martedì 14 settembre 2021

INSURREZIONI CAUDINE - Il 1860 | capitolo 1

INSURREZIONI CAUDINE

Il 1860 | capitolo 1

Nell'estate del 1860 i Comuni, che a breve avrebbero costituito la nuova provincia di Benevento, furono pervasi da un'ondata di entusiasmo, procedendo Garibaldi di vittoria in vittoria. Dovunque erano sorti comitati di lotta, ma su tutti, focolari di attività rivoluzionaria furono il vitulanese e la Valle Caudina per opera di Giuseppe De Marco (1). A Montesarchio Vincenzo d'Ambrosio, Domenico Damiano, Carlo de Simone, Giorgio Haetzel (2) e Stanislao Pignatato furono efficaci propagatori dell'idea unitaria

A luglio per opera di Haetzel si erano costituiti i comitati di Airola, Arpaia, Moiano e Paolisi. 


Tra gli altri facevano parte del comitato di Airola Giuseppe Verli di Nicola, Gennaro Verli (3) di Bartolomeo, Pietro (4), Giuseppe e Raffaele Aceto, Domenico Truppi (5), Giuseppe Fuccio, Giorgio Demarco e Pietro Landolfo

Già nel maggio 1860 correva voce a Napoli dell'esistenza di fabbriche di cartucce in Airola, Arienzo e Montesarchio (6). Airola insorse il 23 agosto e i primi a farne le spese furono due preti ritenuti reazionari, l'arciprete Giovanni Saccone (7) di Moiano e il vicario foraneo di S. Agata Giovanni d'Ambrosio (8).


Gli ufficiali della Guardia Nazionale Ignazio Belcastro, Pietro e Giuseppe Aceto, Vincenzo Lombardi e il figlio Francesco, Alfonso Lombardi, Domenico Truppi e altri alle due e mezza di notte alla guida di cento armati assalirono la casa dell'arciprete Saccone. Questi, avvertito da persona di fiducia, si era rifugiato qualche istante prima in casa di Domenico Balzarano. Non avendolo trovato, gli assalitori abbatterono la porta e buttarono fuori mobili, abiti, commestibili bruciati davanti alla Chiesa di S. Michele alla Serpentara. Gli assalitori poi si recarono a casa del vicario foraneo, che, avvertito dalla solita persona di fiducia, si era rifugiato presso i signori Pollastrelli, che da poco erano venuti da Napoli nel loro palazzo. 

Solo per rispetto dei Pollastrelli la casa non fu attaccata e il vicario poté mettersi in salvo, rifugiandosi nel suo paese. Il 24 agosto il reazionario vescovo di S. Agata Lettieri protestava energicamente col nuovo ministro dell'interno Liborio Romano, facendo notare come il movimento anticlericale si fosse propalato da Airola a Frasso, dove l'arciprete Michele Sanguella era stato messo in fuga (9). Il governatore di Terra di Lavoro Pizzi si rivolgeva al giudice di Airola Tosti per le indagini, ma l'azione rivoluzionaria era ormai inarrestabile e nessun provvedimento restrittivo raggiunse i capi della spedizione punitiva. 

insurrezioni

Dal 31 agosto al 2 settembre un gran fervore prese i comitati rivoluzionari. Haetzel comunicava a De Marco, capo politico dell'insurrezione della Valle Caudina, che i comitati di Airola, Arpaia, Moiano e Paolisi avevano un contingente di forze insurrezionali superiore alle aspettative. 

Il 4 settembre 1860 il giudice di Montesarchio Giuseppe Pescatori comunicava a S.E. il ministro di Stato dell'Interno, ramo polizia, Napoli: "

Ieri sera correva qui la voce che parecchi individui dei vicini comuni di S. Martino, Cervinara, Rotondi, Paolisi, Arienzo, Airola e Moiano sarebbero convenuti in questo comune per indi muovere verso Benevento. Infatti a circa le ore 4 i medesimi giunsero ed unitisi a pochi altri di questo comune presero la via di Benevento (10)".

garibaldi a napoli

Questi insorti con la colonna di Domenico Mutarelli e Salvatore Rampone contribuirono a porre fine al plurisecolare dominio pontificio in Benevento. L'ingresso in Napoli di Garibaldi il 7 settembre provocò entusiasmo ma anche eccessi. Proprio ad Airola il 15 settembre Andrea e Spasiano Mauro di Moiano, armati di fucili, intervennero mentre il percettore circondariale stava raccogliendo la rata bimestrale della fondiaria. 

Andrea "fece ripigliare ad ognuno i propri avvertimenti (cartelle fondiarie), poiché così si angariava la gente; egli tenea carta bianca e disposizioni del Sig. gen. Garibaldi di fucilazione per coloro che avessero fatto pagare simili contributi (11)

battaglia del Volturno

Il 10 ottobre iniziava la battaglia del Volturno e truppe garibaldine erano stanziate in S. Agata (12) e Montesarchio (13), mentre ad Airola erano stanziati "diversi corpi dell'Esercito Meridionale" (14). Cittadini airolani combatterono nel battaglione De Marco dei Cacciatori Irpini, Compagnia Procaccini (15) e Compagnia Valle Caudina contro le forze borboniche. All'infausta battaglia di Pettorano del 17 ottobre 1860, vinta da ingenti forze reazionarie coordinate dal colonnello di gendarmeria De Liguori, parteciparono i sottotenenti Domenico Truppi e Alfonso Lombardi di Airola, ufficiali al seguito dei Cacciatori Irpini, e fu gravemente ferito Giuseppe Aceto di Tommaso.

 


In breve furono liberati il Sannio, l'Irpinia e Terra di Lavoro, ma il Regio decreto 11 novembre 1860 scioglieva tra tante polemiche l'esercito meridionale. Dal 12 novembre al 31 dicembre 1860 il giudice di Airola Tosti con la collaborazione dei sindaci del circondario procedette al disarmo della popolazione con la requisizione di armi da fuoco e da taglio, poi inviate a Caserta.

Scritto da Raffaele Caporuscio

tratto da "Il Collegio Uninominale di Airola" e da "La terra e i casali di Airola Beneventana"

NOTE

(1) Paupisi 5.8.1821; ivi 20.7.1882.

(2) Nel 48 era stato 20 sergente della G. N. di Montesarchio, comandata da Nicola Palomba, con cui aveva progettato di rompere il ponte della regia strada di Arpaia e di deviare le acque del Fizzo.

(3) Figlio di Bartolomeo e Angelica Rivetti nacque in Airola il 15.11.1807.

(4) Figlio di Domenico e Raffaella Manetti nacque in Airola il 23.10.1804.

(5) Tenente dei cacciatori irpini del Demarco.

(6) ASN, Ministero Polizia, Gabinetto fascio 1438.

(7) Parroco di S. Michele alla Serpentara dal 1842 al 1856, arciprete di S. Giorgio dal 1857 al 1902.

(8) Originario di Forchia, parroco di S. Giovanni ai Portisi dall'ottobre 1852 al 1892.

(9) ASN, Ministero polizia, Gabinetto, fascio 1590.

(10) Ibid., fascio 1566. La partenza doveva avvenire due giorni prima, ma il 31 agosto Raffaele Procaccini di Cautano informava Demarco di non potere in poche ore radunare le forze di Airola, Campoli e Tocco e distribuire i fucili della Guardia Nazionale di Airola e quelle di Bucciano e Paolise. Le forze radunate nello spazio di tre giorni si sarebbero riunite in parte alla masseria del Ponte di Montesarchio e il resto ad Airola.

(11) Ibid., 1567.

(12) Nota spese del sindaco Faustino Cervo per il mantenimento e il trasporto di garibaldini, tra cui il gen. Avezzana, il maggiore Aurelio Pirvasi, il capitano Goretti, il capitano Patriarchi dello stato maggiore ASN, Ministero Interno, III Inventario, fascio 383.

(13) Richiesta di rimborso spese del 17.7.1861 del governatore di Benevento C. Torre al governo di Torino per ducati 25 per somministranze ai garibaldini dal 6.10 al 6.12.1860. ASN, Ministero Interno, III Inventario, fascio 393 bis.

(14) Richiesta di rimborso spese del governatore di Benevento C. Torre del 17.7.1861 al governo di Torino per prestiti in denaro, mezzi di trasporto e somministranze in natura per un totale di ducati 118 e grana 66. ASN, Ibidem. Ambedue le richieste di Torre a Torino furono respinte, perché presentate fuori tempo massimo del 31.3.1861 secondo il regio decreto 14.2.1861.

(15) Napoletano Vincenzo, Schettino Vincenzo, De Masi Giovanni, De Masi Andrea, Maglione Stefano, De Giovanni Giovanni, Romano Libero.

http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Storia/Local/Airola6.htm

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