martedì 1 febbraio 2022

PESTE SUINA AFRICANA - Non colpisce l'uomo, ma tremano CINGHIALI e MAIALI CAUDINI! | AMBIENTE

La Peste Suina Africana è il nuovo incubo degli allevatori in Campania, compresa la Valle Caudina. La PSA è una malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, che colpisce suini e cinghiali causando elevata mortalità. Non si trasmette all'uomo, quindi non ci sono rischi per la popolazione, però il virus può resistere per anni nella carne congelata e viene reso inattivo solo dalla cottura e da specifici disinfettanti.

Da mesi la notizia rimbalza sulle testate giornalistiche, ma il focolaio scoppiato tra Piemonte e Liguria, per ora contenuto lungo le direttrici autostradali della Voltri-Sempione, della Genova-Serravalle e della bretella tra Novi Ligure e Tortona, ha innalzato il livello di attenzione, specialmente nelle zone come le nostre, dove la popolazione di cinghiali e suini è abbastanza numerosa.

Bisogna adottare tutte le misure per impedire la veicolazione di un virus che se dovesse arrivare in Irpinia, Sannio e Valle Caudina provocherebbe ingenti gravi danni all’economia del territorio. Purtroppo, in caso di animali infetti bisogna abbattere tutti i capi. La malattia può ritrovarsi nei prosciutti ed insaccati dopo brevi periodi di stagionatura, anche se ribadiamo non colpisce gli esseri umani.

«La peste suina non si trasmette all’uomo, ma è mortale per gli animali – segnala Alessandro Durando, presidente della Cia Agricoltori Italiani – basta un solo caso per compromettere l’intero allevamento. Le aziende lavorano con tutte le attenzioni possibili, altissima professionalità e livelli di controllo che hanno costi elevati. Non possono vedere che tutto va in fumo per un rischio che non hanno provocato ma di cui sono vittime»


La Campania si è già mobilitata con il Protocollo di gestione per la peste suina e con il Piano triennale di controllo del cinghiale, un primato assoluto per la Campania Felix secondo gli addetti ai lavoriInfatti, la Regione si è recentemente dotata di un innovativo sistema telematico di gestione e raccolta dati per i danni da fauna, ossia il “Sistema di Gestione dei Danni da Fauna selvatica (S.G.D.F.)”, lo strumento che contribuisce a garantire sicurezza per la Regione in materia faunistico-venatoria

Inoltre, la Campania, in anticipo rispetto alle altre regioni italiane, ha provveduto a realizzare un Protocollo di intervento per la peste suina, che prevede azioni di sorveglianza passiva tramite il sistema sanitario e gli Ambiti territoriali di Caccia e intervento attivo.

Un paio di settimane fa, presso l’Auditorium del Centro Direzionale di Napoli, si è tenuto un evento divulgativo incentrato proprio sul "Sistema di Gestione dei danni da Fauna Selvatica in Campania" e sulla gestione dell'emergenza della peste suina.

"Abbiamo predisposto un Protocollo di gestione sanitaria regionale – ha dichiarato nel corso dell'incontro Nicola Caputo, Assessore all’Agricoltura della Regione Campania  –, che costituisce un esempio a livello nazionale. La Campania è ora pronta ad affrontare qualunque emergenza nei tempi e nelle modalità più opportune per evitare che il virus della PSA dilaghi, minando l'agro-economia regionale ed in particolare la suinicoltura campana, che vanta razze tipiche e di pregio, come il maialino nero casertano".

"Con l'approvazione del Piano di gestione e controllo del cinghiale per il triennio 2022-2024 – ha aggiunto l'assessore Caputo nel comunicato stampa – abbiamo dato una concreta ed efficiente risposta al fenomeno della crescita esponenziale della popolazione di cinghiale in Campania. Il Piano triennale, che è avallato dall'Ispra, corredato di procedura VAS e basato su sistemi di telecontrollo, costituisce un vero primato ed è destinato a divenire un riferimento per le altre regioni. Il sistema di interventi così composto ci consentirà di attuare al meglio il controllo delle specie selvatiche, a tutela di tutte le filiere".

Al seminario tecnico campano hanno preso parte i principali esperti in materia faunistico-venatoria e della sanità pubblica veterinaria a livello nazionale. Tra i partecipanti: Maria Passari, direttrice generale Politiche Agricole Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, Vincenzo Caputo, direttore generale Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche e Centro referenza PSA, che ha confermato le prime rilevazioni di peste suina anche nella regione Piemonte; Paolo Varuzza, Dipartimento Medicina Veterinaria Università Federico II di Napoli; Giuseppe La Rocca "CampaniaCaccia"; Antonio Limone, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno; Aniello Anastasio Dipartimento Medicina Veterinaria Università Federico II di Napoli; Paolo Sarnelli, Responsabile UOD Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Campania.

Il focolaio di Peste Suina Africana è stato scoperto nei giorni scorsi, in provincia di Alessandria prima e di Genova poi, è risulta essere il primo che si manifesta sul territorio italiano, con l'esclusione della Sardegna colpita nel 1978. Le conseguenze legate alla diffusione del male africano potrebbero mettere in ginocchio l'intera Penisola e decimare i suini presenti sul territorio.

Per questo la sera del 13 gennaio è arrivata nelle aree colpite l'ordinanza congiunta dei ministri della Salute Roberto Speranza e delle Politiche agricole Stefano Patuanelli che vieta per sei mesi ogni attività venatoria, in gergo comunemente definita “caccia”, la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, il mountain bike e le altre attività di interazione diretta o indiretta coi cinghiali infetti.

«Sono escluse le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali», si legge nell'ordinanza.


Massima attenzione, quindi, sull'andamento della situazione epidemiologica a seguito della conferma dei casi di positività di peste suina africana rinvenuta in alcune carcasse di cinghiali al Settentrione. 

Ora bisogna combattere questa battaglia con lo spirito di collaborazione, vitale su questioni che riguardano da vicino gli interessi dei cittadini e delle imprese produttive. Occorre sviluppare un'azione comune sull'intero territorio nazionale e prevenire qualsiasi degenerazione della Peste. Questo è il compito della classe politica, oltre qualsiasi colore o schieramento.

I consiglieri regionali campani e membri della commissione Agricoltura Michele Cammarano e Salvatore Aversano, a margine dell'incontro tra i gruppi del Movimento 5 stelle regionali ed il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, hanno dichiarato tramite una nota stampa che:

«Il pericolo della diffusione della malattia negli allevamenti suinicoli attraverso la fauna selvatica (cinghiale) è notevole e desta particolare preoccupazione - affermano gli esponenti della commissione Agricoltura - negli allevamenti all'aperto ed in quelli familiari per autoconsumo maggiormente diffusi nella nostra regione. A questo proposito si richiama l'attenzione sugli allevamenti della razza suina autoctona casertana, in quanto essa viene allevata in forme di allevamento all'aperto e pertanto risulta più complesso intraprendere adeguate misure di biosicurezza. In questa direzione, il confronto avuto con il ministro Patuanelli è stato molto produttivo.

Abbiamo accolto con estremo favore l'intenzione di costituire una cabina di regia unitaria nazionale per la gestione dell'emergenza e lo stanziamento di risorse immediate per la bio-sicurezza degli allevamenti a partire da quelli estensivi allo stato brado e di indennizzi per le imprese colpite». 

Il virus della PSA è molto stabile, resiste ad un ampio range di pH e temperature. La PSA viene inattivata dalla luce diretta, da specifici disinfettanti, da valori di pH inferiori a 3.9 e superiori a 11.5 e dalle temperature di cottura (es. 70° per 30 minuti). Il virus sopravvive nella carne e nei visceri per 105 giorni, nella carne salata per 182 giorni, carne/grasso e pelle essiccata per 300 giorni, mentre  nella carne congelata riesce a resistere per anni. 

Essendo resistente all’autolisi il virus rimane infettante anche nelle carcasse per diverse settimane in dipendenza delle temperature ambientali.

Il ciclo naturale del virus PSA si svolge in Africa ed in particolare nella relazione Facocero e zecca del genere Ornithodoros che si completa nella tana del suide. Nel Facocero (e forse negli altri suidi selvatici africani) il virus non determina malattia (infezione asintomatica). In Europa – mancando di fatto le zecche della famiglia Ornithodoros, il ciclo che si svolge sia nel maiale domestico sia nel cinghiale è caratterizzato dalla trasmissione diretta (naso-naso) e da quella indiretta tramite materiale contaminato. 

In alcune aree geografiche, il ciclo domestico e selvatico si unifica specialmente laddove è diffuso l’allevamento del maiale familiare o allo stato brado-semi brado. Si parla di “ciclo del cinghiale” quando l’infezione permane nella specie selvatica in assenza di contatto con i domestici. I principali fattori che concorrono al ciclo del cinghiale sono l’elevata densità della specie e la resistenza del virus nell’ambiente. Allo stato attuale, nelle aree indenni il rischio di introduzione è medio.

Riflessioni

Urge il potenziamento delle attività di prevenzione con azioni mirate nei parchi del Partenio e del Taburno Camposauro mediante i più moderni strumenti tecnologici che consentirebbero di agire in sicurezza e con grande efficacia. Serve un cambio di rotta repentino, alla luce dei recenti tagli abusivi e della diffusione della Mafia Verde, la nuova microcriminalità che saccheggia impunita le nostre montagne, mettendo a rischio anche l'incolumità degli amanti della Natura.

L'Unione dei Comuni Caudini dovrebbe, a nostro avviso, lavorare compatta per l’istituzione di un tavolo permanente di contrasto all'eventuale crisi PSA a livello locale, coordinando con largo anticipo le forze presenti in zona per evitare che l’emergenza possa colpire a morte i cinghiali Caudini e tutta la fauna selvatica. 

Ora più che mai bisognerebbe operare in modo veloce e deciso, superando la profonda frammentazione campanilistica ed il classico rimpallo di responsabilità.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo


fonti

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