lunedì 25 ottobre 2021

INTERVISTA al Comitato Salute & Ambiente di Airola e della Valle Caudina | AMBIENTE

 

INTERVISTA al Comitato Salute & Ambiente di Airola e della Valle Caudina 

1-Innanzitutto come vanno le cose ad Airola dopo l'incredibile incendio che ha sprigionato una nube tossica di dimensioni mastodontiche?

«Tra il 13 ed il 15 ottobre, subito dopo l’incendio, i valori di concentrazione di diossine e furani hanno destato molta preoccupazione in quanto erano tre volte superiori alla concentrazione limite di riferimento. Già dal terzo ciclo di campionamento, eseguito tra il 15 ed il 16 ottobre, i valori rilevati si sono ridotti considerevolmente arrivando ad un decimo della concentrazione il limite di riferimento. Questa considerevole variazione della concentrazione è da attribuire ad una importante diluzione degli agenti che si è avuta grazie ad un forte vento che ha raggiunto anche picchi di 35km/h che ha permesso che le concentrazioni degli inquinanti rientrasse al di sotto dei valori limite stabiliti dalla normativa.

Anomalo è sembrato la rilevazione del benzene che per un giorno ha toccato valori quasi 20 volte il limite consentito, sul punto ci siamo riservati di approfondire. Ad oggi stando ai rapporti dell’Arpac preoccupazione la qualità dell’aria non desta particolarmente, piuttosto, l’impatto che ha avuto questo tragico evento sulla vegetazione e terreno».

2- Il Comitato a difesa della salute nasce per contribuire a controllare il territorio. Qual è la situazione reale?  

«Nella città di Airola, come in gran parte dei paesi della Valle Caudina, l’industrializzazione del territorio iniziata negli anni 70, in assenza di una legislazione sul punto, si è insediata a macchia di leopardo, spesso proprio nei centri abitati o a ridosso degli stessi. Questa scelta ha determinato un impatto ambientale e di salute sulla popolazione ancora maggiore. Per le tante fabbriche che, nello specifico, sono ad Airola bisognerebbe pensare ad una delocalizzazione verso aree più isolate della città, magari pensare ad una grande area industriale che possa raccogliere tutte le attività produttive della Valle Caudina. Importante poi è il tema dei controlli in particolare sull'osservanza delle normative, antincendio e di sicurezza ambientale, di tutte le industrie che sono sul territorio, per contenere il rischio inquinamento ed evitare che si verifichino nuovi disastri».

3- Come valutate l'intervento dell'Arpac?

«Il lavoro dell’Arpac è stato puntuale e tempestivo, pertanto, confidiamo nel suo operato. Ovviamente come comitato vigileremo sui dati raccolti».

4- Avete aderito al corteo per mantenere accesa la luce su questa storia nebulosa. Come è andata la manifestazione?

«La manifestazione, che è stata organizzata da un’iniziativa spontanea di un cittadino, ha visto l’adesione del Comitato, in particolare del direttivo non avendo avuto modo di coinvolgere, per i tempi brevi dell’organizzazione, i tanti aderenti. Ma è stata un’iniziativa che come tante altre può servire a tenere acceso l’interesse sul tema ambientale».

5- Come mai all'interno del direttivo ci sono state le dimissioni della brillante Immafederica Refuto?

«Il comitato è sempre aperto a tutti i contributi, siamo lavorando per avere l’adesione delle più ampie parti della società civile senza preclusioni. Sicuramente ci sarà la collaborazione di tutti perché la finalità è la tutela della salute e dell’ambiente».

6- Secondo voi l'Unione dei Comuni Caudini potrebbe dare una mano al Comitato ambientalista e in che modo?

«In questi giorni stiamo riscontrando l’adesione anche di associazioni di altri paesi come Forchia, Cervinara e Paolisi. Il comitato ha una visione territoriale più ampia come dice il nome “salute e ambiente Airola e Valle Caudina", la nostra prospettiva di riferimento è l’intera Valle Caudina».

7- Quali prospettive ci sono per le lavoratrici ed i lavoratori in difficoltà?

«Per i lavoratori in difficoltà verrà attivata la cassa integrazione si spera in una veloce risoluzione della vicenda riallocativa».

8- La Valle Caudina ed il problema diossina. Soluzioni immediate?

«Come detto l’obbiettivo principale sarebbe il ricollocamento delle industrie verso aree extraurbane e un progetto ambizioso potrebbe essere quello di immaginare un'unica area industriale, lontano dai centri abitati, che contenga tutte le industrie del territorio della Valle. La Valle Caudina è un territorio che ha enormi potenzialità sul versante agroalimentare, enogastronomico e turistico; puntare su queste alternative di sviluppo in chiave eco-sostenibile penso che sia l’agenda ineludibile dei prossimi anni. In questo anche la società civile, e i corpi intermedi come le associazioni e i comitati possono essere decisivi per i processi di programmazione e realizzazione».

9- Quali saranno i prossimi appuntamenti in programma?

«Nell’immediato l’obbiettivo è contribuire con le istituzioni affinché si gestisca al meglio il contenimento dell’inquinamento e i suoi effetti. Il comitato, grazie al prezioso supporto della presidente Dott.ssa Gabriella Fucci (chimica), è in continua interlocuzione con le Università della Campania, in particolare con l’università degli studi della Campania di Caserta e con la Federico II di Napoli. I dati di rilevamento dell’Arpac, infatti, sono stati processati all’interno di una commissione scientifica del comitato stesso, dopo di che le questioni più complesse sono state portate innanzi al mondo accademico per avere un punto di vista autorevole.

I dati dell’area ci hanno tranquillizzato ma hanno fatto emergere delle situazioni che sarà necessario approfondire; in questo senso siamo istituendo con un professore di chimica della Federico II un piano di rilevamento indipendente che sarà fatto attraverso i laboratori dell’università. In particolare, l’analisi riguarderà anche la contaminazione dei prodotti agricoli che sono sul territorio (olive, uva, frutta, verdura). Ugualmente per i risultati dei campionamenti dei terreni aspettiamo i dati dell’Arpac e siamo pronti ad eventuali approfondimenti. Importante sarà l’intensificazione dei controlli dell’istituto zooprofilattico che dovrà monitorare la ricaduta dell’inquinamento sui prodotti derivati dagli animali di allevamento. Il secondo passaggio sarà quello della bonifica in cui sarà prezioso il contributo nei nostri aderenti al comitato esperti nella progettazione e nel reperimento dei fondi comunitari». 


10- Infine, ringraziamo il portavoce Domenico Forgione, per le risposte alla lunga intervista...

«In conclusione, tutta la nostra azione, gratuita e indipendente, non vuole essere che un ausilio alle amministrazioni affinché vengano prese le migliori soluzioni nei tempi più brevi possibili. La natura e la salute sono due valori inscindibili e la grande adesione dei giovani ci fanno essere fiduciosi che da questa tragedia possa nascere una proposta della società civile innovativa, competitiva e sostenibile».


Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo



Nessun commento:

Posta un commento