domenica 1 novembre 2020

Conclusioni e riflessioni - Progetto "I Caudini"


Conclusioni e riflessioni - Progetto "I Caudini" 

Da questa pur fugace disamina di vicende storico-politiche, ci sembra emerga come costante un indiscutibile e vigoroso connotato di fierezza e di autonomia che distingue la comunità della Valle Caudina e che si ripropone, di età in età, alla nostra riflessione, dalle più antiche vicende di cui la storiografia classica ci ha lasciato memoria (e il pensiero va, inevitabilmente, ai Sanniti di Tito Livio) fino alla stagione risorgimentale. Sentirsi anche oggi partecipi di questo comune sentire, è come percepire il palpito vivente della storia.


RIFLESSIONI

Lo Schiaffo 321 chiude il primo approccio con la storia della Valle Caudina, dal punto di vista prettamente storiografico, grazie alla pubblicazione del prezioso lavoro portato a termine dalle studentesse e dagli studenti del Liceo Classico di Cervinara. La risposta delle lettrici e dei lettori è stata molto soddisfacente e le "visualizzazioni" hanno superato le più rosee previsioni.

C'è voglia di leggere e di studiare, oltre all'informazione quotidiana di base. La Nuova Caudium ha bisogno di una rivista d'approfondimento storico, sociale e politico. Lo Schiaffo 321 non cerca la massa, ma è esattamente l'opposto. Il giornalismo virtuale, tra pregi e difetti, spesso resta incatenato dalla necessità di "anticipare" gli altri sul fronte della quotidianità, la famosa corsa ai click. Noi, invece, cerchiamo di uscire da questo schema che mette in secondo piano l'approfondimento e/o l'analisi di fatti storici legati al territorio.

Il testo che abbiamo pubblicato, già messo in rete sia da Brigantaggio.net, sia da Senza Filtro.org, ha fatto luce sulla Valle popolata da Briganti preunitari, da rivoluzionari liberali, da massoni affiliati alla Carboneria e da personaggi di spessore, vedi Fra Diavolo, che hanno reso la nostra storia "unica".

Fra Diavolo nascosto a Cervinara

C'è da dire che l'impostazione del lavoro, a tratti, lascia intravedere una venatura marxista della lettura storica. A nostro avviso l'Ottocento fu un secolo acerbo ideologicamente e scevro da etichette politiche popolari. Le analisi degli storici sono, spesso, un riflesso della loro ideologia postdatata. Il Capitolo Sesto è emblematico. Infatti, riporta episodi legati alle rivolte del 10 settembre 1848 e alla paura della neonata fazione comunista:

«Perché anche nei centri caudini la funzione della paura anticomunista era quella di distaccare la borghesia innovatrice dalle masse popolari e perciò essa era diretta verso la parte più efficiente della classe dirigente, verso i moderati: a loro bisognava far paura e convincerli che, mettendo in moto la macchina della rivoluzione altro non facevano che segnare la loro fine con le loro mani. Questa era la linea chiaramente seguita dalla propaganda clerico-reazionaria».

Alla propaganda clerico/reazionaria si contrappone quella Marxista, in barba all'utopica ricerca storica senza paraocchi e senza cuffie ideologiche. Il Manifesto del Partito Comunista fu scritto per dare un quadro programmatico chiaro alla Lega dei Comunisti nata nel lontano 1847. Carlo Marx e Federico Engels pubblicarono il lavoro in lingua tedesca e la prima edizione vide la luce nella patria del Capitalismo, ossia Londra. L'esordio è datato 21 febbraio 1848, ma per arrivare alla prima e parziale traduzione in italiano dobbiamo aspettare altri quarantuno anni (1889). 

Il testo completo arrivò tra le mani dei protocomunisti italiani solo nel 1892. Sulle colonne di Lotta di classe, periodico diretto da Pompeo Bettini, le masse operaie e contadine della Penisola ebbero, finalmente, il piacere di leggere la prima vera traduzione completa del Manifesto. Quindi, parlare di comunismo e anticomunismo in Valle Caudina nel 1848 appare una forzatura. Probabilmente c'erano dei canali d'informazione segreti, legati alle varie logge massoniche e alle élite caudine, però le masse rurali non avevano neanche idea di cosa fosse il Comunismo.

Il tedesco Carlo Mordechai, meglio conosciuto come Karl Marx, insieme a Engles, aprì il Manifesto con un libello abbastanza chiaro, molto simile al concetto espresso nel capitolo sesto del Progetto i Caudini:

«Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi. È ormai tempo che i comunisti espongano apertamente in faccia a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro del comunismo un manifesto del partito stesso».

BRIGANTAGGIO, la nostra Valle Caudina in età Risorgimentale (1799/1850) 

Approfondimenti di storia locale sviluppati dalle studentesse e dagli studenti del Liceo Classico di Cervinara (Istituto d'Istruzione Superiore Statale "Luigi Einaudi") - Anno Scolastico 2000-2001 - coordinati dal dott. Enzo Cioffi del Dipartimento di discipline storiche dell'Università di Napoli "Federico II" nell'ambito del progetto "I Caudini" finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Tratto da Senza Filtro

Hanno partecipato le seguenti studentesse e studenti del Liceo-Ginnasio "Luigi Einaudi": 

Serena Abate, Mario Amatiello, Vita Bizzarro, Myriam Campese, Angela Casale, Mario Casale, Maria De Dona, Anna De Toma, Marianna Florimo, Antonella Fuccio, Livia Giordano, Manuela Marro, Elena Merola, Antonio Monetti, Tamara Miranda, Pasquale Mainolfi, Augusta Pirozzi, Esterina Perrotta, Daniela Tagliaferri  e Saveria Taddeo.

Potete inviare il Vostro punto di vista al seguente indirizzo di posta elettronica:

caudiumpatrianostra@gmail.com oppure su Twitter @SchiaffoLo


INDICE

BRIGANTAGGIO, la nostra Valle Caudina in età Risorgimentale (1799/1850) - Introduzione al Progetto "I Caudini"

Il Brigantaggio all'inizio del 1800 in Valle Caudina - Progetto "I Caudini", capitolo Primo

Fra Diavolo a Cervinara - Progetto "I Caudini", capitolo Secondo

Dal 1820 al 1848: la setta della Carboneria in Valle Caudina - Progetto "I Caudini", capitolo Terzo

Il 1848: lotte contadine ed azione politica - Progetto "I Caudini", capitolo Quarto

La Guardia Nazionale - Progetto "I Caudini" , capitolo Quinto

La paura del comunismo anche in Valle Caudina - Progetto "I Caudini", capitolo Sesto

L'azione liberale - Progetto "I Caudini", capitolo Settimo

BIBLIOGRAFIA

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S. Lombardini, Rivolte contadine in Europa (secoli XVI-XVIII), Loescher Editore, Torino, 1983;

P. Villani, Società rurale e ceti dirigenti (XVIII-XX secolo), Morano Editore, Napoli, 1989;

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F. Della Peruta, Democrazia e socialismo nel Risorgimento, Editori Riuniti, Roma, 1973.

Eric J. Hobsbawn, I banditi. Il banditismo sociale nell'età moderna, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 1971;

F. Barra, Storia del brigantaggio politico nell'Irpinia e nel Sannio durante il Decennio Napoleonico (1806-1815), vol. 1, in "Quaderni Irpini", Tipografia Raf, Avellino, 1972;

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V. Cannaviello, Gli Irpini nella rivoluzione del 1820 e nella reazione, Tipografia Pergola, Avellino, 1940

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