domenica 19 giugno 2022

O'Catuozz Caudino, patrimonio culturale immateriale campano | PERLE

Una tradizione secolare della Valle Caudina è stata riconosciuta come "Patrimonio culturale immateriale campano" ed inserita dall'illustre Comitato Tecnico all’interno dell'inventario per il patrimonio culturale immateriale campano (IPIC) per l’anno 2021. Esulta la comunità di San Martino Valle Caudina che grazie al lavoro della Pro Loco ha preservato per sempre un rito caratteristico del nostro territorio. La Pro Loco San Martino Valle Caudina corona il cinquantesimo anno di attività, dal 1972 al 2022, con un risultato di prestigio:

LA COMUNICAZIONE

«È con grande piacere - annuncia la Pielle - che comunichiamo che “Il rito dei catuozzi” è stato inserito nell’inventario del patrimonio culturale immateriale campano (IPIC). Da sempre la Pro loco è impegnata nella salvaguardia e nella valorizzazione delle nostre tradizioni e proprio a tal proposito nel 2021 abbiamo fatto richiesta affinché il rito dei catuozzi venisse inserito nell’inventario del patrimonio immateriale della regione Campania ed oggi, con grande orgoglio, possiamo comunicare che la nostra richiesta è stata accettata».
o'catuozz

Il Catuozzo è l’antico metodo messo in pratica dai Graunari dei Partenio per ottenere il prezioso carbone organico. Bisogna lavorare su modelli di sviluppo legati al mondo delle nuove imprese rurali, onde evitare e arginare lo spopolamento, frutto di un'emigrazione dilagante. Oltre a difendere la tradizione del Catuozzo si potrebbe puntare anche al rilancio del commercio del prezioso carbone organico, il tesoro dei graunari, ricercato costantemente dalla rete dei ristoranti stellati italiani e stranieri. 

«C’è grossa differenza – dicono gli esperti - tra una bistecca fiorentina cotta su gas metano oppure su carbone organico tratto dal castagno del Partenio. La nostra è un’azione politica prima che economica. Recupero di memoria che altrimenti andrebbe persa, sapienza che la modernità sta cancellando».

graunaro cervinarese

Tutto il versante Irpino della Valle vanta l’antica arte della carbonaia e custodisce le tecniche tradizionali di trasformazione del legname in carbone. San Martino, Cervinara, Roccabascerana, Pannarano e Rotondi hanno nel codice genetico la storica edificazione di un forno in terra cruda in piena montagna. Dal forno prende vita il processo di combustione lenta della legna raccolta dagli stessi partecipanti. Dura una settimana e un tempo garantiva la sopravvivenza per sempre.

Dalla combustione nasce il carbone organico che andrebbe messo sul mercato. Quella della carbonaia era una tecnica molto usata in passato in gran parte del territorio alpino, subalpino e appenninico, per trasformare la legna, preferibilmente di faggio, ma anche di abete, larice, frassino, castagno, cerro, pino e pino mugo, in carbone vegetale.

catuozzo time di perino & vele
Nonostante questa tecnica abbia subito piccoli cambiamenti nel corso dei secoli, O'Catuozz ha sempre mantenuto una forma di montagnola conica, formata da un camino centrale e altri cunicoli di sfogo laterali, usati con lo scopo di regolare il tiraggio dell'aria. Il procedimento di produzione del carbone sfrutta la pirolisi una sorta di combustione imperfetta del legno, che avviene in condizioni di scarsa ossigenazione. La Regione Campania tutela queste tradizioni con l'Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano (IPIC). 


TURISMO

Il geniale Palio dei Catuozzi è un’iniziativa utile per il turismo. La Pro Loco locale ripropone dal 1972 l’unico evento nel suo genere nella provincia di Avellino, Benevento e Caserta. I “catuozzi” non sono altro che grandi pire di legno che un tempo venivano realizzate in tutti i comuni a ridosso dei monti il 24 dicembre e accese prima delle funzioni religiose della Santa notte. Dalle pomeriggio nelle piazze del comune di San Martino, la tradizione si rinnova, con la partecipazione delle diverse contrade che raccolgono ceppi di legna e radiche dai campi con le quali realizzeranno i “catuozzi”, alcuni dei quali raggiungono una circonferenza alla base di una ventina metri.  
L'Inventario cataloga il patrimonio culturale immateriale e le pratiche tradizionali connesse alle tradizioni, alle conoscenze, alle pratiche, ai saper fare della comunità campana, così come definite dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 17 ottobre 2003, ratificata dall'Italia con legge n°167/2007.
Inoltre, tornando al discorso economico, ricordiamo che la filosofia del chilometro zero e la caccia ai prodotti naturali privi di additivi rendono i resti del Catuozzo molto appetibili e potenzialmente con una forte richiesta commerciale. Ovviamente, questo indotto non sarà come quello del passato, ma si potrebbero sviluppare tante altre attività collaterali, dal turismo Caudino all'eco-didattica, oltre alla creazione di un canale capillare per vendere il prodotto senza trattamenti chimici. Commercio, occupazione, turismo e tradizioni per offrire il meglio della Valle Caudina agli ospiti e al Popolo Caudino stesso.  
Tradizioni valorizzate
Ricordiamo alle lettrici ed ai lettori de Lo Schiaffo 321 che per “patrimonio culturale immateriale” si intendono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il saper fare, gli usi sociali, i riti e momenti festivi comunitari, anche di carattere religioso, come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi, che le comunità riconoscono in quanto parte del patrimonio culturale campano, trasmettendoli di generazione in generazione, costantemente ricreati in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia in quanto senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.
Complimenti alla Pro Loco di San Martino Valle Caudina e auguri per il mezzo secolo di attività!

Per dire la Vostra, contattateci all'indirizzo di posta elettronica caudiumpatrianostra@gmail.com oppure tramite Twitter @SchiaffoLo

immagini tratte dalla rete,

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