domenica 5 dicembre 2021

GOMORRA - Da Shada San a Maradona, la faida tra Gomorristi e Moralisti


GOMORRA - Da Shada San a Maradona, la faida tra Gomorristi e Moralisti
L'ultimo capitolo di Gomorra chiude una delle serie televisive più odiate della storia. L'elenco dei personaggi del cinema, della politica o anche semplicemente delle dottoresse e dei dottori laureati sulle reti social-virtuali è lungo ed articolato. Dal regista e attore Carlo Verdone a Melita Cavallo, l'ex presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, ad esempio, sono arrivate secchiate di feroci critiche, condite da apocalittiche polemiche. Don Manganiello, parroco di Scampia, disse che Saviano "Addù vere e addù ceca", Biagio Izzo, Pupella Maresca, Fabio Cannavaro e addirittura Maradona si scagliarono contro, senza mezze misure.


VERDONE CONTRO
Carlo Verdone, alla vigilia dell'uscita del suo film Benedetta Follia, espresse il proprio parere negativo in merito a Gomorra. Carletto confessò di aver appreso da un suo amico insegnante che i ragazzi nel loro temi avrebbero espresso il desiderio di diventare come Genny Savastano, protagonista della serie Gomorra. Dunque, secondo l'esperto uomo di cinema, ci sono pellicole che toccano l'anima e inducono alla riflessione. In questo caso quando si lancia un messaggio bisogna valutare tutti i risvolti, soprattutto quelli negativi, con molta cautela.


Gli attacchi a Gomorra, opera nata da un'idea di Roberto Saviano, sono stati sempre collegati alla violenza nelle periferie napoletane e non. Saviano avrebbe partorito un modello enfatizzato per i giovani partenopei, dando in pasto al pubblico molti idoli, abbastanza fuorvianti. La Capitale del Sud ne esce con le ossa rotte?

CHIESA
Don Manganiello, parroco in prima linea nella crociata contro il degrado di Scampia, affermò di essere stanco di Gomorra. La sua Parrocchia non era solo uno sfondo fotogenico, magari da inserire nella lunga storia fatta di fiumi di sangue e quintali di piombo. 

Il coraggioso sacerdote, pur riconoscendo allo scrittore di aver raccontato in modo egregio la dura realtà legata alla malavita partenopea, lo rimproverò di aver ignorato quello che c'è di buono nella città, romanzando solo la parte malvagia, che è da sempre quella più utile allo show-business, a discapito di tutte quelle persone che ogni giorno si impegnano per contrastare la criminalità organizzata. 

L'irriducibile don Manganiello, minacciato proprio come Saviano da un potente clan, rifiutò la scorta per rimanere vicino alla sua gente.

PUPETTA

Pupetta Maresca? Contro Gomorra: “È diseducativa, fa male ai ragazzi”. Anche "Lady Camorra" si scagliò contro la nota serie tv. La sua storia andò in onda su Canale 5, con Manuela Arcuri come protagonista. La giunonica attrice indossò i panni di Pupetta Maresca, al secolo Assunta, la donna di camorra che nel 1955 uccise l’assassino del marito Pasquale Simonetti, detto “Pascalone ‘e Nola“.

Pupetta, al centro nella foto, pagò con dieci lunghi anni di carcere e conosce bene il contesto: “Gomorra non è educativa. Di fronte a quelle scene terribili anche io ho spento la televisione. Oggi i bambini si travestono dai protagonisti della serie: tutto questo è inaudito”, queste le dichiarazioni di Pupetta Maresca. Un attacco alla nota serie tv da sempre al centro di un forte dibattito che ha diviso i fans e i critici di Gomorra. Per quanto riguarda la sua vicenda personale, invece, la Maresca disse:

“Contro di me furono sparati 12 proiettili, mentre in avevo una pistola piccola, una 7,65 con sei colpi. Potevo morire anche io. Il mio più grande errore? Potrei dire aver ucciso, ma se non l’avessi fatto a quest’ora sarei morta io“.


BIAGIO IZZO

L'attore Biagio Izzo contro Gomorra: “Napoli non è solo questo, dovremmo difendere le nostre città”. Biagio si scaglia contro Gomorra definendola “un po’ forzata, un po’ esasperata. Un’immagine che non mi piace”.

Sono state queste le parole del comico napoletano ai microfoni di Radio 2 nel programma I Lunatici, svelando di aver deciso di non guardare più la serie tv e di vietarla anche ai suoi figli: A Napoli ci sono problemi, come nelle altre città, ma a volte vengono presentati in maniera troppo forte. Ho avuto la sfortuna di vedere un pezzo di Gomorra, c’erano frasi toste e volgari. Ai miei figli di 11 e 14 anni non l’ho mai fatto vedere e, mi dispiace dirlo, io non ho mai visto una puntata. Conosco gli attori, che sono tutti bravissimi ma noi napoletani dobbiamo essere i primi ad aiutare la città. Io difendo Napoli ovunque vada, a volte è indifendibile ma sono rimasto a vivere qui, bisogna investire in questa città, troppo facile andare via e prendere le distanze: Napoli non è solo Scampia”.

Le critiche negative e le polemiche su "Gomorra - la serie" sembrano non finire mai e i telespettatori sono ormai divisi tra chi la pensa come gli obiettori e chi invece è convinto che una serie televisiva non possa avere colpe riguardo ai frequenti episodi di violenza che riempiono le cronache dei giornali e i marciapiedi di lacrime.


CANNAVARO

Fabio Cannavaro, napoletano vincente e sorridente, quando era del Real Madrid si scagliò contro Matteo Garrone in corsa per l'Oscar lasciando tutti sbigottiti: 

"Spero lo vinca per il nostro cinema, però non penso che gioverà all'immagine del nostro paese nel mondo. Ripeto, per il cinema italiano spero che  'Gomorra' vinca l'Oscar. Ma non penso che gioverà all'immagine dell'Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative". Fabio Cannavaro, napoletano, capitano della nazionale italiana e colonna del Real Madrid, lo disse in un'intervista al settimanale 'Chi': "Ancora oggi un mio compagno di squadra mi ha detto: 'Italiano? Mafioso'. Facile che un problema locale venga generalizzato". 


NO GOMORRA!
Quando sulle Vele spuntarono le scritte “No a Gomorra”, “Non siamo Gomorra” pochi intimi ne parlarono, ma i napoletani veraci furono abbastanza contenti del gesto, perché "qualcuno ricorda come qui a Scampia c’è tanto altro”, come affermò un abitante delle Vele. Oltre a “No Gomorra” e “Non siamo Gomorra” venne realizzata sempre sulle facciate delle Vele un’altra scritta: “Scampia mica è una puttana”...


GOMORRISTI
Questo è un tipico punto di vista Gomorrista, ossia di coloro che difendono a spada tratta tutto il lavoro di Saviano e compagni: "La serie TV ha confermato il suo enorme successo - si legge in rete - con una qualità degli episodi alquanto altalenante, ma con un risultato complessivo che ferma saldamente lo show nell’olimpo della serialità nostrana. Il grande potere di Gomorra dovrebbe mostrare al grande pubblico prima di tutto perché la mafia faccia schifo, senza se e senza ma. Per questo torna a essere alquanto palese che chiunque sostenga la cattiva influenza di una serie come questa sui giovani, non è altro che un ottuso che non è in grado di capire quanto, in realtà, la lezione di Gomorra sia diametralmente opposta. Cerchiamo quindi di capire perché, secondo noi, Gomorra è il miglior spot contro la camorra che poteva essere concepito.


Nulla di tutto questo è una novità. Il romanzo di Roberto Saviano prima, il film di Matteo Garrone dopo e la serie TV Sky dopo ancora, hanno sempre urlato a gran voce il proprio messaggio sociale: la mafia non fa bene a nessuno, men che meno ai mafiosi. 

È una brutta vita quella del camorrista, fatta sì di potere e ricchezza, ma anche di timore imperituro che un clan rivale possa cercare lo scontro, che la polizia lo stani, che i propri sottoposti decidano di volere di più. Sembra così scontato che sia questo, poi, il messaggio di fondo di un prodotto come Gomorra, che appare quasi inutile starne a discutere.


GOMORRAVIRUS
Fa riflettere il clamore del Gomorravirus esploso durante il coprifuoco totale del 2020. In tante città d’Italia, rese ormai (quasi) deserte dalle limitazioni agli spostamenti imposte dal governo con l’obiettivo di arginare la diffusione del Coronavirus, balconi e cortili vennero colorati dagli striscioni di speranza che ripetevano alla popolazione che “andrà tutto bene“. A Napoli, però, c’è chi fece di più. 

Nei vicoli del centro storico della città campana, su una delle lenzuola colorate con l’iconico arcobaleno, fu vergata una celebre battuta pronunciata da Fortunato Cerlino, interprete del boss Pietro Savastano, nella popolare serie tv “Gomorra“. 


Questa la frase scelta per infondere speranza ai napoletani: “Ce repigliamme tutt’ chell ca e’ ‘o nuost“, cioè, tradotta in italiano, “Ci riprenderemo tutto quello che e’ nostro“. Si tratta di una delle citazioni più celebri della serie tv “Gomorra”. Proprio all’inizio della seconda stagione dello show, il boss della Camorra Pietro Savastano rivolse questa stessa frase ai suoi uomini, radunati all’interno di un garage, con l’obiettivo di spingerli a riprendersi il potere del malaffare in città.

Da quel momento, però, questo motto è diventato addirittura un “cult” ed è stato sempre più utilizzato in tutta Italia per esprimere la propria voglia di rivalsa e di riscatto. Sentimenti che, evidentemente, tornarono d’attualità nel periodo di emergenza Coronavirus. Non fu quella la prima volta che una frase di Gomorra venne utilizzata durante la quarantena. In un video goliardico dei The Jackal sugli “Effetti di Gomorra sulla gente a casa“ fecero la loro apparizione anche gli attori Salvatore Esposito e Marco D’Amore, interpreti dei personaggi di Gennaro Savastano e Ciro L’Immortale in “Gomorra – La Serie”, giunta al capolinea.


AMBUGUI
I due attori lanciarono un importante messaggio per invitare la gente a rimanere a casa il più possibile per contrastare la propagazione del Coronavirus. Nel video, Salvatore Esposito, in “versione” Gennaro Savastano, disse in dialetto napoletano: “Io volevo sapere perché la gente non sta a casa. Voglio dire una cosa a tutti quanti: ‘Se voi state a casa, ci ripigliamo tutto quello che è nostro‘”. E ancora, assieme al collega Marco D’Amore: “Restate a casa e fateci stare senza pensieri“. In questo caso Gomorra era utile?


SHADA SAN
«Sono presente nella colonna sonora di Gomorra La Serie 5 con il brano “Faccio e Spendo”. Potete trovarlo su Spotify all’interno della playlist ufficiale di Sky». Così Gianmarco Cioffi, in arte “Shada San” ha annunciato il colpaccio internazionale. Cioffi è un produttore discografico italiano, nato a Roma il 10 Settembre del 1988, cresciuto a Cervinara. Fin da bambino - si legge nella biografia apparsa su Rock.it - inizia ad appassionarsi alla musica ed in particolare al mondo della composizione elettronica. Figlio d’arte, si fa notare da subito nel panorama del rap italiano e non solo, collaborando con numerosi artisti italiani fino al 2012, anno in cui inizia la sua collaborazione artistica con Lele Blade, Vale Lambo e Dome Flame. Insieme formeranno il collettivo “Cazooria Muv” che li porterà pubblicazione dell'album “Hood Love”. Contemporaneamente Shada San produrrà il singolo “Night by Night” per Vale Lambo. 


Nel 2015 diventa produttore e manager del duo rap Moderup, con cui ottiene numerosi riconoscimenti grazie a brani come “GTA NAPL” e “Venezuela”, citati anche da Roberto Saviano nel suo libro “Bacio Feroce” e in diverse conferenze. Successivamente al suo nome si affiancherà quello di Clementino. I due infatti, collaboreranno insieme per il nuovo album del rapper nolano Tarantelle e il suo talento si esprimerà in ben due tracce dell’album “Sempreverde” e “Alleluia” con Gemitaiz; che saranno tra i brani più ascoltati dell’album. Dalla musica al cinema è un attimo e per il Caudino Shada San, il 2021 si conclude con la partecipazione alla colonna sonora dell’ultima serie di Gomorra con il brano “Faccio e Spendo” prodotto per i Moderup.

SPECCHI
Da una parte attacchi etici, dall'altra una moda che coinvolge una fetta della società che adora i personaggi di un mondo da combattere partendo dalle scuole e dalle piazze. L'ambiguità si percepisce quando i "cattivi" vengono utilizzati per messaggi sociali importanti. Un doppiopesismo che potrebbe incidere in maniera negativa sulla concezione della Malavita tra realtà e finzione. Un gioco degli specchi tra fantasmi. 

Lo Schiaffo 321 ha diffuso il pezzo di Shada San perché come artista Caudino di calibro nazionale ha dato lustro alla scena musicale locale ferma agli anni Settanta. Eppure qualcuno ha storto il naso perché vede Shada San come complice di un messaggio diseducativo. Il discorso si complica, ma lo scontro culturale è vitale per avere un quadro chiaro delle cose che circondano.


MARADONA
Maradona contro 'Gomorra' fu l'apice della contestazione. Il numero 10 mise in ginocchio molti napoletani in preda ad un cortocircuito celebrale. El Pibe de Oro scatenò il putiferio perché uno dei 'cattivi' venne soprannominato con il suo cognome. Apriti cielo: Diego Armando Maradona volle evitare la messa in onda di Gomorra - La serie prevista su Sky. 

Il campione argentino, infatti, contestò la scelta dello staff e l'avvocato dell'ex calciatore deceduto da un anno, Angelo Pisani, annunciò che il mitico Maradona chiese alla Magistratura di bloccare la proiezione e la diffusione della serie. Inoltre, prosegue il legale, Diego era pronto a chiedere un risarcimento di 10 milioni di euro da devolvere in beneficenza a Scampia. Pisani fece tremare tutti perché solo Maradona avrebbe potuto cambiare le sorti di una partita molto delicata: 


«La serie tv sfrutta il nome e l'immagine di Maradona senza autorizzazione né consenso. Se i produttori e gli artisti vogliono un soprannome per il killer usino il loro nome». Pisani, che è anche presidente dell'VIII municipalità di Napoli, che comprende peraltro il quartiere di Scampia, non condivide neanche la scelta di come è rappresentata la sua zona in "Gomorra": "Ci dipinge come dei camorristi, narcotrafficanti e assassini".


RIFLESSIONI
La Camorra, purtroppo, era presente in Campania ben prima di Gomorra e probabilmente sarà ancora qui quando la pellicola andrà in soffitta. Bisogna combattere la Camorra, non solo il messaggio ambiguo di Gomorra. Sono anni che tutti si scagliano contro Gomorra. Sono anni che NON tutti si scagliano contro la Camorra.
Complimenti a Shada San per l'ottimo lavoro artistico, vanto della Nuova Caudium.

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immagini tratte dalla rete

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