venerdì 14 ottobre 2022

“Breve storia del brigantaggio tra Puglia, Molise e Campania (1861-1864) | CULTURA


La “Breve storia del brigantaggio tra Puglia, Molise e Campania (1861-1864) è il titolo dell'ultimo lavoro di Antonio Bianco, edito da Rubbettino. Il giornalista baselicese nel 2011, per le Edizioni Il Chiostro, diede alle stampe "Il brigante Secola. La sanguinosa rivolta nel Fortore post-unitario".

Nel triangolo di terra compreso tra Molise, Puglia e Campania si è consumato uno dei più sanguinosi scontri tra le truppe del nuovo Stato unitario e i cosiddetti briganti, che difendevano il vecchio regno di Francesco II. Su queste montagne, disseminate di boschi, i rivoltosi («reazionari» per i vincitori) avevano stabilito il loro quartier generale. Da queste alture partivano le incursioni per occupare militarmente i paesi del comprensorio e ristabilire il vecchio ordine borbonico. 

Qui operavano bande - si legge nella sinossi - di almeno 400 uomini a cavallo, come quella di Francesco Saverio Basile, alias Pilorusso,  o quella del famigerato Michele Caruso di Torremaggiore (FG), nominato “colonnello” dallo stesso re Borbone. Lo scontro tra i cosiddetti piemontesi e i briganti fu violentissimo e portò anche a fatti di sangue inenarrabili, come le stragi di Pietrelcina e di Roseto Valfortore da una parte e l’eccidio di Castelvetere in Valfortore dall’altra. Gli anni presi in considerazione in questa indagine storica sono quelli che vanno dal 1860 al 1864, perché sono quelli in cui il fenomeno del brigantaggio ebbe la sua massima diffusione nell’area presa in esame.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete.

Nessun commento:

Posta un commento