremoto del 29 marzo 1517: con epicentro fra il Formicoso e la Baronia; non si conosce il numero totale delle vittime di tale sisma, ma nel solo borgo di Conza perirono 26 persone.

Terremoto dell'8 settembre 1694, con epicentro lungo l'alto corso dell'Ofanto; provocò circa 6000 morti, mentre nel golfo di Napoli si sviluppò un maremoto.

Terremoto del 14 marzo 1702, con epicentro nella media valle del Calore a est di Benevento; causò circa 400 vittime.

Terremoto del 29 novembre 1732, con epicentro presso Grottaminarda, nella valle dell'Ufita; provocò oltre duemila di morti.

Terremoto del 9 aprile 1853, con epicentro presso le sorgenti del Sele, nell'Irpinia meridionale; le vittime furono circa una dozzina.

Terremoto del 7 giugno 1910, con epicentro a Calitri, nella media valle dell'Ofanto; causò quasi una cinquantina di vittime.

Terremoto del 23 luglio 1930, con epicentro tra Lacedonia e Bisaccia, nell'alta valle del Calaggio. Provocò 1404 morti.

Terremoto del 21 agosto 1962, con epicentro tra la bassa valle del Miscano e il fiume Ufita, nell'Irpinia settentrionale. Causò 17 vittime.

Terremoto del 23 novembre 1980, con epicentro nell'alta valle del Sele, nell'Irpinia meridionale. Provocò 2914 morti.


Riflessioni

Prevenire e tenere alta l'attenzione sul problema è uno degli imperativi categorici per l'Irpinia e in generale tutto l'Appennino meridionale. La lotta per la messa in sicurezza deve essere una priorità delle Istituzioni. Commemorare le vittime del passato, comprese le duemila anime che quasi trecento anni fa persero la vita, è importante per non dimenticare cosa abbiamo sotto i piedi e le condizioni degli edifici sulle nostre teste. L’alta probabilità che si verifichi un nuovo sisma non è bilanciata da un’adeguata e reale azione preventiva a difesa della nostra Terra.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo


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