sabato 13 novembre 2021

L'Onore dei soldati dell'Esercito delle Due Sicilie... combattendo "dalla parte sbagliata"! | STORIALTERNATIVA

L'onore dei soldati dell'Esercito delle Due Sicilie...Combattendo "dalla parte sbagliata"!

Nell'immaginario collettivo le Due Sicilie crollarono, quasi, senza ferire. La concezione della Storia è fin troppo legata alle frequenti manipolazioni della storiografia, una disciplina scientifica che si occupa della descrizione della Storia e comprende tutte le forme di interpretazione, di trattazione e trasmissione di fatti e accadimenti della vita degli individui e delle società del passato storico. 

La linea di demarcazione tra fazione moralmente giusta o sbagliata viene tracciata, essenzialmente, all'interno di questo mondo, fatto di studiosi il più delle volte appartenenti a correnti di pensiero ben delineate. A volte consapevoli di ciò, spesso ingabbiati da logiche di 

8° BATTAGLIONE CACCIATORE

In una Napoli, ex Capitale, che ostenta ancora la statua di Giuseppe Garibaldi in città, ahinoi, non è semplice argomentare l'eroismo di quei ribelli che hanno versato sangue e lacrime in difesa del Regno delle Due Sicilie. Molto interessante l'articolo segnalato da Fiore Marro, un Brigante Cervinarese a capo del Comitato Due Sicilie. Il Roma con un ottimo pezzo di Massimo Mellis ha dato molta visibilità ad un argomento scomodo

Vae victis, guai ai vinti.

Buona lettura.

terroni leoni

Mo’ venimme, straccioni, carognoni, malandrini...!”, gridavano i Cacciatori dell’8° battaglione - scrive lo storico militare Tommaso Argiolas- mentre assalivano i garibaldini  a Calatafimi. Sfogavano la rabbia per le umiliazioni patite per colpa di generali deboli e ambigui. 

“I soldati napoletani - riferì Garibaldi - avendo esaurito le loro cartucce vibravano sassi contro di noi da disperati”. Il Cacciatore Luigi Lateano prese la bandiera che i liberali avevano donato a Garibaldi a Valparaiso. Lui perse 127 uomini, i napoletani 111. 

Una celebre vignetta della stampa francese raffigurava i generali borbonici senza testa e i soldati con teste di leone. Dopo la ritirata in Sicilia, militarmente inspiegabile, avevano imparato a combattere senza speranza di vittoria. Dalla parte sbagliata rispetto alle svolte della Storia e a quelli che sanno approfittarne. 

Così a Gaeta, irridendo un nemico troppo più forte, a Messina, inghiottendo le bandiere per non consegnarle, a Civitella del Tronto, per ritardare al parlamento di Torino la proclamazione di un’Italia unita contro di loro.

Scritto da Massimo Melis

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