domenica 19 dicembre 2021

ALLUVIONE 1999 - Metodi di studio e di indagine degli aspetti geologici e stratigrafici #quintaparte | AMBIENTE

METODI DI STUDIO E DI INDAGINE DEGLI ASPETTI GEOLOGICI E STRATIGRAFICI#5

5.1. GEOLOGIA   

La carta geologica, redatta in conformità con i criteri CARG, illustra la distribuzione delle varie unità stratigrafiche e degli elementi tettonici presenti sul territorio esaminato (Fig. copertina). Essa si basa sugli elementi raccolti attraverso il rilevamento geologico sul campo, utilizzando nel corso di numerosi sopralluoghi osservazioni dirette su tagli naturali e antropici, e scavi presenti sul terreno, nonché i risultati delle campagne di indagini (sondaggi a c.c., pozzetti, trincee, ecc.), la fotointerpretazione delle ortofoto disponibili, e l’analisi critica della cartografia geologica pregressa (Autorità di Bacino Liri,Garigliano Volturno, e Carta Geologica del Foglio n. 413 Caserta Est in scala 1:50.000 ISPRA 2011). Di seguito vengono illustrate, secondo la loro posizione geometrica (dalla più recente alla più antica), le principali unità litologiche presenti nell’area, indicate anche nella legenda della Carta geologica (Fig. copertina).

1). Depositi di frana (a1a) Attuale:

Terreno vegetale e materiale di riporto misto ad argilla sabbiosa destrutturata di colore marrone, con abbondante matrice cineritica argillificate di colore giallo bruno e pomici di varie dimensioni spesso molto arrotondate, oltre a clasti calcarei di varie dimensioni di forma irregolare ed a spigoli vivi. 

Il deposito è presente alla base dei versanti in corrispondenza dei cumuli delle varie frane che si sono sviluppate sul territorio. Tali depositi sono frequenti in corrispondenza degli apici delle conoidi dei torrenti e nelle zone alte dei bacini. In particolare si ricordano i terreni di frana presenti  in quantità consistente alla base del versante in  sinistra della V.ne Castello ove si è verificata la frana del 1999

Inoltre, in destra del Vallone Castello ed lungo il V.ne S. Gennaro si rinvengono lungo l’asta torrentizia accumuli cospicui di blocchi e clasti calcarei dovuti a crolli di porzioni di strati calcarei aggettanti in parete.

2) Depositi eluvio‐colluviali (b2) Attuale

I depositi sono formati da limi ed argille residuali ed umificate, derivanti dall’alterazione di materiale piroclastico, generalmente incoerenti o debolmente coesivi, a tessitura con prevalente matrice cineritica, in cui sono inclusi clasti calcarei e pomicei di taglia millimetrica, oltre a livelli di cenere rimaneggiata.  

I depositi si rinvengono conservati su piccoli ripiani morfologici dissecati dall’erosione delle acque superficiali. Sono poco sviluppati in corrispondenza dello spartiacque (M.te Ciesco) in alcuni settori della Piana di Iorio e Piano Gragorio; e in corrispondenza dell’apice delle faccette triangolari che si sviluppano sul versante incombente sull’abitato. Lo spessore di tali depositi varia da 0.50 cm fino a 2‐3 m.

3) Depositi colluviali (b7) Attuale 

Depositi prevalentemente a grana fine costituiti da limi e sabbie e diffuso detrito calcareo caratterizzato da clasti di dimensioni non superiori a due tre cm. I depositi sono largamente diffusi nelle aree concave con elevata pendenza disposte lungo i settori alti del versante settentrionale di Monte Ciesco sovrastante Piano Gregorio e Piana di Iorio dove presentano spessori variabili da 50 cm a 3‐4 m.

Lo sviluppo maggiore di tali depositi si registra proprio in corrispondenza dei ripiani sommatali (Piano Gregorio e Piana di Iorio), alla base del versante che sovrasta l’abitato di Cervinara, e di regola alla base di tutti i versanti in corrispondenza del raccordo con il fondovalle ove si registra il cambio di pendenza .Gli spessori in queste aree possono raggiungere anche alcune decine di metri.

4) Depositi torrentizi (ba) Attuale  

Successioni limoso‐argillose e sabbioso‐limose di natura piroclastica rimaneggiata dai processi di trasporto fluviale con lenti di ghiaie calcaree e livelli pomicei. Lo spessore è di alcuni metri.

5) Depositi di conoide detritico‐colluviale. (i) Attuale –Olocene

I depositi formano corpi di conoide detritico‐alluvionale che si sviluppano allo sbocco dei principali valloni Castello, S. Gennaro, Conca e Dirozza. I depositi sono formati da materiale piroclastico rimaneggiato, generalmente da incoerente a poco coesivo, a tessitura sabbioso‐limoso‐argillosa, con diffusi inclusi calcarei e pomicei di taglia decimetrica e centimetrica e con frequenti lenti e livelli detritici grossolani talora clinostratificati legati a trasporto torrentizio e livelli detritico‐carbonatico caoticizzati messi in posto da processi gravitativi di frana tipo colata e da flussi iperconcentrati. Lo spessore varia da alcuni metri a varie decine di metri.  

6) Depositi alluvionali e lacustri. (b) Attuale –Olocene

Vengono riuniti in questa unità litologica tutti i depositi che, con spessori anche notevoli, occupano oggi  il settore sub‐pianeggiante della Valle Caudina. Si tratta di sedimenti in facies alluvionale e‐lacustre a prevalente composizione piroclastica rimaneggiata (ceneri, pomici ecc.) che hanno colmato la depressione tettonica (valle Caudina) durante il Pleistocene superiore

sono terreni sciolti in strati e lenti a granulometria estremamente variabile dai limi alle sabbie grosse, intercalati alle quali si rivengono dei depositi di tufo terroso o di tufo litoide. La base dei terreni alluvionali non è visibile ma, dai sondaggi eseguiti nell’area, si intuisce la sovrapposizione stratigrafica ai terreni lacustri, che sono rappresentati da argille e sabbie fini di colore grigio scuro, ricche i sostanza organica, intercalate a prodotti piroclastici alterati e dilavati.

7) Depositi di terreni residuali. (tr) Attuale –Olocene

In alcuni settori pianeggianti dello spartiacque del Ciglio di Cervinara si rinvengono piccole doline in cui sono conservati depositi residuali. Si tratta di argille e limi con sabbie e piccoli ciottoli calcarei misti a piccole pomici in abbondante matrice piroclastica degradata. Lo spessore nei settori più depressi può raggiungere alcuni metri 

8) Detrito di falda (Dt) Olocene

Depositi detritici di frane da crollo che si rinvengono variamente diffusi a quote diverse lungo il versante in sinistra del V.ne Castello; si tratta di terreni sciolti prevalentemente caotici che possono essere caratterizzati granulometricamente da una prevalente componente ghiaioso ‐ sabbiosa e da scarsa matrice; verso il basso la matrice tende a scomparire del tutto sostituita da cemento calcitico. 

Gli spessori e la larghezza della placca detritica, che si estende ai piedi del versante carbonatico, sono alquanto variabili: in generale nella zona a monte lo spessore è dell’ordine dei metri, nella parte centrale della valle torrentizia raggiunge circa 20-30 metri.  

9) Arenarie di Caiazzo (AQZ) Tortoniano sup‐ Messiniano

La formazione delle Arenarie di Caiazzo è costituita prevalentemente da molasse, argille siltose e da marne, arenarie grossolane, microconglomerati e conglomerati a composizione quarzoso‐feldspatiche grigie, e subordinatamente quarzoso‐litiche, bruno‐giallastre all’alterazione e grigio marroncine poco cementate, in strati da medi a spessi con base netta talora erosiva e frequentemente banchi talora lenticolari di spessore metrico spesso amalgamati. 

Si alternano talora sottili intercalazioni marnoso‐siltose. Lo spessore è difficile da valutare per l’intesa tettonizzazione ma in altre aree non è inferiore a 500 – 600 m. Lungo la valle del Castello e del Castellone Le Arenaire sono sottoposte per accavallamento tettonico ai calcari mesozoici.  

10) Calcari a Rudiste ed Orbitoline  (RDO) Cenomaniano

Calciruditi a radiolitidi e ad ostreidi in matrice calcarenitica peloidale e calciruditi litoclastiche e bio‐litoclastiche alternate a livelli calciruditici bio‐oncolitici con oncoidi talora di grosse dimensioni. In strati da medi a spessi, talora banchi, con base netta talora erosiva e lenticolare, talora a tessitura caotica o gradata ove a luoghi si rilevano strutture trattive. 

L’unità calcarea RDO costituisce gran parte del substrato dei rilievi di Cervinara ed è in affioramento in destra ed in sinistra del V.ne Castello e nella parte alta del versante soprastante i piani di Iorio e di Gregorio. Lo spessore dell’unità è dell’ordine di varie decine di metri.

11) Calcari con Requiene e Gasteropodi (CRQ) Cretacico inf.

Calcareniti grigio chiaro ad oidi fibroso‐raggiati e calcilutiti da grigio‐chiaro a scure comunemente laminate e\o sottilmente stratificate con evidenti partiture calcitiche. Tali depositi sono alternati a calcari e calcari dolomitici laminati caratterizzati dalla alternanza di bande chiare e scure e a più rari livelli paleocarsificati a riempimenti policromi. 

Il limite superiore con i depositi dell’unità (RDO), presente al tetto esclusivamente nei settori orientali, laddove esposto è generalmente marcato da una netta superficie di erosione e\o di esposizione subaerea associata ad evidenze di estesi fenomeni paleocarsici nei sottostanti calcari. Localmente il contatto con RDO è marcato da una discordanza angolare. Lo spessore ammonta a circa 150 m.

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