martedì 21 settembre 2021

SABINO MORANO È INNOCENTE! L'intervista ad un Conservatore di Provincia | POLITICA


La vicenda che ha coinvolto Sabino Morano ci tocca da vicino per il profondo legame di Cameratismo che lega le strade della nostra Comunità Militante con il suo percorso militante ed umano, indipendentemente dalle scelte politiche e partitiche. Le radici della CMC, realtà alternativa, non conforme e differente, affondano nel passato all'ombra della Fiaccola Tricolore del Fronte della Gioventù prima e di Azione Giovani poi. 

La Federazione Irpina cambiò pelle, non stile, verso la metà degli anni Novanta. Una generazione nata tra la fine del Movimento Sociale Italiano e la mai digerita svolta di Fiuggi che diede vita alla scissione tra Alleanza Nazionale ed il Movimento Sociale Fiamma Tricolore.  


Negli ultimi anni ne sono successe di tutti i colori, ma quel legame non è mai stato reciso. Mai. Appoggiammo, ad esempio, la Lega di Sabino, non proprio quella di Salvini, ai più indigesto per ovvi motivi. In quel momento valutammo, a rigor di logica pragmatica, il sostegno ad una linea prettamente sovranista, slegata dalla Lega in ambito nazionale, ma operativa ed autonoma sul territorio. Una scelta legittima che rivendichiamo. In fin dei conti il discorso è molto lungo ed articolato e troverà spazio su queste colonne digitali. Non ora. 

Oggi siamo distanti da qualsiasi entità e con il tempo le nostre posizioni si sono staccate completamente da ogni riferimento partitico o movimentista. Per ora lavoriamo sul fronte culturale e curiamo un'informazione diversa. 

Rispettiamo chi ci rispetta ed ascoltiamo chi ci ascolta.

Buona lettura.

d- Sabino Morano è innocente. Il Gup del Tribunale di Napoli si è pronunciato, con un “non luogo a procedere” perché il fatto non sussiste nei tuoi confronti. Crolla l'accusa di voto di scambio politico mafioso nell’ambito del processo sul cosiddetto “Nuovo Clan Partenio”. La fine di un incubo per la tua Famiglia, per tutta la realtà legata a Primavera Irpinia e soprattutto per te. La Redazione de Lo Schiaffo 321 ti augura un felice ritorno sulla scena politica e culturale della nostra Terra. La bolla di sapone è, finalmente, esplosa? 

r- «Come avevo detto dal primo momento questa accusa era completamente priva di fondamento. Si è trattato, nella migliore delle ipotesi, di un mastodontico equivoco. Una bolla di sapone, come giustamente dici, che era chiara a tutti essere tale fin dall’inizio ma che qualcuno artatamente ha inteso trasformare in una valanga di fango. Personalmente ho un approccio “filosofico” alle questioni per non prestare il fianco agli attacchi di certa canaglia, ho preferito in questi due anni, fare un passo di lato, sfruttando l’occasione per approfondire alcuni studi che hanno dato vita a diverse pubblicazioni in uscita nei prossimi mesi, per dare vita insieme all’editrice Maria Michela Buonaspina all’esperienza della testata online Avig che è diventata rapidamente un piccolo laboratorio culturale, per pensare nuove dimensioni di una attività metapolitica. Più che di un incubo si è trattato di una gran pagliacciata intrisa di cattiveria che ha colpito, più che il sottoscritto, una famiglia, una comunità politica, una realtà sociale».

d- Caro Sabino, racconta direttamente alle lettrici ed ai lettori de lo Schiaffo 321 la tua storia, senza filtri. Un episodio capace di catapultare il Polo Sovranista di Avellino su tutte le cronache nazionali, scatenando un vespaio di polemiche sterili, ma fastidiose. Evola esprimeva qualche anno fa affermava: Si lascino pure gli uomini del tempo nostro parlare, con maggiore o minore sufficienza e improntitudine, di anacronismo e di antistoria. [...] Li si lascino alle loro "verità" e ad un'unica cosa si badi: a tenersi in piedi in un mondo di rovine. [...] Rendere ben visibili i valori della verità, della realtà e della Tradizione a chi, oggi, non vuole il "questo" e cerca confusamente "l'altro" significa dare sostegni a che non in tutti la grande tentazione prevalga, là dove la materia sembra essere ormai più forte dello spirito. Profetico?

r- «Più che un’indagine a leggere le carte si ha l’impressione di imbattersi in una sceneggiatura, che parte da un unico dato reale: il fatto (mai negato) che io e Pasquale Galdieri ci conosciamo da sempre abbiamo condiviso, in tempi passati, la passione per il pugilato ed, in altre epoche, ci eravamo frequentati assiduamente. Questo era l’unico dato ad emergere dalle indagini, rispetto alle accuse mossemi ovvero quelle di voto di scambio nulla era riportato. 

Erano anzi le stesse intercettazioni poste a supporto delle indagini ad escludere completamente tale eventualità. Si è quindi lanciata un’accusa di tipo “inquisitorio”: tu conosci un condannato per mafia quindi necessariamente, in occasione delle elezioni amministrative 2018, sei stato sostenuto da ambienti mafiosi. In alcun modo si specificava come, quando, perché sarebbe tutto questo avvenuto, una specie di inversione dell’onere della prova: per noi è così devi essere tu a dimostrare il contrario! 

Naturalmente un impianto di questo tipo era improponibile dal punto di vista giudiziario perfino in Italia (tanto da essere crollato nella fase istruttoria ossia prima dell’inizio del processo), ciò non ha impedito di costruire una “narrazione calunniosa” che ha tenuto banco per almeno un anno e mezzo su testate locali e nazionali. Ma appunto come dicevi citando Evola si lasci a taluni “mestieranti” del nostro tempo la loro verità, poco importa a chi è abituato a restare in piedi in un mondo di rovine».

d- La Comunità Militante Avellinese, soprattutto quella attiva negli anni Novanta in Via Matteotti 22, come ha vissuto questa amara vicenda a tuo parere? La militanza comunitaria è ancora l'essenza della vita politica o i fazzoletti neri sono restano chiusi nei cassetti, come recita Generazione 78, la celebre canzone di Francesco Mancinelli: ...e ti svegli una mattina sulle labbra una canzone e l'immagine si perde sulla tua generazione quei ragazzi un po' ribelli un po' guerrieri che hanno chiuso nei cassetti e dentro ai cuori tanti fazzoletti neri...

r- «La comunità militante storica (quella vera) si è stretta tutta intorno al sottoscritto e si è sentita attaccata nel suo complesso anche perché era chiaro che attraverso la mia vicenda si intendeva colpire un intero ambiente storicamente “non allineato” alle prassi del potere cittadino e provinciale».

d- Dal Fronte della Gioventù alla Lega, passando per Forza Italia con intermezzi sempre in formazioni di Centrodestra. Finito il Berlusconismo, fallita Alleanza Nazionale con quali prospettive politiche credi che quell'area possa risorgere? Inoltre, da fedele seguace di Pinuccio Tatarella, come vedi i risultati di quella "svolta" nel tempo. Il Congresso di Fiuggi del 1995 fu l'inizio della Fini, ops fine?

r- «Credo che l’intuizione tatarelliana dell’esistenza di un grande blocco sociale culturale conservatore da dover rappresentare fosse sostanzialmente corretta, sbagliata fu certamente la prassi di Alleanza Nazionale che ne inseguì il disegno in maniera perversa. A.N. condannò ingiustamente una storia nazionale innamorandosi di suggestioni astruse ed innaturali. Il grande “blocco degli italiani” andava creato, non stupide abiure, ma facendo invece ricorso alla più pura tradizione culturale del fascismo: l’attualismo gentiliano

Bisognava inglobare tutte quelle sfumature culturali “schmittianamente” opposte al progressismo mondiale, che si andava negli stessi anni creando, inverandole in una sintesi dialettica capace di rappresentare una alternativa a vocazione maggioritaria. Si fece invece il contrario, si inseguirono chimere estranee alla tradizione nazionale, si scartò Gentile si scelse Filippo Rossi… come poteva andare a finire».

d-  Qual è il tuo punto di vista sulla gestione Festa? Avellino merita di più?

r- Festa è un ragazzo simpatico, un sindaco perfettamente in linea alla tradizione amministrativa avellinese...Adesso c’è da vedere, attese le preferenze elettorali storicamente espresse dal capoluogo, se questo possa veramente meritare qualcosa di più».

d- Sabino Morano, scrittore. Lavori in corso e macchina da scrivere rispolverata dopo il lavoro per le edizioni di Ar, "Le origini dello spirito capitalistico in Italia" di Amintore Fanfani?

r- «È appena uscita la riedizione di “Le origini dello spirito capitalistico in Italia”del Fanfani da me curata e commentata per le edizione di Ar, è in uscita un mio nuovo volume che cerca di costruire un percorso metapolitico per la nascita appunto di una grande “area alternativa” al progressismo globalista per Iuppiter. Sto lavorando in questi giorni ad un volume storico a “quattro mani” con Mario Landolfi che credo vedrà la luce in autunno ed a una nuova riedizione anastatica per la Collana Antibancor di Ar: Il giusto prezzo medievale del Cairoli».

d- Nel 1972 ad Avellino venne girato l'introvabile documentario "La Destra Nazionale ringrazia". Quel mondo figlio della Fiamma Tricolore venne immortalato in una storica manifestazione organizzata dal Movimento Sociale Italiano con Giorgio Almirante e Alfredo Covelli vincenti come non mai. Cosa resta di quel sogno? 

r- «Di quel Sogno resta un enorme patrimonio di esperienze, cultura, spessore umano. Resta il ricordo di uomini eccezionali, la lezione “gentiliana” forse mai veramente compresa di Luigi de Conciliis che di quel mondo fu figlio e ne fu la più compiuta e profonda espressione intellettuale in Irpinia».

d- Hai vissuto fin da piccolo con Ettore De Conciliis, Giovanni Candela e tanti altri giovani di destra. Quella nuova generazione di post-missini cresciuti tra Federazione, congressi e circoli potrebbe rappresentare l'alternativa al Regime del Nulla 2.0. Quali sono le tue ultime riflessioni di un conservatore di provincia, ideologo della nuova formazione dal nome eloquente: Primavera Meridionale?

r- «Credo che oggi la nostra società si in una una fase molto particolare, abbiamo toccato dimensioni parossistiche di “totalitarismo egemonico”, complice anche la seconda rivoluzione digitale, mai raggiunte fino ad ora. Forse è il momento in cui atteso il fallimento conclamato delle certezze progressiste possa lentamente farsi strada una visione “differenziata” che possa cercare che riparta dal concetto di comunità».

d- La Valle Caudina e Cervinara ti ricordano con i piedi nel fango impegnato negli aiuti post-alluvione del 1999. A distanza di anni, come pensi di "spalare" tutto il fango mediatico che ti è piovuto addosso e cosa ti è rimasto di quel lontano 16 dicembre Cervinarese?

r- «Nello stesso modo in cui facemmo all’epoca: core ‘mpietto, pala e pico!».

d- Infine, carta bianca per saluti, pernacchie, consigli, e soprattutto ricette, sia politiche e sia culinarie per l'Irpinia del Futuro...

r -«Grande abbraccio alla nostra comunità politica vera che aldilà delle appartenenze partitiche e delle vicende personali sa ritrovarsi sempre nei momenti difficili. Per le pernacchie ti invio un allegato a parte perché si imballerebbe la posta. Consigli non ne do mai, salvo che non vengano richiesti in maniera specifica, e spero sempre che non accada». 

Ricette: più comunità, più ragionamento, meno slogan, più libri, più Aglianico e naturalmente più ragù!

Immagine tratta da Riflessioni di un conservatore di provincia. Da Carl Schmitt alla preparazione del ragù
scritto da Sabino Morano, edito da Iuppiter nel 2017

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immagini tratte dalla rete.

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