lunedì 20 settembre 2021

INSURREZIONI CAUDINE - La reazione filoborbonica in Valle | capitolo 3

INSURREZIONI CAUDINE
La reazione filoborbonica in Valle | capitolo 3

I primi tumulti reazionari di un certo interesse si ebbero a San Martino Valle Caudina (23) e a San Giorgio la Montagna (24). Seguivano i tumulti di Sant'Agata dei Goti, Laiano e Faggiano il 29 luglio (25), Pontelandolfo il 7 agosto, Morcone (26) il 15 agosto, Cerreto il 25 agosto (27)

Ad Airola il primo novembre 1860 "un carrettiere ignoto elevò più volte il grido 'Viva il Re', assicurando che Francesco Il era entrato in Napoli. 

Poco dopo diversi cittadini nella espansione della gioia andarono ripetendo intorno il grido e l'entrata in Napoli ed uno tra questi giunse all'audacia di strappare dal petto di un cittadino il nastro tricolore, ma che però le grida non furono elevate a pubblica dimostrazione (28). Ultime reazioni importanti del 1860 furono quelle di Cervinara (29) il 29 novembre e di Rotondi il 5 dicembre (30).

Airola chiede una stazione di Carabinieri Reali (31):

"Il 24 aprile 1861 il sindaco di Airola (G. Verli) fece procedere all'arresto di tale Vincenzo Borrelli di comune alieno (non originario di Airola) che in mezzo a molta gente gridò 'Viva Francesco II. Per le dubbiezze che ingeneravano i soldati dello sciolto esercito borbonico che ivi trovansi il suddetto sindaco esercita su di loro una stretta vigilanza onde prevenire ogni inconveniente che potrebbe turbare l'ordine pubblico. Chiede egli di destinare colà una brigata di Carabinieri (32) per tener lontano specialmente detti soldati da ogni proposito contro la sicurezza pubblica. Ho quindi interessato l'ispettore Generale dei Carabinieri per procedere le premure del cennato sindaco, cui ho trascritto di farmi conoscere il risultato delle di Lui indagini".

Nei primi mesi del 1861 nella Valle Caudina (33) vi era ancora qualche fiamma reazionaria, mentre si accendeva un focolaio più devastante e pericoloso, che avrebbe impegnato al massimo il nuovo esercito italiano e avrebbe bagnato del sangue dei cafoni le giogaie del Taburno, del Matese e del Partenio: il brigantaggio. 



Nel circondano di Airola l'unica reazione filoborbonica si ebbe a Luzzano (34):

Nella sera del 27 e 28 del caduto mese in Luzzano verso un ora di notte s'intesero voci incognite che profferirono il grido di Viva Francesco II. Che nell'altra poi del 29 del detto mese nell'ora medesima

una quindicina di uomini circa principiarono a ripetere il motto di Viva Francesco Il Viva Francesco il chianchiere (35), ha vinto la guerra col cannone e Garibaldi è un...'. ma la popolazione però non corrispose al tumulto. 

Il capitano della Guardia Nazionale del comune dal balcone di sua casa riconobbe quattro individui, Giacomo Massaro fu Angelo, Antonio Palma fu Domenico, Andrea Ciaramella fu Sabatino, Pasquale d'Angelo di Andrea, ma non li arrestò.

Scritto da Raffaele Caporuscio

tratto da "Il Collegio Uninominale di Airola" e da "La terra e i casali di Airola Beneventana"

NOTE

(23) ASN, Ministero Polizia, Gabinetto, fascio 1566. "Il 15 luglio in occasione della festa dell'Immacolata una folla tutta armata di strumenti rurali e altre armi al grido di 'Viva il Re! Abbasso la Nazione!" voleva sfogare vendetta personale, uccidere proprietari e saccheggiare le di loro case. Si recarono a casa di Francesco del Balzo, rompendo il cancello di ferro e per sfondare il portone per commettervi uccisione, saccheggio e furto. Però trovandosi resistenza con armi da fuoco vennero a vicenda scambiate fucilate rimanendone anche persone ferite: così verso le 24 quell'ammutinamento si sciolse". Il 25.7.1860 l'Intendente di Principato Ultra Capone comunicava l'arresto dei capi del tumulto, Vincenzo e Giuseppe Salvi, Salvatore Pagnozzi e Pompilio Caserta.

(24) Ibid., fasci 1566. Istigatore della rivolta fu Francesco Merenda, tenente dei dazi indiretti.

(25) Ibid., fasci 1581 e 1573. La reazione fu istigata da un gendarme colà ritirato, Nicola Ciervo. "Il 29 luglio una mano di gente di basso ceto, incitata da qualche tristo, avversa al nuovo ordine costituzionale mostravasi minacciosa con bandiera bianca ligata ad una pertica per gridare 'Abbasso la Costituzione! Viva il Re!' costernando così tutto il paese, ma la Guardia Nazionale vigile al mantenimento dell'ordine riuscì a sbaragliare l'attruppamento". Il regio giudice di S. Agata Francesco Mazzara procedeva all'arresto di Alfonso Santagata e Nicola Cecere di Faggiano, Michele de Simone di Laiano, Pasquale Corrado, Vincenzo Biscardi, Domenico del Tufo, Antonio di Donato di Giuseppe, Antonio di Donato di Nicola, Menna Maddaloni, Matteo de Piro e Nicola Cervo di S. Agata.

(26) Ibid., fascio 1568. "Il 15 agosto vi fu una mossa popolare, un disturbo dell'ordine pubblico ad opera di pochi tristi".

(27) Ibid., fascio 1568. La reazione fu guidata da Giovanni Parente su ispirazione del vescovo di Telese e Cerreto Mons. Luigi Sodo, che il 20.2.1861 fu raggiunto da mandato di deposito (arresto) spiccato dal giudice del circondano di Cerreto per cospirazione diretta a distruggere il governo. Cfr. ASN, Ministero Giustizia, fascio 5137.

(28) ASN, Ministero Polizia, Gabinetto, fascio 1573, relazione del governatore Pizzi.

(29) Alcune centinaia di villici assalirono il posto di Guardia Nazionale, abbatterono gli emblemi sabaudi e lacerarono le bandiere tricolori tra le grida di "Viva Francesco Il", mentre i liberali si erano asserragliati nel palazzo Verua. A reprimere il moto furono inviati i cacciatori irpini del Demarco e il primo battaglione della brigata "Peuceta" di stanza ad Avellino.

(30) Il 6.12.1860 la Guardia nazionale di Arienzo, S. Felice, Paolisi, S. Maria a Vico entrava in Rotondi, ponendo fine alla reazione. Il 16.12 il terzo Reggimento Granatieri di Lombardia lasciava Cervinara del tutto tranquillizzata e si dirigeva a Benevento, ove restava 3 giorni su richiesta del governatore Carlo Torre di rinforzo per combattere bande di ex soldati borbonici sbandati e di ex garibaldini in Benevento e Torrecuso.

(31) ASN, Ministero Polizia, Gabinetto, fascio 1062; Alta Polizia, 6180/11.

(32) Dall'Archivio storico dell'Arma dei CC, comando Generale Roma, risulta che la Caserma di Airola fu istituita con decreto regio del 24.1.1861. La richiesta del sindaco Verli di una caserma di CC ad aprile 1861 si spiega col fatto che la caserma di Airola (come molte altre) fu istituita solo sulla carta per mancanza di personale. Il primo documento sulla caserma di Airola è contenuto in un verbale di consiglio comunale straordinario dell 11.6.1878 sui 'Provvedimenti dello stabile di Montevergine oggi tenuto in fitto per uso di caserma dei RRCC", sindaco Montella, segretario comunale Tebaldi Mazza.

(33) Relazione dei regi giudici di Airola Massimo Tosti, di Montesarchio Giuseppe Pescatori, di S. Agata Francesco Mazzara.

(34) ASN, Ministero Polizia, Gabinetto, fascio 1585.

(35) Francesco Viola, ex capourbano e capo del partito borbonico.

http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Storia/Local/Airola6.htm

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