venerdì 1 ottobre 2021

CERVINARA NEL REGNO DI NAPOLI - Gli abitatori dei primi Casali Cervinaresi | PROFILO STORICO 2/3

Cervinara nel Regno di Napoli. Gli abitatori dei primi Casali Cervinaresi (1132-1806)

Il Di Meo riferisce che nel 1132 Matilde de Hauteville venne in rottura con Rainulfo, rifugiandosi dal fratello a Salerno, con il quale si lagnò e protestò in quanto non voleva più unirsi al marito, dal quale rivoleva indietro la dote. La già nota contesa fra Re Ruggieri ed il conte di Avellino a questo punto si inasprì e il conte, con un esercito di 3.000 cavalieri e 40.000 fanti, si recò nei suoi Castelli della Hauteville in una Valle Caudina (non è detto Cervinara), dove aspettò l’assalto del cognato. Guerreggiò per ben tre anni, fino al 1135, quando fu sconfitto e tutte le terre e gli oppida della Valle.

Federico II 

Con il sopraggiungere degli Svevi, con Federico II sul trono del Regno di Sicilia, non volendosi arrendere, la Valle Caudina fu nuovamente distrutta e messa a fuoco al passaggio delle truppe del re, che ridussero in briciole Cervinara, già ricostruito per la seconda volta da Rainulfo II

Subito dopo il re ordinò, siamo nel 1240, che il Castello di Montesarchio fosse elevato a dignità imperiale, come nel caso di Pietrastornina, Avellino ed altri, e quindi ad avere giurisdizione sull’intera sotto-provincia foggiana della Valle Caudina, per essere stati, gli altri Castelli rasi completamente al suolo, ma anche per darsi un’immagine, un tono, adesso che c’era un potere diverso, c’era uno stato nuovo: il Regno di Sicilia.

Regno di Sicilia

Nel 1240 appunto, Cervinara, unitamente a San Martino, era tenuta alla riparazione, alla guardia e alla custodia del Castello imperiale di Montesarchio, ove c’era un fidato giureconsulto dell’imperatore, ivi insediatosi per l’amministrazione dei feudi e il controllo degli stessi signori, oramai tutti fedeli di Casa sveva. Nel 1250, milite (sempre dell’ex Castello di Cervinara) era il suffeudatario Soaldo Cappello; nel 1270, Cunsio de Morello e, nel 1273, Bartolomeo De Luciano.

A Cervinara però, anche se non c’era più una sede politica nel Castello, era nato un primo palazzo, esistente nel 1251, detto “Palazzo della Chiesa di San Matteo”, ferma restante la proprietà del monastero di San Gabriele di Airola, quantizzabile in ben 120 casalia hominun, costituiti dalle case e dai naturali di quell’ex Castello addetti a coltivare la terra della fondazione ecclesiastica di Airola. 

Si tratta di case sparse, come confermato in un documento del 1273 in cui si parla di usurpazione di 15 casate di coloni, ai danni del monastero di San Gabriele, che nella zona già possedeva anche le tre chiese di San Celestino in Monte Virgilii, San Vitaliano e San Feliceubi dicitur ad Collina” (probabilmente si tratta di San Felice a Cancello). Del monastero di San Gabriele erano anche la Chiesa di San Festo, in località Marmora, forse alle Campizze di Rotondi, presso la strada regia.

l'Addolorata di Ferrari

La Chiesa di San Gennaro ai Ferrari, sita di fronte al palazzo marchesale, è un’arcipretura esistente nel 1280 e forse anche anteriore al 1250, essendo già menzionato un arciprete, incarico che, nel 1343, poteva permettersi di eleggere parroci, conferire ordini e sospendere sacerdoti.

Nel 1367 comparirà Santa Maria della Valle; nel 1350 San Pietro; di un Campo San Pietro si parlerà nel 1318: i Casali erano già nati.

I Pantanari dovettero essere zona di Montevergine, il monastero che ivi possedeva il priorato di Santa Maria delle Grazie fin dagli inizi del 1334, allorquando abbiamo il primo priore. Il materiale col quale fu ricostruita, però, dovette appartenere ad una Chiesa precedente, in quanto, gli elementi lapidei ritrovati sono del 1150 circa e alcuni capitelli fanno preciso riferimento al Chiostro di Santa Sofia di Benevento. Sappiamo poi della donazione di una Cappella e di una riedificazione della Chiesa e campanile nel 1526. (Soppressa nel 1653, fu annessa al Seminario di Benevento e il convento e l’annesso giardino affittati, mentre la Chiesa andò in rovina. Ricostruita fu riconsacrata nel 1700).

Nel 1133 era di Santa Sofia anche la Chiesa di Sant’Angelo, sita fuori la Porta delle mura del Castello, detta appunto di Sant’Angelo, come da un documento del 1390 e dalla successiva specificazione di Castro, dopo il 1590. San Biagio alla Collina, anticamente di monte Tolino, esisteva invece fin dal 1127.

(La Chiesa di Sant’Angelo a Pitigliano faceva parte del distretto della parrocchia di Sant’Adiutore poco prima del 1600, ma probabilmente sita nel territorio di Rotondi, luogo dov’era anche la Chiesa di Sant’Andrea a Pitigliano che, nel 1700 apparteneva all’Università di Rotondi. Chiese minori come quella di San Paolino della parrocchia di San Nicolò e Santa Marina del Fondo appaiono più in veste di Cappelle nate per contraddistinguere la proprietà dei fondi).

Sant'Adiutore

In origine, gli abitanti dei Salamuni, non erano altro che dei coloni, forse inviati da Santa Sofia sui possedimenti contrassegnati dalla Chiesa di Sant’Adiutore apud Montem Virginem già nel 1120, ma difficile stabilire se si tratti di questo luogo e soprattutto la veridicità del documento. 

Nel 1108, però, stranamente, il possesso è confermato, quasi fosse apocrifo, al monastero di San Gabriele di Airola. Comunque sia, Sant’Adiutore divenne parrocchia prima del 1333. Molti beni di Santa Sofia erano passati – evidentemente – da Benevento ad Airola. I monaci di San Gabriele si trovarono così a gestire un’enorme forza di uomini e terre.

Santa Maria della valle

Il Casale di Valle, per esempio, esisteva nel 1273, come confermato nel 1339. Di Pantanari si ha notizia a partire dal 1370; dei Ferrari invece si parla nel 1300, con l’annessa Chiesa esistente già nel gennaio del 1280.

Autore: Arturo Bascetta 

Editore: ABE Edizioni Napoli

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