martedì 30 maggio 2023

LE CHIAVI DI MILOT - Polemiche, critiche ed attacchi ad progetto da 1 milione di euro | #perle

«Chiederemo al sindaco di lasciarla al Mercato fino a settembre, un paio di mesi in più rispetto al previsto».

Risposta negativa. Ultimo giorno? 30 giugno. Napoli saluta Milot, nessuna proroga per la Chiave dell'Unità che lascerà Piazza Mercato per chissà quale destinazione di prestigio. Purtroppo, non è stata nemmeno presa in considerazione la proposta di allungare l'installazione fino a settembre.

Troppe polemiche, fitta pioggia di critiche e pesanti discussioni per una Chiave che non ha aperto i pulsanti cuori mediterranei della gente, ma ha acceso un vivace dibattito politico.
 
La "piazza" non avrebbe gradito la permanenza dell'opera, troppo invasiva, soprattutto durante i festeggiamenti per il terzo scudetto del Napoli Calcio. La gente non ha apprezzato a fondo la mastodontica emozione in acciaio dell'artista albanese, adottato da una Campania che per ben tre volte ha messo al centro della discussione l'arte di Milot.


Si avvia così alla fine la terza uscita ufficiale campana di Miloshi, capace di arrivare burrascosamente sulle colonne de Il Mattino e di Leggo, dando così un inaspettato taglio nazionale alla spinosa vicenda. Un percorso artistico davvero complicato per Alfredo, il famoso scultore fuggito dal Comunismo albanese sull'iconico barcone ad inizio anni Novanta. La“Key of Today” rappresenta il simbolo della vita, della rinascita di una società aperta a tutto e a tutti, al dialogo, al confronto. 
Tuttavia, questa volta l'immancabile ironia dei Napoletani, condita da un'elevata dose di sarcasmo, ha bollato l'ennesima avventura artistica milotiana.

piazza mercato

CAUDIUM
La Valle Caudina è stata la seconda Patria per Alfredo, giunto in Provincia di Avellino, dopo mille peripezie, a casa di una Famiglia Cervinarese che ha dato una importante svolta alla carriera del promettente giovanotto. Milot appartiene ad una ricca dinastia nordalbanese di chiare idee anticomuniste. 

Cervinara aprì le porte dell'accoglienza all'intraprendente profugo, dando spazio alla sua prima Chiave in Valle Caudina dopo tanto sacrificio. Dopo l'iniziale clamore a Cervinara, però, non si è visto chissà quale turismo a seguito della "Chiave Inutile", anzi l'opera nel tempo è stata anche vergognosamente vandalizzata da uno sconsiderato, tale Leo, armato di vernice turchese in bomboletta e spinto da una abbondante dose d'imbecillità cristallina.

IRPINIA
 
MERCOGLIANO
Archiviato l'amaro episodio Caudino, arriva la lunga e a dir poco grottesca telenovela tra il Gruppo di Lavoro Artistico di Milot, la Provincia di Avellino dell'ex presidente Bianciardi e l'ostico Comune di Mercogliano, ridente cittadina a due passi dal Capoluogo Irpino. Una chiave davvero enorme, ma scomparsa nel nulla. Prima promossa con enfasi e poi rimossa in fretta e furia dalla rotonda mercoglianese che in effetti apre le porte dell'Irpinia al mondo. 

Una pagina davvero contorta, caratterizzata da una serie di scelte opinabili ed oggettivamente superficiali. Le istituzioni locali, con il classico tira e molla burocratico, sono state capaci di mettere in ginocchio il progetto legato all'installazione permanente dell'incredulo Milot, pronto ad affidarsi al Tar. 
Eppure, l'artista continua a "parlare" di quest'opera abortita in malo modo. La rabbia per l'occasione sfumata è comprensibile, anche se c'è ancora una labile speranza di poter vedere la scultura in qualche angolo della Provincia di Avellino, molto probabilmente nel Mandamento.
 

Meglio cambiare aria, a questo punto. Il chiaro messaggio universale di Milot sarà poi montato e gustato in altre città italiane ed europee. Sono pronte a vedere la luce altre chiavi dello stesso progetto, stando alle ultime notizie. La Chiave dell'acqua (The Water Key) la Chiave del Sogno (The Dream Key), la prima tra Asia ed Oceania, l'altra nelle Americhe. Insomma, l'onda artistica partita dall'Albania, passata per la Valle Caudina, ora toccherà tutto il pianeta. La chiave realizzata da Milot a Napoli è l'esempio di come una struttura monumentale e impressionante, realizzata in acciaio corten, possa creare discussioni spicciola. La Chiave di Oggi, alta dieci metri e larga venti, lascerà piazza Mercato in punta di piedi. 

In rete si trovano articoli sulla bufera sulla chiave a piazza Mercato, scatenata dai tanti commenti negativi sull'opportunità dell'installazione.

Chiave sì o chiave no? Così apriva Il Mattino sottolineando che la Napoli multiculturale è da sempre pronta alle critiche e alle lotte intestine. L'opera d'arte di Mirashi Milot, gettò il seme della discordia sui social e l'artista passò al contrattacco:

 «Chiederemo al Comune di allungare la durata dell'installazione - spiegava Milot a Il Mattino - Dopo Napoli, la chiave arriverà in altre importanti città europee». Partenope, dunque, ha fatto da apripista per un progetto da 1 milione che punta a fare il giro di mezzo continente. «Il Comune precisa Milot non ha speso però nemmeno un euro». 

I commenti non furono teneri ed il primo quotidiano della Campania riportò la serie di accuse rivolte alla artista, travolto da parole che pesano come macigni:

Sulla pagina del Comune di Napoli, al di sotto del post che raffigura la chiave di Milot (nome inglese: «Key of Today»), c'è un coro di contestazioni che diventano anche critiche politiche nei confronti dell'amministrazione. «L'utilità di questo mostro in Piazza Mercato? Questa amministrazione supera quella di Dema», si legge. Oppure: «Come esposizione di articoli per la casa aveva dignità di piazza monumentale?». Ancora: «Invece di valorizzare la piazza e renderla più vivibile sia per chi ci abita sia per i turisti» e ancora «dignità di piazza: concetto molto soggettivo a quanto pare». «Un mausoleo a cosa serve? Ai bambini per giocare? Agli anziani per sedersi?».
Sui social c'è anche chi teme che qualcuno, dopo l'imbrattamento delle Sfingi colorate d'azzurro, possa decorare anche la chiave arrotolata. Piazza Mercato, in ogni caso, dopo decenni di deserto e dopo i lavori Unesco, ritrova un'installazione artistica. Le difficoltà dell'area a ridosso di Palazzo Ottieri, dopo il restyling, non sono ancora state superate. L'indotto turistico stenta ad arrivare. L'opera di Milot, in quest'ottica, attrae curiosi. E riempie i vuoti. 

Una chiave a spirale. Un passe-partout arrotolato, simbolo del fatto che le soluzioni non sono semplici. E non lo è, appunto, nemmeno l'installazione di un'opera d'arte. 

«La chiave è arrotolata - spiega Milot a Il Mattino di Napoli - perché a essere un saliscendi è la vita stessa. La struttura è storta anche perché reputo che ogni chiave sia inutile. Si apra tutto, si abbattano i muri. È significativo che l'opera sia installata nella piazza di Masaniello». 

Nella piazza Mercato esoterica e rivoluzionaria che, come avvenuto in passato, ha spesso rovesciato le regole della storia. Lo stesso destino di Milot, da migrante albanese cresciuto a Cervinara (dove fu accolto, ragazzo, in bottega da una famiglia del luogo), ad artista internazionale, dimostra la non linearità della storia.

«Le contestazioni - prosegue l'artista - fanno un po' il gioco delle parti: non ho problemi su questo. Ciò che conta sono il lasciapassare del sindaco e il parere della gente: i bambini del quartiere sono felici e ho fatto anche amicizia. A chi mi ha criticato ho risposto, tra l'altro, che io "sono contro l'indifferenza”. Quindi che la contestazione è meglio del silenzio. Voglio sottolineare che il Comune non ha speso niente. Tutti i costi sono stati sostenuti dalla Jean Wolf company, che ha pagato 1 milione per l'operazione». 

"Tu si' 'a chiave 'e ll'acqua!" - Si legge in una discussione legata alla Chiave dell'acqua che vedrà luce tra Asia ed Oceania. Peccato che Milot non abbia scelto proprio Napoli per dare senso anche ad un antico modo di dire in napulitano che sta ad indicare la "indispensabilità" di una persona, per specifiche "qualità" a lui ascritte. Celebre il verso dedicato al "Pibe de Oro" contenuto nell'inno "Maradona è meglio 'e Pelè" che così recitava: "Maradona si' Napule già: tu si' 'a chiave 'e ll'acqua pe ce fa campà".

A Napoli una volta si diceva che ’e ccannole surano (“i tubi dell’acqua …sudano”). Si esprimeva così quel fenomeno della termodinamica per cui, a causa della differenza di temperatura tra l’interno del tubo e l’ambiente esterno, si forma la condensa, che altro non è se non l’umidità dell’aria che dallo stato di vapore acqueo diventa acqua. Le goccioline sui tubi ricordano davvero il sudore, per cui la fantasia popolare ha parlato di sudore dei tubi stessi. Probabilmente l’espressione viene dall’italiano comune trasudare, magari usato nella stessa errata interpretazione del fenomeno. Ma a noi piace pensare che a Napoli tutto abbia vita, e che i tubi soffrano il caldo e perciò sudino. Un altro equivoco è quello che fa chiamare chiave terrestre la “chiave d’arresto” dell’acqua.

A proposito di chiave dell’acqua, quando qualcuno risolve brillantemente un difficile problema, gli si dice: Si’ stato ’a chiave ’e ll’acqua!, e si pensa che l’intervento risolutivo di quella persona abbia funzionato come la chiave dell’acqua che fa uscire il prezioso liquido per permetterci di fruirne.

L’espressione è stata illustrata recentemente da Raffaele Bracale, che ha svelato come in realtà essa derivi da una corruzione di chiave ’e ll’arco, cioè la chiave di volta, quella pietra sagomata ad hoc per incunearsi in alto al centro di un arco tra le ultime due delle pietre (o “conci”) che messe una sull’altra ai due lati costituiscono appunto l’arco. La chiave di volta o chiave d’arco costituisce l’elemento decisivo che scarica sui due pilastri laterali tutto il peso che può essere messo sopra l’arco stesso.

Roma, Milano o Torino? 

Madrid, Berlino o Bruxelles?

Dopo il rifiuto del sindaco di lasciarla al Mercato fino a settembre, in pratica solo un paio di mesi in più rispetto al previsto, il clamoroso passo falso in Provincia di Avellino con un'installazione rimossa all'ultimo minuto ed il Vandalo idiota in Valle Caudina ora si pianifica un saggio rientro a casa.

Tant'è vero che molto presto sarà esposta un'altra Chiave anche a Scutari, il luogo culturalmente più importante per la nazione albanese, considerata "La culla della cultura albanese" detta pure la "Firenze dei Balcani". Probabilmente la scelta di tornare nel Mbretnija Shqiptare ed onorare la capitale culturale dell'Albania appare la migliore opzione per il futuro di Alfredo e del suo eccellente gruppo di lavoro.

RIFLESSIONI

Infine, massima solidarietà verso Alfredo Mirashi Milot per la pessima accoglienza ricevuta a Napoli, fatta di durissimi attacchi, scivolati anche sul personale. L'arte può piacere o meno, ma il rispetto verso l'artista deve essere la base su cui ragionare, discutere o criticare, ma non offendere e sminuire. Onore alle ragazze ed ai ragazzi della Pro Loco Angelo Renna che nel capoluogo di Regione si sono distinti per calore e colore. Un lampo di vitalità in situazioni grigie ed antipatiche.

«Mi ha fatto male! - esclamò Milot lasciando tutti basiti - La scultura può non piacere, ma perché scrivere “la chiave è una chiavica come l'artista”? Sono insulti gratuiti che amareggiano». 

Përpara artit shqiptar, herët a vonë edhe mirashi i madh do të gjejë dimensionin dhe hapësirën e tij artistike e shpirtërore.

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