domenica 16 gennaio 2022

I CARBONARI - San Martino Valle Caudina dal 1820 al 1860 | Prima parte

I CARBONARI (1820 – 1827)

San Martino Valle Caudina dal 1820 al 1860

Il Principato Ultra, ove il liberalismo s’era diffuso così largamente, era diviso in tre tribù carbonare: la Partenza, dipendente dall’ordine centrale di Avellino; la Gianicola, dipendente dall’ordine centrale di Ariano; la Gracca sull’Ofanto Illuminato, facente capo all’ordine centrale di S. Angelo dei Lombardi. 

Alla Partenza metteva capo la vendita del paese, la quale in magnifica forte denominazione, dicevasi: "I figli di Bruto". Da un rapporto segreto della guardia civica del nostro Comune, all’intendente di Polizia, in Napoli, del 31 marzo 1822, possiamo trarre le rime notizie sull’origine della Carboneria a San Martino. Trascriviamo: 

"Eccellenza, In questo Comune non vi era idea cosa fosse la setta dei Carbonari. I Cittadini vivevano tranquilli, attaccati all’ordine pubblico, al nostro Augusto Sovrano. 

Per disgrazia di questa Popolazione, venne qui in qualità di Guardiano di questo Monastero il Padre Ludovico di Pietra de Fusi; il medesimo, abbenchè con la carica di esser capo del Monastero d’una rispettabile Religione, fu egli, che incominciò a manifestare i suoi pravi disegni, con farsi conoscere antico gran Maestro, e con aprire una generale iscrizione. Non fu più tranquillo il comune, finché incominciarono Riunioni segrete, assemblee nelle così dette Baracche, che trascinarono alla corrottela quasi l’intera popolazione, non solo nella classe degli uomini, ma ancora in quelle delle donne, con appropriarle il titolo di giardiniere, servendosi della sua autorità sia nel confessionale, che nel Pulpito". 

Sicché i Carbonari, nel paese dovettero essere di sicuro numerosi più di quel che non appaia. I B.B.C.C. e le C.C.G.G. (buoni cugini, cugine giardiniere) furono i migliori della nostra gente, che iniziarono il moto del liberismo sammartinese, che si conchiude nel 1860. Ecco un elenco di carbonari nostri con note informative: Serafino Abate di Ermenegildo, di anni 31, da San Martino, cancelliere del Comune. Serafino Tedesco fu Pietro, di anni 31, da San Martino, proprietario. Antonio Tedesco fu Pietro di anni 32, da San Martino, proprietario. Nicola Perrotta fu Angelo, di anni 51, da San Martino, calzolaio. Domenico Tedesco fu Pasquale, di anni 36, da San Martino, massaro di campagna. Pietro Tedesco. I Tedesco abitavano in campagna. 

E aggiungiamo altri che presero parte alla rivoluzione del luglio 1820: Giovanni La Pietra, Antonio Abate, Nicola Cocuzza Campanile, Giuseppe Savoia di Girolamo, Saverio Todisco, l’arciprete LuigiDignitario Francesco, D. Antonio, D. Saverio, Carlo Rocco, Pietro Soldi, Gabriele La Pietra, Angelo di Vincenzo, Elia Lanzilli, Bartolomeo Abate, Filippo Caserta Antonio Lanzilli fu Tommaso, ambedue sacerdoti. 

Dalla lettera dell’Intendente d’Avellino, del 3 aprile 1822, al Commissario Generale di Polizia, stralciamo intorno alle "eccezioni settarie, e morali a carico dei fratelli Pietro e Antonio Tedesco" che "in ordine alle asserte unioni e macchinazione settarie dedotte dal Capo – civico di San Martino V.C." questo stesso "funzionario ha manifestato che Pietro Tedesco abbia una condotta e morale corrispondente all’ordine pubblico, ma che sia un carbonaro antico e Cooperatore alla già rivoluzione del regno, mentre con suoi seguaci partì per Bracigliano, Monteforte e Napoli, oltre quello praticò in paese; che Antonio Tedesco si porta anche per carbonaro, ma che nelle passate emergenze non partì di patria. 

Il 10 settembre 1823 era inviato, dall'Intendente di Principato Ultra, alla Polizia Generale in Napoli, lo "Stato nominativo di coloro che per indubbia abitazione ne’ sentimenti di Liberalismo e di setta debbono riputarsi irreconciliabili col presente sistema politico del Regno". Troviamo ivi un lungo elenco d’Irreconciliabili nostri, con preziose note informative, riportate nella sezione:

Cocozza Nicola, anni 45, proprietario, influente nel Comune, di condotta pessima G.M. (Gran Maestro nella vendita). Come sindaco nel dì 6 luglio 1820, inalberò la bandiera della rivolta, imponendo ai Concittadini la Coccarda tricolore carbonica. Pericolosissimo.

Basso Luigi, anni 46, proprietario, influente nel Comune, di condotta pessima. Dignitario Carbonaro. Tenente di Legionari. Pericolosissimo.

Rocco Carlo, anni 46, proprietario, influente nel Comune, di condotta pessima. Dignitario, ed in Napoli Gran Maestro, uno dei studenti, che si portarono sotto Palazzo Reale ad insultare S.M. Pericolosissimo.

Abbate Serafino, anni 40, proprietario, influente nel Comune, di condotta pessima. Dignitario. Prese le armi, si portò nei luoghi di rivolta, ed indi in Napoli, portando egli stesso la bandiera rivoluzionaria, gridando a favore della Costituzione. Pericolosissimo.

Savoia Giuseppe, anni 28, proprietario, influente nel Comune, di condotta pessima. Sergente dei Legionari. Dignitario. Prese le armi, si portò nei luoghi di rivolta, ed indi in Napoli, portando egli stesso la bandiera rivoluzionaria, gridando a favore della Costituzione. Pericolosissimo.

Caserta Filippo, anni 32, proprietario, influente nel Comune, di condotta pessima. Dignitario carbonaro. Prese le armi, si portò nei luoghi di rivolta, ed indi in Napoli, portando egli stesso la bandiera rivoluzionaria, gridando a favore della Costituzione. Pericolosissimo.

Savoia Saverio, anni 42, proprietario, influente nel Comune, canonico, di condotta "di raggiro e d’ingegno". Settario ardente. Predicò contro il trono. Portò la bandiera Costituzionale. Pericoloso.

Lanzilli Daniele, anni 38, proprietario, influente nel Comune, di condotta cattiva. Dignitario carbonaro. Terribile, pertinace e pericolosissimo.

Lanzilli Antonio, anni 42, proprietario, influente nel circondario, sacerdote, di condotta cattiva. Dignitario carbonaro. Terribile, pertinace e pericolosissimo.

Lanzilli Antonio di Tommaso, anni 40, proprietario, influente nel circondario, sacerdote, di condotta cattiva. "Settario Fiero. Assoldava i Settari, pertinace e pericoloso".

Tedesco Serafino, anni 42, proprietario, influente nel circondario, di condotta cattiva. "Settario fiero. Andava predicando la Costituzione con bestemmie con la Monarchia. Pertinace e pericolosissimo".

Soldi Pietro, anni 40, proprietario, influente nel circondario, di condotta cattiva. "G.M. Capitano dei legionari. Si portò in tutti i luoghi di rivolta. Terribile, e pericolosissimo".

Sicché il quadro degli irreconciliabili sammartinesi, che a colori si foschi la Polizia del tempo dipingeva, era quanto di più eletto la nostra popolazione vantasse. E sì che dovevano essere di condotta pessima e cattiva i liberali d’allora: 

erano stati battaglieri settari, avevano inneggiato alla libertà, avevano ordito ed ardito per una grande causa. Come ora, non ancora spenta l’eco del 1820, potevano riconciliarsi con quel governo che li ebbe, e li aveva nemici?

E le congiure continuavano un po’ dovunque, per tener sempre accesa la lampada: molti settari di S. Martino, nel maggio 1824, presero parte ad una riunione che si tenne nella masseria del carbonaro Domenico Ricotti, nelle campagne di Roccabascerana. Ma la reazione trionfante non perdonava, ed il 14 marzo 1827 da Francesco I furono destituiti, fra i tanti anche gli amministratori del nostro Comune, perché settari. Essi rispondono a nomi già noti: Giuseppe Savoia di Girolamo2° elettoGiuseppe Savoia di NunzioLuigi BassoPietro SoldiIlario Viscione e Basilio Simeone. 

L’intendente proponeva così la loro destituzione: "I contrascritti 5 Decurioni furono effervescenti settari, ed ora hanno spiegato uno spirito di superiorità nel Decurionato". Dal 1826 al 1847 non v’è nulla d’interessante per la storia del paese. 

(Brigantaggio.net)

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete, Foto di San Martino V.C. archivio Carlo Lanzotti

Nessun commento:

Posta un commento