domenica 16 ottobre 2022

GUERRA ALL'EUROPA, le manovre occulte dell'alta finanza alla conquista del mondo (III) | CULTURA

GUERRA ALL'EUROPA 
Le manovre occulte dell'alta finanza alla conquista del mondo

In Europa, già dal 1913, Gran Bretagna [12] Francia e Russia, istigate e incoraggiate da diplomatici statunitensi, sempre pilotati. senza troppo apparire, dall’International Banking Fraternity, confermati e sospinti con organica complicità, dalla massoneria e da eminenze grigie della Pilgrim’s Society [13], ma soprattutto da politici massoni asserviti, si erano accordate segretamente su di un dettagliato progetto di distruzione e smembramento politico ed economico della potenza tedesca, che sembrava minacciare i loro interessi. Con la guerra esse si proponevano vantaggi territoriali per se stesse e il maggior danno possibile al “nemico”.

La Francia, rancorosa e revanscista per la sconfitta di Sedan [14], e la Russia panslavista si distinguevano per la voracità delle loro pretese, quanto per la pochezza di ciò che erano disposte a concedere agli alleati minori. E tra questi  si inseriva, entrando in guerra nel 1915, l’Italia, che si aspettava un “parecchio”, concesso con riserva mentale, che poi si ridusse ad un “po’ poco” giacché le ripartizioni erano già state fatte fin dal 1913!

D’altro canto la Germania di Guglielmo II von Hohenzollern, continuando il moto di accelerato sviluppo unitario, cominciato nel cuore dell’Europa, aveva preso a sollevare, (parallelamente e  in istintiva risposta alle pretese dell’America), la rivendicazione del diritto ad avere un popolo unito e indipendente; era questo l’ideale profondamente sentito del Pangermanesimo, tendente all’assorbimento dei tedeschi dell’Austria, dell’Olanda, del Belgio fiammingo, dei Sudeti, nel contesto europeo di milioni di Volksdeutschens, i tedeschi emigrati da secoli in Ungheria, Romania, Paesi slavi e, in particolare, in Russia. Perciò cominciò a preparare un’adeguata potenza militare.

Parallelamente negli Stati Uniti d’America montava l’imperialismo mascherato da libera espansione commerciale, ma supportato fanaticamente da una maniaca fede messianica nella missione che “Il Creatore dell’Universo” avrebbe riservato al popolo americano “di moralizzare il mondo”. Ne conseguiva che per farlo avrebbe dovuto asservirlo! 

Alfredo Mahan

Supportava tali pretese la  scuola geopolitica americana con la teoria avanzata dall’ammiraglio Alfredo Mahan che trovava somiglianze tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Nel 1897 esponeva in ‘The Interest of America in Sea Power[14] (L’interesse dell’America nel potere marittimo) la dottrina che doveva guidare l’azione del suo paese, se anch’esso voleva innalzarsi al rango di potenza mondiale. Questa teoria si articolava in più punti: 

collaborazione con la potenza navale inglese, opposizione alle pretese tedesche sui mari, vigilanza di fronte alla prevedibile espansione giapponese nel Pacifico, infine, difesa coordinata, tra europei e americani contro i popoli asiatici.

Oltre agli espliciti propositi espressi nel 1897 dal senatore repubblicano dell'Indiana Alberto J. Beveridge: «Le fabbriche americane producono più di quanto serve al popolo americano; il suolo degli Stati Uniti produce più di quanto esso può consumare. Il corso della nostra politica è quindi fissato; il commercio mondiale dev'essere, e sarà nostro».[15]

Per raggiungere gli obiettivi mondialisti era necessario il dominio dei mari [16]. Gli States si inserivano così, perfettamente nel quadro planetario geopolitico “atlantista”.

tratto da: Controstoria Futura

fonte: I.S.S.E.S. - Istituto di Studi Storici Economici e Sociali Napoli

parte: terza

note:

[12] La politica delle “Ententes”con la Francia e la Russia venne consolidata dal massone sir Edoardo Grey quando divenne ministro degli Esteri.

[13]La Pilgrim’s Society era ed è tuttora un’associazione segreta angloamericana di ordine superiore, collegata, ovviamente, con l’International Banking Fraternity.

[14] Nella battaglia di Sedan (31 agosto - 1º settembre 1870) la Francia di Napoleone III fu sconfitta dalla Prussia di Otto von Bismarck, preludio alla cessione dell’Alsazia e della Lorena. Ma era ugualmente importante: controbilanciare, con un’azione militare, la crescente inferiorità economica e demografica nei confronti della Germania.

[15] Alfredo Mahan, The Interest of America in Sea Power, Present and Future, Boston, 1897.

[16] Alfredo Mahan, The Interest of America in Sea Power, Edizioni ‘Sampson Low’, Londra, 1890. (Traduzione in italiano edizioni ‘Casanova’, Torino, 1904).

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