Amme pusate chitarre e tammure
Pecchè sta musica s'ha da cagnà
Simme brigant' e facimme paura
E ca sch'uppetta vulimme cantà
E ca sch'uppetta vulimme cantà
Questa volta lo spirito della Montagna sorride. Finalmente, dopo tanti anni di attesa silente, prende vita la fase costituente di un sogno. Francesco Viola, Antonio Musto e Salvatore Zullo hanno lanciato sulle reti sociali, il 3 maggio 2021, un gruppo di volontari dell'arte e della ricca di storia autoctona. Un'ottima notizia che porta entusiasmo in un momento difficile per tutta la comunità. Il fermento culturale della Nuova Caudium potrebbe essere contagioso e rilanciare la passione per la terra dei nostri avi. Gli appassionati di cinema autoprodotto dal basso avranno pane per i loro denti, musica per le loro orecchie e affascinanti immagini per i loro occhi.
Lo Schiaffo 321 saluta con entusiasmo questa interessante iniziativa e riporta per le lettrici ed i lettori le parole dei Briganti 2.0:
«Prende forma il progetto storico-culturale di rivalutazione del territorio e a tale scopo si è creato un gruppo social Facebook denominato: “Terre di Briganti”. Chiunque, animato da indispensabile senso di responsabilità, può chiederne l’iscrizione (creato per necessità organizzative in forma privata). Come ben si può immaginare la partecipazione esula dalla sola e pura interpretazione. Si può contribuire per l’aspetto tecnico-logistico (allestimento scene, impianti tecnici, microfonisti, elettricista, imbianchino, tutela dell’ordine, ecc.), per quello costumistico (sartoria, accessori, trucco-parrucco, ecc.)».
Insomma, chiude l'appello, come si dice dalle nostre parti “A dà na mano!!!”.
lillino Renna
Nell'attesa dei prossimi sviluppi in merito, Vi proponiamo un inedito lungometraggio dal titolo simile a quello in cantiere: Terra di Briganti. Il lavoro è tratto dalla web tv Voce di Strada ed è stato messo in piedi dall'Associazione C.R. di Postiglione, in provincia di Salerno.
Buona visione.
Riflessioni
Il legame tra il fenomeno del Brigantaggio e la Valle Caudina è sempre stato molto radicato e sentito dalla gente, nonostante la clamorosa occupazione cinematografica americana del dopoguerra e l'indifferenza, pilotata a nostro avviso, del grande cinema Italiano, almeno fino ai giorni nostri.
In poche parole, chilometri di pellicola dedicati ai Vaccari d'Oltreoceano hanno oscurato la magia del ribelle nostrano, barbuto e romantico da far invidia anche a Che Guevara. Senza dimenticare le Brigantesse, vere e proprie eroine senza paura.
la beffa
La beffa è ancora più amara, duole ricordarlo, perché i più grandi capolavori del genere vennero girati proprio a casa nostra, nel Meridione d'Italia. Infatti, tra il 1964 e il 1978 furono prodotti decine di ottimi filmi, riuscendo addirittura a risollevare l'immagine anche di quello a stelle e strisce.Le opere western sono solitamente ambientate nell'ovest americano del XIX secolo, tra la guerra di secessione che insanguinò quel paese (1861-1865) e la fine del XIX secolo.
Ora c'è la prospettiva concreta di poter rimediare in maniera costruttiva e diretta a questa mancanza. Avremo preferito vedere sul grande schermo, ovviamente, un Carmine Crocco o un Fiore Taddeo al posto dei cowboys. Rendere giustizia ad un popolo martoriato dalla repressione sabauda è un dovere che con il cinema si sposa bene. Uno schiaffo allo storia costruita ad arte dai vincitori piemontesi sulla pelle di un Sud complesso e articolato. I tempi sono maturi, anche in vista del traforo del Partenio che potrebbe ostacolare le riprese.
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Senza la nostra memoria storica siamo costretti all'estinzione. Siccome a questo non siamo per nulla avvezzi ... ci siamo ... Barbe comprese!!!!
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