mercoledì 15 dicembre 2021

ALLUVIONE 1999 - Metodologia di analisi #quartaparte | AMBIENTE

 
 

MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO FINALIZZATO AL GOVERNO DEL TERRITORIO#4

METODOLOGIA DI ANALISI

La metodologia di analisi adottata per il perseguimento delle finalità richiamate nella Premessa della presente relazione corrisponde strettamente a quella delineata al Punto 4 del Disciplinare Tecnico costituente parte integrante dell’Accordo di Programma sottoscritto in  data 19/10/2010 tra l’Autorità di Bacino ed il Comune di Cervinara e avente ad oggetto la 

“predisposizione di uno studio di dettaglio esteso all’intero territorio comunale di Cervinara interessato da aree a Rischio Molto Elevato ed aree di Alta Attenzione”.

La metodologia si è articolata nella esecuzione di studi di dettaglio sulle zone del territorio comunale di Cervinara che possono essere sede dei fenomeni di flusso (colate rapide di fango e flussi incanalati iperconcentrati) descritti nel Cap. 2. In particolare, il percorso metodologico seguito ha avuto un carattere di marcata multidisciplinarietà e ha contemplato le seguenti fasi:

- la prima fase ha previsto la raccolta e la catalogazione sistematica dei dati disponibili da sottoporre ad accurate verifiche rivolte essenzialmente alla progettazione di indagini e modellazioni di dettaglio;

- la seconda fase ha contemplato l’esecuzione di indagini e modellazioni a scala 1:5.000 finalizzate alla valutazione della condizioni di stabilità dei versanti oggetto di studio e del comportamento dei volumi di materiale potenzialmente instabili nella fase di propagazione;

- sulla base dei risultati delle indagini e delle modellazioni, la terza fase è stata dedicata all’espletamento delle azioni mirate alla riperimetrazione a scala 1:25.000 delle aree a rischio idrogeologico già definite nel PsAI‐Rf nonché all’individuazione di interventi strutturali e non strutturali di mitigazione del rischio e alla messa a punto di un protocollo per lo svolgimento di attività di presidio territoriale.  

ANALISI DELLE INDAGINI GEOGNOSTICHE ESEGUITE    

Le coltri piroclastiche presenti sui versanti che circondano l’area urbanizzata del Comune di Cervinara hanno pendenze e spessori tali da renderle particolarmente suscettibili, in dipendenza anche degli assetti stratigrafici dei litotipi coinvolti e delle loro proprietà idrauliche/meccaniche, all’innesco di fenomeni di erosione e/o di primo distacco. 

Per tale ragione, tra le attività previste nell’ambito dell’Accordo di Programma, è parsa indispensabile la conduzione di analisi geognostiche volte a quantificare i suindicati fattori predisponenti le instabilità e, quindi, ad individuare le aree di innesco ovvero a stimare i volumi di terreno potenzialmente mobilitabili per assegnati valori del periodo di ritorno della causa innescante (nella fattispecie, la pioggia).

La campagna di indagini è consistita nella esecuzione di:

- n. 2.193 fiorettature (Fig. 4.1), realizzate con un fioretto di acciaio lungo 3 metri, per la stima dello spessore complessivo della coltre piroclastiche in corrispondenza di verticali assegnate;

- n. 236 pozzetti esplorativi (Fig. 4.2), scavati a mano, per consentire ricostruzioni stratigrafiche di dettaglio;

- n. 213 prove penetrometriche dinamiche (Fig. 4.3), eseguite con un penetrometro DPML 030IT a punta chiusa, per la caratterizzazione meccanica dei litotipi.   Rimandando al par. 5.3 della presente relazione per quanto concerne l’analisi dei dati acquisiti con le fiorettature ai fini della generazione della carta degli spessori dei depositi di copertura, in questa sede si vuole evidenziare che tali dati sono stati integrati con quelli derivanti dalle prove penetrometriche laddove queste ultime evidenziavano spessori delle coltri di copertura superiori alla lunghezza del fioretto (3 m).

Con riferimento, invece, ai dati acquisiti nel corso dell’esecuzione dei pozzetti esplorativi e riportati all’interno di schede appositamente predisposte, si ritiene utile evidenziare che la loro analisi ha consentito di poter individuare i seguenti litotipi prevalenti:

- Litotipo A (cineriti): argille limose, limi sabbiosi, sabbie fini, suolo con scarsa presenza di pomici millimetriche;

- Litotipo B (cineriti): sabbie limose, sabbie da fini a medie con intercalazioni di pomici o clasti di dimensioni varabili;

- Litotipo Po (pomici): banchi di pomici di dimensioni variabili da millimetriche a centimetriche;

- Litotipo Dt (detrito): detrito di falda costituito da clasti calcarei immersi in matrice sabbiosa o sabbioso‐limosa.

 


Le ricostruzioni stratigrafiche ottenute sono state, peraltro, di grande ausilio nella interpretazione dei risultati delle prove penetrotremiche dinamiche. In particolare, si è potuto verificare che:

- il numero di colpi registrati in corrispondenza del litotipo A è molto modesto (ovvero pari a poche unità) e il corrispondente andamento con la profondità risulta continuo;

- il numero di colpi registrati in corrispondenza del litotipo B è varia dalle poche unità alla decina e il corrispondente andamento con la profondità è alquanto irregolare;

- il numero di colpi registrato in corrispondenza del litotipo Po presenta una marcata dipendenza dalle dimensioni medie delle particelle di pomice con andamenti che possono essere caratterizzati da una significativa variabilità;

- il numero di colpi registrato in corrispondenza del litotipo Dt è particolarmente elevato (i valori misurati sono compresi tra 10 e 40) e il corrispondente andamento è marcatamente variabile. Per ciò che concerne i valori dei parametri di resistenza al taglio da attribuire alle cineriti di classe A e B si è ritenuto opportuno riferirsi ai risultati delle prove di laboratorio condotte su provini di terreno ricavati da campioni indisturbati. In particolare, con riferimento alle cineriti di classe A sono ottenuti valori dell’angolo di resistenza al taglio ϕ’ compresi tra 33° e 36° (con valori di coesione efficace c’ non superiore a 24 kPa) mentre, nel caso delle cineriti di classe B, questi sono risultati variabili tra 35° e 38° (con coesione efficace c’ non superiore a 10 kPa). 

 


Si rileva, inoltre, che prove condotte su cineriti argillificate hanno consentito di risalire a valori dell’angolo di resistenza al taglio compresi tra 23° e 26° mentre la coesione efficace ha assunto valori non superiori a 21 kPa. In generale, i valori ottenuti per i terreni cineritici non argillificati appaiono compatibili con quelli riportati nella letteratura scientifica sull’argomento (Damiano 2004).

Infine , si segnala che i risultati delle indagini in sito – integrati con quelli derivanti dalle prove di laboratorio – sono stati organizzati in un database geotecnico in ambiente GIS. 

Tale database ha il vantaggio di rendere facilmente accessibili e fruibili tutte le informazioni acquisite; contiene, infatti, files in formato shape che consentono di associare a punti georeferenziati nello spazio informazioni contenute in tabelle di attributi.

#quartaparte

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