sabato 6 novembre 2021

Raccolta differenziata in Valle Caudina, la CAUDIUM classifica con i dati 2020 dell’Osservatorio Regionale | AMBIENTE

Raccolta differenziata in Valle Caudina, i dati 2020 dell’Osservatorio Regionale Campania

La difesa dell'ecosistema è uno dei cardini della nostra Comunità e l'analisi dei risultati sulla raccolta differenziata e sul tasso di riciclaggio dei Rifiuti Urbani deve essere all'ordine del giorno dell'agenda politica Caudina. Occuparci dei rifiuti che produciamo è un dovere civico, un gesto di rispetto comunitario, un segnale inequivocabile di civiltà. Il livello di pulizia e di decoro, infatti, influiscono positivamente sulla percezione del contesto in cui viviamo, innescano comportamenti virtuosi di rispetto per le generazioni future e per la nostra amata Nuova Caudium

BUCCIANO ECO REGINA

La Nuova Caudium incorona Bucciano come "Eco Regina della Valle Caudina" per la raccolta differenziata. La cittadina "uccianese" è riuscita a raggiungere un lusinghiero 87,04%, seguita da Forchia (86,74%) e  Montesarchio (84,19%). Una media che fa onore soprattutto alle Popolazioni che contribuiscono concretamente alla crescita della fase iniziale di un ciclo industriale ed economico che prosegue facendo affluire i rifiuti, puliti e opportunamente differenziati, a vere e proprie filiere del recupero che da essi traggono nuova materia e nuovi prodotti da mettere a disposizione del sistema economico.

Nella classifica della Civiltà molto lusinghiero l'81,83% di Moiano, che supera di poco, San Martino Valle Caudina 79,11%, Airola 78,48%, Bonea 76,16%, Roccabascerana 75,80% e Rotondi 74,92%.

Chiudono la speciale graduatoria del 2020 Sant'Agata de' Goti 66,06%, Paolisi 65,29%, Cervinara  62,08% e Arpaia 59,82%. Pannarano fanalino di coda, incredibilmente non classificato.

I benefici sarebbero enormi con ricadute positive nei contesti ambientali ed economici. I Sindaci dell'Unione dei Comuni Caudini dovranno avere come obiettivo non solo la percentuale di raccolta differenziata, ma soprattutto l’effettivo recupero di materia dai rifiuti. Ad esempio, sarebbe più facile, superando sterili ideologismi, adottare le soluzioni tecnologiche che meglio consentono di ottenere il massimo in termini di recupero di materia, valorizzando economicamente la vendita sul mercato di preziose materie prime seconde. In questo modo carta, plastica, vetro e metalli tornerebbero disponibili nella catena produttiva, sostituendo le cosiddette “materie prime” che, come sappiamo, sono limitate ed in esaurimento.

In una prospettiva generale, i rifiuti che produciamo possono essere raggruppati in due grandi filoni: quelli riciclabili e quelli non riciclabili. 

I primi possono essere direttamente avviati alla filiera del recupero e, quindi, hanno un valore, un mercato sicuro e il nobile compito di sostituire materie vergini. I secondi, per natura o caratteristiche intrinseche (si pensi agli imballaggi poliaccoppiati: confezioni, astucci o tubi costituiti da materiali diversi saldati insieme), trovano collocazione solo in discariche o inceneritori ed è preferibile che, anziché essere sotterrati in discariche, siano usati come combustibile per la produzione di energia e calore.

L’obiettivo di una corretta e sostenibile gestione integrata dei rifiuti è quindi quello di incentivare al massimo ogni forma di recupero. Ciò non soltanto per monetizzare il valore intrinseco della materia, ma anche per favorire il ritorno economico alla comunità degli extra costi della raccolta differenziata. 

Infatti, dalla vendita sul mercato della materia recuperata potrebbero trarsi risorse da destinare a chi sostiene quei costi in modo da limitare il loro ammontare netto, che finisce per ricadere sui cittadini. Sotto questo aspetto la situazione italiana è significativamente peggiore rispetto a quella degli altri paesi europei.

DATI REGIONALI

«Sono stati pubblicati sul sito dell'Osservatorio Regionale sulla Gestione dei Rifiuti - dichiara l'Arpac - i dati 2020 sulla produzione di rifiuti urbani in Campania, con le percentuali di raccolta differenziata raggiunte da ciascuno dei 550 comuni della regione lo scorso anno. Elaborati con il contributo della Sezione Regionale del Catasto Rifiuti di Arpa Campania, incardinata nella Direzione tecnica dell'Agenzia, gli ultimi dati certificano un ulteriore incremento della raccolta differenziata regionale che passa dal 52,8% del 2019 al 54,16% del 2020 confermando una tendenza storica ampiamente positiva (dieci anni fa, nel 2010, la regione si attestava sul 32,7%).

raccolta differenziata anni 30

Il Sannio continua a risultare il territorio più virtuoso con il 73,49% di raccolta differenziata raggiunto a Benevento e provincia, seguito dalle province di Salerno (65,74%) e di Avellino (64,42%). Tra i capoluoghi di provincia il comune di Avellino mantiene il primato con il 70,44% di raccolta differenziata, seguono Benevento con il 66.16%, Salerno con il 59,76%, Caserta con il 51,75% e Napoli con il 34,45%

Tra i comuni con una popolazione superiore a 20mila abitanti spiccano le percentuali del comune di Ottaviano, in provincia di Napoli, che raggiunge una quota di raccolta differenziata del 91,62%, del comune di Marcianise (Caserta) con l’81,40%, di Nocera Superiore con l’81,12%, di Vico Equense (Napoli) con l’80,14% e di Bacoli (Napoli) con il 79,41%.

I primi dati ufficiali del 2020 – spiega il direttore generale Arpac Stefano Sorvino - fotografano un quadro decisamente positivo evidenziando il consolidamento della quota di raccolta differenziata in Campania con più di 300 comuni che hanno superato la percentuale del 65%. Se osserviamo la più ampia tendenza storica, i dati dell'ultimo decennio indicano progressi notevoli, e del resto la raccolta differenziata continua ad avere il segno più anche negli ultimissimi anni. Si registra, certo, un rallentamento della crescita negli ultimi report, in parte fisiologico, e dovuto anche alla complessa gestione di realtà urbane di grandi dimensioni, tra queste il capoluogo di regione. Questi dati, non dimentichiamolo, sono il frutto dell'impegno di milioni di cittadini campani, degli enti locali e dei tanti attori imprenditoriali coinvolti nella filiera della raccolta e gestione dei rifiuti urbani. Se ci soffermiamo sull'aspetto della conoscenza statistica di questo delicato settore, la Campania è stata nel 2017 la prima regione del Sud Italia ad utilizzare la piattaforma Orso per il tracciamento dei flussi dei rifiuti. L’Agenzia ambientale, oltre ad avere ogni anno un ruolo determinante nell’elaborazione dei dati sulla gestione dei rifiuti urbani, ha guidato i comuni campani, sin dal primo momento, nell’utilizzo di questo applicativo fondamentale».

La CAUDIUM classifica 2020 

Raccolta Differenziata e tasso di riciclaggio dei Rifiuti Urbani 

Bucciano 87,04% 48,37%

Forchia   86,74% 60,07%

Montesarchio 84,19% 60,17%

Moiano 81,83% 56,34%

San Martino VC 79,11% 62,09%

Airola 78,48% 60,26%

Bonea 76,16% 46,56%

Roccabascerana 75,80% 46,40%

Rotondi 74,92% 61,30%

Sant'Agata de' Goti 66,06% 47,16%

Paolisi  65,29% 45,21%

Cervinara  62,08% 50,61%

Arpaia 59,82% 46,60%

Pannarano  N.C. N.C. 


Riflessioni

I dati della produzione dei rifiuti urbani, della percentuale di raccolta differenziata e del tasso di riciclaggio raggiunti dai Comuni nell'ATO di appartenenza - Anno 2020 sono complessivamente discreti e rispetto al passato anche la Nuova Caudium ha cambiato pagina, anche se c'è ancora da lavorare, tenendo sempre alto l'interesse e l'informazione verso tematiche di vitale importanza etica e politica. 

L'ambientalismo è vita!

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immagini tratte dalla rete

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