martedì 1 novembre 2022

Castagna bollente, fantasie erotiche, tradimenti e Sagra del Partenio | EROTICAUDIUM #2

Castagna bollente, fantasie erotiche, tradimenti e Sagra del Partenio.

#EROTICAUDIUM#2

Ieri pomeriggio mi sono risvegliata nella mia stanzetta napoletana a due passi da Mezzocannone come il disegno in copertina. Sono iscritta alla Facoltà di Sociologia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, ma sono una studentessa della Valle Caudina, ex pendolare. Forse sono l'unica a ringraziare per i tagli dei treni. Ho scelto di non viaggiare, senza se e senza ma. Viaggio con la scrittura di racconti osé che osano scardinare i preconcetti di una società maschilista. La sete di cultura si sposa bene con la Napoli universitaria post-covid, senza nulla togliere al mio amato paesello sannita dove ho lasciato il cuore, non l'anima. Adoro Anna Castagna perché è molto chiara in merito alle fantasie erotiche che mi ossessionano da mesi:

A molte persone fanno paura, spesso non ci si concede di avere alcune fantasie. Delle volte invece sono una grande risorsa per il desiderio sessuale. Ma sappiamo veramente cosa sono le fantasie sessuali? O per dirlo con dei paroloni specifici: cos’è il fantasma erotico? Cos’è l’immaginario erotico L’immaginario erotico consiste nella capacità dell’individuo di auto-erotizzarsi mentalmente tramite l’utilizzo della fantasia. Grazie alla formazione di fantasmi si assiste a una vera e propria capacità di attivare la risposta di eccitazione, come se esistesse una zona erogena intrapsichica. I fantasmi non sono altro che una creazione conscia dell’individuo capace di agire sulla propria risposta sessuale.

Kinsey (1948, 1953) «ha dimostrato che l’89% degli uomini e il 64% delle donne utilizzavano fantasmi erotici nel corso delle loro attività masturbatorie» La modalità di rappresentazione dell’immaginario erotico può essere di diverso tipo. Contenuti di carattere affettivo, nei quali le fantasie si sviluppano intorno a temi legati all’amore e alla relazione. Contenuti sulla base di esperienze sessuali esplicite, nei quali il focus delle fantasie e legato alla genitalità e all’atto sessuale agito.

Contenuti simbolici, nei quali le fantasie hanno come colonna portante la rivendicazione del potere, la forza seduttiva o diverse situazioni che richiamano un contenuto significativo per il soggetto. Contenuti oggettuali, i feticci, ci riferiamo a fantasie che hanno come oggetto una particolare parte del corpo (come i piedi), un particolare o un particolare materiale in grado di creare eccitazione nell’individuo.

L’immaginario erotico può essere vissuto dal soggetto in diversi modi, con delle strutture mentali diverse. È possibile che lo stesso soggetto possa variare la sua rappresentatività a seconda del momento e della fantasia, ma ci sono 3 modalità di rappresentazione delle fantasie erotiche principali. Il flash, ossia immagini lampo e improvvise che appaiono nella mente del soggetto. Le fantasie plurisegmentali, ossia quelle fantasie nelle quali sono presenti immagini che si succedono più o meno velocemente senza rispettare la sequenza logica della realtà.

Strutturate, ossia immagini che si articolano intorno a uno scenario bel strutturato nel quale le sequenze delle immagini possiedono un senso logico. Il contenuto dell’immaginario erotico può essere di diversa natura. Le fantasie possono essere create rievocando, nella sua totalità o con delle modifiche, un’esperienza già vissuta in precedenza, possono essere strutturate su un racconto di un amico, sulla scena di un film o di un libro o possono essere completamente inventate.

Anche l’immaginario erotico, come ogni sfera legata al mondo della sessualità, subisce l’influenza di ciò che viene considerato normale. Indagare la normalità è impresa tutt’altro che facile, in quanto risponde a moltissimi criteri. Per cui è difficile, se non impossibile, definire ciò che è normale e cosa no. Nonostante ciò, l’ossessione per la normalità è una tematica ricorrente. Quando ci si riferisce all’immaginario erotico, risulta difficile legittimarsi rispetto a determinate fantasie che spesso possono far sentire in colpa l’individuo.

L’immaginario erotico e il desiderio sessuale si autoalimentano nella loro struttura generale, con la differenza che il desiderio presuppone un atto agito mentre l’immaginario erotico no. Possiamo quindi affermare che, se una fantasia sessuale dimora nella nostra testa, non è detto che il soggetto desideri realizzarne il contenuto. Non è quindi detto che chi ha fantasie sessuali legati alla dominazione (o anche alla sottomissione) le sperimenti effettivamente nella vita reale.

Quando non si ha ben chiara la differenza tra mondo fantasmatico ed esperienza reale, si può cercare di inibire certe fantasie erotiche perché considerate sbagliate o inaccettabili per la propria moralità. Prendiamo come esempio le fantasie erotiche convergenti o divergenti. Le fantasie sessuali convergenti sono relative a un immaginario che prevede la presenza del proprio partner all’interno della propria creatività, mentre nelle fantasie divergenti è presente un partner immaginario che non corrisponde al proprio. Il 20% delle donne e il 60% degli uomini sperimenta fantasie sessuali divergenti, ma questa percentuale di partner non sono traditori: ciò che sperimentano fa parte solo ed esclusivamente del loro mondo fantasmatico. Tuttavia, molti di loro possono provare dei sensi di colpa nell’utilizzo di tale immaginazione.

Di qualsiasi natura siano le fantasie sessuali, ricordiamoci sempre che immaginare una situazione non significa per forza desiderarla. Qualora dovesse esserci un disagio nei confronti una fantasia, la soluzione migliore è quella di rivolgersi a un esperto per poter indagare in modo approfondito e pertinente la situazione. Come ho specificato nel paragrafo precedente, spesso la morale e il concetto di “normalità” condiziona molto l’opinione che abbiamo nei confronti del mondo. 

IL RACCONTO

La mia fantasia erotica ricorrente in questo periodo è essere avvolta in un lettone fatto di castagne bollite. Quello che vi sto per raccontare ha il sapore unico della Sagra della Castagna di Cervinara. Aria buona, prodotti eccelsi e passeggiate rigeneranti. Siamo arrivati, io e il mio ragazzo di Napoli, molto presto e abbiamo sistemato i bagagli a casa di zia Rosa, la cugina carnale di mammà, che abita vicino "Santu Marzan" e ci dà un appoggio, anche se poi torneremo in auto, all'alba, nell'amata Neapolis grazie al passaggio scroccato al sosia dell'ex Sindaco De Magistris, portato dalla mia "gnora" come il novello Che Guevara del Vesuvio.

Tutto era iniziato dopo una bevuta nella Piazza di Ferrari, sbaglio strada e ci ritroviamo davanti a due birre Corona in Piazza Trescine. Arriviamo nelle zone alte di Cervinara con la navetta e facciamo subito due passi per le tortuose viuzze di Castello, scattando qualche foto, cercando di non usare i filtri. È ormai pomeriggio inoltrato, il tempo è spettacolare, perciò decidiamo di non rientrare a casa. 

Il sole è scomparso dietro le creste dei monti verdi e un'atmosfera magica aleggia su tutta Cervinara. Mi aspettano almeno tre o quattro ore di bevute, sguardi ammiccanti e castagne, forse a breve Igp. La salita di Castello non è di quelle che ammazzano, ma soffro un po' l'elevata quantità di vino assaggiato in giro; decido quindi di fermarmi alla prima bancarella per riempire lo stomaco di castagne del Partenio. Faccio una sosta e addento con appetito pure una pizzella, offerta, al volo, da mio cugino Pasquale. 

"Scusi signorina, posso sedermi qui?" "Prego, si accomodi pure. Anche lei alla Sagra più bella del mondo?" Chiedo. "Sì. È la seconda volta che vengo quassù a Borgo Castello. Molto bello!". 
Il Graunaro che mi corteggia è un amico di mio cugino, chiaramente è sui quaranta, pancetta figlia di birrette, capelli rasati, tatuaggio al collo, accento alcoolico e sigaretta accesa tra le dita. Dice di chiamarsi Onorio, sposato con prole, però in attesa di separazione. È simpatico oltre che attraente, ma la cosa che lo rende particolare è la sua voce, profonda e calda. Proprio un bel tipo, verace e non finto come i tanti Gomorra boyz conosciuti a Napoli. E così un quarto d'ora dopo decidiamo di proseguire il cammino della Sagra insieme. Il mio ragazzo per fortuna è del Partito Democratico, quindi molto aperto, per niente geloso e fin troppo liberal progressista. 
Scherziamo, sembriamo due vecchi amici. Ci stiamo simpatici. Arriviamo nel cuore della festa. Abbiamo una fame da lupi e ci facciamo portare subito tanto cibo locale, il tutto annaffiato con dell'ottima birra artigianale indigena e tanto vino, abbastanza pesantuccio. 
Mi sento a mio agio ed entro un tantino nel confidenziale raccontando dei miei trascorsi con l'altro sesso, Onorio non mi toglie gli occhi di dosso poi allunga una mano e prende la mia accarezzandola. Sono turbata per il suo gesto e per la situazione che si è creata. 
Cavolo! Non sono una santa, anzi; ma è ancora un perfetto sconosciuto del paese accanto, anche se simpatico. Forse ho bevuto troppo? Mi sfilo dalla presa ma dolcemente. Gli sorrido e lo invito comunque a riprendere insieme a festeggiare il ritorno di un evento molto sentito in Valle Caudina, soprattutto dopo la dimensione distopica pandemica. Devo trovare o'nnammurat mj che non è abituato al nettare sacro agli dei. Eccolo lì, ubriaco marcio con le labbra viola. Ci spostiamo verso la cima della strada e lo troviamo mentre vomita di brutto.

Poi si stende, bestemmia contro i fegati spappolati deimonaci piacentini e si addormenta come un barbone in una Piazza Cavour senza parcheggiatore. Onorio si avvicina e dice di scendere dalla Protezione Civile per farlo riprendere e ci spostiamo all'improvviso nel buio. Ora ho il suo volto ad una spanna dal mio, ci fissiamo senza vederci! Una carezza sul viso poi lo annuso e lo bacio, dolce come miele biologico della zona. "Sei bellissima! Sei una Femmina da sposare. Ti voglio assaj. Sei unica come il caciocavallo impiccato, fuso con tartufo. Profumi di caldarroste a chilometro zero, tesò!" 

Mi sciolgo e sorrido. La sua lingua guizza giocando con la mia mentre il suo braccio mi stringe, facendomi cadere le ultime castagne calde. Lo osservo muta, inebriata, le sue mani armeggiano frettolose con i miei calzoncini, me li sfila insieme alle mutandine già bagnate, poi è la volta della maglietta rossa; mi bacia ancora sulla bocca, mi solleva il reggiseno antifemminista e le mie zizze sbocciano come due buste colme di castagne calibro 45-50 sulla sua bocca. 

I capezzoli duri brillano come gusci marroni sotto la luna Caudina. Sono nuda tra i monti, sento il brusio della gente misto alla colonna sonora della notte, nascosta dal buio del Partenio, il regno dei lupi. Ora sono io che gioco con la patta rigonfia dei suoi pantaloni. Non fa freddo, anzi si sta benissimo in questa serata particolare.

Sento montare l'orgasmo, a ritmo di 'ntrezzata, lui ritrae la mano bagnata e me la strofina sulle labbra. Lecco avida il mio nettare. Ormai sono preda di una famelica passione e Onorio è come una divinità metà vichinga, metà brigante; divarico le cosce piegando le ginocchia, lui si adagia in mezzo succhiandomi avidamente i seni mentre il suo "sciòpi" sparisce, risucchiato senza sforzo dalla mia "chiucchepélla" affamata. Rimango senza fiato per alcuni secondi, poi sincronizzo il ritmo del bacino al suo andirivieni. 

"Uno, doje e tren...quatt, cingh, sej, sett e ott"...

È una lunga cavalcata con i suoi sono colpi profondi che arrivano a lambire, con "lellépe" al vento, i petali della mia "chiucchepélla"; ogni mia fibra, sia cerebrale che muscolare è concentrata sul godimento di quel meraviglioso, unico punto che ho in mezzo alle cosce! Ecco! Sento che sta per venire; come una contorsionista mi sgancio da quella posizione, strappo il profilattico al gusto di raffinato tartufo bianco e glielo prendo in bocca per il gran finale. 

Ma l'arnese è di dimensioni più che ragguardevoli, come leggenda narra in questa terra di briganti, tanto amanti, quanto guerrieri. Cerco d'ingoiarne più che posso, mentre sto letteralmente affogando e visto che mi trattiene ancora per la nuca, lo graffio con le unghie per non soffocare. 

Ecco qua, Onorio è giunto al capolinea; un gemito, poi una, due, tre castagnate secche mi riempiono la gola. Finalmente ritrae lo "sciopi" grondante. Ci ricomponiamo "avvol-avvol", mentre vedo da lontano il mio ragazzo dietro una siepe che continua a vomitare il mondo e a bestemmiare in aramaico il Monastero di Santa Chiara dove è cresciuto. Tipica reazione da studente dell'Orientale alle corde.

Onorio esagera da buon paesano e dice che per lui sono già importante, ma io non ne sono convinta. Ha manifestato una durezza durante l'amplesso che pensavo non gli appartenesse e che mi ha disturbata, "a' verità". Forse sarà stata anche colpa della velocità con cui si sono succeduti gli eventi, ma non me la sento di coinvolgermi in una storia con un cervinarese e. infatti, non ho lasciato nemmeno il mio contatto. No, ho un fidanzato, almeno credo. 

Forse dovrei andare in Chiesa e confessare i miei peccati da studentessa annoiata, scocciata e a tratti polemica. Di notte, si sa, la casa del Signore chiude. "Cervinara su alcuni punti - sottolineo per chiacchierare, senza pelucchi sulla lingua - è ferma agli anni 90, nel bene e nel male. Troppa musica tunz tunz, poche vibrazioni musicali ancestrali. Colpa del Covid? Ho notato una stucchevole diffusione dalla plastica non biodegradabile, non idonea all'eco-contesto. Basterebbe poco. No? Sempre colpa del Covid.

La raccolta differenziata non è stata esemplare, a mio avviso e senza rancore. Napoli è un esempio di metropoli poco virtuosa. Quale esempio diamo ai più piccoli noi donne? Valorizziamo la castagna, ma non trascuriamo l'educazione civica ecologista. Per non parlare dei servizi da rivedere, tipo bagni pubblici. Altro consiglio? Occhio alle esigenze e agli accessi facili per i disabili. Aspetti da migliorare, che non intaccano il successo dell'evento, in ogni caso, positivo e da archiviare tra le serate da incorniciare e da ripetere tra 365 giorni.

L'abitante del lato manco, dopo questo sproloquioci rimane male, ma non trascende. Questa volta non scendiamo assieme nell'affollatissima sagra. Ci congediamo sotto il Castellone, con un abbraccio. Lui incupito come il cielo; io seria, ma comunque appagata. Ho goduto, donando alla dea lussuria tutta me stessa, ma ho anche saputo dire di no a quelle che mi sono sembrate promesse da "graunaro brillo". 

Raggiungo Castello e ritrovo il mio futuro ex barcollante, livello ubriaco irlandese tranquillo, mentre mangia le ultime gustose castagne e guarda Mimmo Modem sul telefono, ridendo come un Chiattillo Docg del Vomero. 

"Cuore, zucchero, sfugliatella ciaccarella, allora com'è andata l'escursione alla sagra paesana, ammò. Cos'hai visto di bello 'nterr 'a terr 'e Zj Rosett?". Rispondo e chiudo irritata: "Ho guardato dentro me stessa, caro strunzill, un percorso interiore tridimensionale!". Non amo i fuochi d'artificio, perché il mio bassotto soffre da sempre per l'inquinamento acustico partenopeo, ma questa volta, come un viaggio nel tempo, li ho vissuti come un segno del crudo destino. Grazie alla splendida Sagra della Castagna del Partenio e alla sua atmosfera d'altre dimensioni. 

Scritto da Maria S.

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v.m. 18
foto tratte dalla rete. Altre scattate da V. De Lucia

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