sabato 12 marzo 2022

ANATOMIA DEL POPULISMO di Marco Tarchi | cultura

Da qualche tempo il populismo ha invaso la scena politica e mediatica mondiale. Non passa giorno senza che lo si chiami in causa per addebitargli qualche colpa o pronosticarne nuovi successi. 

E non si contano più gli uomini politici e i partiti a cui l’aggettivo “populista” viene attribuito. Ma quasi sempre l’uso che si fa di questa parola è distorto da intenzioni malevole, disinformato, strumentale, approssimativo.

Per restituire al concetto di populismo un significato chiaro e corretto, occorre analizzarlo sotto la lente di una analisi scientifica sgombra da preconcetti, praticarne una vera e propria anatomia per indagarne le effettive caratteristiche.

È quello che hanno fatto gli autori dei saggi riuniti in questo volume, alcuni dei maggiori studiosi dell’argomento in campo internazionale, i cui contributi consentono di uscire dallo sterile campo della polemica e di comprendere che cosa realmente sia il populismo, quali ne siano le cause, le manifestazioni, il rapporto con la democrazia.

Marco Tarchi è professore ordinario di Scienza politica, Teoria politica e Comunicazione politica all’Università di Firenze. Si è occupato del populismo in numerosi articoli, capitoli di opere collettanee in varie lingue, convegni scientifici internazionali e cicli di lezioni in università europee e sudamericane nonché nel libro Italia populista: dal qualunquismo a Beppe Grillo (il Mulino, Bologna). Dirige la rivista di cultura politica “Trasgressioni”, dalla quale sono tratti i contributi pubblicati in questo volume, e il mensile Diorama.

"... seguir virtute e canoscenza"

Diana edizioni è un progetto editoriale animato da un gruppo volontario di studenti, ricercatori, giornalisti, intellettuali. Una realtà associativa che ha come scopo la promozione, lo sviluppo e la diffusione della “cultura” in tutte le sue forme ed espressioni. Le nostre collane hanno l’ambizione di proporsi come strumenti di ricerca e percorsi formativi in grado di sfidare la desertificazione intellettuale determinata dalla sterile accettazione del “mito del consumo” e degli assiomi del politicamente corretto.


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