mercoledì 24 febbraio 2021

TARANTELLE SUL BRITANNIA - Gli "invisibili" e le banche americane | CAPITOLO 6

GLI “INVISIBILI” E LE BANCHE AMERICANE

La terza interrogazione (la n. 4/00779 del 20 maggio 1994) alzava il tiro. Si prendevano le mosse sempre dall’articolo de “L’Italia settimanale” – che a sua volta aveva rilanciato informazioni provenienti dalla “Executive Intelligence Review” – per affrontare il tema delle privatizzazioni nel suo insieme ed in una duplice ottica: quella dell’interesse delle multinazionali e della finanza speculativa, ansiose di mettere le mani sulla corteggiatissima industria pubblica italiana; e quella – contrapposta – della nostra economia nazionale, che da una politica di dismissioni generalizzate sarebbe certamente uscita (come la realtà di oggi inoppugnabilmente dimostra) notevolmente indebolita. 

S.U.A. Maestà

Si riteneva, in sostanza, che gli “invisibili” che avevano organizzato e gestito il convegno del “Britannia”, avessero agito anche in nome e per conto dei banchieri di Wall Street, chiamati in causa direttamente dall’articolo del settimanale di Veneziani in uno con i loro colleghi della City londinese:

«La società Mont Pelerin, che per dodici anni ha dominato l’economia inglese, sir Leon Brittan, ex commissario della CEE e vecchio esponente del governo della Thatcher, il club segreto dei Bilderberg (frequentato dal nostro Agnelli, da Kissinger, da Rothschild), i loro associati newyorkesi della Goldman Sachs, della Merrill Lynch, della Salomon Brothers, i loro sostenitori nel Fondo Monetario Internazionale, nell’OCSE, eccetera. Personaggi, sigle e organizzazioni, che non spuntano a caso, fanno parte della storia. Sono la storia. Ricorrono in tutti gli importanti processi di trasformazione dell’economia mondiale.

Sold c'a' PALA!

Tre di queste finanziarie, ad esempio, sono direttamente “interessate” alle nostre privatizzazioni. Collaborano, infatti, con il governo. Vediamo qualche dettaglio che le riguarda: la Goldman Sachs (la prima di Wall Street, adesso anche con sede “operativa” a Milano) è uno dei più influenti manipolatori del prezzo del petrolio e del valore della moneta. Il suo leader supremo, Robert Ruin, sarà il capo del consiglio di sicurezza nazionale del neopresidente Clinton.

La Salomon Brothers gestisce il greggio mondiale ed opera prevalentemente nel settore delle materie prime. Il suo nuovo presidente, Warren Buffett, è il principale azionista del “Washigton Post”, della rete televisiva ABC e ha forti interessi nella Wels Fargo Bank e nell'American Express.

La Merrill Lynch, infine, incaricata dall’IRI, il 9 ottobre scorso, di preparare la privatizzazione del Credito Italiano, ha occupato spesso le cronache per alcune operazioni di riciclaggio del denaro sporco tra l'Italia, la costa orientale degli Stati Uniti e Lugano (la famosa “pizza connection”, il processo alla famiglia mafiosa newyorkese dei Bonanno)...»

Attenzione ad alcuni nomi, ad alcune sigle, ad alcune ragioni sociali che in questi anni abbiamo imparato a conoscere, ma che all’epoca – esattamente vent’anni fa – erano quasi del tutto ignoti al pubblico italiano. Veniva chiamato in causa per la prima volta il Bilderberg, allora semisconosciuto club di ricconi ed oggi ritenuto il sancta sanctorum del “governo mondiale”, responsabile delle scelte che decidono il destino di intere nazioni. Si facevano, poi, i nomi di certe grandi “banche d’affari”, alcune delle quali appartenenti al gotha dell’alta finanza ebraica negli Stati Uniti.

N.O.M.

Di una di queste, in particolare, la Goldman & Sachs, avremo modo di parlare più avanti, sia per il suo ruolo di advisor nelle privatizzazioni italiane, sia per il rapporto diretto, per il vero e proprio cordone ombelicale che, segnatamente per un certo lasso di tempo, la ha collegata a Mario Draghi, il dominus delle dismissioni made in Italy. Ritornando all’interrogazione, comunque, questa si chiudeva con l’invito al governo ad attivarsi in tutte le sedi per tutelare gli interessi nazionali, e con una nota polemica anche nei confronti della magistratura romana (competente se non altro per territorio) che non aveva ritenuto di esperire indagini sull’accaduto: 

«se possa rispondere in tutto od in parte al vero quanto precede, che all’interrogante sembra di inaudita gravità e gravemente lesivo degli interessi economici e produttivi, oltre che sociali ed occupazionali dei cittadini italiani nonché della stessa indipendenza italiana;

in presenza di simile squallida “strategia” di colonizzazione dell’Italia da parte delle multinazionali, quali provvedimenti il Governo intenderebbe immediatamente assumere, ove quanto sopra risultasse vero, nei confronti di esponenti e dirigenti ministeriali e di aziende a partecipazione pubblica, perché le loro gravissime responsabilità fossero colpite; se consti che su tali “notizie di reato”, che tali l'interrogante ritiene ben possano definirsi, pubblicate da “L'Italia settimanale”, la magistratura romana abbia aperto indagini.»

Scritto da Michele Rallo

La crociera del "Britannia"

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