giovedì 23 luglio 2015

CULTURA NON OMOLOGATA




CONSAPEVOLEZZA


1 aspetto troppo di frequente sottovalutato, che ha un importanza fondamentale nella valutazione a lungo termine di un popolo, è la sua lingua nazionale. Non possono certo bastare queste poche righe per spiegare nel dettaglio tutto il lavaggio che ci è stato fatto e tutte le forme in cui c’è stato venduto questo dominio culturale. Proviamo a partire dall’inizio:



Fin da bambini, dai fumetti ai cartoni animati, dai giochi ai videogiochi, siamo stati sommersi da una pioggia a stelle e strisce. Crescendo, poi, le cose si sono evolute sognando lucine e grattaceli. Guardiamoci bene intorno: dalle scritte sulle maglie alle scritte sui muri o sui treni, dalla musica alle mode, dalle cose gravi a quelle leggere, è tutta una piccola imitazione di modi di dire e di fare angloamericani, spesso ciò avviene senza che neanche ce ne rendiamo conto, è semplicemente quello che abbiamo sempre visto e sentito e noi ci fidiamo, ci uniformiamo.

Ciò è evidente e innegabile a meno di non stare sempre con il collo piegato a strusciare uno schermo o indossare occhiali foderati di kebab. Perché anche noi, quando ripetiamo le vecchie e nuove paroline, che ci urla il sistema, accettiamo nel nostro piccolo il ruolo di spettatore di ingranaggio di questa piccola Italyetta colonia, in quanto il trasandare la nostra lingua non è il problema in sé, ma uno sviluppo logico, una conseguenza inevitabile quando si perde la propria sovranità nazionale.

Ora, merita di essere menzionato come simbolo linguistico mentale di tutto ciò il consenso statunitense. Questi occhei ripetuti meccanicamente migliaia di volte rappresentano perfettamente l’omologazione mondialista in atto.Vorrei salutarvi con uno stralcio di pensiero sull’argomento:

all'esterno è la forma,
all'interno il pensiero.
Nel profondo, l'anima.

(Deng Ming Dao)

Scritto da RoBerTo Pisano

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