martedì 25 maggio 2021

BASTA VIOLENZA SULLE DONNE! Giorgia Meloni vittima di attacchi liberticidi e sessisti | POLITICA

L'intolleranza verso una Donna che scrive un libro, autobiografico, dovrebbe far riflettere tutte le persone con un minimo di sale nella zucca. L'Onorevole Giorgia Meloni, punto di riferimento della Nuova Destra post-Alleanza Nazionale, ha subito vergognosi attacchi dopo che la notizia, infondata, di una sua presunta presenza alla presentazione del testo "Io sono Giorgia". L'evento culturale era previsto oggi 25 maggio in una scuola superiore, ma il clamore scatenato, ad arte, dalle guardie rosse ha fatto saltare la videoconferenza.

Chi non è allineato al pensiero uniko e domynante paga caro il prezzo del dissenso, legittimo solo se rientra in un'ottica di pseudo-sinistra, liberal, radical e soprattutto chic.

Il Giornale attacca, senza mezzi termini, la tolleranza a senso uniko:

«Dal 1968 in avanti la scuola italiana è stata permeata dal pensiero di sinistra, parte del corpo docente e l’orientamento dei programmi ha assunto una precisa direzione ideologica. Intere generazioni di studenti sono stati costretti a subire occupazioni, assemblee autoproclamate, programmi extracurricolari con un preciso orientamento politico-culturale. Nelle scuole italiane non si contano i convegni, le presentazioni di libri, le conferenze a cui hanno partecipato giornalisti, intellettuali, personalità di sinistra negli ultimi anni senza che nessuno dicesse nulla. Eppure la scuola dovrebbe rappresentare un luogo di dibattito e discussione in cui la libertà di parola ed espressione è garantita a chiunque e dove gli studenti possono costruirsi liberamente una propria opinione».

Nessuna conferenza e tanti attacchi alla Meloni, Donna di destra. Il silenzio dell’Istituto economico statale intitolato ad Antonio Maria Jaci' di Messina fa molto più rumore. 

Attacchi che però stridono con la recente apertura dem al voto per i/le sedicenni. Potrebbero accedere al seggio elettorale, ma non possono ascoltare voci fuori dal koro, rigorosamente con la K

Riportiamo la circolare che annunciava il silenzio. Cancellato l'incontro con l’autrice del libro "Io sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee". Come da mail da parte della Presidente dell’Associazione Fidapa sez. Messina ricevuta con n° prot. 6463 del 21/05/2021 in cui la Fidapa informa l’Istituto di aver annullato l’evento in oggetto “Incontro con l’autore”, previsto in data 25 maggio p.v. si comunica, pertanto, che in tale giornata si svolgerà regolare attività didattica, secondo il consueto orario di lezione.  Poche parole e nessuna spiegazione in merito.

Da una parte si vuole aprire il mondo della politica ai giovanissimi, ma allo stesso tempo si nega la libertà di espressione e si limita il legittimo processo culturale fatto di discussioni, critiche, elogi o pernacchie. Il nuovo libro “Io sono Giorgia”, stando alle ultime statistiche, sarebbe tra le prime posizioni nei libri di tendenza. Un dato da analizzare, con serenità e apertura.

L'ufficio stampa di Fratelli d'Italia aveva smentito, categoricamente, la ventilata presenza digitale della Giorgia Nazionale, ma ciò non è bastato per fermare gli odiatori di mestiere, abili a chiudere le bocche di chi la pensa diversamente. Eppure, la violenza sulle Donne, in tutte le salse, non dovrebbe essere opinabile a seconda della casacca indossata. 

Se una Donna vuole presentare un lavoro politico, culturale o di settore deve chiedere il permesso ai/alle sedicenti benpensanti? A quanto pare, sì.

Lo scontro culturale deve essere libero e basato sul rispetto reciproco. L'unica arma ammessa in questa lotta è il libro. Il resto è schiamazzo, banale, utile per allontanare l'attenzione dai nodi della discussione e dalla centralità del discorso. Sarebbe stata una bella occasione per le studentesse e per gli studenti siciliani. Avrebbero potuto fare delle domande o delle critiche dirette e magari avere delle risposte chiare e non filtrate. Tutto qui. 

Allo Jaci di Messina il dialogo aperto ed inclusivo si è arenato a causa divisioni partigiane, rozze ed intolleranti.

DAI NAZISKIN AI MALESKIN

Nel 2017 Giorgia Meloni intervenne pubblicamente dopo una presunta provocazione delle Teste Rasate comasche, che irruppero all'interno di un covo ostile, leggendo un comunicato politico agli antipodi degli avversari, con modi abbastanza schietti e apparentemente rudi, ma non biechi né furiosi. In quel caso la Meloni non rinnegò e non restaurò il legame con l'area UltraRadicale lombarda, etichettata da sempre con il termine giornalistico "Naziskin" che deriva dai Nazipunk dei Sex Pistols.

La stampa progressista negli anni Novanta creò ad uso e consumo questa sottocultura da sbattere, all'occorrenza, in prima pagina. Serviva lo spauracchio dalla testolina rasata, con bomber nero e anfibi lucidi. Schiumoso di rabbia e birra, pronto a gridare e a fare la faccia cattiva davanti alle telecamere di ieri e ai cellulari di oggi. Il Movimento Sociale Italiano era in forte crescita di consensi e voti, soprattutto ad inizio anni Novanta, nonostante gli ostacoli.

"Secondo me quello è un atto di intimidazione e per me l'intimidazione è inaccettabile" - disse Giorgia Meloni ospite a l'Aria che tira" programma La7- ma "trovo abbastanza ridicolo l'appello di Matteo Renzi, perché la violenza non è oggettivamente quello che ieri si è visto a Como: è un atto di intimidazione ma non è un atto di violenza. 

La violenza noi - affermò Giorgia - l'abbiamo invece vista un sacco di volte dai compagni dei centri sociali, quelli che distruggono intere città e bruciano le macchine degli italiani, e nessuno ha mai fatto gli appelli per la condanna delle violenze dei centri sociali. Quello si può fare. Perché è gente di sinistra e le città si possono distruggere, si può dare fuoco alle macchine della gente, si può dare fuoco alle edicole". 

In quel caso la Meloni non difese a spada tratta i militanti di Como, ma abilmente attaccò la sinistra antagonista dei Centri Sociali Occupati et Autogestiti. L'ex presidente di Azione Giovani puntò il dito e l'attenzione verso i famigerati CSOA, esplosi verso la fine degli anni Ottanta ed in netto calo rispetto agli anni passati. 

La Nuova Destra, però, sta cambiando velocemente pelle, ma nessuno si scandalizza più se dai Naziskin siamo passati ai Maneskin.

Ho letto surreali dichiarazioni da parte della Francia contro i Maneskin, colpevoli di aver fatto conquistare l'Eurovision all'Italia. - tuona l'Onorevole di FdI.

«Finalmente sembra che oggi gli esponenti francesi - si legge sui canali sociali della Meloni - abbiano fatto un passo indietro riconoscendo la vittoria del gruppo italiano e rinunciando alla richiesta di squalifica. La prossima volta imparino a perdere sportivamente, senza dover gettare fango addosso a dei bravissimi artisti che hanno meritato la vittoria con impegno e passione. Bravi ragazzi per questo straordinario risultato!».

 Orietta Berti

Infine, da segnalare il clamoroso errore profetico della magica Orietta Berti. La cantante reggiana, che a San Remo confuse i Maneskin con i Naziskin, entrò nel mirino dei politicamente correttoAnche in quel caso gli intolleranti 2.0 erano pronti a boicottare i dischi della famosa cantante italiana e a dare alle fiamme i poster della Rossa Emiliana nell'Emilia fuxia di questi strani giorni.

Noi condanniamo tutte le violenze contro le Donne ed esprimiamo solidarietà a Giorgia Meloni, spesso vittima di insulti sessisti e offese gratuite.

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo


immagini tratte dalla rete,


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