mercoledì 16 novembre 2022

VALLE CAUDINA - Violenza RSA. La replica delle operatrici sanitarie: «Ci siamo difese!». | CAUDIUM

Arriva la repliche delle operatrici sanitarie accusate di maltrattamenti nei confronti di disabili. L'agghiacciante vicenda è ha avuto ampio spazio sulle prime pagine dei giornali nazionali, tutte indignate per l'accaduto.

Le tre sostengono di essersi difese dall’aggressività della paziente. Gli avvocati delle operatrici socio sanitarie, Giovanni Adamo e Carlo Perrotta nei prossimi giorni provvederanno a depositare le istanze di riesame e di annullamento delle misure emesse dalla procura di Avellino nei confronti delle loro assistite.

IL SERVIZIO DI TN

I contesti socio sanitari - si legge su  I luoghi della cura - solo recentemente hanno sviluppato una logica organizzativa volta a perseguire obiettivi di governance e ricerca della qualità, costruendo modelli di servizio basati su linee guida, protocolli, procedure e prassi organizzative capaci quantomeno di prevenire e ridurre i livelli di rischio, soprattutto in considerazione della fragilità delle persone accudite (ospiti con decadimento cognitivo grave, demenze, e tutte quelle situazioni di fragilità dell’anziano).

Gli abusi e le mal pratiche assistenziali si collocano a pieno titolo tra i rischi riscontrabili nelle strutture socio-sanitarie. Nessuna struttura è scevra dal verificarsi di abusi e mal pratiche, in quanto sono spesso il frutto di una non adeguata formazione degli operatori e/o di una organizzazione che li nega o non li tiene in debito conto o di un modello organizzativo che premia unicamente la prestazione. L’attenzione al riconoscimento di comportamenti che possono essere annoverati in tale ambito, la conseguente attenzione alla prevenzione ed alla segnalazione di abusi e mal pratiche, oltre ad essere un momento educativo e di sensibilizzazione per gli operatori, contribuisce a rendere trasparente e qualitativamente “eccellente” la prassi assistenziale.

MALTRATTAMENTI E VIOLENZE PRESSO CASE DI RIPOSO/CURA

Frequentemente, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori registra gravi episodi di maltrattamenti e violenze commessi nei confronti di persone ricoverate presso case di riposo o di cura. In tali casi, può, talvolta, risultare complesso determinare quali reati – ed eventualmente quali circostanze aggravanti – possano essere riscontrati nelle relative condotte illecite. Per questo sul punto è utile richiamare la giurisprudenza della Corte di Cassazione che, in occasioni diverse, ha chiarito che sono ascrivibili a quanto condannato dall’Art. 572 del Codice Penale (Maltrattamenti contro familiari e conviventi) – che ascrive la presenza di una disabilità tra le aggravanti si legge su Disabili.org – i delitti di percosse, minacce anche gravi, ingiuria (ora depenalizzata) e violenza privata, ma non quelli di lesioni, danneggiamento ed estorsione, attesa la diversa obiettività giuridica.

Sul punto, inoltre, la Suprema Corte ha puntualizzato che: “ai fini della configurabilità del delitto di cui all’Art. 572 C.P., lo stato di sofferenza e di umiliazione delle vittime non deve necessariamente collegarsi a specifici comportamenti vessatori posti in essere nei confronti di un determinato soggetto passivo, ma può derivare anche da un clima generalmente instaurato all’interno di una comunità in conseguenza di atti di sopraffazione indistintamente e variamente commessi a carico delle persone sottoposte al potere dei soggetti attivi, i quali ne siano tutti consapevoli, a prescindere dall’entità numerica degli atti vessatori e dalla loro riferibilità ad uno qualsiasi dei soggetti passivi”.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo



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